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Juventus, tutto su Jonathan David “il nuovo Osimhen”
La Juventus è sulle tracce del tantentuoso attaccante del Lille Jonathan David. Il nuovo DS bianconero Cristiano Giuntoli ha da tempo questo giocatore in cima alla sua lista dei desideri e farà di tutto per portarlo a Torino, con l’obiettivo di consegnare a Massimiliano Allegri una rosa in grado di competere con le migliori squadre del campionato.
Chi è Jonathan David
Jonathan Christian David nasce a Brooklyn il 14 gennaio 2000. É un calciatore canadese di origini haitiane, attaccante del Lille e della nazionale canadese. Acquistato dal Gent nel gennaio 2018, ha esordito in occasione della partita di campionato pareggiata 1-1 contro lo Zulte Waregem. Conclude la sua prima annata da professionista con 14 reti in 43 partite totali e nella stagione successiva in Jupiler League conferma le sue doti da bomber andando a bersaglio ben diciotto volte, guadagnando il titolo di capocannoniere.
Nell’estate 2020 attira le attenzioni del Lille che lo acquista per trenta milioni di euro. Vince subito la Ligue 1, mettendo il timbro sul trionfo del club con ben tredici reti, ma le sue caratteristiche sono state esaltate alla perfezione dalla Champions League, manifestazione alla quale ha partecipato una sola volta, nella stagione 2021-22, con un impatto pesantissimo.
Dopo tre incontri senza andare a segno, ecco il primo gol europeo in trasferta contro il Siviglia: 2-1 e 3 punti in cascina. Nella partita successiva, altra marcatura decisiva, questa volta tra le mura amiche: 1-0 contro il Salisburgo. L’attaccante canadese va ancora a segno nel 3-1 in trasferta contro il Wolfsburg, con il Lille qualificato per gli ottavi e poi eliminato dal Chelsea.
Nella sua seconda stagione con la maglia dei francesi, David mette a segno ben ventiquattro reti e quattro assist, non riuscendo però a portare il Lille a replicare il successo del campionato precedente.
Numeri e caratteristiche tecniche
Dotato di una tecnica forse superiore rispetto a quella di Victor Osimhen, più agile e brevilineo, sa colpire indifferentemente di destro o sinistro ed è abile nello stretto e forte anche nel dribbling. Attaccante molto veloce, estremamente pericoloso quando ha molto campo davanti a sé, ma anche cinico e freddo davanti al portiere avversario. Ha un innato senso del gol e difficilmente sbaglia un’occasione quando si trova nell’area avversaria.
Muscolarmente esplosivo e forte, pur non essendo molto alto con i suoi 177 cm, sa resistere bene ai duelli fisici contro avversari molto più esperti e robusti di lui. David usa preminentemente il piede destro, ma anche con il sinistro riesce spesso a fare cose interessanti, un fattore che lo rende difficilmente leggibile per i difensori avversari, che non riescono a capire le sue mosse in anticipo.
Possiede un notevole dribbling in corsa, tende spesso a fare doppi passi e finte di vario tipo quando è lanciato in progressione palla al piede.
Inoltre, pur essendo in possesso di discrete capacità balistiche, frequentemente nella conclusione privilegia con freddezza la precisione alla forza.
Il suo stile di gioco fatto di continui scatti al limite del fuorigioco, gli permette di attaccare con tempismo la profondità, bruciando sul tempo ogni tipo di retroguardia.
Caratterialmente non ha mai palesato particolari imbarazzi, anzi è sembrato abbastanza “sfacciato” nel tentare le giocate più difficili anche contro giocatori già affermati. Tatticamente può ricoprire tutti i ruoli di un tridente particolarmente offensivo, anche se è nel centro dell’attacco che può esaltare maggiormente il suo spiccato senso del gol.
Interesse di mercato
Oltre alla Juventus, il ragazzo interessa anche all’Inter e a diversi club della Premier League. Jonathan David è la punta più in auge d’Europa dopo i vari Haaland, Osimhen, Kane, tutti centravanti al momento davanti a lui. Già il fatto che venga inserito nei possibili colpi dell’estate fa capire il valore dell’attaccante canadese. Di sicuro per portarlo via al Lille, bottega carissima, non basteranno pochi spiccioli, la cifra per il suo acquisto oscilla infatti tra i cinquanta e i settanta milioni. Cristiano Giuntoli è avvisato, la trattativa per David sarà lunga e bisognerà fare estrema attenzione all’agguerrita concorrenza.
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Fiorentina, il rigore della discordia: parla Gudmundsson
La Fiorentina è in una crisi sempre più nera, che si esprime anche attraverso i rifiuti da parte dei giocatori a calciare i rigori. Almeno secondo Vanoli.
Fiorentina-Sassuolo, cosa è successo?
Nella partita tra Fiorentina e Sassuolo, persa dai Viola, c’è stato un calcio di rigore trasformato da Rolando Mandragora. Ma subito era nata una discussione tra Mandragora e Moise Kean su chi dovesse tirarlo.
Dopo la partita, l’allenatore viola Paolo Vanoli in conferenza ha dichiarato che il rigorista ufficiale era Gudmundsson, ma che secondo lui l’islandese “non ha voluto calciare”.
Fiorentina, la risposta di Gudmundsson
Gudmundsson ha smentito categoricamente la versione di Vanoli. In un commento sotto un post social ha detto che “non ha mai rifiutato un rigore” e che “non litigherebbe mai con un compagno davanti a uno stadio pieno”.
In pratica: un altro giocatore, secondo lui, ha preso spontaneamente la palla per calciare, e lui non ha opposto resistenza, per evitare tensioni davanti ai tifosi.
Una Viola in crisi profonda
La sconfitta contro il Sassuolo peggiora una situazione già drammatica: la Fiorentina ricopre l’ultimo posto in classifica.
Per Vanoli, il problema è soprattutto mentale: nella sua conferenza ha denunciato una mancanza di spirito di squadra, troppi alibi, poca “forza da uomini”.
Cosa significa per la squadra?
Il dissidio pubblico tra allenatore e giocatore, anche se mediato via social, svela molte delle tensioni e della sfiducia che aleggiano nello spogliatoio. Se da un lato Vanoli tenta di rimettere ordine e responsabilizzare la squadra, dall’altro Gudmundsson cerca di difendere la sua immagine e il rapporto con i compagni.
In ogni caso, l’episodio del rigore evidenzia come la crisi della Fiorentina non sia solo tecnica, ma anche (forse soprattutto) psicologica e relazionale.
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Cagliari-Roma, le ultimissime dall’Unipol Domus: Borrelli e Ferguson guidano gli attacchi di Pisacane e Gasperini
Alle ore 15:00 andrà in scena la sfida pomeridiana tra Cagliari e Roma all’Unipol Domus. Un incrocio tra ambizioni salvezza e vertice della classifica.
Cagliari–Roma sarà il match del pomeriggio di questa domenica di serie A, che sta vivendo un turno suddiviso su tre giorni e che si concluderà domani.
I padroni di casa hanno raccolto finora 11 punti, e per ora sono fuori dalla zona retrocessione, e ambiscono a tenere a distanza le inseguitrici.
Dal lato capitolino, invece, attualmente la classifica dice quarto posto con 27 punti, frutto di nove vittorie e quattro sconfitte.
Ultime Cagliari
Dopo la parentesi Coppa Italia, Pisacane torna a puntare sui titolarissimi.
Perciò Caprile difenderà i pali, con Zappa, Deiola e Luperto in difesa.
A centrocampo agiranno Palestra, Adopo, Liteta, Folorunsho e Obert, mentre in attacco Esposito affiancherà Borrelli.
Ultime Roma
Gasperini non può concedere cali di tensione ai suoi, soprattutto alla luce del risultato di ieri dell’Inter, che è scattato a +3 sui giallorossi, in attesa degli impegni di Napoli e Milan.
La settimana che va ad iniziare sarà caratterizzata dall’impegno in Europa League contro il Celtic, ma all’Unipol Domus sarà schierata la formazione migliore, senza calcoli.
L’unico dubbio riguarda l’attacco, con Ferguson che dovrebbe partire dal 1′, ma occhio a Dybala e Baldanzi, nel caso si dovesse puntare sull’attacco leggero.
Probabili formazioni
Cagliari (3-5-2): Caprile; Zappa, Deiola, Luperto; Palestra, Adopo, Liteta, Folorunsho, Obert; S.Esposito, Borrelli. Allenatore: Fabio Pisacane
Roma (3-4-2-1): Svilar; Mancini, N’Dicka, Hermoso; Celik, Cristante, Kone, Tsimikas; Soule, Pellegrini; Ferguson. Allenatore: Gian Piero Gasperini
La squadra arbitrale
Arbitro: Zufferli
Assistenti: Tegoni – Fontemurato
Quarto ufficiale: Di Marco
Var: Guida
AVar: Pezzuto
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Fiorentina, Goretti: “Non siamo squadra. I tifosi sono venuti a Reggio Emilia, noi no”
Roberto Goretti commenta a DAZN e in conferenza stampa la sconfitta della Fiorentina contro il Sassuolo, analizzando uno dei momenti più difficili della storia recente viola.
Roberto Goretti ha parlato ai microfoni di DAZN dopo Sassuolo-Fiorentina, analizzando uno dei momenti più bui e delicati della squadra viola nelle ultime settimane.
Sul momento buio:
“C’è una presa di coscienza ancora più forte della situazione – ha spiegato Vanoli –. Dopo Bergamo la società ha chiamato i nostri tifosi, ma noi no. Abbiamo dimenticato di venire in Reggio Emilia e dimostrato che non siamo squadra. Ci sono aspetti positivi, ma oggi questo non è successo. Se non si trova la chiave emotiva per risolvere il blackout, continueremo a partire male, e questo non va bene”.
Sulla partenza positiva e la mancanza di fiducia:
“Se non c’è fiducia tra compagni, collaborazione e aiuto reciproco, diventa chiaramente una situazione difficile. Bisogna ritrovare le piccole cose che, messe tutte insieme, sono determinanti. E’ ora passata di farlo”.
Fiorentina, le parole di Goretti in conferenza stampa

Momento della squadra.
“Nelle ultime partite credo di aver visto dei passi in avanti, oggi siamo tornati indietro. ogni palla buttata in area di rigore dimostrano che non c’è una sufficiente connessione e un grado di fiducia tra i giocatori, e questo dimostra che siamo obbligati a trovarla in una situazione che è difficile, molto difficile, ma è vietato mollare, è vietato cedere terreno, ma è vietato retrocedere”.
Vanoli.
“Chi fa un’analisi con un giusto spirito critico è ben accetto sempre. Più volte bisogna prendere decisioni anche drastiche, a volte decise, bisogna capire la situazione, , bisogna essere realisti e bisogna agire”.
Rigore contestato da Kean e Mandragora.
“Questa è una cosa che non mi piace e non è neanche la prima volta che la facciamo, quindi non mi piace doppiamente”.
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