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Lazio-Salernitana: probabili formazioni e dove vederla
Il match delle 18 di domenica 7 novembre, metterà difronte la Lazio di Maurizio Sarri, e la Salernitana, guidata invece da Colantuono.
La Lazio per confermare uno stato di forma ritrovato, nonostante il pareggio beffa subito al Velodrome contro il Marsiglia, la Salernitana invece per alzare la testa e uscire dalla zona retrocessione. Stimoli diversi per uno scopo comune, la vittoria e quindi i tre punti, che aiuterebbero e non poco entrambe le compagini, che allo stato attuale, mostrano un bisogno tutt’altro che contenuto di mettere altro oro nel proprio sacco.
Sarri ritroverà dal primo minuto tutti i titolari risparmiati nella gara contro il Marsiglia, con Reina che tornerà dunque fra i pali, con Cataldi a centrocampo insieme a Savic, mentre in difesa nella linea a 4 studiata dal tecnico toscano, sarà possibile rivedere Marusic.
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Indice
Qui Lazio
I biancocelesti arrivano alla sfida con i campani, con le ossa che si stanno lentamente riaggiustando, specie dopo lo spaventoso ko subito contro l’Hellas.
La vittoria con la Fiorentina aveva già mostrato qualche sensibile miglioramento, la sfida contro l’Atalanta ne ha mostrato la caratura piuttosto importante, ed infine il match giocato contro il Marsiglia è stato il terzo atto di uno spettacolo che, poco a poco, sembra raccogliere sempre più pubblico.
Non dovrà far eccezione questa gara contro la squadra granata, che sicuramente renderà cara la pelle ai padroni di casa.
La differenza tra la gara europea giocata in Francia contro l’OM, e quella che andrà in scena domani alle ore 18, è nella costruzione della squadra: Sarri, infatti, ritrova molti dei titolari volontariamente risparmiati nella gara di Europa League, come Milinkovic Savic, Reina, Cataldi e Marusic.
Lo spagnolo tornerà a difendere i pali della squadra biancoceleste, con la difesa a 4 che sarà composta da Acerbi, Luiz Felipe, Hysaj e Marusic, mentre il centrocampo avrà come interpreti Milinkovic, Luis Alberto e, appunto, Cataldi. Confermati i tre di attacco che saranno Felipe Anderson, Immobile e Pedro.
Qui Salernitana
Completa emergenza per Mister Colantuono, che sarà costretto a rivedere le proprie strategie in vista della gara esterna contro la Lazio di Sarri. Il neo tecnico granata, oltre a vivere una pessima situazione in classifica, dovrà anche fare a meno di buona parte del proprio centrocampo, con Kastanos squalificato, mentre Coulibaly, Capezzi, Ruggeri e Bogdan indisponibili.
Schivato il rischio di non veder figurare Ribery fra gli 11 fedelissimi titolari, col francese che presumibilmente, calcherà da subito il campo da gioco dell’Olimpico.
Non mancano però anche le buone nuove, con Lassana Coulibaly che invece rientra, e potrebbe giocarsi il posto con Obi, in mediana.
Colantuono dunque schiererà in campo, presumibilmente, un 4-3-1-2, che vedrà figurare Belec a difendere i pali della porta campana, la difesa a 4 composta da Zortea, Ranieri, Gyomberg e Standberg.
Il centrocampo sarà invece composto da Di Tacchio, Schiavone, Ribery e Obi, con Bonazzoli e Simy come interpreti offensivi.
Probabili formazioni
LAZIO (4-3-3): Reina; Hysaj, Luiz Felipe, Acerbi, Marusic; S. Milinkovic, Cataldi, Luis Alberto; F. Anderson, Immobile, Pedro. Allenatore: Sarri.
SALERNITANA (4-3-2-1): Belec; Zortea, Strandberg, Gyomber, Ranieri; Schiavone, Di Tacchio, Obi; Ribery, Bonazzoli; Simy. Allenatore: Colantuono.
I precedenti
Quì l’almanacco piange di precedenti, con solo due gare nelle quali la Lazio e la Salernitana sono scese in campo l’una contro l’altra. Il primo risale addirittura al campionato 1947/48, dove i padroni di casa hanno acciuffato i tre punti, vincendo per tre reti ad uno. Ancor più clamoroso il parziale che invece parla, ancora una volta, in favore dei biancocelesti con un clamoroso 6 a 1, nell’annata 1998/99.
Dove vederla
Lazio e Salernitana si affronteranno allo stadio Olimpico di Roma, il 7 novembre alle ore 18. Per chi vuole godersi il match serale da casa, è possibile seguire la gara in diretta streaming e in esclusiva sulla app di streaming Dazn.
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Inter, parla Marotta dopo lo scudetto
Il CEO dell’ Inter ha elogiato il presidente Steven Zhang per la sua abilità nel delegare responsabilità efficacemente.
Le parole del CEO dell’Inter
Dapprima Marotta ha sottolineato l’importanza di concedere autonomia al management per consentire all’Inter di operare al meglio. Un’altra questione approfondita dal dirigente é come Zhang comprenda l’importanza della delega di compiti per il successo dell’organizzazione.
Marotta ha dichiarato che Zhang è costantemente informato sulle attività dell‘Inter. Quindi il team è per lui responsabile di ciò che accade all’interno del club.
Ha evidenziato come la responsabilità ricade sul management e non sulla proprietà.
Lavorare insieme in modo efficiente è essenziale per il successo e Marotta ha apprezzato il rapporto di collaborazione tra il management e la proprietà.
Marotta parla del club
Anche la fiducia di Marotta nella leadership di Zhang è evidente cosí come la solidità della gestione del club sembra promettente per il futuro.
Marotta ha garantito ai tifosi che il club è finanziariamente solido . Probabilmente la proprietà fornirà inoltre ulteriori dettagli sul rifinanziamento del debito.
Ha assicurato che qualsiasi errore è imputabile al management e non alla proprietá ed ha enfatizzato la trasparenza e la responsabilità del team di gestione nerazzurro. Ha sottolineato che lavoreranno duramente per garantire il successo della squadra.
La collaborazione efficace tra management e proprietà è orientata verso la stabilità e il successo del club.
La gestione di Zhang ha portato a significativi risultati sportivi per i neroazzurri. Marotta ha voluto rassicurare i tifosi sulla solidità della leadership del presidente.La prospettiva di continuità e di successo per il club sembra essere al centro della strategia di gestione del team.
È importante sottolineare che da quando é presente la gestione di Zhang ha portato a importanti risultati sportivi per il club. Tra questi la vittoria del titolo di campione d’Italia nella stagione 2020/2021.
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Assemblea ECA, Al-Khelaifi: “La Superlega non esiste”
All’Assemblea ECA (European Club Association) svoltasi ieri a Madrid ha presenziato il presidente Nasser Al-Khelaïfi, noto per essere anche il presidente del PSG.
Il presidente Nasser Al-Khelaïfi ha parlato della situazione dell’ECA. che sta attraversando una fase di grande espansione e conta oggi oltre 600 club affiliati grazie all’arrivo di 266 squadre aggiuntive in questa stagione.
Queste le parole di Al-Khelaïfi a tale proposito: “È un momento fantastico a causa della nostra rapida espansione e della nostra evoluzione positiva. Questo dimostra che l’ECA è un’organizzazione dinamica, democratica, rappresentativa e inclusiva.
Quando sono diventato presidente dell’ECA, c’erano 174 club… ora siamo 610. L’unità è la forza dell’ECA, che è completamente diversa dal precedente G-14”.
Il presidente ne ha approfittato anche per polemizzare sulla Superlega. Queste le sue parole: “La porta è sempre aperta per quei club che non sono nell’ECA. La Superlega non esiste. Quindi, quando se ne renderanno conto, saranno i benvenuti a tornare (l’allusione è soprattutto al Barcellona, ndr).
Abbiamo giocato contro di loro nei quarti di finale della Champions League, la migliore competizione per club al mondo. È la migliore competizione, il miglior sistema che abbiamo. Non sono davvero contenti, ma ancora una volta ci giocano perché sanno che è importante.
Sanno che è la competizione principale. Spero che quindi ne siate consapevoli. Sanno che la porta è sempre aperta. Siamo in contatto congiunto con la FIFA e l’UEFA”. I club che ancora sostengono convintamente il progetto della Superlega sono, in particolare, il Barcellona e Real Madrid.
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Milan, così non va: esci dalla mediocrità! | L’editoriale di Mauro Vigna
Milan, già dal titolo si può capire di che tenore (senz’altro duro) è il taglio di questo articolo. Non si può sprecare un’altra stagione.
Parlare con mesi di anticipo a volte può dare delle soddisfazioni, in quanto, spesso si viene smentiti. Ed è quello che spero vivamente accada. Perché altrimenti dovremo nuovamente assistere a un anno, il prossimo, sotto il segno della mediocrità.
Mediocrità, parola ricorrente durante questa stagione, basti vedere alcuni elementi in rosa. Che vanno cambiati, o meglio, vanno sostituiti con rinforzi qualitativamente superiori. Iniziamo da Calabria, bravo bello educato e con un cuore grande così, ma vederlo capitano di una squadra come il Milan appare, scusatemi, una bestemmia. Sapete vero di cosa stiamo parlando? Del Milan, squadra che ha alzato al cielo 7 Champions. Giusto per ricordarlo.
Una squadra che per due anni non è stata in grado di trovare un vice Theo Hernandez facendo giocare al suo posto terzini destri, difensori centrali e facendo il segno della croce in settimana augurandogli lunga vita calcistica.
Un centrocampo inesistente, caratterizzato da giocatori bravissimi ad accarezzare il pallone, un po’ meno a picchiare. Quanto servirebbe un Kessiè qualsiasi. E quanto servirebbe una punta centrale che non avesse 38 anni, con tutto il rispetto per Giroud, un ex campione, ma che da marzo in avanti deve giocare con l’ossigeno perché non ha un vero e proprio sostituto.
Quindi che si fa? Con Pioli a fine ciclo ci si trova praticamente a maggio senza avere deciso un allenatore e con gli altri club che stanno praticamente prendendosi i migliori attaccanti, lasciando a noi – forse – qualche briciola per quando decideremo di fare mercato.
Capitolo allenatore. Da qui capiremo se aspettarci un altro campionato mediocre, oppure no. Antonio Conte avrebbe permesso di alzare l’asticella, ma un Van Bommel, brava persona eh, ha pure pianto quando se ne è andato, pensate possa rappresentare la scelta giusta? Uno che ha la stessa esperienza di Palladino che almeno ha allenato in Serie A? Uno che ha subìto le stesse reti di Pioli, ma in Belgio? Giovane, parla 5 lingue, ma a noi serve uno con gli attributi che sappia strigliare Leao quando passeggia come fosse in Via Montenapoleone a Milano, durante un derby.
Ripeto, se sarò smentito sarò felice. In realtà è quello che voglio, essere smentito coi fatti. Con uno come Conte in panchina, con Gyokeres in attacco, magari uno come Amrabat in mediana, Buongiorno o Scalvini in difesa. Un forte terzino destro. E poi ne parliamo. Altrimenti…la solità mediocrità.
Questa deve essere la stagione della svolta, non serve molto. L’ossatura della squadra c’è, servono 4-5 rinforzi di qualità nei posti giusti. È un allenatore con le palle quadrate.
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