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Camarda: “Ho imparato con quelli più grandi. Un conto è giocare con ragazzi di 15 anni, un altro e farlo contro uomini di 30”
Francesco Camarda si racconta: dagli inizi al Lecce, il percorso in Nazionale, i gol, la famiglia e i sogni azzurri del giovane attaccante.
Francesco Camarda, attaccante del Lecce in prestito dal Milan, ha raccontato la sua storia e il suo percorso in un’intervista a Vivo Azzurro Tv. Ecco le sue parole, tra emozioni, famiglia, Nazionale e sogni futuri.
Le parole di Camarda a Vivo Azzurro
Puoi parlarci dei tuoi inizi e di cosa ti ha spinto ad arrivare fin qui?
“Ho iniziato a 4 anni in una squadra vicino al mio quartiere nella Forese. Quando ci ripenso adesso, penso: ‘Cavolo ora sono arrivato qua e chissà, posso arrivare ancora più in alto’. Mi dà motivazione, ma anche più orgoglio. Dovrò sempre tutto ai miei genitori, mi hanno sempre seguito e lo fanno anche ora a Lecce, hanno fatto grandi sacrifici per trasferirsi in città. Il giorno del mio esordio mia mamma si è messa a piangere, è come se fosse stata in campo con me e abbia esaudito il desiderio anche lei”.
Ci descrivi il tuo percorso con le Nazionali giovanili azzurre?
“Ho iniziato in Under 15, la prima convocazione fu con la Slovenia. È stato bello, è un simbolo di orgoglio, fu una grandissima emozione, anche perché segnai. Ho fatto poca Under 16, sono passato velocemente con Favo all’Under 17, ne ho giocate tante e ho creato un bel rapporto con lui, ci sentiamo e ci teniamo aggiornati. L’Europeo è stato bello dall’inizio alla fine, è come se ci fosse stata una ruota in cui tutto doveva girare bene. La prima ero squalificato, poi feci un bel gol contro la Slovacchia e da lì è iniziato il nostro ciclo, giocavamo meglio ogni partita. Poi per la finale ero tranquillo, eravamo in fiducia tra di noi e con lo staff.
Nello stesso anno ho fatto l’Europeo anche con l’Under 19, siamo stati sfortunati in semifinale, se avessimo vinto potevamo alzare il trofeo. Anche quella è stata un’esperienza per il cammino che andremo a fare. Infine c’è l’Under 21, durante la prima convocazione ho fatto 10 giorni a divertirmi. Siamo un gruppo molto forte, ci troviamo bene e si vede in campo. Se c’è da essere seri lo siamo, ma anche quando dobbiamo scherzare, siamo uniti, quasi una famiglia”.
Come vivi il rapporto con il gol e il tuo rendimento sotto porta?
“Merito della squadra soprattutto, poi del mister e sì, anche mio. Se non si creano occasioni, gli attaccanti fanno fatica. Devi accelerare la forma fisica e la forza mentale, mi adeguo abbastanza in fretta ai ritmi. Quando ti trovi in campo con quelli più grandi devi aumentare forza fisica e mentale. Fin qui sono riuscito sempre ad adattarmi abbastanza bene ai ritmi, ma un conto è farlo quando hai 13 anni e giochi con quelli di 15, un conto è farlo ora a 17 in Serie A con uomini di 30 anni. Serve uno sforzo importante per adeguarsi ai tempi di gioco
Qual è un film che ti rappresenta o che ti piace particolarmente?
“Il film di Ibra lo guardo almeno una volta l’anno, anche di più. È uno dei più forti al mondo, ha fatto la storia del calcio e faceva il mio stesso ruolo. Mi ispiro anche a quello che può aver vissuto e ha fatto in carriera”.
Come trascorri il tuo tempo libero fuori dal campo?
“Prima praticavo un po’ di boxe, mi piace guardare gli sport di arti marziali, mi piace pure guardare la preparazione dei dolci, la cucina è tra i miei hobby”.
Cosa significherebbe per te una futura chiamata in Nazionale maggiore?
“È il mio sogno. Quando arriverà, se dovesse arrivare, sarò più che contento e motivato al massimo per dimostrare di voler questo posto. Quello che succederà, succederà, ma è il sogno di tutti i ragazzi e di tutti i calciatori. Sarei contentissimo”.
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Vlahovic, intervento riuscito: inizia la riabilitazione. Il comunicato della Juventus
La Juventus annuncia il successo dell’intervento chirurgico di Dusan Vlahovic e l’inizio del suo programma di riabilitazione
La Juventus ha annunciato la riuscita dell’intervento chirurgico a cui è stato sottoposto Dusan Vlahovic, dando avvio al programma di riabilitazione del calciatore.
Juventus, il bollettino medico di Vlahovic
Questo pomeriggio Dusan Vlahovic è stato sottoposto ad intervento chirurgico di riparazione dell’avulsione tendinea dell’adduttore sinistro. L’intervento, eseguito dall’equipe dei prof. Ernest Schilders e Rowena Johnson, alla presenza del medico del Club Marco Freschi, presso Mayo Clinic Healthcare di Londra e il Wellington Hospital è perfettamente riuscito e da domani il calciatore inizierà il programma riabilitativo.
Bollettino medico | Vlahovic, intervento riuscito
— JuventusFC (@juventusfc) December 4, 2025
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Juventus, la parabola di Miretti: da riserva a risorsa
Cercato dal Napoli in estate, Fabio Miretti oggi è rinato al centro della Juventus di Spalletti. Quanto può arrivare lontano?
La Juventus ha ritrovato entusiasmo e identità con il nuovo corso di Luciano Spalletti, e tra le note più luminose c’è la rinascita di Fabio Miretti. Il classe 2003, rientrato dal prestito al Genoa e frenato a inizio stagione da un infortunio, sta rapidamente scalando le gerarchie, diventando una pedina fondamentale in un momento cruciale dell’annata bianconera.
E pensare che il suo destino avrebbe potuto essere diverso. In estate Miretti era stato uno degli obiettivi più concreti del Napoli; il ds Manna lo conosceva bene e gli azzurri erano arrivati a offrire circa 14 milioni.
La Juventus, però, non era disposta a scendere sotto i 18 milioni più bonus, mentre lo stesso centrocampista, molto legato all’ambiente bianconero, aveva manifestato il desiderio di restare. Il suo agente Branchini aveva paragonato il percorso del ragazzo a quelli di Marchisio e De Ceglie, cresciuti grazie ai prestiti prima di tornare a Torino più maturi.
Juventus, l’inizio di stagione tra luci e ombre per Miretti
Il passaggio da Tudor a Spalletti e il recupero fisico hanno riaperto per Miretti una stagione che sembrava complicata. Le sue prestazioni contro Bodø/Glimt e Udinese — quest’ultima da titolare in un centrocampo a due — hanno convinto definitivamente Spalletti, che ne apprezza duttilità e personalità. Mezzala, regista, interno o trequartista: Miretti è diventato un jolly prezioso, soprattutto in un periodo in cui la Juve deve fronteggiare numerosi infortuni.
La sua crescita permette al tecnico di gestire meglio l’emergenza, persino valutando l’arretramento di Koopmeiners in difesa. E ora il calendario offre una curiosa coincidenza: domenica il giovane bianconero scenderà in campo al Maradona proprio contro quel Napoli che lo avrebbe voluto in azzurro.
Un simbolico incrocio del destino. Oggi Miretti è una risorsa ritrovata della Juventus, e Spalletti non ha più dubbi a riguardo.
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Il giornalista Bartocci tra i migliori under 40 al mondo
Importante riconoscimento per l’italiano Daniele Bartocci, giornalista sportivo tra i premiati della Top 40 Under 40 dell’anno ai Business Elite Awards 2025.
Il premio si è tenuto mercoledì scorso al St. Regis Roma e celebra ogni anno i migliori under 40 europei, più influenti e innovativi al mondo. Il giornalista Daniele Bartocci, volto noto per la sua attività nel giornalismo sportivo e per la sua dote di storytelling già visto in vari programmi tv e radio, ha conquistato vari e importanti trionfi nel corso della sua carriera da giornalista ed amante del connubio sport and food.
Tra questi spiccano il ‘Premio Andrea Fortunato” al CONI’, il Food and Travel Award, il premio 100 Eccellenze Italiane a Montecitorio, il Myllennium Award, il Giovanni Arpino, il Global Awards 2025, il Pietro Mennea e il premio Renato Cesarini. Daniele Bartocci è anche in giuria da anni nel Premio Calciobidone, i “Razzie Awards della Serie A”, cioè l’ironico “pallone d’oro al contrario” che ogni anno accende il dibattito pubblico tra tifosi, addetti ai lavori e appassionati.
Bartocci ha scritto anche un libro sul primo anno italiano di Julio Velasco, a Jesi nel lontano 1983. All’amico giornalista di Jesi (città di Roberto Mancini, Luca Marchegiani e dei campioni della scherma) Bartocci Daniele un forte in bocca al lupo per un 2026 ricco di successi.
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