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Mancini: “Alla Roma avrei detto sì. Se potessi tornare indietro, non lascerei la Nazionale”
In un’intervista rilasciata a Il Giornale, Roberto Mancini ha affrontato diversi argomenti, parlando anche della Nazionale e dell’accostamento alla Roma.
Nell’intervista rilasciata a Il Giornale, dopo aver ripercorso i ricordi della sua infanzia, i primi passi nel calcio con il Bologna e i trionfi con Sampdoria e Lazio, Roberto Mancini ha riflettuto anche sulla sua straordinaria carriera da allenatore. Con un breve excursus nel suo passato, il tecnico ha ricordato le tappe che lo hanno portato a diventare uno dei protagonisti del calcio italiano e internazionale.
Mancini e gli inizi da allenatore
Mancini ha raccontato di quando iniziò la sua carriera in panchina, partendo dalla Fiorentina su chiamata di Vittorio Cecchi Gori: “Uomo straordinario che ha avuto dal calcio e dalla vita molto meno di quanto meritasse. Io ero un allenatore ragazzino, i miei giocatori avevano più o meno la mia stessa età”.
Dopo la Fiorentina arrivò il ritorno alla Lazio e poi l’esperienza in Inghilterra con il Manchester City: “Non era lo squadrone di adesso, però lo diventò”.
Infine, il tecnico ha ricordato il successo all’Inter: “L’ho riportata dopo tanti anni a vincere lo scudetto. Ho vinto molto da allenatore: Coppe Italia, Supercoppe, campionati”.
L’esperienza in Nazionale
Il momento più emozionante della sua carriera è stato però la chiamata per diventare commissario tecnico della Nazionale italiana.
Mancini ha descritto con entusiasmo quel momento, dicendo che faticava a crederci e che per un allenatore è il sogno più grande: “Non nego che nonostante avessi alle spalle parecchie esperienze su panchine importanti, pensare di tornare ad indossare quella maglia azzurra non da giocatore ma da ct, un po’ mi ha fatto tremare le gambe”.
Prima di accettare, si confrontò con Gianluca Vialli, che lo spinse a dire subito di sì: “Luca mi disse di accettare subito. E così feci. Dopo un anno arrivò anche lui. Un’avventura straordinaria condivisa insieme. Il miglior coronamento di un’amicizia unica”.
Quei cinque anni in Nazionale furono meravigliosi, anche se non mancarono le difficoltà iniziali: “Per poi inanellare una serie di vittorie e record di cui vado orgoglioso”.
Il culmine arrivò con la vittoria dell’Europeo a Wembley: “Riportare l’Italia dopo cinquant’anni sul tetto d’Europa è stata un’emozione indescrivibile”.
Tuttavia, la mancata qualificazione ai Mondiali resta una ferita aperta: “Una ferita che brucia ancora. Un conto in sospeso con i tifosi”.
Sul motivo del suo addio alla Nazionale, Mancini ha spiegato che il rapporto di fiducia con la Federazione si era incrinato: “Se io e il presidente Gravina ci fossimo parlati, spiegati, chiariti, probabilmente le cose non sarebbero andate così”.
Sull’aspetto economico, ha ammesso che la proposta araba lo ha messo in crisi, pur non essendo determinante per la sua decisione: “Non rifarei quella scelta. Lasciare la Nazionale italiana è stata una scelta sbagliata”.
Il recente passato in Arabia Saudita
Parlando dell’esperienza in Arabia Saudita, Mancini ha dichiarato di essere soddisfatto, nonostante i risultati non siano stati quelli sperati: “Ho lavorato bene con il gruppo. I ragazzi mi hanno seguito e credo di avere lasciato loro buone basi su cui costruire qualcosa di positivo”.
Con la dirigenza ha detto di essersi lasciato in buoni rapporti, smentendo le cifre esagerate riportate dai giornali sia per l’ingaggio che per la buonuscita.
Mancini e le voci sulla panchina della Roma
In seguito, Mancini ha smentito di essere stato vicino alla panchina della Roma, nonostante le tante voci circolate: “Non sono mai stato contattato per la panchina della Roma. Nessuna chiamata dalla dirigenza”.
Il tecnico ha poi ammesso che gli ha fatto piacere leggere che molti tifosi romanisti lo avrebbero accolto con entusiasmo, nonostante i laziali non sarebbero stati altrettanto contenti.
Se la Roma lo avesse chiamato, avrebbe valutato seriamente l’opportunità: “Se ci fossero state le condizioni di un bel progetto da portare avanti insieme, avrei risposto di sì”.
Mancini tra ricordi e sogni per il futuro
Mancini ha concluso con un pensiero dedicato a chi gli manca di più: “Vialli, Eriksson, Mihajlovic. Lei non può immaginare nemmeno quanto mi mancano. Che solitudine, che deserto mi hanno lasciato nel cuore”.
Il suo sogno rimane quello di alzare la Coppa del Mondo: “Appena diventai ct della Nazionale dichiarai i miei due obiettivi: vincere un Europeo e un Mondiale”.
Un conto ancora aperto che Mancini sogna di chiudere.
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Dove vedere la Serie A in TV oggi in streaming gratis?
Il palinsesto completo per seguire in TV la 15^ giornata del campionato di Serie A: ecco dove vedere i match di oggi sulle piattaforme di DAZN o SKY.
La Lega Serie A ha reso noti anticipi e posticipi del campionato dalla 1^ alla 20^ giornata, con il programma che adesso è completo fino al 13 gennaio 2025 (con relativa programmazione televisiva). Ecco dove vedere le partite in tv del campionato, oggi 23 novembre, sulle piattaforme di DAZN o SKY.
Di seguito dove seguire i match di oggi di Serie A.
Serie A, i match di oggi
Domenica 8 dicembre ore 12.30 Fiorentina-Cagliari [DAZN]
Domenica 8 dicembre ore 15.00 Hellas Verona-Empoli [DAZN]
Domenica 8 dicembre ore 18.00 Venezia-Como [DAZN/SKY/NOW]
Domenica 8 dicembre ore 20.45 Napoli-Lazio [DAZN]
Dove vedere la Serie A in TV e in streaming gratis?
I programmi di Sky Sport e Sky Calcio sono visibili in streaming su SkyGo e relativa app, per i soli abbonati.
I programmi di DAZN sono visibili in streaming per i soli abbonati al servizio.
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Roma-Lecce, Giampaolo: “Evidente la superiorità della Roma”
Una brutta batosta: è quella che il Lecce ha rimediato ieri sera a Roma-Lecce. Il tecnico Giampaolo non nasconde i punti deboli in conferenza stampa.
È molto onesto, il tecnico del Lecce Marco Giampaolo, nella propria disanima della partita Roma-Lecce, gara persa dai salentini 1-4.
Ecco le sue parole in conferenza stampa.
Roma-Lecce, le parole di Marco Giampaolo
Perché la sconfitta?
“La Roma è stata semplicemente superiore. La Roma è superiore tecnicamente e questo ci ha messo in difficoltà. Nella sostanza ha tanti giocatori di qualità. Portiamo a casa questa sconfitta e ci rifletteremo sopra”.
Come mai quei 3 cambi?
“È stata una scelta non determinata dalla loro prestazione, è stata un’esigenza tattica perché subivamo troppo in mezzo al campo. Ripeto, la qualità della Roma ci ha messo in difficoltà, quando potevamo dovavo uscire meglio con il disimpegno”.
Sta ancora cercando il sistema di gioco di riferimento?
“Avevamo assenze importanti come Gallo, ho dovuto fare scelte diverse. Sono stato accusato in passato di essere talebano dal punto di vista tattico, non mi piace cambiare. Oggi l’avevamo pensata in un modo poi le cose non tornavano. Nel secondo tempo siamo rientrati bene, i gol sono figli di disattenzioni. Ripeto, la Roma è una squadra che sa cosa fare con il pallone”.
E Gaspar?
“L’aver perso un altro giocatore diventa un problema. Abbiamo perso Gallo, Banda e spero che Gaspar torni presto, potenzialmente perdiamo un giocatore in un ruolo in cui siamo corti”.
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Ronaldo: “Vinicius meritava il Pallone d’oro. Su Mbappé…”
L’ex stella delle Seleçao ha detto la sua sull’assegnazione dell’ultimo Pallone d’oro. Leggi con noi le parole di Ronaldo il Fenomeno.
L’ex Pallone d’oro, intervistato da Marca, ha parlato di alcuni temi, tra cui l’assegnazione del Pallone d’oro e il momento di difficoltà di Kylian Mbappé. Secondo l’ex attaccante brasiliano il Pallone d’oro doveva essere assegnato a Vinicius.
Le parole di Ronaldo
Il vero vincitore secondo Ronaldo.
“Senza denigrare Rodri, Vinicius doveva vincere il Pallone d’Oro: il premio ha perso una grande occasione per incoronare Vinicius come il migliore del mondo. Non c’entra Rodrigo, sia chiaro, ma Vinicius è stato molto più decisivo la scorsa stagione“.
Su Florentino Pérez.
“Che dire se non che il vero Pallone d’Oro è Florentino Pérez: lui per me è un padre. Mi ha insegnato tanto e mi ha dato tutto nel mondo del calcio”.
Su Mbappé.
“Nel calcio può succedere di tutto. Possono esserci tratti positivi e tratti negativi. Non è necessario guardare così tanto ai piccoli dettagli. Mbappé rappresenta molto per il Real Madrid e sarà molto importante. Sia il Real Madrid che Mbappé hanno molto credito”.
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