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Milan, recompra Real: Maldini chiama il Sergente per svegliare De Ketelaere
Milan, un po’ di carne al fuoco nel reparto della trequarti. Un giocatore sul piede di partenza, uno da risvegliare ed un grande sogno. Il tutto dettagliato in questo articolo.
Non c’è di certo da annoiarsi, il mercato del Milan sarà come sempre oculato e sulla base della sostenibilità, ma in estate sarà ben diverso da quello scorso. Ergo, ci saranno bisogno di rinforzi e la dirigenza rossonera farà di tutto per conciliare buoni acquisti con una spesa adeguata.
Il primissimo nodo si chiama Brahim Diaz per il quale servono 22 milioni. Ma nonostante questo – e ricordiamo che al momento il Milan ne ha proposti 15 più bonus – il Real Madrid sarebbe pronto ad esercitare il diritto di recompra originariamente fissato a 27 milioni.
Questo perchè starebbero arrivando diverse offerte dalla Premier League, Arsenal in testa, per il folletto spagnolo e si parla di cifre superiori ai 30 milioni di euro che permetterebbero al club di Florentino Perez di monetizzare una sostanziosa plusvalenza.
Per un Brahim Diaz che potrebbe quindi partire – ed il Milan non avrebbe troppe armi per tenerlo – Paolo Maldini starebbe cercando di convincere quasi in ogni modo Sergej Milinkovic-Savic. Il forte centrocampista della Lazio lascerà Roma in estate, nonostante un contratto fino al 30 giugno del 2024.
Proprio per questo motivo, per non rischiare di perderlo a parametro zero, Lotito dovrà cercare di piazzarlo in estate, se non riuscirà a strappargli un rinnovo. Ed il Milan è prontissimo per sferrare l’attacco finale. Sappiamo infatti che la dirigenza vuole fortemente il serbo classe 1995 ed avrebbe infatti chiesto una deroga alla proprietà per cercare di metterci le mani sopra.
Il prezzo è proibitivo, lo sappiamo. Riteniamo tuttavia che un accordo potrebbe essere trovato intorno ai 40 milioni di euro con i rossoneri che potrebbero mettere sul piatto il cartellino di Ante Rebic. Comunque vada, il club dovrebbe trovare liquidità dalle partenze di Ballo-Touré, Messias, Rebic, Origi, Gabbia. Oltre al risparmio per il riscatto di Brahim Diaz.
Compagno di reparto rimarrebbe Charles De Ketelaere il quale rimarrà a Milano al 100%. La volontà della dirigenza è quella di sondare il classe 2001 la prossima stagione per capire se i suoi problemi in campo siano solamente figli di un adattamento complicato, oppure se ci sia qualcosa di più grave ed irrimediabile. Di certo, un compagno di reparto come Il Sergente potrebbe andare a beneficio di tutti in fatto di esperienza e carisma sia in campo che fuori. Questo vuole Maldini, un giocatore pronto, esperto e motivato.
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Fiorentina, Goretti: “Non siamo squadra. I tifosi sono venuti a Reggio Emilia, noi no”
Roberto Goretti commenta a DAZN e in conferenza stampa la sconfitta della Fiorentina contro il Sassuolo, analizzando uno dei momenti più difficili della storia recente viola.
Roberto Goretti ha parlato ai microfoni di DAZN dopo Sassuolo-Fiorentina, analizzando uno dei momenti più bui e delicati della squadra viola nelle ultime settimane.
Sul momento buio:
“C’è una presa di coscienza ancora più forte della situazione – ha spiegato Vanoli –. Dopo Bergamo la società ha chiamato i nostri tifosi, ma noi no. Abbiamo dimenticato di venire in Reggio Emilia e dimostrato che non siamo squadra. Ci sono aspetti positivi, ma oggi questo non è successo. Se non si trova la chiave emotiva per risolvere il blackout, continueremo a partire male, e questo non va bene”.
Sulla partenza positiva e la mancanza di fiducia:
“Se non c’è fiducia tra compagni, collaborazione e aiuto reciproco, diventa chiaramente una situazione difficile. Bisogna ritrovare le piccole cose che, messe tutte insieme, sono determinanti. E’ ora passata di farlo”.
Fiorentina, le parole di Goretti in conferenza stampa

Momento della squadra.
“Nelle ultime partite credo di aver visto dei passi in avanti, oggi siamo tornati indietro. ogni palla buttata in area di rigore dimostrano che non c’è una sufficiente connessione e un grado di fiducia tra i giocatori, e questo dimostra che siamo obbligati a trovarla in una situazione che è difficile, molto difficile, ma è vietato mollare, è vietato cedere terreno, ma è vietato retrocedere”.
Vanoli.
“Chi fa un’analisi con un giusto spirito critico è ben accetto sempre. Più volte bisogna prendere decisioni anche drastiche, a volte decise, bisogna capire la situazione, , bisogna essere realisti e bisogna agire”.
Rigore contestato da Kean e Mandragora.
“Questa è una cosa che non mi piace e non è neanche la prima volta che la facciamo, quindi non mi piace doppiamente”.
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Lazio, Lotito denuncia minacce e pressioni: “Costretto a rivolgermi alle istituzioni”
Il presidente della Lazio presenta denuncia dopo intimidazioni, campagne diffamatorie e notizie false tese – secondo i pm – a spingerlo a cedere il club. Cinque gli indagati.
Il patron della Lazio, Claudio Lotito, rompe il silenzio e passa al contrattacco. Il presidente biancoceleste ha presentato denuncia per una serie di minacce, pressioni e false informazioni circolate via social, mail e telefonate anonime, che – secondo quanto riferito – miravano a costringerlo a vendere la società.
“Mi sono rivolto alle istituzioni perché, più volte, sono stato minacciato di morte. Ho raccontato tutto ciò che è accaduto e l’autorità giudiziaria ha poi agito di conseguenza”, ha dichiarato Lotito.
Lazio, la reazione di Lotito
Nel decreto di perquisizione, i magistrati parlano di “un disegno ampio e unitario” volto da un lato a diffondere notizie false per abbassare il valore del titolo in Borsa, e dall’altro a indurre l’azionista di maggioranza a cedere il pacchetto di controllo. Gli indagati avrebbero utilizzato i social e una testata online, “Millenovecento”, per rilanciare notizie infondate sulla presunta vendita imminente della Lazio e sull’idea attribuita a Lotito di far retrocedere volontariamente la squadra per ottenere il cosiddetto “paracadute” economico.

Diverse le segnalazioni che hanno dato il via all’inchiesta: uno striscione esposto in piazza del Parlamento con la scritta “Lotito libera la Lazio”, una telefonata con minacce di morte e varie e-mail dal contenuto offensivo. Le indagini proseguono per chiarire la portata del presunto piano di pressione ai danni del presidente biancoceleste.
Esteri
Turchia, caso scommesse in SuperLig: in manette anche calciatori di Galatasary e Fenerbahce
Nuovo scandalo scommesse nel mondo del calcio. In Turchia sono stati emessi mandati di arresto per 46 persone tra arbitri e tesserari. Tra i fermati anche calciatori di Fenerbahce e Galatasaray.
Non si ferma lo scandalo legato alle partite pilotate per le scommesse scoppiato in Turchia negli scorsi mesi. Come riportato dai media turchi, nella giornata di oggi sono stati emessi mandati di arresto per 46 persone, tra cui 29 calciatori e ex arbitri. Spiccano tra gli indagati anche alcuni tesserati dei due club più importanti della SuperLig, Fenerbahce e Galatasaray.
Si tratta di Mert Hakan Yandas, centrocampista 31enne dei gialloneri di Istanbul, e Metehan Baltac, difensore della formazione giallorossa.

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Turchia, l’inchiesta sul mondo del calcio si allarga
L’inchiesta sulle scommesse con tentativo di combine è emersa a fine ottobre dopo le indagini della procura di Istanbul in seguito alle dichiarazioni dell’ex presidente delle Federcalcio turca, Ibrahim Haciosmanoglu, secondo il quale era stato scoperto molti arbitri attivamente coinvolti in scommesse sportive. Le indagini della procura si sono concentrate inizialmente sui direttori di gara, per poi allargarsi anche verso i tesserati del club.
Il coinvolgimento di calciatori anche dei club più importanti della nazione getta ulteriore ombre sul sistema calcio della Turchia.
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