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Analisi del mondo del calcio: questo è il vero problema
Analisi del mondo del calcio. Questo sport non è solo analisi tecnica i tattica, ci sono altri aspetti fondamentali, che vanno approfonditi
Oltre a ciò che si vede in campo, nell’emisfero pallonaro, vi sono degli aspetti molto importanti, da analizzare con cura. In questi ultimi anni, abbiamo assistito ad un intensificarsi del calendario. Troppe in partite, e seria possibilità che aumentino. Questo potrebbe accadere, per cercare di accrescere gli introiti, vista la crisi finanziaria dilagante dei club. È questa la soluzione per salvare il calcio? La nostra risposta è NO! Anzi, si rischia di incancrenire ulteriormente il sistema. Più partite, significherebbero anche rose più ampie, e quindi spese ancora maggiori. Non solo incassi, ma anche altre spese.
Analisi del mondo del calcio, cosa serve per tornare sulla terra
Probabilmente è necessario tornare con i piedi per terra. Come? Partendo da una drastica riduzione degli ingaggi dei calciatori. Non si possono stipendiare calciatori, seppur fenomenali, con 25-30-40 milioni di euro a stagione. Allo stesso tempo, non è possibile dare 4-5 milioni di euro a stagione, a calciatori mediocri o appena sufficienti, perché hanno azzeccato una buona stagione. Serve equilibrio, perché altrimenti si rischia il tracollo finanziario. Juventus, Barcellona, Real Madrid, Inter ed altre, hanno iniziato a cedere i pezzi pregiati. Tale strategia è stata adottata, per cercare di ridurre il monte ingaggi, vera e propria spada di Damocle, tesa sul capo dei club. Ed allora, per evitare di essere triturati da un sistema nefasto, è necessario rivedere verso il basso determinati parametri. Probabilmente si rischierà di non vincere trofei per qualche stagione, ma si eviterà un fallimento pressoché certo.
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Milan, Pioli via al 100%: settimana decisiva per il successore | Abbandonata la pista Conte?
Milan, continuano i ragionamenti in casa rossonera per il successore di Stefano Pioli. Questa sarà una settimana decisiva per arrivare ad una soluzione condivisa.
Le certezze a oggi sono due: Pioli lascerà il Milan e nel mese di gennaio c’è stato un accordo di massima con Antonio Conte. Tutto il resto è noia, come cantava Califano, o quasi. Abbiamo letto sentito in questi ultimi giorni decine di nomi per il prossimo allenatore. Siamo passati da Lopetegui a Fonseca, da Pellegrini a Potter, da Xavi ad Allegri, fino ad arrivare a Thiago Motta e al tecnico leccese, coi quali a gennaio i contatti erano stati più assidui.
Juventus e Milan stanno tuttavia avendo un comportamento speculare. Una parte delle rispettive dirigenze starebbe caldeggiando Conte, il quale gradirebbe in egual misura sia la soluzione bianconera che quella rossonera, perché rispetterebbero la volontà di rimanere in Italia e possibilmente vicino a Torino. Conte alla Juventus e Motta al Milan? Soluzione possibile, ma ci risulta che l’attuale tecnico del Bologna stia accelerando per sostituire Allegri.
Quindi Conte al Milan? Non è matematico, né scontato, nonostante una grossa fetta dei tifosi rossoneri starebbe in queste ore acclamando il suo nome. Parte della dirigenza è contro l’arrivo di Conte e lo stesso Ibrahimovic, che invece lo vuole, si trova al momento in un forte stato di difficoltà. Imporsi da ultimo arrivato, oppure ragionare su un profilo condiviso? A occhio potrebbe prevalere la seconda scelta, tuttavia continuiamo a registrare contatti con Conte. Non abbandoniamo di certo questa pista.
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Milan, Furlani:” Pioli è il nostro allenatore. Il mercato sarà più soft”
Milan, si è presentato alla fine della gara contro l’Inter davanti alle telecamere l’Amministratore Delegato rossonero. Leggiamo qui di seguito le sue parole.
Un mix di dichiarazioni catalogabili alla voce Cose che un tifoso in questo momento non vuole sentire. Tuttavia, come spesso accade, Giorgio Furlani si presenta con massima disponibilità prima e spesso anche dopo le partite. Come quest’ultima persa ai danni dell’Inter. Una sconfitta che fa male, sesto derby consecutivo perso e scudetto consegnato ai nerazzurri.
Poche parole, forse di circostanza, ma piuttosto chiare e decise:” L’allenatore è Stefano Pioli e confermo questa cosa. Siamo concentrati sul finire bene la stagione. Sulla parte sportiva chi riferisce a Gerry Cardinale siamo io, Moncada e Ibrahimovic. Poi è lui che prende la decisione finale. Abbiamo un secondo posto da difendere, noi facciamo la squadra per vincere, ma non sempre si riesce. Quest’anno il lavoro sul mercato sarà un po’ più soft”.
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Milan, 34 anni fa la seconda Fatal Verona e quel gesto di Van Basten
Sono passati 34 anni ma la ferita nel cuore di ogni tifoso rossonero resta tutt’oggi aperta. Penultima giornata, Hellas Verona-Milan, la nuova fatal Verona.
22 aprile 1990, Hellas Verona-Milan 2-1: la seconda Fatal Verona
Stadio Bentegodi, penultima giornata di Serie A. La classifica recita Milan 47 e Napoli 47 (siamo ancora nell’era dei 2 punti per vittoria). I rossoneri di Arrigo Sacchi affrontano una delle squadra candidate ormai alla retrocessione in Serie B. In caso di vittoria lo scudetto sarebbe a un passo.
Marco Van Basten è l’attaccante più forte in circolazione e guida la classifica dei cannonieri a quota 19 reti. Tutto fa presagire una facile scampagnata per i rivali del Napoli di Maradona.
Al 33esimo Simone porta in vantaggio il Milan con un gran calcio di punizione e manda le squadre negli spogliatoi sullo 0-1. Sembra fatta per i rossoneri ma l’Hellas rinasce dalle ceneri e prima o con Sotomayor al 63esimo, poi (col Milan in 9 uomini) con lo storico pallonetto di Davide Pellegrini all’89esimo, ribalta il risultato consegnando di fatto lo Scudetto ai partenopei.
Dopo la clamorosa debacle del 20 maggio 1973 per la quale è stato coniato appositamente il termine Fatal Verona, la storia si ripete con Van Basten che, dopo l’espulsione appena rimediata, si toglie la maglia e la scaglia a terra in segno di frustrazione e delusione. Un gesto storico che rimarrà negli annali.
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