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Serie A, Gravina dice stop al debito selvaggio dei club

Il calcio non è solo gioco e tifo, ma anche economia. Lo sa bene Gravina e i club, che ora devono fronteggiare la sfida del cambiamento dell’indice di liquidità. 

Indice

Che cos’è l’indice di liquidità?

In poche parole è il parametro che misura il rapporto tra attivi e passivi a breve delle società calcistiche.

A gennaio di quest’anno solo le società con un indice di liquidità pari o superiore a 0,6 (in altre parole: gli attivi devono coprire almeno il 60% delle spese) potevano fare calciomercato.

La situazione economica della Serie A

In Serie A ci sono alcune società che, dato questo parametro, si trovano in seria difficoltà: certamente SampdoriaGenoa (fuori per 32 milioni di euro) e Lazio

(fuori di 28 milioni), che non rientrano nei limiti richiesti e rischiano l’esclusione.

Oltre a loro ci sarebbero sei società a rischio.

La misura di Gravina (Federcalcio)

Il problema si pone con grande urgenza soprattutto oggi, visto che in Federcalcio si discute di una riforma dell’indice di liquidità.

Il presidente Gabriele Gravina propone di fissarlo fra lo 0,6 e lo 0,7, per arginare la tendenza dei club a indebitarsi enormemente, garantendo così l’equilibrio finanziario dei club.

Si pensi che al momento il debito di squadre di serie A come Juventus, Inter e Roma supera il miliardo di euro.

Casini vs Gravina

Lorenzo Casini, neo eletto presidente della Serie A, ha scritto a Gravina chiedendogli il rinvio della discussione sull’indice di liquidità. Inutilmente.

Così a partire da giugno un indice di liquidità idoneo sarà una conditio sine qua non per i club che vorranno iscriversi alla Serie A.

Come rimediare?

Le soluzioni possibili sono soltanto due: cedere alcuni giocatori oppure immettere nuovo capitale da parte degli azionisti delle società.

Il futuro dell’indice di liquidità

È solo questione di tempo: presto (a partire dal 2024) l’indice di liquidità minimo ammissibile riguarderà non solo la Serie A italiana, ma anche le Coppe Uefa

.
E giungerà gradualmente, nel corso degli anni, a 1: questo significa che le società non potranno più spendere più di quanto guadagnano.

Prepariamoci, quindi, a uno scenario movimentato entro giugno.
Quando si riaprirà, implacabile, il calciomercato.

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Pubblicato da
Giulia Bucelli

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