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Italia 6 (su 6) quasi agli Europei!
La Nazionale di Roberto Mancini vince anche a Tampere in Finlandia per 2-1 ed ormai è veramente ad un passo dalla matematica qualificazione all’Europeo itinerante 2020. Ricordiamo che passano le prime due di ogni girone e la terza nel girone azzurro è l’Armenia, sconfitta giovedì scorso a domicilio 3-1, è a 9 punti: mancano 4 partite, il 12 ottobre all’Olimpico contro la deludentissima Grecia può arrivare il pass ufficiale.
Una doppia sfida quella con Armenia e Finlandia che nascondeva le giuste insidie per gli azzurri, in entrambe le gare i ragazzi guidati da capitan Bonucci hanno faticato ma alla fine la vittoria è stata portata a casa, regalando un percorso netto finora a Mancini: 6 vittorie su 6 nelle qualificazioni. Un inizio gara quello a Tampere non facile, i finlandesi la mettono sulla corsa e gli azzurri faticano a creare gioco. Emerson Palmeri all’ottavo minuto deve uscire e fa posto a Florenzi (voto 6), con una difesa inizialmente schierata a quattro con Izzo (5,5), Bonucci (6) e Acerbi (6,5) che lungo la gara diventa maggiormente a tre. In difesa quello che soffre di più è il granata, obbligato a giocare più largo e a contapporsi maggiormente alle sfuriate sulla fascia dell’avversario. Donnarumma (6) tutto sommato non viene impegnato ed è chiamato a giocare soprattutto con i piedi. Dopo il 20′ i ragazzi di Mancini trascinati da un ottimo Sensi (6,5) creano diverse occasioni: Florenzi, Immobile (6,5) e Pellegrini (5,5) vanno più volte vicini al gol senza trovarlo. Barella (5,5) cerca di supportare l’azione ma non è lucidissimo. Solo ad inizio secondo tempo, al 59′ su bella azione di Chiesa (6,5), su un bel cross teso del viola, Immobile si sblocca e trova la rete in azzurro dopo due anni. Al 72′ però dopo che l’Italia si è rintanata Pukki su rigore, causato da una delle rarissime ingenuità di Sensi, trova il pareggio per i nordici. Nel finale entra benissimo Belotti (6,5) e Bernardeschi (6) nel tentativo di ritornare in vantaggio. Al 79′ c’è un rigore che Jorginho (5,5) realizzerà per l’Italia, un rigore dubbio, ma che regala tre punti meritatissimi agli azzurri.
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Fiorentina, Goretti: “Non siamo squadra. I tifosi sono venuti a Reggio Emilia, noi no”
Roberto Goretti commenta a DAZN e in conferenza stampa la sconfitta della Fiorentina contro il Sassuolo, analizzando uno dei momenti più difficili della storia recente viola.
Roberto Goretti ha parlato ai microfoni di DAZN dopo Sassuolo-Fiorentina, analizzando uno dei momenti più bui e delicati della squadra viola nelle ultime settimane.
Sul momento buio:
“C’è una presa di coscienza ancora più forte della situazione – ha spiegato Vanoli –. Dopo Bergamo la società ha chiamato i nostri tifosi, ma noi no. Abbiamo dimenticato di venire in Reggio Emilia e dimostrato che non siamo squadra. Ci sono aspetti positivi, ma oggi questo non è successo. Se non si trova la chiave emotiva per risolvere il blackout, continueremo a partire male, e questo non va bene”.
Sulla partenza positiva e la mancanza di fiducia:
“Se non c’è fiducia tra compagni, collaborazione e aiuto reciproco, diventa chiaramente una situazione difficile. Bisogna ritrovare le piccole cose che, messe tutte insieme, sono determinanti. E’ ora passata di farlo”.
Fiorentina, le parole di Goretti in conferenza stampa

Momento della squadra.
“Nelle ultime partite credo di aver visto dei passi in avanti, oggi siamo tornati indietro. ogni palla buttata in area di rigore dimostrano che non c’è una sufficiente connessione e un grado di fiducia tra i giocatori, e questo dimostra che siamo obbligati a trovarla in una situazione che è difficile, molto difficile, ma è vietato mollare, è vietato cedere terreno, ma è vietato retrocedere”.
Vanoli.
“Chi fa un’analisi con un giusto spirito critico è ben accetto sempre. Più volte bisogna prendere decisioni anche drastiche, a volte decise, bisogna capire la situazione, , bisogna essere realisti e bisogna agire”.
Rigore contestato da Kean e Mandragora.
“Questa è una cosa che non mi piace e non è neanche la prima volta che la facciamo, quindi non mi piace doppiamente”.
Notizie
Lazio, Lotito denuncia minacce e pressioni: “Costretto a rivolgermi alle istituzioni”
Il presidente della Lazio presenta denuncia dopo intimidazioni, campagne diffamatorie e notizie false tese – secondo i pm – a spingerlo a cedere il club. Cinque gli indagati.
Il patron della Lazio, Claudio Lotito, rompe il silenzio e passa al contrattacco. Il presidente biancoceleste ha presentato denuncia per una serie di minacce, pressioni e false informazioni circolate via social, mail e telefonate anonime, che – secondo quanto riferito – miravano a costringerlo a vendere la società.
“Mi sono rivolto alle istituzioni perché, più volte, sono stato minacciato di morte. Ho raccontato tutto ciò che è accaduto e l’autorità giudiziaria ha poi agito di conseguenza”, ha dichiarato Lotito.
Lazio, la reazione di Lotito
Nel decreto di perquisizione, i magistrati parlano di “un disegno ampio e unitario” volto da un lato a diffondere notizie false per abbassare il valore del titolo in Borsa, e dall’altro a indurre l’azionista di maggioranza a cedere il pacchetto di controllo. Gli indagati avrebbero utilizzato i social e una testata online, “Millenovecento”, per rilanciare notizie infondate sulla presunta vendita imminente della Lazio e sull’idea attribuita a Lotito di far retrocedere volontariamente la squadra per ottenere il cosiddetto “paracadute” economico.

Diverse le segnalazioni che hanno dato il via all’inchiesta: uno striscione esposto in piazza del Parlamento con la scritta “Lotito libera la Lazio”, una telefonata con minacce di morte e varie e-mail dal contenuto offensivo. Le indagini proseguono per chiarire la portata del presunto piano di pressione ai danni del presidente biancoceleste.
Esteri
Turchia, caso scommesse in SuperLig: in manette anche calciatori di Galatasary e Fenerbahce
Nuovo scandalo scommesse nel mondo del calcio. In Turchia sono stati emessi mandati di arresto per 46 persone tra arbitri e tesserari. Tra i fermati anche calciatori di Fenerbahce e Galatasaray.
Non si ferma lo scandalo legato alle partite pilotate per le scommesse scoppiato in Turchia negli scorsi mesi. Come riportato dai media turchi, nella giornata di oggi sono stati emessi mandati di arresto per 46 persone, tra cui 29 calciatori e ex arbitri. Spiccano tra gli indagati anche alcuni tesserati dei due club più importanti della SuperLig, Fenerbahce e Galatasaray.
Si tratta di Mert Hakan Yandas, centrocampista 31enne dei gialloneri di Istanbul, e Metehan Baltac, difensore della formazione giallorossa.

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Turchia, l’inchiesta sul mondo del calcio si allarga
L’inchiesta sulle scommesse con tentativo di combine è emersa a fine ottobre dopo le indagini della procura di Istanbul in seguito alle dichiarazioni dell’ex presidente delle Federcalcio turca, Ibrahim Haciosmanoglu, secondo il quale era stato scoperto molti arbitri attivamente coinvolti in scommesse sportive. Le indagini della procura si sono concentrate inizialmente sui direttori di gara, per poi allargarsi anche verso i tesserati del club.
Il coinvolgimento di calciatori anche dei club più importanti della nazione getta ulteriore ombre sul sistema calcio della Turchia.
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