Nazionale
Nazionale, Ventura: “Non chiesi a De Rossi di entrare”
L’ex CT della Nazionale italiana è tornato sull’episodio del presunto dialogo con l’ex centrocampista della Roma in occasione della gara contro la Svezia.
Ieri sera l’Italia ha vinto per 3-0 contro l’Israele, ipotecando la qualificazione ai playoff per la partecipazione ai prossimi Mondiali 2026. Aritmeticamente la Nazionale non è ancora esclusa dal primo posto del girone, ma la Norvegia è praticamente irraggiungibile per il discorso della differenza reti.
Ventura torna sul controverso episodio di Italia-Svezia
Ad Udine si è vista una bella Italia, che spera di ritornare ai Mondiali a dodici anni di distanza dall’ultima volta. L’incubo era cominciato nel 2017 quando, in occasione della gara decisiva contro la Svezia a San Siro, la Nazionale azzurra pareggiò per 0-0 dopo essere stata sconfitta per 1-0 all’andata.
L’Italia venne eliminata dalla corsa alla qualificazione per i Mondiali in Russia del 2018. Sul banco degli imputati finì l’allora CT della Nazionale Gian Piero Ventura, che lasciò la panchina.
In quella disastrosa gara di Milano fece il giro del web il video del dialogo tra Daniele De Rossi e Alessandro Innocenti, il preparatore atletico della Nazionale. L’ex centrocampista della Roma rispose alla richiesta di scaldarsi con clamore e stupore, indicando l’ingresso di Insigne come più appropriato per provare a sfondare il muro scandinavo.
Proprio su quell’episodio è tornato lo stesso Ventura, parlandone a Il Processo a 90.

“E’ la più grande fake news degli ultimi cinquant’anni di calcio italiano”
“Nessuno chiese a De Rossi di entrare. C’era solamente la necessità di tenere caldi i giocatori a turno in caso di necessità. Questa però è la conferma delle difficoltà dell’ambiente in quel momento, è una cosa che è stata inventata di sana pianta.”
Nazionale
Italia, infortunio per Nicolò Cambiaghi: lascia il ritiro della Nazionale
Nicolò Cambiaghi lascia il ritiro dell’Italia. L’esterno del Bologna è costretto a saltare le partite con Moldova e Norvegia a causa di un fastidio al polpaccio.
Un infortunio imprevisto per Cambiaghi
Nicolò Cambiaghi, talentuoso calciatore della nazionale italiana, non potrà partecipare alle imminenti sfide contro Moldova e Norvegia. Il giovane attaccante è stato fermato da un fastidio al polpaccio, che lo costringerà a rimanere fuori dai campi di gioco per le prossime gare. Questa assenza rappresenta una perdita significativa per la squadra azzurra, che dovrà affrontare gli impegni senza il contributo del dinamico giocatore del Bologna.

GENNARO GATTUSO PENSIEROSO MENTRE DIRIGE IL PRIMO ALLENAMENTO NEL RADUNO DI COVERCIANO ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )
Le implicazioni per l’Italia
La mancanza di Cambiaghi porta il commissario tecnico Gattuso a rivedere le strategie in vista dei prossimi incontri di qualificazione. L’infortunio del calciatore potrebbe aprire le porte ad altri giovani talenti, pronti a mettersi in luce e a guadagnarsi un posto fisso in squadra. La situazione sarà monitorata attentamente dallo staff medico per garantire un recupero completo e senza complicazioni per il giocatore. L’esterno del Bologna nel frattempo ha lasciato il ritiro della Nazionale.
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Fonte: l’account X di Schira
Fastidio al polpaccio: Nicolò #Cambiaghi salterà le sfide contro Moldova e Norvegia. 🇮🇹
— Nicolò Schira (@NicoSchira) Nov 12, 2025
Nazionale
Italia, Orsolini: “Gattuso è una ventata di freschezza. Gara di giovedì insidiosa, in queste partite hai solo da perdere”
Riccardo Orsolini parla in conferenza dal ritiro della Nazionale: rapporto con l’Italia, il lavoro con Italiano al Bologna e le ambizioni verso il Mondiale.
La Nazionale riparte con lo sguardo rivolto al Mondiale. Nel secondo giorno di ritiro, Riccardo Orsolini ha parlato in conferenza stampa affrontando i temi del gruppo e degli obiettivi azzurri in vista delle sfide contro Moldova e Norvegia
La conferenza stampa di Orsolini
Puoi parlarci della tua crescita:
“In passato giocatori come Dzemaili e Palacio mi hanno aiutato tanto, erano già calciatori esperti ed affermati. Qualche tirata d’orecchie me l’hanno fatta. Io sono stato sempre bene con le persone con cui mi sono interfacciato, loro sono stati giocatori importanti, mi hanno dato consigli che mi hanno aiutato a crescere. Ogni tanto Dzemaili ci viene a trovare e scherziamo tutte le volte che ci vediamo. Sulla mia crescita dico che sono nel momento più importante della mia carriera, ora ho un’età che mi permette di capire delle cose che prima non capivo e questo mi permette di risolvere problemi che prima non riuscivo a risolvere. Con la maturazione, con l’età, si comprendono tanti piccoli passaggi che prima trascuravo. Così mi sto conquistato le cose che prima avevo lasciato un po’ indietro. A Bologna da 2-3 anni stiamo facendo un percorso importante che ha aiutato molti di noi a crescere, ci ha portato anche a giocare su campi internazionali e questo ci ha aiutato”.
Sul rapporto con la Nazionale:
“Io ho esordito con Mancini nel 2019, poi ho saltato l’Europeo vinto e sono stato richiamato da Spalletti. Poi non sono stato convocato… Sono entrato ed uscito. Ora sono qui, sono rientrato dalla porta principale e sono orgoglioso del percorso fatto, ora voglio tenermi stretto questa Nazionale. Ci aspetterà una competizione importante, vogliamo raggiungerla. Il Mondiale sarebbe il punto più alto della mia carriera: voglio solo far bene godermi ogni giorno che passo qui. Sto bene coi compagni e col mister, meglio di così non potevo desiderare. La seconda domanda è da fare agli attaccanti, io mi limito a fare il mio e a fare più gol è possibile. Nelle ultime tre stagioni sono andato in doppia cifra e sono felice di questo score: io penso a me e alla mia squadra, poi i problemi del campionato non lo so. Evidentemente le difese si sono rinforzate”.
Cosa ti porti in Nazionale dal Bologna?:
“Mi porto da Bologna tutte le caratteristiche che il mister già conosce. Imprevedibilità, tentare il dribbling, creare superiorità sull’esterno. Italiano le insegna molto bene e Gattuso le conosce. Qui in Nazionale c’è molta varietà di caratteristiche, si può variare sia come moduli che come calciatori. Ripeto, Italiano negli ultimi due anni mi ha aiutato molto, mi ha fatto capire ciò che mi mancava in entrambe le fasi per diventare il calciatore completo che voglio diventare. Sto cercando di diventare quel giocatore totale che ho sempre cercato di diventare nel corso degli anni. Ce la sto mettendo tutta”.
Che differenze ci sono tra Italia e Bologna?:
“Con l’Estonia abbiamo giocato con un 4-4-2, ho fatto l’esterno di centrocampo. Ero un po’ più arretrato, di solito a Bologna gioco con la mezzala che mi aiuta mentre contro l’Estonia ero io che dovevo aiutarmi da solo. Al di là di ciò, cerco sempre di dare il mio contributo. Per l’Italia giocherei anche in porta, massima disponibilità. Abbiamo un obiettivo più grande di noi, utilizzeremo tutti i mezzi per arrivarci”.
In cosa Italiano ti ha aiutato? A Bologna vi sentite più forti e consapevoli rispetto agli scorsi anni?:
“Da un punto di vista tecnico e tattico Italiano mi ha insegnato molto, soprattutto stringere il campo quando c’è la palla opposta, mi ha aiutato in fase difensiva. Noi a Bologna ci divertiamo, non guardiamo tanto il prossimo avversario o la classifica. Ci godiamo partita per partita, ci divertiamo. Poi alla fine tireremo una linea e ci guarderemo indietro. Il nostro gruppo da 3-4 anni si conosce alla perfezione, due anni fa è cambiato l’allenatore e non è cambiata la sostanza. C’è un gruppo coeso, sereno, che non si fissa nemmeno più di tanto sugli obiettivi. Magari parlare di Scudetto è un po’ eccessivo, ma noi a Bologna ci divertiamo, si sta bene insieme e questo fa la differenza”.
Pensi di aver avuto meno di ciò che meritavi dall’azzurro?:
“Non lo so, non lo sapremo mai… Io ho sempre cercato di fare il mio, di portare gol e prestazioni. Mi sono sempre messo a disposizione del mister. Poco, giusto, non so dire. Sicuramente so cosa mi aspetta, cosa posso dare. Anzi, ben venga perché mi fa venire ancora più voglia di conquistarmi un posto”.
Bologna per te:
“Un’isola felice dove i ragazzi giovani si integrano benissimo, si fanno crescere. Guardate l’ultima partita dove ha esordito Pessina, è entrato dopo una manciata di minuti e non ha subito gol contro i campioni d’Italia. E’ una società che ha coraggio e ha una programmazione differente. Si vive bene, si lavora bene, la piazza ti supporta. Penso sia stata la miglior scelta per quanto mi riguarda e anche per parecchi ragazzi”.

RICCARDO ORSOLINI ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )
Perché pensate che stavolta si andrà al Bologna? Cosa pensate di restituire alla Nazionale?:
“Sono troppi anni che l’Italia non partecipa a un Mondiale. E poi anche per noi stessi: non so quante possibilità avremo noi giocatori. Un Mondiale senza Italia mi viene l’ansia solo a pensarci. Abbiamo un dovere morale, verso noi stessi e verso tutti gli altri. Faremo di tutto per andarci a giocare questa Coppa del Mondo”.
Cosa manca all’Italia rispetto a ciò che avete a Bologna?:
“Il paragone è difficile, però si possono prendere spunti. A Bologna la forza del gruppo ha fatto la differenza e mi auguro che anche qui si possa ricreare un gruppo bello, affiatato. E qui ci sono tanti campioni del 2021 che proprio col gruppo hanno fatto la differenza. Bisogna fare gruppo, il mister su questo è il numero uno e ci lascia una cena libera durante il raduno. Per me il segreto di una grande squadra è sempre il gruppo: se si crea quell’alchimia e quella chimica che crea quelle situazioni lì, siamo già un bel passo avanti”.
Che pensi della gara contro la Moldova? Avete parlato con Heggem della sfida Italia-Norvegia?:
“La gara di giovedì è insidiosa, da non sottovalutare e non prendere sottogamba. In queste partite hai solo da perdere e quindi massimo rispetto per tutti. Per me le partite in Nazionale si preparano da sole, non ho bisogno di motivazioni o spinte a dare di più. Quando si rappresenta l’Italia in un momento anche difficile le partite si preparano da sole, giovedì ci aspetta un’altra battaglia e poi parlerà il campo. Sì, con Heggem ne parliamo da qualche settimana: io gli dico che lo andiamo a prendere e lui risponde che la vede dura. Spero magari nel viaggio di ritorno di poterlo prendere in giro io. Personalmente ho una voglia matta di partecipare alla Coppa del Mondo, dentro di me c’è ancora quel Riccardo ragazzino che sognava di essere qui e quindi spero vivamente che questo sogno si realizzi”.
Nazionale
Italia, Gattuso punta alla striscia perfetta: le incognite
L’Italia di Gattuso si prepara a tornare in campo per gli ultimi due impegni di qualificazione ai Mondiali. La speranza è l’ultima a morire ma serve fortuna.
Nel girone la situazione sembra ormai delineata con gli azzurri destinati ai playoff e la Norvegia qualificata direttamente al torneo che si svolgerà in USA, Canada e Messico nell’estate del 2026.
Italia, bottino pieno unico obiettivo: Gattuso incrocia le dita
Per centrare una clamorosa qualificazione diretta sarà necessario che la nazionale guidata in attacco da Erling Haaland non vinca il match interno contro l’Estonia e contemporaneamente l’Italia dovrebbe poi vincere in Moldavia e in casa proprio contro gli scandinavi. Una combinazione che a oggi pare fantascienza, soprattutto visto il rullino di marcia degli uomini del C.T. Solbakken, ma che ha ancora alcune possibilità di verificarsi.
La condizione obbligatoria è che gli azzurri vincano entrambe le partite rimanenti e nelle idee del C.T. Gattuso c’è proprio questo obiettivo. In conferenza stampa ha fissato il focus sul fare bene dal proprio punto di vista, senza guardare agli altri risultati e giocare con l’idea di dare sempre il massimo.
Ringhio è sempre stato un motivatore e anche nel ruolo più importante del paese a livello calcistico non intende tirarsi indietro. È consapevole dei propri mezzi e conosce bene i giocatori che ha a disposizione, crede in loro e nonostante i pochi giorni di preparazione spera di tirare fuori il meglio da ognuno.
Tutto il movimento ha bisogno di uno scossone e la nazionale è il mezzo migliore per raggiungere tale scopo. La Serie A non sta attraversando un momento particolarmente positivo a livello di reputazione internazionale, per questo motivo dimostrare attraverso l’Italia la qualità e il talento che questa lega custodisce può rappresentare un’arma molto potente.
La parola ora spetta al campo e a quei 27 azzurri che indosseranno la maglia della nazionale italiana con l’obiettivo di rendere orgoglioso un paese dopo anni di buio e fallimenti.

GENNARO GATTUSO E SANDRO TONALI ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )
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