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Fiorentina: Arriva la Juve, tra record d’incasso e polemiche
Il momento è difficile, ma non è ora che bisogna abbattersi in casa Viola. Sabato è il giorno della Partita, al “Franchi” arriva la Juventus con tutto quello che ne consegue: rivalità, storia e onore sportivo da fronteggiare sul rettangolo di gioco e non solo. Fiorentia-Juventus è la partita che in questo momento di stanca nel capoluogo toscano può dare la scossa a tutto l’ambiente, dai tifosi alla squadra alla proprietà. Sul campo i bianconeri si stanno dimostrando un rullo compressore, dodici vittore e un pareggio, e per i viola si prospetta un compito proibitivo, ma i tifosi gligliari tutto accetteranno tranne che fare le vittime sacrificali a CR7 e compagnia.
In città, oltre al malumore per gli sbiaditi ultimi risultati, c’è anche polemica sulle parole di Corvino rilasciate qualche giorno fa in un’intervista Rai: i tifosi hanno capito il nostro progetto giovani e quest’anno stanno riempiendo lo stadio. Non è così, o almeno non è proprio come il direttore la pensa. La tifoseria viola che quest’anno ha fatto staccare oltre ventimila abbonamenti, probabilmente sul podio tra quelle più appassionate, in estate ha voluto dare fiducia a Pioli e ai suoi ragazzi perché c’è un legame indissolubile con la maglia. Con la società qualche frizione c’è: la consapevolezza di non poter ambire a traguardi altissimi è chiara per tutti, la mancanza di evidente passione e della possibilità di fare quel passetto in più anziché fare quello del gambero quando si è in prossimità del traguardo sportivo è una colpa che viene data alla Proprietà Della Valle.
Sabato,comunque, chi potrà non vorrà mancare. Il botteghino con la promozione del bigliettone, un mini abbonamento che comprende un dicembre in Viola con le partite interne contro Juventus, Empoli e Parma, è già bello sorridente! Per la Partita con la vendita anche dei biglietti singoli si conta di superare il record di presenze dello scorso campionato: la speranza è quella di superare le 36 mila persone al “Franchi”.
Davide Astori e Giancarlo Galdiolo nella Hall of Fame Viola
Nella serata di lunedì c’è stata un’emozionante serata organizzata dal Museo Fiorentina con l’entrata nella Hall of Fame Viola di Davide Astori a pochi mesi dal tragico 4 marzo scorso. Lacrime ed emozioni tra tutti i tifosi viola presenti. Erano presenti i genitori di Davide, mister Pioli e l’erede del Capitano, German Pezzella, che una volta in più ha raccontato l’importanza dei valori lasciati da Davide. Nella Hall of Fame sono entrati anche il dirigente Ottavio Baccani, l’indimenticato Giancarlo Galdiolo, scomparso lo scorso 8 settembre dopo una lunga mallattia, e il giornalista Gigi Boni. Riconoscimenti anche alla Fiorentina Women’s dopo la vittoria della Supercoppa contro la Juve.
A corollario della serata che ha visto la presenza di tante glorie viola, dal più acclamato Bertoni a Superchi, da Albertosi a Maraschi, le parole del vice presidente Gino Salica che se avranno un seguito saranno rosee per i tifosi: «Rivedere le immagini emoziona sempre. La storia va sempre onorata e possibilmente, per quello che ci riguarda, migliorata». Se le parole hanno un valore, la tifoseria aspetta segnali importanti da chi in qualche modo li ha promessi, loro i tifosi li stanno già dando.
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La risposta di Lotito a Gravina: “La FIGC non è il suo granducato personale”
Continuano le schermaglie verbali a distanza fra il presidente della Lazio Claudio Lotito e quello della FIGC Gabriele Gravina.
Le parole di Lotito su Gravina
Non si è fatta attendere troppo la replica del presidente della Lazio Claudio Lotito alle accuse del numero uno della FIGC Gabriele Gravina. Repetita iuvant: stamane vi avevamo riportato le dichiarazioni del presidente federale, rilasciate a “Il Foglio“, in cui quest’ultimo attaccava frontalmente il patron bianco celeste.
In sostanza, Gravina accusava il vulcanico patron della società capitolina di voler dettare legge all’interno del consiglio federale. Oltre ad alludere a un presunto conflitto d’interesse, dato che Lotito è al tempo stesso membro del consiglio federale e membro del consiglio della Lega Calcio.
Oltre che, ovviamente, senatore della Repubblica Italiana e Presidente della Lazio. Tempo qualche ora ed è arrivata anche la replica del diretto interessato, affidata a un’intervista concessa all’Ansa.
❝Leggo con stupore le dichiarazioni del sig. Gravina sulla mia persona, che si commentano da sole. Chiare manifestazioni di pura ostilità e scomposto rancore nei miei confronti, al fine di difendersi dalle responsabilità circa lo stato attuale del calcio in Italia che tutti gli attribuiscono. I suoi rapporti personali con alcuni presidenti non escludono il disagio e la confusione che oggi regna nel sistema calcio, condivise da tutti gli operatori che cercano, nonostante gli ostacoli posti dal sig. Gravina, di rinnovarne le regole. La mia posizione di proprietario di club, consigliere federale, consigliere di Lega e componente del Senato, ruoli peraltro acquisiti con regolari e democratiche elezioni, mi consente di avere una visione più ampia e completa dei problemi e delle soluzioni possibili per eliminare i guasti prodotti. Il mondo del calcio non chiede isolamento, ma necessita di una visione ampia delle sue varie componenti. Alle quali i miei ruoli istituzionali, attesa l’importante ed alta valenza del calcio, mi danno la possibilità di offrire un contributo fattivo, facendolo uscire da un’autonomia erroneamente intesa come ‘granducato personale’.❞
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Mourinho: “Roma? Mi dissero di andare via dopo Budapest”
L’ex tecnico della Roma, José Mourinho, è tornato a parlare del suo passato sulla panchina giallorossa, terminato a gennaio 2024 per esonero.
José Mourinho torna a parlare della sua avventura a Roma sulla panchina giallorossa. Nell’intervista rilasciata qualche giorno fa al The Telegraph, Il tecnico portoghese si è soffermato sul post finale di Europa League di Budapest dove gli fu consigliato da amici e parenti di lasciare la società giallorossa.
Mourinho ha passato due anni e mezzo nella Capitale collezionando su 138 match 68 vittorie, 30 pareggi e 40 sconfitte con una media punti pari a 1,70. Nella sua avventura giallorossa il portoghese ha portato la Roma a giocare due finali consecutive in Conference League (trionfo contro il Feyenoord) ed in Europa League (sconfitta ai rigori contro il Siviglia).
Mourinho, l’addio dopo Budapest
“I miei amici, la mia famiglia, perfino il mio agente mi dissero di andare via dopo la finale di Europa League dello scorso anno. Ma ho sentito la spinta del club, dal punto di vista emotivo, e sono andato avanti. Ho rifiutato la panchina della nazionale portoghese e anche un’offerta molto conveniente dall’Arabia Saudita per restare alla Roma”.
Scelta, quella di rimanere ai giallorossi, risultata sbagliata visto l’esonero arrivato a fine gennaio dopo aver collezionato 29 punti in 20 partite.
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