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MLS, Higuaín felice negli Stati Uniti
Dal 2020 l’argentino Gonzalo Higuaín gioca come attaccante nell’Inter Miami. In una recente ntervista con il quotidiano spagnolo Olé nel quale si toglie qualche sassolino dalle scarpe.
L’intervista a Higuaín
Nell’intervista, l’attaccante argentino ha toccato diversi punti: il passaggio dalla realtà europea alla realtà della Mayor League Soccer, il principale campionato di calcio riservato ai club statunitensi e a quelli canadesi; la nuova generazione di giocatori; la possibilità o meno di tornare a giocare nella Nazionale argentina.
Stati Uniti vs Europa
Il giocatore racconta di apprezzare molto il clima rilassato che si respira nella squadra nella quale gioca ormai da due anni.
Higuaín mette in evidenza le differenze con le squadre europee, incluse quelle italiane: “All’Inter Miami ho trovato ciò che cercavo: tranquillità emotiva e interiore. A livello di sicurezza, rispetto. Sono uscito dal vortice europeo. Qui non c’è quel male, quella sfiducia, quell’invidia. Il giornalista che ti critica sempre.
Qui, se un giornalista dice cose cattive su di te, lo fa con rispetto, cosa che altrove non esiste. Ci sono meno regole, tutto è più naturale. Sembra che si gioca a calcio nei fine settimana e ci si rilassa durante la settimana. È un campionato molto bello da giocare e dove poter essere felici, anche fuori dal campo”.

La nuova generazione, meno rispettosa
Classe 1987, l’attaccante argentino appartiene ormai a un’altra generazione. E non può fare a meno di notare la differenza fra i giocatori suoi coetanei e quelli che entrano nel calcio oggi.
“È un’altra generazione, non è quella di quando avevo 18 anni dove c’erano altre regole, più rispetto per le persone con più esperienza. Oggi i giovani stanno nella loro bolla, io sono una persona che ti parla una volta, due volte, ma se non vuoi ascoltarmi non ti parlo più. Fai la tua vita. Cerco di dare loro consigli in modo che possano migliorare.
È un’altra generazione. Tutto molto diverso da quando io avevo la loro età, ma devi adattarti. Non è solo negli spogliatoi. Alle cene, quando giocavo, non mi alzavo finché non si alzava il top player. Il giovane non lo vede più. A tavola, se mi sedevo con persone anziane, non parlavo nemmeno. Oggi il giovane viene più spogliato. Le generazioni sono cambiate”.
Un ritorno in Nazionale?
Sull’eventualità di un ritorno nella Nazionale argentina, Higuaín lo esclude a priori: “Quando chiudo chiudo. Non ho rimpianti su cui affermare: “Avrei potuto dare di più”. Ho dato tutto. Sono partito con la coscienza pulita. Quando non puoi dare di più devi essere intelligente e farti da parte”.
Una lezione che bisognerebbe seguire, anche al di fuori del mondo del calcio.
Notizie
Fiorentina, Goretti: “Non siamo squadra. I tifosi sono venuti a Reggio Emilia, noi no”
Roberto Goretti commenta a DAZN e in conferenza stampa la sconfitta della Fiorentina contro il Sassuolo, analizzando uno dei momenti più difficili della storia recente viola.
Roberto Goretti ha parlato ai microfoni di DAZN dopo Sassuolo-Fiorentina, analizzando uno dei momenti più bui e delicati della squadra viola nelle ultime settimane.
Sul momento buio:
“C’è una presa di coscienza ancora più forte della situazione – ha spiegato Vanoli –. Dopo Bergamo la società ha chiamato i nostri tifosi, ma noi no. Abbiamo dimenticato di venire in Reggio Emilia e dimostrato che non siamo squadra. Ci sono aspetti positivi, ma oggi questo non è successo. Se non si trova la chiave emotiva per risolvere il blackout, continueremo a partire male, e questo non va bene”.
Sulla partenza positiva e la mancanza di fiducia:
“Se non c’è fiducia tra compagni, collaborazione e aiuto reciproco, diventa chiaramente una situazione difficile. Bisogna ritrovare le piccole cose che, messe tutte insieme, sono determinanti. E’ ora passata di farlo”.
Fiorentina, le parole di Goretti in conferenza stampa

Momento della squadra.
“Nelle ultime partite credo di aver visto dei passi in avanti, oggi siamo tornati indietro. ogni palla buttata in area di rigore dimostrano che non c’è una sufficiente connessione e un grado di fiducia tra i giocatori, e questo dimostra che siamo obbligati a trovarla in una situazione che è difficile, molto difficile, ma è vietato mollare, è vietato cedere terreno, ma è vietato retrocedere”.
Vanoli.
“Chi fa un’analisi con un giusto spirito critico è ben accetto sempre. Più volte bisogna prendere decisioni anche drastiche, a volte decise, bisogna capire la situazione, , bisogna essere realisti e bisogna agire”.
Rigore contestato da Kean e Mandragora.
“Questa è una cosa che non mi piace e non è neanche la prima volta che la facciamo, quindi non mi piace doppiamente”.
Notizie
Lazio, Lotito denuncia minacce e pressioni: “Costretto a rivolgermi alle istituzioni”
Il presidente della Lazio presenta denuncia dopo intimidazioni, campagne diffamatorie e notizie false tese – secondo i pm – a spingerlo a cedere il club. Cinque gli indagati.
Il patron della Lazio, Claudio Lotito, rompe il silenzio e passa al contrattacco. Il presidente biancoceleste ha presentato denuncia per una serie di minacce, pressioni e false informazioni circolate via social, mail e telefonate anonime, che – secondo quanto riferito – miravano a costringerlo a vendere la società.
“Mi sono rivolto alle istituzioni perché, più volte, sono stato minacciato di morte. Ho raccontato tutto ciò che è accaduto e l’autorità giudiziaria ha poi agito di conseguenza”, ha dichiarato Lotito.
Lazio, la reazione di Lotito
Nel decreto di perquisizione, i magistrati parlano di “un disegno ampio e unitario” volto da un lato a diffondere notizie false per abbassare il valore del titolo in Borsa, e dall’altro a indurre l’azionista di maggioranza a cedere il pacchetto di controllo. Gli indagati avrebbero utilizzato i social e una testata online, “Millenovecento”, per rilanciare notizie infondate sulla presunta vendita imminente della Lazio e sull’idea attribuita a Lotito di far retrocedere volontariamente la squadra per ottenere il cosiddetto “paracadute” economico.

Diverse le segnalazioni che hanno dato il via all’inchiesta: uno striscione esposto in piazza del Parlamento con la scritta “Lotito libera la Lazio”, una telefonata con minacce di morte e varie e-mail dal contenuto offensivo. Le indagini proseguono per chiarire la portata del presunto piano di pressione ai danni del presidente biancoceleste.
Esteri
Turchia, caso scommesse in SuperLig: in manette anche calciatori di Galatasary e Fenerbahce
Nuovo scandalo scommesse nel mondo del calcio. In Turchia sono stati emessi mandati di arresto per 46 persone tra arbitri e tesserari. Tra i fermati anche calciatori di Fenerbahce e Galatasaray.
Non si ferma lo scandalo legato alle partite pilotate per le scommesse scoppiato in Turchia negli scorsi mesi. Come riportato dai media turchi, nella giornata di oggi sono stati emessi mandati di arresto per 46 persone, tra cui 29 calciatori e ex arbitri. Spiccano tra gli indagati anche alcuni tesserati dei due club più importanti della SuperLig, Fenerbahce e Galatasaray.
Si tratta di Mert Hakan Yandas, centrocampista 31enne dei gialloneri di Istanbul, e Metehan Baltac, difensore della formazione giallorossa.

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Turchia, l’inchiesta sul mondo del calcio si allarga
L’inchiesta sulle scommesse con tentativo di combine è emersa a fine ottobre dopo le indagini della procura di Istanbul in seguito alle dichiarazioni dell’ex presidente delle Federcalcio turca, Ibrahim Haciosmanoglu, secondo il quale era stato scoperto molti arbitri attivamente coinvolti in scommesse sportive. Le indagini della procura si sono concentrate inizialmente sui direttori di gara, per poi allargarsi anche verso i tesserati del club.
Il coinvolgimento di calciatori anche dei club più importanti della nazione getta ulteriore ombre sul sistema calcio della Turchia.
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