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Milan: i pagelloni del 2020

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Salernitana-Milan

Il Milan chiude questo 2020 da protagonista assoluto, primo in classifica ed in corsa per tutte le competizioni. Andiamo qui di seguito a vedere chi sono i top (moltissimi) ed i flop di questa cavalcata.

Donnarumma 9: le sue parate valgono come un gol di Ibrahimovic. Poche sbavature ed interventi da top assoluto. Sicurezza in difesa che infonde ance a tutto il resto del reparto. Al momento forse uno dei cinque più forti portieri al mondo.

Calabria: 7,5: dal post lockdown le prestazioni del giovane terzino destro sono diventate di livello assoluto. È cambiato qualcosa nel suo approccio, soprattutto mentale, ed è diventato uno dei migliori terzini della nostra Serie A in grado di difendere bene ed attaccare con altrettanta efficacia in estate sarebbe stato un errore, ce lo ha dimostrato coi fatti.

Romagnoli 7: dal capitano ci attendiamo sempre il salto di qualità a campione, che finora non è avvenuto. Nonostante tenda a reiterare spesso gli stessi comportamenti, Romagnoli di certo ha disputato un anno positivo. Insieme a Kjaer ha composto una diga difficilmente valicabile, soprattutto nella parte finale della scorsa stagione.

Kjaer 8: penso che pochi avrebbero scommesso un euro sul danese arrivato a gennaio tra gli scetticismi generali. Si è rivelato invece il più forte dei suoi in difesa, prestazioni da top assoluto grazie ad una grinta ed un fisico davvero importanti. Dalle sue parti non si passa, ha dato filo da torcere a tutti gli attaccanti che hanno sfidato il Diavolo.

Kalulu 7: l’inizio è di certo incoraggiante, il francese adattato a centrale difensivo sta emergendo con classe e personalità. Ha saputo aspettare il suo momento, è arrivato e sono certo sentiremo a lungo parlare di lui. Grande intuizione di Maldini che lo ha saputo scovare e portare in Italia.

Gabbia 7: la sua crescita si sta vedendo, il centrale sta mettendo in mostra le sue doti e mentalmente sta riuscendo a trovare consapevolezza dei propri mezzi. Può solo crescere, ma quello intravisto finora è un difensore assolutamente affidabile.

Theo Hernandez 9: per lui il 95’ è uguale al primo minuto, corre sempre alla stessa maniera, con stessa grinta e stessa determinazione. Un professionista indefesso, probabilmente il migliore terzino sinistro in Europa. Il suo apporto in zona gol è davvero importante. Campione assoluto.

Kessiè 8,5: altro giocatore in odore di trasferimento in estate, ma errore sarebbe stato più grave. L’ivoriano ha dimostrato non solo di essere da Milan, ma di essere probabilmente un elemento imprescindibile di questa squadra. In mediana dá ordine e sportellate dosate in egual maniera e del tutto efficaci. La sua crescita è importante, ai livelli di quando giocava con l’Atalanta, ma con molta maturità e consapevolezza in più.

Bennacer 8: il migliore custode delle chiavi della regia, l’algerino sta continuando quel processo di crescita che lo sta portando ad essere uno dei migliori ad interpretare il suo ruolo. Spesso sottovalutato, tocca ogni pallone che passi per il centrocampo, un metronomo di valore inestimabile.

Krunic 6: spesso criticato, svolge però il suo compito con diligenza senza strafare. Non ha doti tecniche importanti, viene però impiegato in ogni ruolo del campo nel momento del bisogno e risponde sempre presente. Duttile e soprattutto mai fuori dalle righe. Difficilmente verrà tenuto, ma non me la sento di bocciarlo.

Castillejo 6,5: l’ultima parte dello scorso campionato ci ha regalato un giocatore determinante ed ispirato. Da inizio stagione si è un po’ eclissato complice l’esplosione di Saelemaekers. Giocatore comunque affidabile, se sta bene è in grado di fare cose importanti e dare brillantezza alla squadra. Pecca di discontinuità e tende a pasticciare un po’ troppo con la palla tra i piedi.

 

Saelemaekers 8: una delle più belle sorprese di questo Milan, acquistato per una manciata di milioni di euro il belga ha saputo conquistarsi la fascia destra con determinazione, spirito di sacrificio, tanta corsa ed abnegazione. Per essere giovanissimo ha un senso della posizione ed una lettura delle fasi di gioco da veterano, può diventare molto più forte, e lui lo sa.

Calhanoglu 8: il regalo più grande sarà il suo rinnovo, perché il Milan senza il turco adesso non saprebbe stare. Le azioni più pericolose partono dai suoi piedi, la sua calciata è precisa, finalmente un giocatore convinto dei suoi mezzi, libero di mente e determinante. Lo considero da anni uno dei migliori trequartisti, lo confermo tuttora.

Brahim Diaz 6,5: ha grandi mezzi e piedi sopraffini, le potenzialità ci sono tutte. Il giovane talento spagnolo deve però ancora migliorare in continuità, spesso fuori dal gioco. Merita di giocare con maggiore continuità. L’impatto con la nostra Serie A è comunque stato molto buono.

Hauge 7: ha i numeri giusti, è un predestinato. Il suo arrivo al Milan è stato di quelli importanti, acquistato per pochi milioni ha fin da subito deliziato i tifosi con prestazioni e gol di pregevole fattura. Ha il futuro davanti questo giovane ragazzo norvegese, ha le carte in regola per diventare uno dei migliori nel suo ruolo ed un punto fermo per questo Milan.

 

Rebic 7,5: dal gennaio 2020 è stato devastante, il migliore realizzatore rossonero. Dall’inizio di questa stagione ha dovuto convivere con problemi alla spalla e qualche noia muscolare ricoprendo il ruolo non suo di attaccante centrale. In avanti la sua presenza si fa sempre sentire, spesso poco preciso, ma un combattente nato. Elemento importantissimo per questo Milan.

Leao 6: la scommessa più grande, la sfida da vincere a tuti i costi. Il portoghese ha doti veramente importanti, deve soltanto volerlo. La scorsa stagione ha segnato nonostante un utilizzo non proprio costante, da inizio stagione qualche alto e basso ed un infortunio che ne ha minato la crescita. Da stimolare.

Ibrahimovic 10: cosa si può chiedere di più? Ha segnato molto, ma forse le reti passano in secondo piano rispetto al miracolo che è riuscito a fare dal giorno del suo arrivo ad oggi. Ha rivoltato lo spogliatoio rossonero come un calzino, ha instillato la sua mentalità vincente all’intera squadra. Dai suoi compagni pretende il 200% in allenamento, e loro lo soddisfano. Qualcosa in più che un campione.

Pioli 9: il secondo artefice della meravigliosa favola rossonera. Ha saputo farsi accettare da tifosi e giocatori come un buon padre di famiglia, severo quanto basta ed accomodante se serve. Una piacevole scoperta, i suoi ragazzi scenderebbero in guerra per lui e lui per loro. Una storia davvero bellissima, non bisogna fare altro che chiedergli scusa e lasciarlo lavorare.

 

 

 

 

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Assemblea ECA, Al-Khelaifi: “La Superlega non esiste”

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Assemblea ECA, Nasser Al-Khelaifi

All’Assemblea ECA (European Club Association) svoltasi ieri a Madrid ha presenziato il presidente Nasser Al-Khelaïfi, noto per essere anche il presidente del PSG.

Il presidente Nasser Al-Khelaïfi ha parlato della situazione dell’ECA. che sta attraversando una fase di grande espansione e conta oggi oltre 600 club affiliati grazie all’arrivo di 266 squadre aggiuntive in questa stagione.

Queste le parole di Al-Khelaïfi a tale proposito: “È un momento fantastico a causa della nostra rapida espansione e della nostra evoluzione positiva. Questo dimostra che l’ECA è un’organizzazione dinamica, democratica, rappresentativa e inclusiva.

Quando sono diventato presidente dell’ECA, c’erano 174 club… ora siamo 610. L’unità è la forza dell’ECA, che è completamente diversa dal precedente G-14”.

Il presidente ne ha approfittato anche per polemizzare sulla Superlega. Queste le sue parole: “La porta è sempre aperta per quei club che non sono nell’ECA. La Superlega non esiste. Quindi, quando se ne renderanno conto, saranno i benvenuti a tornare (l’allusione è soprattutto al Barcellona, ndr).

Abbiamo giocato contro di loro nei quarti di finale della Champions League, la migliore competizione per club al mondo. È la migliore competizione, il miglior sistema che abbiamo. Non sono davvero contenti, ma ancora una volta ci giocano perché sanno che è importante.

Sanno che è la competizione principale. Spero che quindi ne siate consapevoli. Sanno che la porta è sempre aperta. Siamo in contatto congiunto con la FIFA e l’UEFA”. I club che ancora sostengono convintamente il progetto della Superlega sono, in particolare, il Barcellona e Real Madrid.

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Milan, così non va: esci dalla mediocrità! | L’editoriale di Mauro Vigna

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Milan, già dal titolo si può capire di che tenore (senz’altro duro) è il taglio di questo articolo. Non si può sprecare un’altra stagione.

Parlare con mesi di anticipo a volte può dare delle soddisfazioni, in quanto, spesso si viene smentiti. Ed è quello che spero vivamente accada. Perché altrimenti dovremo nuovamente assistere a un anno, il prossimo, sotto il segno della mediocrità.

Mediocrità, parola ricorrente durante questa stagione, basti vedere alcuni elementi in rosa. Che vanno cambiati, o meglio, vanno sostituiti con rinforzi qualitativamente superiori. Iniziamo da Calabria, bravo bello educato e con un cuore grande così, ma vederlo capitano di una squadra come il Milan appare, scusatemi, una bestemmia. Sapete vero di cosa stiamo parlando? Del Milan, squadra che ha alzato al cielo 7 Champions. Giusto per ricordarlo.

Una squadra che per due anni non è stata in grado di trovare un vice Theo Hernandez facendo giocare al suo posto terzini destri, difensori centrali e facendo il segno della croce in settimana augurandogli lunga vita calcistica.

Un centrocampo inesistente, caratterizzato da giocatori bravissimi ad accarezzare il pallone, un po’ meno a picchiare. Quanto servirebbe un Kessiè qualsiasi. E quanto servirebbe una punta centrale che non avesse 38 anni, con tutto il rispetto per Giroud, un ex campione, ma che da marzo in avanti deve giocare con l’ossigeno perché non ha un vero e proprio sostituto.

Quindi che si fa? Con Pioli a fine ciclo ci si trova praticamente a maggio senza avere deciso un allenatore e con gli altri club che stanno praticamente prendendosi i migliori attaccanti, lasciando a noi – forse – qualche briciola per quando decideremo di fare mercato.

Capitolo allenatore. Da qui capiremo se aspettarci un altro campionato mediocre, oppure no. Antonio Conte avrebbe permesso di alzare l’asticella, ma un Van Bommel, brava persona eh, ha pure pianto quando se ne è andato, pensate possa rappresentare la scelta giusta? Uno che ha la stessa esperienza di Palladino che almeno ha allenato in Serie A? Uno che ha subìto le stesse reti di Pioli, ma in Belgio? Giovane, parla 5 lingue, ma a noi serve uno con gli attributi che sappia strigliare Leao quando passeggia come fosse in Via Montenapoleone a Milano, durante un derby.

Ripeto, se sarò smentito sarò felice. In realtà è quello che voglio, essere smentito coi fatti. Con uno come Conte in panchina, con Gyokeres in attacco, magari uno come Amrabat in mediana, Buongiorno Scalvini in difesa. Un forte terzino destro. E poi ne parliamo. Altrimenti…la solità mediocrità.

Questa deve essere la stagione della svolta, non serve molto. L’ossatura della squadra c’è, servono 4-5 rinforzi di qualità nei posti giusti. È un allenatore con le palle quadrate.

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La risposta di Lotito a Gravina: “La FIGC non è il suo granducato personale”

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De Laurentiis

Continuano le schermaglie verbali a distanza fra il presidente della Lazio Claudio Lotito e quello della FIGC Gabriele Gravina.

Le parole di Lotito su Gravina

Non si è fatta attendere troppo la replica del presidente della Lazio Claudio Lotito alle accuse del numero uno della FIGC Gabriele Gravina. Repetita iuvant: stamane vi avevamo riportato le dichiarazioni del presidente federale, rilasciate a “Il Foglio“, in cui quest’ultimo attaccava frontalmente il patron bianco celeste.

In sostanza, Gravina accusava il vulcanico patron della società capitolina di voler dettare legge all’interno del consiglio federale. Oltre ad alludere a un presunto conflitto d’interesse, dato che Lotito è al tempo stesso membro del consiglio federale e membro del consiglio della Lega Calcio.

Oltre che, ovviamente, senatore della Repubblica Italiana e Presidente della Lazio. Tempo qualche ora ed è arrivata anche la replica del diretto interessato, affidata a un’intervista concessa all’Ansa.

❝Leggo con stupore le dichiarazioni del sig. Gravina sulla mia persona, che si commentano da sole. Chiare manifestazioni di pura ostilità e scomposto rancore nei miei confronti, al fine di difendersi dalle responsabilità circa lo stato attuale del calcio in Italia che tutti gli attribuiscono. I suoi rapporti personali con alcuni presidenti non escludono il disagio e la confusione che oggi regna nel sistema calcio, condivise da tutti gli operatori che cercano, nonostante gli ostacoli posti dal sig. Gravina, di rinnovarne le regole. La mia posizione di proprietario di club, consigliere federale, consigliere di Lega e componente del Senato, ruoli peraltro acquisiti con regolari e democratiche elezioni, mi consente di avere una visione più ampia e completa dei problemi e delle soluzioni possibili per eliminare i guasti prodotti. Il mondo del calcio non chiede isolamento, ma necessita di una visione ampia delle sue varie componenti. Alle quali i miei ruoli istituzionali, attesa l’importante ed alta valenza del calcio, mi danno la possibilità di offrire un contributo fattivo, facendolo uscire da un’autonomia erroneamente intesa come ‘granducato personale’.❞

Lotito

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