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Ecco il Milan di Pioli
Presentato ieri alle 13, per il tecnico Pioli è arrivato il momento di scendere in campo e provare a risollevare le sorti della squadra precipitata fino ad un punto dalla zona retrocessione prima della vittoria in trasferta contro il Genoa che ha permesso di prendere fiato e di stazionare a soli due punti dalle coppe e a dieci dalla capolista Juventus. Nulla di perso quindi, ci sarà solo da rimboccarsi le maniche per cercare di arrivare al risultato per altre vie rispetto al percorso purtroppo fallimentare che aveva intrapreso Giampaolo con la consapevolezza che la squadra messa a disposizione dalla società non è da scudetto, ma nemmeno da metà classifica e che lottare per la Champions si può, anzi si deve fare per la maglia che si indossa e per tutto ciò che negli anni ha comportato vestire una casacca del genere.
Verso il 4-3-3
Il tecnico Pioli predilige il 4-3-3, modulo peraltro stabilmente adottato nella sua precedente esperienza con la Fiorentina, salvo poi nel finale passare ad un 4-2-3-1 per la mancanza di un regista. Nel Milan non avrà questo problema in quanto di registi ne troverà addirittura due, Bennacer e Biglia che ha avuto già occasione di allenare ai tempi della Lazio. Molto probabile che le chiavi del centrocampo verranno inizialmente affidate all’argentino che con la sua esperienza, se fisicamente a posto, potrebbe dare quel valore aggiunto in termini di concretezza. Accanto a Biglia spazio a Kessiè a destra e ballottaggio tra Paquetà, Bonaventura e Calhanoglu con il brasiliano in vantaggio su tutti. Molta curiosità intorno a Paquetà eccessivamente ingabbiato da Giampaolo ed ora più libero di esprimersi con il nuovo tecnico, ritornerà insomma ad essere più brasiliano in campo e questo dovrebbe andare a beneficio del bel gioco. Per quanto riguarda la difesa poco cambierà rispetto al Milan di una settimana fa, davanti all’estremo difensore Donnarumma dovrebbero giocare Calabria, Musacchio e Romagnoli centrali e Theo Hernandez sulla corsia di sinistra. Attenzione al ritorno di Caldara, ieri visto in allenamento con la squadra e Duarte che alla sua prima gara contro il Genoa ha mostrato buona personalità. Per la corsia di destra scalpita anche Andrea Conti che con Pioli potrebbe trovare più spazio. Davanti l’intoccabile sarà ancora per una volta Suso, cambiano gli allenatori, ma lo spagnolo è sempre un elemento imprescindibile anche se ora la sfida più grande per il tecnico parmigiano sarà ritrovare il giocatore che ha saputo stupire tutti, ma che da troppo tempo si perde in inutili leziosismi giocando troppo per sè e poco per la squadra. La fiducia di Pioli è incondizionata e dovrà essere bravo a rivalorizzare un talento che potrebbe tornare molto utile a supporto di un altro giocatore – Piatek – in cerca di pronto riscatto dopo le prime gare sottotono con sole due reti su calcio di rigore e prestazioni farcite da errori grossolani sotto porta. A completare il reparto offensivo Leao su cui Pioli ha speso parole importanti sottolineando il fatto che il portoghese è un talento che va sfruttato. Ricordiamo come ai tempi della Fiorentina Pioli ha saputo far emergere Chiesa, con Leao la storia si potrebbe ripetere, i due hanno caratteristiche simili.
Siccome Pioli è comunque un tecnico molto abile anche ad adattarsi ed adattare la squadra verso altri moduli, non è escluso che per qualche gara venga utilizzato anche un 4-2-3-1 con Kessiè e Biglia a centrocampo e Suso. Leao e Paquetà alle spalle del terminale offensivo Piatek. Le soluzioni di certo non mancano al tecnico e ritengo riuscirà a fare esprimere bene il materiale che ha a disposizione, sfida difficile, ma da vincere sarà quella di lavorare molto sulla testa, purtroppo la squadra vista in campo in queste sette gare non era stanca, bensì una troppo preoccupata, troppo confusa che non riusciva a gestire la palla tra i piedi. Pioli dovrà essere molto abile a cambiare in fretta questa mentalità.
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Djokovic al World Sports Summit di Dubai: “I miei idoli erano Sampras, Kobe Bryant e Alberto Tomba. Da bambino amavo giocare a calcio”
Novak Djokovic, campione del Tennis e grande appassionato di calcio, rivela i suoi idoli di infanzia al World Sports Summit di Dubai, tra cui Pete Sampras, Kobe Bryant e Alberto Tomba.
Djokovic: Un Viaggio tra Tennis e Altri Sport
Durante il prestigioso World Sports Summit di Dubai, Novak Djokovic ha condiviso con il pubblico i nomi dei suoi idoli sportivi. Tra questi, spiccano leggende come Pete Sampras nel tennis, Kobe Bryant nel basket e Alberto Tomba nello sci. Djokovic ha sottolineato come queste figure abbiano influenzato la sua carriera e ispirato il suo percorso nel mondo del tennis. “Ero un grande fan di Sampras, Bryant e Tomba, i più grandi nei loro sport”, ha affermato il campione serbo.
Un Amore per il Calcio
Oltre a parlare dei suoi idoli, Djokovic ha rivelato un dettaglio inaspettato circa la sua infanzia: la passione per il calcio. “Se non fossi diventato un tennista, cosa avrei fatto? Da bambino, amavo anche giocare a calcio”, ha confessato. Questa dichiarazione ha suscitato interesse tra gli appassionati di sport, evidenziando la versatilità e i molteplici interessi di Djokovic al di là dei campi da tennis.
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Fonte: l’account X di Schira
Novak #Djokovic to #WorldSportsSummit in Dubai: “My idols were Pete #Sampras, Kobe #Bryant and Alberto #Tomba: they were the greatest in their sports and I supported them as a fan. If I hadn’t been a tennis player, what would I have done? When I was a child, I also loved to play football…”
— Nicolò Schira (@NicoSchira) Dec 29, 2025
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Baggio e il Pallone d’Oro: il “Divin Codino” celebrato al World Sports Summit di Dubai
Roberto Baggio, leggenda del calcio, partecipa al World Sports Summit a Dubai, celebrando i 32 anni dalla vittoria del Pallone d’Oro.
Un’icona del calcio al World Sports Summit
Roberto Baggio, uno dei più grandi simboli del calcio mondiale, ha fatto il suo trionfale ingresso al World Sports Summit di Dubai. Questo evento prestigioso riunisce personalità di spicco dello sport globale per discutere delle sfide e delle opportunità future nel mondo sportivo. La presenza di Baggio non solo arricchisce ulteriormente il summit, ma rappresenta anche un omaggio alla sua straordinaria carriera. Esattamente 32 anni fa, nel dicembre del 1993, Baggio otteneva il massimo riconoscimento individuale per un calciatore, il Pallone d’Oro, consacrandosi tra i migliori di sempre.
Ricordi indelebili e un futuro nello sport
Durante il suo intervento, Baggio ha condiviso momenti salienti della sua carriera e ha discusso delle potenzialità del calcio moderno. L’evento ha offerto l’opportunità di riflettere su come il calcio abbia evoluto nel corso degli anni e sulle sfide che i futuri talenti dovranno affrontare. La partecipazione di Baggio al summit non è solo un tributo al passato glorioso, ma anche un invito a guardare avanti, esplorando nuovi orizzonti per lo sport e i suoi protagonisti.
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Fonte: l’account X di Schira
One of the greatest football legend Roberto #Baggio is just arrived at #WorldSportsSummit in Dubai. Exactly 32 years ago he won the Ballon d’Or. 💎
— Nicolò Schira (@NicoSchira) Dec 29, 2025
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FIFA, Infantino: “Non c’è mai troppo calcio, anzi ne servirebbe di più”
Gianni Infantino durante un intervento al World Sports Summit, ha delineato la visione della FIFA per un calcio sempre più globale, inclusivo e sostenibile.
Il presidente della FIFA, Gianni Infantino, in un discorso pronunciato al World Sports Summit di Dubai, ha espresso la visione dell’organo di governo mondiale del calcio: un calcio sempre più globale, inclusivo e sostenibile. Infantino ha affrontato uno dei temi più dibattuti degli ultimi anni, il numero di partite e la presunta “saturazione” del calendario. Ha sottolineato la necessità di trovare un equilibrio tra calcio di club e calcio delle nazionali, tra partite significative e insignificanti.
Ha inoltre parlato degli investimenti della FIFA nello sviluppo del calcio in tutto il mondo e ha affermato: “Stiamo investendo miliardi di dollari nello sviluppo del calcio in tutto il mondo. Nei 211 Paesi tutti ricevono sovvenzioni per costruire campi e formare giocatori. Entro il prossimo anno avremo 100 accademie FIFA in 100 Paesi diversi”.
Infantino sul Mondiale per club e il Mondiale 2026
Infantino ha riservato spazio anche per parlare del Mondiale per club, uno dei progetti più ambiziosi della FIFA. Ha definito l’ultima edizione disputata negli Stati Uniti un successo commerciale e ha sottolineato l’importanza di dare spazio al calcio dei club.
Ha poi parlato delle impressionanti cifre previste per il Mondiale 2026, che si giocherà tra Stati Uniti, Canada e Messico: “48 squadre, 104 partite: 104 Super Bowl in un mese. Avremo sei o sette milioni di persone negli stadi e sei miliardi davanti alla televisione. In appena due settimane abbiamo ricevuto 150 milioni di richieste di biglietti. In 100 anni di storia della Coppa del Mondo la FIFA ne ha venduti 44 milioni in totale. È qualcosa di assolutamente incredibile”.
Il ruolo della FIFA nel calcio mondiale
Infantino ha infine ribadito il ruolo fondamentale della FIFA nel finanziamento del calcio mondiale: “Siamo l’unica organizzazione che finanzia il calcio in tutto il mondo. Senza la FIFA non ci sarebbe calcio in 150 Paesi”.
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Fonte: Gianluca Di Marzio
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