Oggi il quotidiano spagnolo El Pais ha dedicato un editoriale al calcio, focalizzandosi in particolare sul calcio italiano. Che non ci fa una bella figura.
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Gli spagnoli pongono l’accento sul ruolo del calcio nella società, ovunque tranne che nel nostro Paese.
“Lo stadio determinava l’identità, le finanze, il luogo e il potere di convocare la parrocchia”. “Ed è stato così in tutto il mondo. Meno in Italia”.
In Italia il problema è anche strutturale e riguarda soprattutto la generale assenza di campi di proprietà delle varie squadre, la corruzione e l’infinita burocrazia.
“In Serie A solo tre club hanno il proprio campo: Juventus, Atalanta e Udinese. Il resto vive di denaro preso in prestito. I motivi sono vari. Ma fondamentalmente hanno a che fare con l’idiosincrasia burocratica italiana, la corruzione immobiliare, gli ostacoli amministrativi e un vecchio dibattito su cosa dovrebbe essere pubblico o privato”.
Oltre all’assenza di campi, mancano stadi di proprietà
. Nemmeno molte squadre di Serie A come il Milan, l’Inter e la Roma hanno i propri stadi.“L’Italia, come in quasi tutto, è un’anomalia. Squadre come Milan (7 Scudetti e Coppe dei Campioni), Inter o Roma non hanno uno stadio proprio. Capitali mondiali del calcio senza la capacità di rendere redditizia una sede. Giocano tutti su vecchie strutture. Rinnovate, al massimo, per i Mondiali degli anni ’90 in Italia, e di proprietà del Comune.
“Persino rivali di sangue e fuoco come Inter e Milan o Lazio e Roma, sono costrette a condividere un tetto. Succede sempre in una struttura con pista di atletica, vecchia e senza possibilità di guadagno se non con gli abbonamenti in calo dei romantici tifosi”.
Quello che accade in Italia, però, non accade nei club spagnoli: in Spagna il 40% degli stadi è di proprietà dei club.
Secondo il quotidiano un esempio di grande efficienza e buon funzionamento è quello del Real Madrid, proprietario dello Stadio Santiago Bernabéu, attualmente in fase di ristrutturazione.
“Il Bernabéu è occupato in media 35 notti all’anno. Il resto (330 giorni) è un lotto chiuso che non contribuisce con un centesimo alla causa e continua a costare una fortuna. Il nuovo stadio, più o meno simile al suo aspetto simile a una stampante, vuole essere il Madison Square Garden spagnolo”.
Il nuovo stadio richiederà un investimento ingente ma genererà alti profitti: “Costerà quasi 800 milioni di euro. Ma ne genererà, secondo il club, circa 150 in più l’anno. Non importa se la squadra non la riempie ad ogni partita”.
Anche il Barcellona si è organizzato bene: grazie alla sponsorizzazione del Camp Nou di Spotify, stando a quanto riporta Il Post, potrebbe riuscire a uscire dalla crisi economica che lo attanaglia.
L’ultimo bilancio del club è stato chiuso con perdite per 481 milioni di euro e un debito complessivo di 1 miliardo e 350 milioni, ma il club è comunque riuscito a tenere botta generando 631 milioni di euro di ricavi.
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