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Alberto Malesani: “Gli allenatori non sono le star, i giocatori sono i veri protagonisti in campo. Non tornerò ad allenare.”

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Juventus

Alberto Malesani afferma che l’importanza degli allenatori è spesso sopravvalutata rispetto al ruolo cruciale dei giocatori sul campo.

Il punto di vista di Malesani sul ruolo degli allenatori

L’ex allenatore Alberto Malesani, noto per la sua schiettezza, ha recentemente espresso la sua opinione sul mondo del calcio, affermando che gli allenatori vengono spesso considerati come delle star, quando in realtà i protagonisti principali sono i giocatori. Secondo Malesani, sono loro a determinare i risultati sul campo, mentre gli allenatori e altre componenti occupano un ruolo secondario. Questa dichiarazione ha suscitato diverse reazioni nel mondo dello sport, alimentando il dibattito sull’importanza relativa di allenatori e giocatori.

Malesani ha inoltre chiarito che non ha alcuna intenzione di tornare su una panchina, confermando di aver chiuso con il mondo del calcio da allenatore. Le sue parole sono state riportate da Nicolò Schira su X, dove il giornalista ha condiviso il pensiero dell’ex tecnico.

Malesani

Pallone Champions League 2024-2025 ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )

L’impatto delle dichiarazioni nel mondo del calcio

Le parole di Malesani arrivano in un momento in cui il ruolo degli allenatori è sotto la lente d’ingrandimento, con molti che discutono sull’influenza che un tecnico può avere rispetto ai giocatori. Malesani, che ha allenato squadre come il Parma e la Fiorentina, sottolinea come la vera forza di una squadra risieda nei giocatori e nelle loro capacità di esprimersi al meglio durante le partite.

Questa visione potrebbe portare a una rivalutazione del modo in cui vengono percepiti e valutati gli allenatori, spingendo club e tifosi a concentrarsi maggiormente sulla qualità dei giocatori e sul loro sviluppo.

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Fonte: l’account X di Schira

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Fiorentina, Goretti: “Non siamo squadra. I tifosi sono venuti a Reggio Emilia, noi no”

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Roberto Goretti commenta a DAZN e in conferenza stampa la sconfitta della Fiorentina contro il Sassuolo, analizzando uno dei momenti più difficili della storia recente viola.

Roberto Goretti ha parlato ai microfoni di DAZN dopo Sassuolo-Fiorentina, analizzando uno dei momenti più bui e delicati della squadra viola nelle ultime settimane.

Sul momento buio:

“C’è una presa di coscienza ancora più forte della situazione – ha spiegato Vanoli –. Dopo Bergamo la società ha chiamato i nostri tifosi, ma noi no. Abbiamo dimenticato di venire in Reggio Emilia e dimostrato che non siamo squadra. Ci sono aspetti positivi, ma oggi questo non è successo. Se non si trova la chiave emotiva per risolvere il blackout, continueremo a partire male, e questo non va bene”.

Sulla partenza positiva e la mancanza di fiducia:

“Se non c’è fiducia tra compagni, collaborazione e aiuto reciproco, diventa chiaramente una situazione difficile. Bisogna ritrovare le piccole cose che, messe tutte insieme, sono determinanti. E’ ora passata di farlo”.

Fiorentina, le parole di Goretti in conferenza stampa

Momento della squadra.

“Nelle ultime partite credo di aver visto dei passi in avanti, oggi siamo tornati indietro. ogni palla buttata in area di rigore dimostrano che non c’è una sufficiente connessione e un grado di fiducia tra i giocatori, e questo dimostra che siamo obbligati a trovarla in una situazione che è difficile, molto difficile, ma è vietato mollare, è vietato cedere terreno, ma è vietato retrocedere”.

Vanoli.

“Chi fa un’analisi con un giusto spirito critico è ben accetto sempre. Più volte bisogna prendere decisioni anche drastiche, a volte decise, bisogna capire la situazione, , bisogna essere realisti e bisogna agire”.

Rigore contestato da Kean e Mandragora.

“Questa è una cosa che non mi piace e non è neanche la prima volta che la facciamo, quindi non mi piace doppiamente”.

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Lazio, Lotito denuncia minacce e pressioni: “Costretto a rivolgermi alle istituzioni”

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Lazio

Il presidente della Lazio presenta denuncia dopo intimidazioni, campagne diffamatorie e notizie false tese – secondo i pm – a spingerlo a cedere il club. Cinque gli indagati.

Il patron della Lazio, Claudio Lotito, rompe il silenzio e passa al contrattacco. Il presidente biancoceleste ha presentato denuncia per una serie di minacce, pressioni e false informazioni circolate via social, mail e telefonate anonime, che – secondo quanto riferito – miravano a costringerlo a vendere la società.
Mi sono rivolto alle istituzioni perché, più volte, sono stato minacciato di morte. Ho raccontato tutto ciò che è accaduto e l’autorità giudiziaria ha poi agito di conseguenza”, ha dichiarato Lotito.

Lazio, la reazione di Lotito

Nel decreto di perquisizione, i magistrati parlano di “un disegno ampio e unitario” volto da un lato a diffondere notizie false per abbassare il valore del titolo in Borsa, e dall’altro a indurre l’azionista di maggioranza a cedere il pacchetto di controllo. Gli indagati avrebbero utilizzato i social e una testata online, “Millenovecento”, per rilanciare notizie infondate sulla presunta vendita imminente della Lazio e sull’idea attribuita a Lotito di far retrocedere volontariamente la squadra per ottenere il cosiddetto “paracadute” economico.

Lazio

Diverse le segnalazioni che hanno dato il via all’inchiesta: uno striscione esposto in piazza del Parlamento con la scritta “Lotito libera la Lazio”, una telefonata con minacce di morte e varie e-mail dal contenuto offensivo. Le indagini proseguono per chiarire la portata del presunto piano di pressione ai danni del presidente biancoceleste.

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Esteri

Turchia, caso scommesse in SuperLig: in manette anche calciatori di Galatasary e Fenerbahce

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Besiktas

Nuovo scandalo scommesse nel mondo del calcio. In Turchia sono stati emessi mandati di arresto per 46 persone tra arbitri e tesserari. Tra i fermati anche calciatori di Fenerbahce e Galatasaray.

Non si ferma lo scandalo legato alle partite pilotate per le scommesse scoppiato in Turchia negli scorsi mesi. Come riportato dai media turchi, nella giornata di oggi sono stati emessi mandati di arresto per 46 persone, tra cui 29 calciatori e ex arbitri. Spiccano tra gli indagati anche alcuni tesserati dei due club più importanti della SuperLig, Fenerbahce e Galatasaray.

Si tratta di Mert Hakan Yandas, centrocampista 31enne dei gialloneri di Istanbul, e Metehan Baltac, difensore della formazione giallorossa.

Galatasaray

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Turchia, l’inchiesta sul mondo del calcio si allarga

L’inchiesta sulle scommesse con tentativo di combine è emersa a fine ottobre dopo le indagini della procura di Istanbul in seguito alle dichiarazioni dell’ex presidente delle Federcalcio turca, Ibrahim Haciosmanoglu, secondo il quale era stato scoperto molti arbitri attivamente coinvolti in scommesse sportive. Le indagini della procura si sono concentrate inizialmente sui direttori di gara, per poi allargarsi anche verso i tesserati del club.

Il coinvolgimento di calciatori anche dei club più importanti della nazione getta ulteriore ombre sul sistema calcio della Turchia.

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