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Juventus-Inter, si potrebbe giocare a porte aperte

All’inizio si è parlato di disputare l’incontro a porte chiuse ma, c’è un altro lo scenario emerso nelle scorse ore: giocare in un contesto normale, quindi a porte aperte con la presenza delle tifoserie.

A spingere per far sì che questo accada è la regione Piemonte con il governatore Alberto Cirio in prima linea: secondo il presidente esistono le condizioni per chiedere al Governo un graduale ritorno alla normalità, considerando che il provvedimento sospensivo (firmato con il Ministro della Salute) delle manifestazioni aperte al pubblico scade il 29 febbraio, un giorno prima di Juventus-Inter.

Provvedimento che potrebbe però essere modificato dal Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, in linea con quello in vigore in altre regioni dove la sospensione delle manifestazioni pubbliche è valida fino all’1 marzo.

A differenza della Lega di Serie B, la Lega di Serie A non ha ancora diffuso il comunicato con l’elenco delle partite che si giocheranno a porte chiuse e questo aspetto lascia pensare che qualcosa di nuovo possa bollire in pentola.

Altamente improbabile, invece, che Juventus-Inter si giochi a porte aperte di lunedì: troppo vicine le sfide di Coppa Italia

previste per mercoledì e giovedì della prossima settimana.

Intervenuto ai microfoni di ‘RTL 102.5’, il presidente della regione Lombardia Attilio Fontana ha indicato in sabato come il giorno in cui verrà presa una decisione definitiva, mostrando un moderato ottimismo per l’apertura dell’Allianz Stadium ai tifosi. Queste le sue dichiarazioni riportate da ‘La Gazzetta dello Sport’.

“Spero che da oggi ci sia una regressione della diffusione così vado a vedere anche io Juventus-Inter. Monitoriamo la situazione. Sono molto tranquillo. Sull’esito positivo del tutto non ho dubbi. Bisogna vedere com’è la situazione. È come per le scuole. Faremo un check sabato e poi decideremo. Dobbiamo capire se il trend di diffusione del virus si rallenti e magari si blocchi: quando avremo dei riscontri positivi in questo senso, i nostri consulenti, gli scienziati e l’istituto superiore di sanità ci daranno il via libera ad attenuare e magari addirittura a revocare tutte queste misure. Noi siamo i primi a volerle ridurre perché sono un danno all’economia e alla serenità dei nostri cittadini”.

Fontana si è messo in autoisolamento dopo aver saputo del contagio di una sua collaboratrice, a riprova dell’assoluta delicatezza di una questione di importanza serissima.

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Pubblicato da
Francesco Tripodi

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