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Allegri ha migliorato Vlahovic, ma non può trasformarlo in un top attaccante
Il paradosso di Dusan Vlahovic: da volto di copertina dell’ultimo periodo juventino a “colpevole” della sconfitta a Napoli.
Il Dusan Vlahovic che Massimiliano Allegri si è ritrovato fra le mani nel Gennaio del 2022 era un ottimo finalizzatore, ma non un centravanti.
Questo perché per essere un attaccante, soprattutto ad alti livelli, segnare non è sufficiente. E segnare a Firenze non è la stessa cosa che segnare a Torino sponda bianconera: checché ne strillino i giochisti.
Il primo Vlahovic juventino non sapeva giocare con i compagni. Non sapeva fare una sponda e se provava a stoppare il pallone era spesso e volentieri un passaggio involontario agli avversari: almeno sino a due mesi fa.
Allegri ha migliorato Vlahovic
Ho già smentito la fantasiosa tesi “Vlahovic non segna per colpa del gioco di Allegri” in un’analisi statistica pubblicata a Dicembre: puoi leggerla qui.
E’ però indubbio che, dall’ultima volta che ho analizzato i dati, i numeri del serbo (e non solo) siano sensibilmente migliorati. Merito, ovviamente, del lavoro di Allegri e dell’applicazione che il ragazzo ha profuso in allenamento.
L’intervista rilasciata ieri sera a “Il Club di Sky” dà la sensazione di un giocatore diverso. Nella testa, prima ancora che nei piedi. E poiché l’assioma “se Vlahovic segna è bravo lui, se non lo fa è colpa di Allegri” era disonesto in partenza, i numeri di queste ultime settimane non possono prescindere dal fatto che il lavoro del tecnico labronico ha finalmente attecchito sull’ex-Fiorentina.
Lo dicono i numeri che, come sempre, non mentono mai. Dalla vittoria sul campo della Salernitana (7 Gennaio 2024, ovvero l’inizio della sua striscia realizzativa) in poi il gioco di Dusan è stato molto più pulito tecnicamente.
Sino a quel momento il serbo, nelle sedici precedenti gare di campionato, mai aveva superato quota 30 tocchi nell’arco di una singola partita: nelle ultime otto partite invece è successo cinque volte. Nelle prime sedici partite la media è stata di 17,1 tocchi a partita, mentre nelle ultime otto la media è salita vertiginosamente sino a toccare quota 36,6: più del doppio.
Il paragone con Lautaro non regge
L’heatmap di Vlahovic ci dimostra che ora il serbo è maggiormente coinvolto nella manovra bianconera e un attaccante che tocca più palloni è un attaccante che fa più gol. Tuttavia, questo certo non basta a elidere del tutto gli atavici limiti che un attaccante di 24 anni si porta dietro.
Nella partita di ieri sera contro il Napoli, probabilmente una delle migliori gare stagionali della Juventus dal punto di vista della produzione offensiva in rapporto alla qualità dell’avversario e al coefficiente di difficoltà, il serbo ha di fatto segnato la sconfitta della sua squadra con tre errori marchiani.
Difficile fargliene una colpa, visto che veniva da dieci gol nelle ultime tredici gare, ma rimane il fatto che Vlahovic abbia segnato soltanto due volte contro squadre militanti nelle prime otto posizioni della classifica.
Tutti noi abbiamo ancora negli occhi la bruttezza tecnica del suo controllo in area di rigore contro l’Inter a San Siro, nella sconfitta che ha de facto precluso a Madama il sogno scudetto e aperto la sua “crisi”.
Vlahovic manca sistematicamente di timbrare il cartellino nei momenti importanti e questo lo rende un attaccante non da grande squadra. Il problema, ora come ora, non si pone, dato che la Juventus attuale non ha la fisionomia della grande squadra. Una dimostrazione (l’ennesima) di come non si possa chiedere ad Allegri di giocarsela alla pari con l’Inter con questa squadra.
Gli xG generali di Vlahovic sin qui sono 14,17, a fronte dei 15 gol segnati in campionato. Un dato sufficiente, ma non certo esaltante, poiché significa che il serbo segna esattamente quanto ci si aspetta da lui. Niente di più e niente di meno. La differenza con il capocannoniere del campionato, Lautaro Martinez, è tuttavia abissale. L’argentino ha un xG generale di 16,36 e ha segnato 23 gol. Il paragone sarebbe ingeneroso poiché il “Toro di Bahia Blanca” è chiaramente giunto al termine di un virtuoso percorso di crescita.
L’argentino è al suo sesto anno in una grande squadra. Nel mezzo ha vinto uno scudetto. Ha giocato una finale di Champions League e una di Europa League. Ha vinto una Copa America, una FIFA-Supercup e un Mondiale che, al netto del suo status da comprimario, ha contribuito enormemente alla composizione della sua forma mentis da grande attaccante.
Lautaro in questo momento è fra i top attaccanti del mondo e, sebbene ci siano appena due anni di differenza, il paragone con Vlahovic non regge. Senza un centravanti di grande livello, Lukaku o Lautaro o chi per loro, ad Allegri non si può chiedere lo scudetto. Questo la società lo sa, e infatti non ha mai chiesto a Max il titolo, ma devono capirlo anche i tifosi juventini. Con i giovani forti prima o poi si vince, ma gli va dato il tempo di crescere in quanto se li si tratta fin da subito come campioni in fasce si rischia di bruciarli.
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Caso ultras, la Procura pronta ad ascoltare Calabria e Barella
La pausa per le partite delle Nazionali nella stagione 2024/25 ha creato l’opportunità per la Procura di Milano di convocare alcuni tesserati di Inter e Milan nell’ambito dell’indagine che ha coinvolto i leader delle curve milanesi, Marco Ferdico e Luca Lucci, su un sistema di malaffare collegato al Meazza.
L’indagine sta ora proseguendo con l’ascolto delle cosiddette persone informate sui fatti, tra cui figurano vari membri delle squadre.
Per il Milan, il capitano Davide Calabria, non convocato per la Nazionale a causa di un infortunio, è stato segnalato come uno dei principali testimoni, avendo incontrato in segreto Luca Lucci.
Dall’altro lato, diversi tesserati dell’Inter, come Nicolò Barella (infortunato), Hakan Calhanoglu, l’allenatore Simone Inzaghi e il vice presidente Javier Zanetti, sono tra coloro che potrebbero essere ascoltati. In particolare, si sospetta che Ferdico abbia cercato di ottenere favori relativi alla vendita di biglietti per la finale di Champions League 2023.
Inoltre, Milan Skriniar, ora giocatore del PSG, ma convocato dalla Slovacchia, potrebbe essere interrogato per il suo incontro con Ferdico, che avrebbe avuto luogo nonostante il giocatore fosse in procinto di lasciare l’Inter senza rinnovare il contratto.
Questo episodio solleva dubbi sulla gestione dell’incontro da parte del club, visto che Skriniar era visibilmente preoccupato.
La giustizia sportiva, attraverso il procuratore Chiné, potrebbe applicare l’articolo 4 del Codice di Giustizia Sportiva, che riguarda la slealtà sportiva, con possibili sanzioni che potrebbero colpire giocatori e dirigenti, tra cui Simone Inzaghi e Javier Zanetti.
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Milan, un problema chiamato Thiaw: Gabbia la soluzione | E attenzione a Tomori
Milan, la coperta rossonera dal punto di vista della difesa è senza dubbio molto corta. Vediamo qui di seguito lo stato dell’arte degli uomini a disposizione di Paulo Fonseca.
Il Milan si appresta ad affrontare un vero e proprio tour de force che inizierà domani sera contro il Liverpool per arrivare al derby di domenica sera contro l’Inter.
Sempre fuori uso Malick Thiaw, attualmente infortunato e con un morale che rasenta il terreno. Il tedesco infatti è finito al livello più basso delle gerarchie di Paulo Fonseca e recuperarlo non sarà di certo semplice. Più probabile invece una cessione in prestito a gennaio solo ed esclusivamente se si riuscirà a mettere mano su un altro difensore centrale nello stesso periodo.
Una garanzia è invece rappresentata da Matteo Gabbia il quale anche durante la gara contro il Venezia è risultato uno dei migliori in campo sfiorando il gol assegnato poi a Fofana. Il centrale italiano potrebbe addirittura scalzare Fikayo Tomori il quale ha deluso nelle sue ultime apparizioni.
Il centrale inglese, peraltro non impegnato con la Nazionale, è stato escluso da Fonseca. Una sorta di bocciatura che potrebbe essergli utile per ricaricare le batterie e soprattutto riprendersi la titolarità.
Ad oggi, l’unica certezza è rappresentata da Pavlovic, una vera e propria diga difficilmente valicabile. Un acquisto azzeccatissimo dalla dirigenza rossonera.
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Caso FIFA-Diarra, rescissione e contratti: cosa significa la sentenza della Ue
La sentenza della Corte di Giustizia dell’Unione Europea sul caso Diarra, incentrata sulla compatibilità delle regole FIFA relative ai trasferimenti dei giocatori con il diritto comunitario, introduce importanti novità.
In particolare, la Corte ha esaminato le disposizioni del “Regolamento sullo Status e il Trasferimento dei Giocatori” (RSTP) della FIFA che riguardano la responsabilità solidale dei nuovi club in caso di risoluzione del contratto di un giocatore senza giusta causa e le sanzioni sportive associate.
Indice
Principali punti della sentenza:
1. Libertà di circolazione dei lavoratori: La Corte ha stabilito che le norme FIFA in questione costituiscono un ostacolo alla libertà di circolazione dei lavoratori all’interno dell’Unione Europea. In particolare, la regola che obbliga il nuovo club a rispondere in solido delle indennità dovute dal giocatore al precedente club rappresenta un freno per i club che potrebbero voler ingaggiare giocatori da altri Stati membri, creando rischi giuridici e finanziari rilevanti.
2. Proporzionalità delle sanzioni: Le sanzioni imposte ai nuovi club, inclusi il divieto di tesserare nuovi giocatori e l’obbligo di versare l’indennità, sono ritenute sproporzionate rispetto all’obiettivo legittimo di garantire la regolarità delle competizioni. Inoltre, la Corte ha sottolineato che i criteri di calcolo delle indennità tendono più a proteggere gli interessi finanziari dei club che a preservare la stabilità competitiva.
3. Contrasto con le regole della concorrenza: Le regole del RSTP limitano la concorrenza transfrontaliera tra club per il reclutamento dei giocatori, in quanto impongono restrizioni permanenti che possono dissuadere i club dall’ingaggiare giocatori già sotto contratto con altre società.
Implicazioni della sentenza
La decisione della Corte non abolisce il sistema di trasferimenti o consente ai giocatori di rescindere i contratti senza conseguenze. Tuttavia, stabilisce che le norme attuali della FIFA, che impongono responsabilità solidali e sanzioni sportive senza considerare le specifiche circostanze di ogni caso, eccedono quanto necessario per garantire la regolarità delle competizioni. I giocatori possono trasferirsi anche in presenza di una controversia contrattuale, ma il club precedente ha comunque il diritto di fare causa per ottenere un risarcimento.
Commenti:
Secondo il legale di FIFPro (il sindacato internazionale dei calciatori), Pieter Paepe, la sentenza rappresenta una svolta nel mercato dei trasferimenti, mettendo in discussione le basi economiche delle attuali regole. Emilio Garcia, responsabile legale della FIFA, ha sottolineato che i principi fondamentali del sistema dei trasferimenti rimangono validi, ma che la FIFA continuerà a lavorare per garantire stabilità e integrità nelle competizioni.
Questa sentenza potrebbe avere un impatto significativo sul futuro delle controversie contrattuali nel calcio, aprendo la strada a una maggiore libertà di movimento per i calciatori, pur mantenendo un quadro di regole che tutelino i club.
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