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Flamengo: una strage di innocenti

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Correre dietro ad un pallone è il sogno di molti bambini ma per chi nasce in Brasile il calcio diventa quasi una ragione di vita. Riuscire a farsi notare, finire nel vivaio importante dove gli osservatori dei club più famosi d’Europa ti tengono d’occhio, allenarsi duramente per diventare un campione, era sicuramente l’obbiettivo anche di quei dieci piccoli atleti che nella notte tra giovedì e venerdì scorso hanno perso prematuramente la vita nel Centro Sportivo del Flamengo. 

 

Indice

La cronaca dei fatti

Nella notte tra il 7 e l’8 febbraio scorso a Rio De Janiero, all’interno della moderna cittadella sportiva del Flamengo, il “Ninho do Urubu” (Urubu in portoghese significa avvoltoio che è appunto la mascotte del club)  è scoppiato un devastante incendio che purtroppo non ha dato scampo a dieci atleti giovanissimi tra i 14 e i 18 anni.

Dai primi accertamenti il rogo pare sia scoppiato a causa di un cortocircuito al sistema di condizionamento, all’interno degli alloggi dove dormono gli atleti dei vivai, nella parte più vecchia del centro sportivo; mentre quella nuova  è invece destinata alla prima squadra, inaugurata peraltro soltanto alcuni mesi fa.

I terreni per costruire la struttura sono stati acquistati dal club rubonegro grazie ai soldi incassati dalla cessione di Zico all’Udinese nel lontano 1984.

L’inchiesta

La cosa che più colpisce di questa terribile vicenda è come sia potuto accadere un incidente di questa portata in un club così titolato e famoso al mondo. Infatti i primi accertamenti avrebbero evidenziato delle irregolarità strutturali, per cui sono in corso indagini al fine di accertare eventuali responsabilità nell’evento, anche a carico del club.

Dall’esame dei progetti relativi alla costruzione dell’impianto sportivo risulta che nella zona dov’era collocato il container, da cui è partito l’incendio, poteva essere costruita soltanto un’area parcheggio e non un dormitorio come in realtà è stato realizzato.

Inoltre è anche emerso che nell’ottobre del 2017 il centro di allenamento del Flamengo è stato sequestrato da parte dei funzionari del Comune di Rio per mancanza di licenza operativa. Peraltro il club ha ricevuto, nel corso di questi anni, numerose sanzioni amministrative per violazioni varie.

Ciò che sta emergendo farebbe pensare non ad una mera fatalità ma a precise responsabilità che hanno portato inevitabilmente al tragico avvenimento. Ciò potrebbe coinvolgere persino il Comune di Rio visto e considerato che nell’area dov’è ubicato il centro sportivo, ovvero a 40 km dal centro della città carioca, le autorizzazioni comunali non consentono di costruire.

da Leonardo a Paquetà: molti campioni cresciuti in quel centro sportivo

Mano sul cuore e braccio alzato in segno di lutto, così domenica scorsa Lucas Tolentino Coelho de Lima, meglio conosciuto come Lucas Paquetà, neo acquisto del Milan, ha voluto omaggiare la scomparsa dei dieci baby campioni, in occasione del suo primo gol in Serie A realizzato contro il Cagliari. Forse non è nemmeno un caso che il talento milanista sia riuscito a sbloccarsi proprio in quell’occasione. Quei piccoli talenti vedevano in lui un beniamino ed un esempio da seguire.

Lucas ha infatti calcato quei terreni per molto tempo dormendo negli stessi alloggi che oggi sono andati a fuoco, visto che ha trascorso in quel centro sportivo ben 12 anni facendo la trafila in tutto il settore giovanile. In diverse occasione avrà sicuramente incontrato quei piccoli che iniziavano a muovere i primi passi dietro ad una palla e che, come lui, avevano il sogno di arrivare in Europa.

Leonardo, attuale direttore dell’area tecnica del Milan, ha rilasciato commosse dichiarazioni sull’accaduto ricordando come quei giovani stessero inseguendo con convinzione un sogno e ai quali troppo presto è stata tolta la possibilità di realizzarlo.

Da tutta questa vicenda rimane tanta tristezza e un amaro in bocca, poichè è alquanto inspiegabile che una struttura che da molti anni accoglie ragazzi da ogni parte del Brasile, cercando di dare loro una preparazione e un futuro calcistico, non possa permettersi di disporre di stutture di massima eccellenza; in più se pensiamo che il centro sportivo dovrebbe rappresentare per i ragazzi un posto sicuro dove crescere e maturare lontano dalle famiglie, in pratica una seconda casa. Per questo vista anche l’importanza e il prestigio, oltre che il vanto di una lunga storia calcistica, il Flamengo dovrebbe avere impianti e strutture all’altezza del suo blasone per garantire in primis la sicurezza dei suoi giovani atleti.

 

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Assemblea ECA, Al-Khelaifi: “La Superlega non esiste”

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Assemblea ECA, Nasser Al-Khelaifi

All’Assemblea ECA (European Club Association) svoltasi ieri a Madrid ha presenziato il presidente Nasser Al-Khelaïfi, noto per essere anche il presidente del PSG.

Il presidente Nasser Al-Khelaïfi ha parlato della situazione dell’ECA. che sta attraversando una fase di grande espansione e conta oggi oltre 600 club affiliati grazie all’arrivo di 266 squadre aggiuntive in questa stagione.

Queste le parole di Al-Khelaïfi a tale proposito: “È un momento fantastico a causa della nostra rapida espansione e della nostra evoluzione positiva. Questo dimostra che l’ECA è un’organizzazione dinamica, democratica, rappresentativa e inclusiva.

Quando sono diventato presidente dell’ECA, c’erano 174 club… ora siamo 610. L’unità è la forza dell’ECA, che è completamente diversa dal precedente G-14”.

Il presidente ne ha approfittato anche per polemizzare sulla Superlega. Queste le sue parole: “La porta è sempre aperta per quei club che non sono nell’ECA. La Superlega non esiste. Quindi, quando se ne renderanno conto, saranno i benvenuti a tornare (l’allusione è soprattutto al Barcellona, ndr).

Abbiamo giocato contro di loro nei quarti di finale della Champions League, la migliore competizione per club al mondo. È la migliore competizione, il miglior sistema che abbiamo. Non sono davvero contenti, ma ancora una volta ci giocano perché sanno che è importante.

Sanno che è la competizione principale. Spero che quindi ne siate consapevoli. Sanno che la porta è sempre aperta. Siamo in contatto congiunto con la FIFA e l’UEFA”. I club che ancora sostengono convintamente il progetto della Superlega sono, in particolare, il Barcellona e Real Madrid.

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Milan, così non va: esci dalla mediocrità! | L’editoriale di Mauro Vigna

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Milan, già dal titolo si può capire di che tenore (senz’altro duro) è il taglio di questo articolo. Non si può sprecare un’altra stagione.

Parlare con mesi di anticipo a volte può dare delle soddisfazioni, in quanto, spesso si viene smentiti. Ed è quello che spero vivamente accada. Perché altrimenti dovremo nuovamente assistere a un anno, il prossimo, sotto il segno della mediocrità.

Mediocrità, parola ricorrente durante questa stagione, basti vedere alcuni elementi in rosa. Che vanno cambiati, o meglio, vanno sostituiti con rinforzi qualitativamente superiori. Iniziamo da Calabria, bravo bello educato e con un cuore grande così, ma vederlo capitano di una squadra come il Milan appare, scusatemi, una bestemmia. Sapete vero di cosa stiamo parlando? Del Milan, squadra che ha alzato al cielo 7 Champions. Giusto per ricordarlo.

Una squadra che per due anni non è stata in grado di trovare un vice Theo Hernandez facendo giocare al suo posto terzini destri, difensori centrali e facendo il segno della croce in settimana augurandogli lunga vita calcistica.

Un centrocampo inesistente, caratterizzato da giocatori bravissimi ad accarezzare il pallone, un po’ meno a picchiare. Quanto servirebbe un Kessiè qualsiasi. E quanto servirebbe una punta centrale che non avesse 38 anni, con tutto il rispetto per Giroud, un ex campione, ma che da marzo in avanti deve giocare con l’ossigeno perché non ha un vero e proprio sostituto.

Quindi che si fa? Con Pioli a fine ciclo ci si trova praticamente a maggio senza avere deciso un allenatore e con gli altri club che stanno praticamente prendendosi i migliori attaccanti, lasciando a noi – forse – qualche briciola per quando decideremo di fare mercato.

Capitolo allenatore. Da qui capiremo se aspettarci un altro campionato mediocre, oppure no. Antonio Conte avrebbe permesso di alzare l’asticella, ma un Van Bommel, brava persona eh, ha pure pianto quando se ne è andato, pensate possa rappresentare la scelta giusta? Uno che ha la stessa esperienza di Palladino che almeno ha allenato in Serie A? Uno che ha subìto le stesse reti di Pioli, ma in Belgio? Giovane, parla 5 lingue, ma a noi serve uno con gli attributi che sappia strigliare Leao quando passeggia come fosse in Via Montenapoleone a Milano, durante un derby.

Ripeto, se sarò smentito sarò felice. In realtà è quello che voglio, essere smentito coi fatti. Con uno come Conte in panchina, con Gyokeres in attacco, magari uno come Amrabat in mediana, Buongiorno Scalvini in difesa. Un forte terzino destro. E poi ne parliamo. Altrimenti…la solità mediocrità.

Questa deve essere la stagione della svolta, non serve molto. L’ossatura della squadra c’è, servono 4-5 rinforzi di qualità nei posti giusti. È un allenatore con le palle quadrate.

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La risposta di Lotito a Gravina: “La FIGC non è il suo granducato personale”

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De Laurentiis

Continuano le schermaglie verbali a distanza fra il presidente della Lazio Claudio Lotito e quello della FIGC Gabriele Gravina.

Le parole di Lotito su Gravina

Non si è fatta attendere troppo la replica del presidente della Lazio Claudio Lotito alle accuse del numero uno della FIGC Gabriele Gravina. Repetita iuvant: stamane vi avevamo riportato le dichiarazioni del presidente federale, rilasciate a “Il Foglio“, in cui quest’ultimo attaccava frontalmente il patron bianco celeste.

In sostanza, Gravina accusava il vulcanico patron della società capitolina di voler dettare legge all’interno del consiglio federale. Oltre ad alludere a un presunto conflitto d’interesse, dato che Lotito è al tempo stesso membro del consiglio federale e membro del consiglio della Lega Calcio.

Oltre che, ovviamente, senatore della Repubblica Italiana e Presidente della Lazio. Tempo qualche ora ed è arrivata anche la replica del diretto interessato, affidata a un’intervista concessa all’Ansa.

❝Leggo con stupore le dichiarazioni del sig. Gravina sulla mia persona, che si commentano da sole. Chiare manifestazioni di pura ostilità e scomposto rancore nei miei confronti, al fine di difendersi dalle responsabilità circa lo stato attuale del calcio in Italia che tutti gli attribuiscono. I suoi rapporti personali con alcuni presidenti non escludono il disagio e la confusione che oggi regna nel sistema calcio, condivise da tutti gli operatori che cercano, nonostante gli ostacoli posti dal sig. Gravina, di rinnovarne le regole. La mia posizione di proprietario di club, consigliere federale, consigliere di Lega e componente del Senato, ruoli peraltro acquisiti con regolari e democratiche elezioni, mi consente di avere una visione più ampia e completa dei problemi e delle soluzioni possibili per eliminare i guasti prodotti. Il mondo del calcio non chiede isolamento, ma necessita di una visione ampia delle sue varie componenti. Alle quali i miei ruoli istituzionali, attesa l’importante ed alta valenza del calcio, mi danno la possibilità di offrire un contributo fattivo, facendolo uscire da un’autonomia erroneamente intesa come ‘granducato personale’.❞

Lotito

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