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Difensori centrali italiani, merce rara… Un problema solo di valorizzazione ?

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La nazionale azzurra guidata da Roberto Mancini e  fresca campione d’Europa, deve molto al muro alzato dai due difensori centrali titolari a protezione di Gianluigi Donnarumma. Parliamo ovviamente di Leonardo Bonucci (34 anni) e Giorgio Chiellini (36 anni). Hanno sfruttato una intesa affinata in anni e anni di militanza in comune con la maglia della Juventus e della nazionale stessa. Si tratta di due centrali completi e che in coppia si intendono alla perfezione. Hanno tecnica, potenza, senso dell’anticipo, colpo di testa e una grande etica del lavoro quotidiano. In campo uno usa il piede destro (Bonucci) e uno il sinistro (Chiellini), uno costruisce il gioco (Bonucci), l’altro è più concreto (Chiellini). Tatticamente sono dei mostri: sanno giocare sia con la linea schierata a quattro, sia con la difesa a tre e in marcatura diretta sull’avversario sono imbattibili (vedasi come per esempio Chiellini ha annullato il temuto Harry Kane, nella semifinale con gli inglesi). E cosa che non guasta, sanno fare male anche nell’area avversaria (il gol di Bonucci all’Inghilterra è un manifesto). 

Dietro di loro, cosa germoglia per il futuro della nazionale e delle nostre squadre? Le loro riserve ai campionati europei erano Francesco Acerbi (33 anni) e Alessandro Bastoni (22) anni, che sarà la colonna portante della difesa azzurra nei prossimi anni.  Esiste nel ruolo, un vuoto generazionale spaventoso.

Le alternative ai due mostri sacri, si contano sulle dita di una mano. Non a caso, le società italiane fanno sempre più ricorso al prodotto straniero, alcuni esempi: De Ligt (Juventus), Tomori, Kjaer (Milan), Skriniar e De Vrij (Inter), Manolas e Koulibaly (Inter), Colley e Yoshida (Sampdoria), Smalling (Roma), Luiz Felipe e Radu (Lazio), Erlic e Ismajli (Spezia), Dijmsiti, Romero (Atalanta), Milenkovic , G. Pezzella, L. M. Quarta (Fiorentina), Soumaoro (Bologna), Godin e Walukiewicz (Cagliari), Bremer, Lyanco (Torino).

E gli italiani ? Annaspano nelle retrovie o nella cadetteria. una veloce panoramica sulla situazione attuale: Alessio Romagnoli è il capitano del Milan da anni, ma non riesce a evolvere, mentre il suo compagno di reparto Matteo Gabbia è dietro a lui, Tomori e Kjaer nelle gerarchie, ma nel lotto dei papabili azzurri è il più solido; Daniele Rugani ha trovato un minimo di continuità la scorsa stagione fra Rennes e Cagliari, è rientrato alla Juventus come quarto centrale; Kevin Bonifazi è appena passato dall’Udinese al Bologna e i continui cambi di maglia non lo aiutano, ma ha talento; Armando Izzo comincia a essere stagionato e paga sicuramente il fatto che in nazionale si gioca maggiormente con la difesa a quattro, mentre al Torino viene utilizzato all’interno di una difesa a tre; Gianluca Mancini della Roma è quello che per caratteristiche è mentalità viene visto come una presenza fissa nei prossimi impegni azzurri; Matteo Lovato appena passato dal Verona all’Atalanta non potrà che fare il salto di qualità nelle mani di Gasperini. Come si può notare, sono alternative contate.

Un problema di esterofilia, vista la nutrita presenza di stranieri anche nei vivai oppure la scuola tecnica dei difensori italiani ha segnato il passo ? Da sempre la nazione calcistica italiana ha prodotto dfensori centrali che hanno fatto storia e segnato epoche. Per intenderci, qualche nome: Gaetano Scirea, Franco Baresi, Fabio Cannavaro, Fulvio Collovati, Claudio Gentile, Sergio Brio, Alessandro Nesta, Marco Materazzi, Paolo Maldini, Pietro Vierchowod, Tarcisio Burgnich, Riccardo Ferri, Giuseppe Bergomi, Renato Zaccarelli, Alessandro Costacurta, Filippo Galli.

Una cosa appare evidente, sotto gli occhi degli addetti ai lavori e degli appassionati: la marcatura a uomo è sparita quasi del tutto, con l’avvento del gioco a zona. Adesso i difensori centrali lavorano molto sulla velocità per affrontare gli avversari in uno contro uno, sulla tecnica e sul senso dell’anticipo. Difficilmente un centrale moderno riesce a marcare un attaccante avversario seguendolo in ogni zona del fronte offensivo. Perchè è cambiato il calcio, sono cambiati i sistemi difensivi, sono cambiate le metodologie di allenamento, si fa molta tattica.

Questo ha spettacolarizzato il calcio, indubbiamente, si vedono più reti. Ma per contrappasso si è impoverito il ruolo del difensore centrale, che giocando a quattro in linea (modulo che ormai usano quasi tutti) se salta la protezione dei centrocampisti, è esposto agli attacchi rapidi degli avversari e non sapendo prendere l’uomo in marcatura, si trovano a dover fronteggiare in uno contro uno attaccanti o esterni rapidi e veloci. Sarà un caso che alla finale del campionato europeo sono arrivate due squadre come l’Italia e l’Inghilterra, che avevano coppie di centrali vecchio stampo (Maguire e Stones quella inglese), capaci di giocare sia in linea e sia in marcatura sull’uomo, malgrado la loro imponente stazza ?

Appurato che è un problema al 95% di sistema tattico, il 5% della mancanza di difensori italiani di un certo livello va ascritto alle società e agli allenatori che fanno fatica a fidarsi e a lanciare giovani. Chi ha coraggio, come Conte che ha lanciato un giovanissimo Alessandro Bastoni, viene premiato. O come Juric che a Verona ha valorizzato e lanciato Matteo Lovato. L’auspicio è che i disagi economici imposti dalla pandemia, spingano appunto allenatori e società a puntare sui giovani italiani del vivaio, investendo sempre di più nel prodotto locale. Soprattutto vedendo il livello di certi stranieri nelle squadre italiane.

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Inter, all’inizio del prossimo campionato potrebbero non esserci Lautaro e Thuram | I dettagli

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Inter, Simone Inzaghi

Simone Inzaghi già trema in vista della prossima stagione. L’Inter, infatti, potrebbe perdere Lautaro e Thuram per l’inizio del campionato 2024/25. Il motivo

Indice

L’Inter, nuove competizioni e nuovi format

Non è ancora terminata la stagione 2023/24, che l’Inter spera di chiudere con lo scudetto e la seconda stella, che già si pensa alla prossima. Il nuovo anno calcistico dovrebbe aprirsi con qualche bella novità. In particolare, la Champions League nella sua nuova formula e il Mondiale per Club. Si tratta di un vero e proprio nuovo torneo a 32 squadre e, quindi, con molte più partite da sostenere per una squadra, nell’arco della stagione. Se poi si aggiungono anche gli Europei e la Coppa America agli impegni dei calciatori coinvolti, viene facile comprendere che per i club ci sarà molto da lavorare per gestire le rose.

Inter, Lautaro Martinez

Inzaghi, attenzione alle Olimpiadi

Veniamo ora al punto cruciale di questo articolo. La possibile assenza di Lautaro e Thuram ai nastri di partenza del prossimo campionato. Ai due attaccanti nerazzurri, attualmente impegnati con le rispettive Nazionali, è stato chiesto cosa farebbero se venissero convocati per le prossime Olimpiadi. Entrambi hanno dichiarato che risponderebbero positivamente alla chiamata del selezionatore. Se dovesse essere così, l’Inter inizierebbe la stagione senza l’intero attacco titolare.

I possibili scenari per gli attaccanti dell’Inter

Come sappiamo, gli Europei iniziano il 14 giugno e terminano dopo un mese. In quella data termina anche la Coppa America. Le Olimpiadi, invece, iniziano il 24 luglio e terminano l’11 agosto. Solo 9 giorni prima dell’inizio della Serie A. Se Lautaro e Thuram partissero per le Olimpiadi, quindi, andrebbero in vacanza subito dopo, perdendo almeno 2 partite di Campionato. Come sostiene la Gazzetta dello Sport, però, calciatori e staff potrebbero mettersi d’accordo o opporsi alla partecipazione dei calciatori alla competizione olimpica.

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Juventus, il centro sportivo di Vinovo cambia nome: ecco l’Allianz Training Center

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Juventus

La Juventus, attraverso un comunicato ufficiale, ha comunicato il cambio di nome per il centro sportivo di Vinovo in Allianz Training Center.

Con un comunicato ufficiale la Juventus ha diramato una novità per quanto riguarda il centro sportivo di Vinovo: il nome. Infatti il club bianconero cambierà il nome dello storico centro, che per la partnership con Allianz da oggi diventa Allianz Training Center.

Juventus

Juventus, il comunicato

“Dici Juventus e pensi, oltre ai colori bianconeri e alle nostre squadre, ai tanti posti in cui il club vive ogni giorno.

Dici Juventus e pensi anche a Vinovo: oggi è la casa delle Juventus Women, delle Giovanili e della Next Gen, grazie anche a un’importante opera di riorganizzazione degli spazi e di restyling che si è svolta nel recente passato.

Vinovo è storia della Juve, è il centro in cui fin dal 2006 si sono svolti gli allenamenti di tutte le nostre squadre.

Da oggi, nell’ambito della partnership già esistente, questo luogo così importante per il nostro passato e soprattutto per il nostro presente e per il nostro futuro, si chiama Allianz Training Center.

Continua dunque il forte legame con Allianz, che dal 2017 è anche il Naming del nostro stadio, l’Allianz Stadium, e dal 2020 è brand presente sul retro delle maglie della Prima Squadra Femminile.

Quindi, da oggi, se dici Vinovo, dici… Allianz Training Center”.

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Gravina contro tutti: la Serie A e la B unite nelle proteste

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Gravina

Oggi l’appuntamento è con il Consiglio Federale per le Riforme. Gli occhi sono tutti puntati su Gravina, criticato sia dalla Serie B che dalla Serie A.

Il calcio italiano vive un momento di grande agitazione, con polemiche che coinvolgono sia la giustizia sportiva che quella ordinaria, oltre che le misure di sostenibilità economico-finanziaria del calcio italiano.

Il Consiglio Federale per le Riforme, presieduto da Gabriele Gravina, si prepara a votare una parte della riforma del calcio, ma emergono segnali di insoddisfazione da parte delle Leghe e dei club. Il consiglio si aprirà alle ore 15 di oggi.

La Serie A, pur essendo soddisfatta dei dettagli della riforma, esprime un crescente malcontento verso la gestione della Federazione. Questo malumore si manifesta con un possibile voto contrario alla riforma, come segnale di protesta contro la mancanza di ascolto da parte della Federazione riguardo a questioni cruciali per i club, come i giocatori extracomunitari e le multiproprietà.

A fare capo alla delegazione della Lega Serie A, oltre al presidente Casini, anche figure come Giuseppe Marotta e Claudio Lotito.

Anche la Serie B esprime perplessità sulla gestione delle retrocessioni dalla Serie A alla B.  A seguito di uno scambio di lettere con Gravina, il presidente della Lega Serie B Mauro Balata ha già dichiarato che non voterà a favore delle riforme. Al momento, non si sa se si asterrà o voterà a sfavore.

Dal canto suo, Gravina definisce “inaccettabili” le critiche alla trasparenza dei controlli federativi.
La tensione tra le parti è palpabile, e l’esito del voto di oggi sulla riforma rimane incerto.

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