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Milan: approvato il bilancio
Ieri pomeriggio alle 15 a Casa Milan si è tenuta l’assemblea dei soci volta all’approvazione del pesante bilancio chiuso il 30 giugno di quest’anno. Ricordiamo il passivo che ammonta a 146 milioni a fronte di perdite per 155. Numeri assolutamente non confortanti che preoccupano, ma al tempo stesso indicano solo una strada da seguire, quella di tornare a vincere al più presto. Resta il rammarico per la scorsa stagione quando per un solo punto non si è centrata la qualificazione in Champions, le cose sarebbero cambiate, ma ormai non bisogna piangersi addosso, ma ricominciare, anche se questa stagione non è assolutamente partita come si sperava. Ma torniamo ai dati di bilancio, i più pesanti della storia del Milan con i ricavi passati da 241 milioni contro i 255 dell’anno passato dovuti alla mancanza di introiti da sponsor. Nonostante tutto alcune note positive le possiamo trovare, in primis la forza economica del gruppo Elliott che ha saputo coprire tutte le perdite per partire dal prossimo anno puliti, ben 265 milioni versati nelle casse del Milan ed un patrimonio netto finalmente positivo per 123 milioni.
Il Presidente Paolo Scaroni ha presieduto l’assemblea insieme al Consiglio di Amministrazione, il collegio dei revisori ed una rappresentanza dei piccoli azionisti. Oltre all’approvazione del bilancio, l’assemblea di ieri è stata un’occasione per ribadire i punti principali e le linee di condotta della proprietà americana che non sono cambiate e proseguono in un progetto che dovrebbe rivedere il Milan in un arco temporale di medio termine tornare nelle zone di classifica che gli competono e lottare per i principali trofei europei e mondiali, forte del suo blasone passato e della sua gloriosa storia, nonché dell’appeal che ancora possiede, seppur ridimensionato. Il programma quindi sarà pluriennale con obiettivi ben definiti, proseguirà la politica basata sui giovani ai quali però potrebbe essere affiancato qualche profilo di esperienza, ma non a fine carriera.
Sullo stadio
Durante l’assemblea il presidente Scaroni ha voluto rispondere alle numerose domande in merito al nuovo stadio ribadendo di essere lì anche per parlare di calcio e del futuro del Milan. È stato chiesto a Gazidis di fare una panoramica in merito alle idee sportive da attuarsi per far aumentare i ricavi in quanto i principali club europei, in primis Bayern, Manchester United e Paris Saint Germain, hanno introiti superiori ai 100 milioni, mentre le due milanesi, ad esempio, arrivano appena a 34. Sicuramente uno stadio nuovo – ribadisce Scaroni – potrà dare una forza maggiore con prezzi dei biglietti che rimarranno popolari e suddivisi logicamente per settori.
Le parole di Gazidis
Interviene anche Ivan Gazidis che tiene a precisare lo stato di avanzamento dei lavori suoi e della proprietà Elliott. Il dirigente ammette che il percorso non sarà breve, di certo non sarà scevro da ostacoli, ma la convinzione sua e della dirigenza è quella di riportare il Milan in alto. Importante il passaggio sulla visione di Elliott, per riallacciarsi alle parole di Paolo Maldini della scorsa settimana. Viene sottolineato come sia chiaro ed evidente che il ritorno del Milan in posizioni che più gli competono dovrà avvenire prima di 10/15 anni, non c’è assolutamente il tempo per aspettare così tanto per il raggiungimento di quegli obiettivi la cui strada sarà lunga, ma step by step con una tabella di marcia da rispettare in modo rigoroso.
Il bilancio è stato approvato, gli istituti bancari sono disponibili a concedere nuove linee di credito a fronte di dati societari sicuramente migliori, a cominciare dal ritorno in positivo del patrimonio netto, pertanto anche grazie ad aumenti di capitale per 368 milioni il futuro deve essere visto con meno preoccupazione. Il dirigente ha voluto nuovamente puntualizzare come tutti siano focalizzati sull’obiettivo di tornare grandi con investimenti mirati al fine di trasformare il Milan in un club ambizioso e sicuramente innovativo .
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Inter, parla Marotta dopo lo scudetto
Il CEO dell’ Inter ha elogiato il presidente Steven Zhang per la sua abilità nel delegare responsabilità efficacemente.
Le parole del CEO dell’Inter
Dapprima Marotta ha sottolineato l’importanza di concedere autonomia al management per consentire all’Inter di operare al meglio. Un’altra questione approfondita dal dirigente é come Zhang comprenda l’importanza della delega di compiti per il successo dell’organizzazione.
Marotta ha dichiarato che Zhang è costantemente informato sulle attività dell‘Inter. Quindi il team è per lui responsabile di ciò che accade all’interno del club.
Ha evidenziato come la responsabilità ricade sul management e non sulla proprietà.
Lavorare insieme in modo efficiente è essenziale per il successo e Marotta ha apprezzato il rapporto di collaborazione tra il management e la proprietà.
Marotta parla del club
Anche la fiducia di Marotta nella leadership di Zhang è evidente cosí come la solidità della gestione del club sembra promettente per il futuro.
Marotta ha garantito ai tifosi che il club è finanziariamente solido . Probabilmente la proprietà fornirà inoltre ulteriori dettagli sul rifinanziamento del debito.
Ha assicurato che qualsiasi errore è imputabile al management e non alla proprietá ed ha enfatizzato la trasparenza e la responsabilità del team di gestione nerazzurro. Ha sottolineato che lavoreranno duramente per garantire il successo della squadra.
La collaborazione efficace tra management e proprietà è orientata verso la stabilità e il successo del club.
La gestione di Zhang ha portato a significativi risultati sportivi per i neroazzurri. Marotta ha voluto rassicurare i tifosi sulla solidità della leadership del presidente.La prospettiva di continuità e di successo per il club sembra essere al centro della strategia di gestione del team.
È importante sottolineare che da quando é presente la gestione di Zhang ha portato a importanti risultati sportivi per il club. Tra questi la vittoria del titolo di campione d’Italia nella stagione 2020/2021.
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Assemblea ECA, Al-Khelaifi: “La Superlega non esiste”
All’Assemblea ECA (European Club Association) svoltasi ieri a Madrid ha presenziato il presidente Nasser Al-Khelaïfi, noto per essere anche il presidente del PSG.
Il presidente Nasser Al-Khelaïfi ha parlato della situazione dell’ECA. che sta attraversando una fase di grande espansione e conta oggi oltre 600 club affiliati grazie all’arrivo di 266 squadre aggiuntive in questa stagione.
Queste le parole di Al-Khelaïfi a tale proposito: “È un momento fantastico a causa della nostra rapida espansione e della nostra evoluzione positiva. Questo dimostra che l’ECA è un’organizzazione dinamica, democratica, rappresentativa e inclusiva.
Quando sono diventato presidente dell’ECA, c’erano 174 club… ora siamo 610. L’unità è la forza dell’ECA, che è completamente diversa dal precedente G-14”.
Il presidente ne ha approfittato anche per polemizzare sulla Superlega. Queste le sue parole: “La porta è sempre aperta per quei club che non sono nell’ECA. La Superlega non esiste. Quindi, quando se ne renderanno conto, saranno i benvenuti a tornare (l’allusione è soprattutto al Barcellona, ndr).
Abbiamo giocato contro di loro nei quarti di finale della Champions League, la migliore competizione per club al mondo. È la migliore competizione, il miglior sistema che abbiamo. Non sono davvero contenti, ma ancora una volta ci giocano perché sanno che è importante.
Sanno che è la competizione principale. Spero che quindi ne siate consapevoli. Sanno che la porta è sempre aperta. Siamo in contatto congiunto con la FIFA e l’UEFA”. I club che ancora sostengono convintamente il progetto della Superlega sono, in particolare, il Barcellona e Real Madrid.
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Milan, così non va: esci dalla mediocrità! | L’editoriale di Mauro Vigna
Milan, già dal titolo si può capire di che tenore (senz’altro duro) è il taglio di questo articolo. Non si può sprecare un’altra stagione.
Parlare con mesi di anticipo a volte può dare delle soddisfazioni, in quanto, spesso si viene smentiti. Ed è quello che spero vivamente accada. Perché altrimenti dovremo nuovamente assistere a un anno, il prossimo, sotto il segno della mediocrità.
Mediocrità, parola ricorrente durante questa stagione, basti vedere alcuni elementi in rosa. Che vanno cambiati, o meglio, vanno sostituiti con rinforzi qualitativamente superiori. Iniziamo da Calabria, bravo bello educato e con un cuore grande così, ma vederlo capitano di una squadra come il Milan appare, scusatemi, una bestemmia. Sapete vero di cosa stiamo parlando? Del Milan, squadra che ha alzato al cielo 7 Champions. Giusto per ricordarlo.
Una squadra che per due anni non è stata in grado di trovare un vice Theo Hernandez facendo giocare al suo posto terzini destri, difensori centrali e facendo il segno della croce in settimana augurandogli lunga vita calcistica.
Un centrocampo inesistente, caratterizzato da giocatori bravissimi ad accarezzare il pallone, un po’ meno a picchiare. Quanto servirebbe un Kessiè qualsiasi. E quanto servirebbe una punta centrale che non avesse 38 anni, con tutto il rispetto per Giroud, un ex campione, ma che da marzo in avanti deve giocare con l’ossigeno perché non ha un vero e proprio sostituto.
Quindi che si fa? Con Pioli a fine ciclo ci si trova praticamente a maggio senza avere deciso un allenatore e con gli altri club che stanno praticamente prendendosi i migliori attaccanti, lasciando a noi – forse – qualche briciola per quando decideremo di fare mercato.
Capitolo allenatore. Da qui capiremo se aspettarci un altro campionato mediocre, oppure no. Antonio Conte avrebbe permesso di alzare l’asticella, ma un Van Bommel, brava persona eh, ha pure pianto quando se ne è andato, pensate possa rappresentare la scelta giusta? Uno che ha la stessa esperienza di Palladino che almeno ha allenato in Serie A? Uno che ha subìto le stesse reti di Pioli, ma in Belgio? Giovane, parla 5 lingue, ma a noi serve uno con gli attributi che sappia strigliare Leao quando passeggia come fosse in Via Montenapoleone a Milano, durante un derby.
Ripeto, se sarò smentito sarò felice. In realtà è quello che voglio, essere smentito coi fatti. Con uno come Conte in panchina, con Gyokeres in attacco, magari uno come Amrabat in mediana, Buongiorno o Scalvini in difesa. Un forte terzino destro. E poi ne parliamo. Altrimenti…la solità mediocrità.
Questa deve essere la stagione della svolta, non serve molto. L’ossatura della squadra c’è, servono 4-5 rinforzi di qualità nei posti giusti. È un allenatore con le palle quadrate.
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