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Milan, timori per Tomori: obiettivo far ricredere Southgate
Milan, andiamo ad analizzare la situazione del forte difensore centrale inglese, molto deluso per la mancata convocazione al Mondiale in Qatar.
In questa prima parte di stagione, Fikayo Tomori ha vissuto un campionato abbastanza altalenante: la lucidità che lo ha contraddistinto nella scorsa stagione culminata con lo Scudetto (facendolo diventare un pilastro nella difesa di Pioli), è mancata in alcune gare stagionali.
Certamente all’inglese ex Chelsea non è mai mancata la voglia, la determinazione e la cattiveria di mettersi in gioco: probabilmente, non hanno giocato proprio a suo favore neanche le troppe rotazioni in difesa apportate da Stefano Pioli.
Basti pensare che, nelle ultime 11 dello scorso campionato, la difesa è rimasta sempre la stessa non cambiando mai.
Quest’anno, complici le pesanti defezioni di Capitan Calabria e di Alessandro Florenzi, Pierre Kalulu è stato dirottato nel suo ruolo originale di terzino destro, con Fikayo che si è visto cambiare molti compagni di reparto.
Da Simon Kjaer (enorme bagaglio d’esperienza), a Malick Thiaw (titolare nelle ultime due di Serie A), fino a Matteo Gabbia, col quale ha acquisito maggiore sintonia fino ad ora.
Milan, Tomori ha il tempo: riscatto obbligato dopo la sosta
Certo la sua stagione sin qui non è stata del tutto eccellente, ma ciò non giustifica la mancata chiamata di Gareth Southgate alla spedizione dell’Inghilterra in Qatar.
Anzi, stupisce in particolare che il c.t. dei 3 Leoni abbia optato per Harry Maguire (fin qui utilizzato poco quanto mai in stagione dallo United) anzichè scegliere il centrale rossonero.

Il rendimento di Tomori contro la Fiorentina può riassumere questa prima parte di stagione calcistica: nel primo tempo qualche errore di troppo in fase di marcatura e di impostazione, per poi riscattarsi completamente nella ripresa.
Desta ancora qualche dubbio la chiusura avvenuta in scivolata su Ikonè, nella quale ha rischiato tantissimo.
Del tutto pulito, invece, il salvataggio sulla linea (sempre su Ikonè) che ha permesso al Milan di mantenere il pareggio, e poi vincerla praticamente a tempo scaduto.
Ora c’è la sosta, che arriva nel momento più opportuno per ritrovare tutte le energie, e preparasi al meglio al 2023.
L’obiettivo per Oluwafikayomi Oluwadamilola Tomori è far ricredere il commissario dell’Inghilterra Southgate, riprendendo fiducia nei propri mezzi: alla ripresa per colmare il gap col Napoli ci sarà bisogno (anche) del roccioso inglese.
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Djokovic al World Sports Summit di Dubai: “I miei idoli erano Sampras, Kobe Bryant e Alberto Tomba. Da bambino amavo giocare a calcio”
Novak Djokovic, campione del Tennis e grande appassionato di calcio, rivela i suoi idoli di infanzia al World Sports Summit di Dubai, tra cui Pete Sampras, Kobe Bryant e Alberto Tomba.
Djokovic: Un Viaggio tra Tennis e Altri Sport
Durante il prestigioso World Sports Summit di Dubai, Novak Djokovic ha condiviso con il pubblico i nomi dei suoi idoli sportivi. Tra questi, spiccano leggende come Pete Sampras nel tennis, Kobe Bryant nel basket e Alberto Tomba nello sci. Djokovic ha sottolineato come queste figure abbiano influenzato la sua carriera e ispirato il suo percorso nel mondo del tennis. “Ero un grande fan di Sampras, Bryant e Tomba, i più grandi nei loro sport”, ha affermato il campione serbo.
Un Amore per il Calcio
Oltre a parlare dei suoi idoli, Djokovic ha rivelato un dettaglio inaspettato circa la sua infanzia: la passione per il calcio. “Se non fossi diventato un tennista, cosa avrei fatto? Da bambino, amavo anche giocare a calcio”, ha confessato. Questa dichiarazione ha suscitato interesse tra gli appassionati di sport, evidenziando la versatilità e i molteplici interessi di Djokovic al di là dei campi da tennis.
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Fonte: l’account X di Schira
Novak #Djokovic to #WorldSportsSummit in Dubai: “My idols were Pete #Sampras, Kobe #Bryant and Alberto #Tomba: they were the greatest in their sports and I supported them as a fan. If I hadn’t been a tennis player, what would I have done? When I was a child, I also loved to play football…”
— Nicolò Schira (@NicoSchira) Dec 29, 2025
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Baggio e il Pallone d’Oro: il “Divin Codino” celebrato al World Sports Summit di Dubai
Roberto Baggio, leggenda del calcio, partecipa al World Sports Summit a Dubai, celebrando i 32 anni dalla vittoria del Pallone d’Oro.
Un’icona del calcio al World Sports Summit
Roberto Baggio, uno dei più grandi simboli del calcio mondiale, ha fatto il suo trionfale ingresso al World Sports Summit di Dubai. Questo evento prestigioso riunisce personalità di spicco dello sport globale per discutere delle sfide e delle opportunità future nel mondo sportivo. La presenza di Baggio non solo arricchisce ulteriormente il summit, ma rappresenta anche un omaggio alla sua straordinaria carriera. Esattamente 32 anni fa, nel dicembre del 1993, Baggio otteneva il massimo riconoscimento individuale per un calciatore, il Pallone d’Oro, consacrandosi tra i migliori di sempre.
Ricordi indelebili e un futuro nello sport
Durante il suo intervento, Baggio ha condiviso momenti salienti della sua carriera e ha discusso delle potenzialità del calcio moderno. L’evento ha offerto l’opportunità di riflettere su come il calcio abbia evoluto nel corso degli anni e sulle sfide che i futuri talenti dovranno affrontare. La partecipazione di Baggio al summit non è solo un tributo al passato glorioso, ma anche un invito a guardare avanti, esplorando nuovi orizzonti per lo sport e i suoi protagonisti.
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Fonte: l’account X di Schira
One of the greatest football legend Roberto #Baggio is just arrived at #WorldSportsSummit in Dubai. Exactly 32 years ago he won the Ballon d’Or. 💎
— Nicolò Schira (@NicoSchira) Dec 29, 2025
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FIFA, Infantino: “Non c’è mai troppo calcio, anzi ne servirebbe di più”
Gianni Infantino durante un intervento al World Sports Summit, ha delineato la visione della FIFA per un calcio sempre più globale, inclusivo e sostenibile.
Il presidente della FIFA, Gianni Infantino, in un discorso pronunciato al World Sports Summit di Dubai, ha espresso la visione dell’organo di governo mondiale del calcio: un calcio sempre più globale, inclusivo e sostenibile. Infantino ha affrontato uno dei temi più dibattuti degli ultimi anni, il numero di partite e la presunta “saturazione” del calendario. Ha sottolineato la necessità di trovare un equilibrio tra calcio di club e calcio delle nazionali, tra partite significative e insignificanti.
Ha inoltre parlato degli investimenti della FIFA nello sviluppo del calcio in tutto il mondo e ha affermato: “Stiamo investendo miliardi di dollari nello sviluppo del calcio in tutto il mondo. Nei 211 Paesi tutti ricevono sovvenzioni per costruire campi e formare giocatori. Entro il prossimo anno avremo 100 accademie FIFA in 100 Paesi diversi”.
Infantino sul Mondiale per club e il Mondiale 2026
Infantino ha riservato spazio anche per parlare del Mondiale per club, uno dei progetti più ambiziosi della FIFA. Ha definito l’ultima edizione disputata negli Stati Uniti un successo commerciale e ha sottolineato l’importanza di dare spazio al calcio dei club.
Ha poi parlato delle impressionanti cifre previste per il Mondiale 2026, che si giocherà tra Stati Uniti, Canada e Messico: “48 squadre, 104 partite: 104 Super Bowl in un mese. Avremo sei o sette milioni di persone negli stadi e sei miliardi davanti alla televisione. In appena due settimane abbiamo ricevuto 150 milioni di richieste di biglietti. In 100 anni di storia della Coppa del Mondo la FIFA ne ha venduti 44 milioni in totale. È qualcosa di assolutamente incredibile”.
Il ruolo della FIFA nel calcio mondiale
Infantino ha infine ribadito il ruolo fondamentale della FIFA nel finanziamento del calcio mondiale: “Siamo l’unica organizzazione che finanzia il calcio in tutto il mondo. Senza la FIFA non ci sarebbe calcio in 150 Paesi”.
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Fonte: Gianluca Di Marzio
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