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Alla scoperta di Antonio Silva

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Uno dei nomi maggiormente chiacchierati in ottica Juventus è sicuramente Antonio Silva. Il classe 2003 è stato infatti accostato a Madama soprattutto dopo l’infortunio di Cabal, che si è susseguito a quello di Bremer e ha privato la Juve di due pedine importanti fino al termine della stagione.

Il taccuino di Giuntoli è per questo ricco di profili interessanti, tenendo però sempre un occhio al portafoglio vista la mancanza di liquidità con cui la Juve deve fare i conti in vista di gennaio.

Per questo Antonio Silva rappresenta l’identikit perfetto per fronteggiare l’emergenza nel reparto arretrato.

La sua clausola rescissoria è di ben 100 milioni, ma è naturale che nemmeno dalle parti del Da Luz si aspettano di ricevere un assegno così ricco.

Il portoghese potrebbe infatti essere prelevato con una formula simile a quella di Conceicao. Un prestito secco ma oneroso con cui andare in un secondo momento a definire l’acquisizione a titolo definitivo qualora il ragazzo dovesse convincere.

Chi è Antonio Silva

Antonio Silva è uno dei difensori centrali più promettenti della nuova generazione portoghese. Nato nel 2003 ad Águeda, in Portogallo, Silva si è rapidamente affermato come uno dei giovani più interessanti del panorama europeo, grazie alla sua combinazione di talento naturale, compostezza e intelligenza tattica.

Ne sa qualcosa anche la stessa Juventus che due anni fa sfidò proprio il Benfica e subì 4 gol, uno dei quali firmato proprio da colui che potrebbe vestire tra qualche settimana la maglia bianconera.

Cresciuto nel vivaio del Benfica, Silva ha iniziato a giocare nelle giovanili del club nel 2016, a soli 13 anni. La sua crescita nel settore giovanile è stata costante, dimostrando fin da subito una maturità e una visione di gioco fuori dal comune.

Nel 2021, si è messo in luce con la squadra B del Benfica, disputando partite nel campionato di seconda divisione portoghese e attirando l’attenzione degli osservatori per la sua capacità di leggere il gioco e per l’efficacia nei contrasti. L’esordio arriverà nella stagione seguente, quando l’ex allenatore delle “aquile” Schmidt lo farà debuttare nonostante la giovane carta d’identità.

Silva non subisce la pressione ma anzi dimostra grande personalità, con la quale convince tutti e diventa nel giro di poco tempo un pilastro di quella squadra che riuscì a raggiungere i quarti di finale di Champions League.

Nella stagione in corso invece il classe 2003 sta trovando qualche difficoltà in più ad affermarsi, complice l’ascesa di Araujo che gli viene preferito dal nuovo allenatore Bruno Lage. Motivo per il quale Silva potrebbe decidere di cambiare per la prima volta squadra e di affacciarsi ad un altro topo club. Su di lui infatti, oltre alla Juventus, anche Bayern Monaco e Manchester United.

Caratteristiche tecniche

Alto 1,87 metri, Antonio Silva è un difensore fisicamente imponente ma anche agile, capace di coprire grandi spazi e di anticipare gli attaccanti grazie alla sua lettura tattica. È un giocatore polivalente, che eccelle nei duelli aerei e si distingue per l’abilità nel posizionamento. La sua qualità nei passaggi lo rende una risorsa chiave per impostare l’azione offensiva dalla difesa.

Grazie alla sua incredibile e rapida crescita nel 2022 si è affacciato per la prima volta anche nel giro della nazionale portoghese, debuttando nello stesso anno prima che prendessero il via i Mondiali in Qatar. Competizione alla quale Silva ha partecipato, prendendo parte alle stretta lista di 26 che partirono per Doha.

Pur non essendo un difensore goleador, Silva ha saputo togliersi più di una volta la soddisfazione di gonfiare la rete. Su 53 presenze con il Benfica ha messo a referto 5 gol, mentre invece con il Portogallo ha arricchito il suo bottino con 2 reti nell’Under 17 e Under 19.

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Fiorentina, il rigore della discordia: parla Gudmundsson

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Fiorentina

La Fiorentina è in una crisi sempre più nera, che si esprime anche attraverso i rifiuti da parte dei giocatori a calciare i rigori. Almeno secondo Vanoli.

Fiorentina-Sassuolo, cosa è successo?

Nella partita tra Fiorentina e Sassuolo, persa dai Viola, c’è stato un calcio di rigore trasformato da Rolando Mandragora. Ma subito era nata una discussione tra Mandragora e Moise Kean su chi dovesse tirarlo.

Dopo la partita, l’allenatore viola Paolo Vanoli in conferenza ha dichiarato che il rigorista ufficiale era Gudmundsson, ma che secondo lui l’islandese “non ha voluto calciare”.

Fiorentina, la risposta di Gudmundsson

Gudmundsson ha smentito categoricamente la versione di Vanoli. In un commento sotto un post social ha detto che “non ha mai rifiutato un rigore” e che “non litigherebbe mai con un compagno davanti a uno stadio pieno”.

In pratica: un altro giocatore, secondo lui, ha preso spontaneamente la palla per calciare, e lui non ha opposto resistenza, per evitare tensioni davanti ai tifosi.

Una Viola in crisi profonda

La sconfitta contro il Sassuolo peggiora una situazione già drammatica: la Fiorentina ricopre l’ultimo posto in classifica.

Per Vanoli, il problema è soprattutto mentale: nella sua conferenza ha denunciato una mancanza di spirito di squadra, troppi alibi, poca “forza da uomini”.

Cosa significa per la squadra?

Il dissidio pubblico tra allenatore e giocatore, anche se mediato via social, svela molte delle tensioni e della sfiducia che aleggiano nello spogliatoio. Se da un lato Vanoli tenta di rimettere ordine e responsabilizzare la squadra, dall’altro Gudmundsson cerca di difendere la sua immagine e il rapporto con i compagni.

In ogni caso, l’episodio del rigore evidenzia come la crisi della Fiorentina non sia solo tecnica, ma anche (forse soprattutto) psicologica e relazionale.

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Cagliari-Roma, le ultimissime dall’Unipol Domus: Borrelli e Ferguson guidano gli attacchi di Pisacane e Gasperini

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Alle ore 15:00 andrà in scena la sfida pomeridiana tra Cagliari e Roma all’Unipol Domus. Un incrocio tra ambizioni salvezza e vertice della classifica.

CagliariRoma sarà il match del pomeriggio di questa domenica di serie A, che sta vivendo un turno suddiviso su tre giorni e che si concluderà domani.

I padroni di casa hanno raccolto finora 11 punti, e per ora sono fuori dalla zona retrocessione, e ambiscono a tenere a distanza le inseguitrici.

Dal lato capitolino, invece, attualmente la classifica dice quarto posto con 27 punti, frutto di nove vittorie e quattro sconfitte.

Ultime Cagliari

Dopo la parentesi Coppa Italia, Pisacane torna a puntare sui titolarissimi.

Perciò Caprile difenderà i pali, con Zappa, Deiola e Luperto in difesa.

A centrocampo agiranno Palestra, Adopo, Liteta, Folorunsho e Obert, mentre in attacco Esposito affiancherà Borrelli.

Ultime Roma

Gasperini non può concedere cali di tensione ai suoi, soprattutto alla luce del risultato di ieri dell’Inter, che è scattato a +3 sui giallorossi, in attesa degli impegni di Napoli e Milan.

La settimana che va ad iniziare sarà caratterizzata dall’impegno in Europa League contro il Celtic, ma all’Unipol Domus sarà schierata la formazione migliore, senza calcoli.

L’unico dubbio riguarda l’attacco, con Ferguson che dovrebbe partire dal 1′, ma occhio a Dybala e Baldanzi, nel caso si dovesse puntare sull’attacco leggero.

Probabili formazioni

Cagliari (3-5-2): Caprile; Zappa, Deiola, Luperto; Palestra, Adopo, Liteta, Folorunsho, Obert; S.Esposito, Borrelli. Allenatore: Fabio Pisacane

Roma (3-4-2-1): Svilar; Mancini, N’Dicka, Hermoso; Celik, Cristante, Kone, Tsimikas; Soule, Pellegrini; Ferguson. Allenatore: Gian Piero Gasperini

La squadra arbitrale

Arbitro: Zufferli

Assistenti: Tegoni – Fontemurato

Quarto ufficiale: Di Marco

Var: Guida

AVar: Pezzuto

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Fiorentina, Goretti: “Non siamo squadra. I tifosi sono venuti a Reggio Emilia, noi no”

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Roberto Goretti commenta a DAZN e in conferenza stampa la sconfitta della Fiorentina contro il Sassuolo, analizzando uno dei momenti più difficili della storia recente viola.

Roberto Goretti ha parlato ai microfoni di DAZN dopo Sassuolo-Fiorentina, analizzando uno dei momenti più bui e delicati della squadra viola nelle ultime settimane.

Sul momento buio:

“C’è una presa di coscienza ancora più forte della situazione – ha spiegato Vanoli –. Dopo Bergamo la società ha chiamato i nostri tifosi, ma noi no. Abbiamo dimenticato di venire in Reggio Emilia e dimostrato che non siamo squadra. Ci sono aspetti positivi, ma oggi questo non è successo. Se non si trova la chiave emotiva per risolvere il blackout, continueremo a partire male, e questo non va bene”.

Sulla partenza positiva e la mancanza di fiducia:

“Se non c’è fiducia tra compagni, collaborazione e aiuto reciproco, diventa chiaramente una situazione difficile. Bisogna ritrovare le piccole cose che, messe tutte insieme, sono determinanti. E’ ora passata di farlo”.

Fiorentina, le parole di Goretti in conferenza stampa

Momento della squadra.

“Nelle ultime partite credo di aver visto dei passi in avanti, oggi siamo tornati indietro. ogni palla buttata in area di rigore dimostrano che non c’è una sufficiente connessione e un grado di fiducia tra i giocatori, e questo dimostra che siamo obbligati a trovarla in una situazione che è difficile, molto difficile, ma è vietato mollare, è vietato cedere terreno, ma è vietato retrocedere”.

Vanoli.

“Chi fa un’analisi con un giusto spirito critico è ben accetto sempre. Più volte bisogna prendere decisioni anche drastiche, a volte decise, bisogna capire la situazione, , bisogna essere realisti e bisogna agire”.

Rigore contestato da Kean e Mandragora.

“Questa è una cosa che non mi piace e non è neanche la prima volta che la facciamo, quindi non mi piace doppiamente”.

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