Corriere dello Sport: lo storico quotidiano festeggia il centenario con un docufilm presentato alla Festa del Cinema di Roma. Nomi illustri, sportivi e non.
Nato il 20 ottobre 1924 sotto la guida dell’ex calciatore Alberto Masprone e di Enzo Ferrari, il Corriere dello sport è da sempre esempio di narrazione giornalistica appassionata ed emozionante.
Il docufilm “Eroici” racconta un secolo di tutto questo.
Era il 12 luglio 1982 quando il titolo a caratteri cubitali apriva la prima pagina del Corriere dello Sport.
Celebrava la vittoria dell‘Italia di Bearzot ai Mondiali di Spagna.
Fu record storico di vendite: 1.699.966 copie.
La produzione è nata dalla collaborazione tra Groenlandia e Rai Documentari.
A dirigere c’è Giuseppe Marco Albano e la scrittura è di Shadi Cioffi.
Viene ripercorsa la storia del giornale e la cronaca che ha fatto di ogni evento sportivo.
Soprattutto attraverso la voce dei suoi protagonisti, tra cui: Francesco Totti, Alessandro Nesta, Federica Pellegrini, Gianmarco Tamberi, Paola Egonu, Adriano Panatta, Alberto Tomba, Pecco Bagnaia, Giuseppe Signori, Fabio Cannavaro, Carlo Ancelotti, Josè Mourinho, Arianna Errigo, Gianmarco Pozzecco.
Per un totale dunque di tre campioni del mondo del 2006 e quattro medaglie d’oro olimpiche.
Non solo, anche tifosi d’eccezione come Carlo Verdone e illustri addetti ai lavori tra cui il il presidente del Coni Giovanni Malagò e il direttore del Corriere dello Sport-Stadio Ivan Zazzaroni.
La narrazione è affidata alla voce di Luca Ward.
Presenti il 19 ottobre alle ore 18.30 al Teatro Olimpico per la prima visione c’erano tra gli altri il ministro degli esteri Antonio Tajani, il sindaco di Roma Roberto Gualtieri, il presidente della Figc Gabriele Gravina, l’ex presidente della Ferrari Luca Cordero di Montezemolo e l’ex calciatore Zibì Boniek.
Ovviamente è intervenuta la famiglia Amodei, alla guida del quotidiano da oltre sessant’anni.
Rischio processo per il presidente della FIGC, Gabriele Gravina: l’accusa è quella del riciclaggio. Tra gli altri indagati risulta anche Pasquale Striano.
Rischio processo per il presidente della FIGC Gabriele Gravina. La procura di Roma, in base a quanto si apprende da Calcionews24, ha proceduto alla chiusura del procedimento che lo vede indagato per l’accusa di autoriciclaggio. Il procedimento venne avviato nel marzo del 2023 a piazzale Clodio dopo un atto di impulso della Procura nazionale Antimafia su presunti illeciti emersi dall’inchiesta di Perugia su attività di dossieraggio che coinvolge, tra gli altri, Pasquale Striano.
L’oggetto del procedimento riguarda presunte irregolarità tra cui la compravendita di una collezione di libri antichi nella disponibilità del presidente della Federcalcio. Il 19 novembre il tribunale del Riesame aveva rigettato l’appello della Procura sul sequestro preventivo di 140 mila euro nei confronti del numero uno della FIGC.
Il presidente del Torino Urbano Cairo ha parlato della contestazione dei tifosi granata durante il match contro il Napoli e su una possibile cessione del club.
A margine del sessantesimo anniversario del Catalogo dell’Arte Moderna, edito da Urbano Cairo, il presidente del Torino ha rilasciato alcune dichiarazioni riguardo il momento del club granata, e sulle contestazioni verso la sua presidenza.
Di seguito le sue parole
“Sono il più longevo sia come editore di questo lavoro che come presidente del Torino, solo che qui siete contenti che ci sia, mentre al Torino qualche volta mi contestano. Fortunatamente mi tirate su il morale. Dico ma scusate, sono 19 anni e 3 mesi che sono al Toro, l’ho preso da un fallimento quando non c’erano nemmeno i palloni. Il primo anno mi danno la possibilità di fare la campagna acquisti in una settimana e quella stagione veniamo promossi in A. Negli ultimi anni siamo sempre stati tra le prime 10 tranne gli anni del Covid. Capisco che c’è il ricordo del “Grande Torino ma era il 1940, un mondo diverso. Da quando sono arrivati i diritti televisivi nel 93 è tutto cambiato, io devo competere fatturando 100 milioni contro chi ne fa 400-500, puntando esattamente alla stessa cosa. Non devo rimanere al Toro a vita, posso fare 20 anni ma anche di meno. Sono sicuro che in cuor loro i contestatori sanno che se dovessi lasciare se ne pentirebbero. Credo sia un rapporto padre figlio, dove ci si bastona e ci si vuole bene”.
Paulo Fonseca, alllenatore del Milan, ha parlato ai microfoni di Milan TV in vista della Coppa Italia, con un focus sul malore di Bove.
Alla vigilia della sfida degli ottavi di finale contro il Sassuolo, il tecnico del Milan Paulo Fonseca ha parlato ai microfoni di Milan TV del malore accorso a Bove durante Fiorentina-Inter.
Di seguito le sue parole
“Stavo guardando la partita, è stato un momento difficile. Ha lavorato con me a Roma, mi dispiace per quello che gli è successo. Ora sta meglio, non è importante il calcio in questo momento, ma la sua salute. Sono stati momenti difficili. Mando un abbraccio da parte di tutti noi, squadra e club. Oggi qui a Milanello si è parlato tanto di quello che è successo. Gli auguro di recuperare il prima possibile”.
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