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Intervista esclusiva a Jack Poluzzi

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La nostra redazione ha intervistato Giacomo “Jack” Poluzzi

Il portiere del Sudtirol ha sviscerato le emozioni di giocare in Serie B

Il numero uno suona la carica e si sente orgoglioso di quanto la squadra ha fatto nella passata stagione. Cuore, tenacia e leadership: Jack difende con amore i pali biancorossi.

Che emozioni ha provato nel giocare la Serie B con la maglia del Sudtirol?

Ho provato una grande emozione e poter giocare in Serie B con questa maglia, avendola conquistata – sempre con la stessa maglia – è stata una grande soddisfazione anche per il percorso personale fatto.

Obiettivi per la prossima stagione?

L’obiettivo per questa stagione è, chiaramente, la salvezza. Questo è l’obiettivo primario che dobbiamo avere tutti in testa senza pensare a quel grande percorso che abbiamo fatto lo scorso anno perché potrebbe essere controproducente. Il secondo anno per una neopromossa – per statistica – è sempre quello più difficile. La serie B è sempre complicata, quindi dobbiamo rimanere focalizzati sull’obiettivo salvezza.

Il rapporto con la tifoseria?

Il rapporto con la tifoseria è molto buono. La cosa che ci ha reso molto orgogliosi gli ultimi due anni è proprio vedere la passione intorno a noi, l’aumento di tifosi e di passione verso il calcio e verso il Sudtirol. Di questo andiamo molto orgogliosi perché fino ad oggi non c’è mai stato così tanto seguito per la nostra realtà e per il calcio.

Un suo sogno nel cassetto?

Il sogno nel cassetto è quello di poter giocare un giorno in Serie A. È il sogno di ogni bambino e finchè giocherò lo continuerò a cullare.

Cosa si porta dietro dallo scorso anno?

Dell’anno scorso mi porto dietro l’esperienza in questa categoria, che comunque non avevo mai fatto. Credo che sia per me, che per tutti i miei compagni, poterci portare dietro il vissuto dell’anno scorso penso che sia molto importante per affrontare quest’annata – come dicevo prima – molto difficile consapevoli che dobbiamo dare molto di più per fare una grande stagione.

Un consiglio ai giovani ragazzi che vogliono giocare in porta?

Il consiglio è quello di voler migliorarsi ogni giorno, di credere in quello che fanno e di sognare, perché senza sogni non ci sono stimoli e obiettivi; non c’è voglia di far fatica e non si crede in quello che si fa. Consiglio di sognare e di credere nei sogni perché con fatica, sacrificio, volontà e determinazione si possono raggiungere.

Le interviste

Esclusiva Alexandra Colasanti: “Allegri ha sbagliato, ma è umano. La società avrebbe dovuto portargli maggiore rispetto. Con Boniperti o Agnelli…”

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alexandra colasanti

Alexandra Colasanti, ex arbitro ora presentatrice e opinionista televisiva, ha rilasciato un’intervista alla nostra redazione sulla Juventus e su Allegri.

alexandra colasanti

Di seguito le sue parole di Alexandra Colasanti:

Indice

Alexandra Colasanti:”Allegri ha sbagliato, ma è umano. Dopo una finale vinta si parla solo del suo show. Sull’arbitraggio e sulla società…”

Allegri è un essere umano e come tale la sua reazione va contestualizzata all’interno dello stress a cui è stato sottoposto. Io credo che la sua reazione sia in parte anche figlia delle decisioni arbitrali, che possiamo dirlo sono andate a sfavore della Juventus, e che queste abbiano fatto traboccare il vaso della sua pazienza.

Confrontandomi anche con alcuni colleghi, ancora in attività e non, posso confermare come il rigore per la Juventus ci fosse. Dopodiché è stato annullato un gol per un fuorigioco millimetrico, e sappiamo tutti che sta passando al vaglio la regola della ‘luce sui corpi’, e in quel momento c’è stata quell’esplosione evidente. 

Una reazione che in quel momento ha subito l’arbitro Mariani, ma che era indirettamente indirizzata a tutta la società e anche ad alcuni giocatori. Non giustifico ciò che lui ha fatto con il giornalista, ma dopo una finale di Coppa Italia vinta meritatamente si parla più del suo show che non di quello.

Allegri è stato sempre al centro delle polemiche e questo, a un certo punto, ha portato a una rottura nervosa, perché non puoi sostenere in eterno tutte queste responsabilità. Ricordiamo che Allegri ci ha sempre messo la faccia, ha sempre fatto da scudo a società e giocatori. Anche quando di fatto la Juventus non aveva una dirigenza, dopo le dimissioni di Andrea Agnelli, che è stato il momento peggiore.”

Giocatori più responsabili di Allegri, ma si parla solo dell’allenatore. Nei suoi confronti accanimento mediatico.

“A un allenatore del genere, che ha passato quello che ha passato, non è bello che venga a scoprire dai giornali che verrà preso un nuovo allenatore. Ci vuole rispetto nei confronti dell’uomo ma anche dell’allenatore, che ha fatto il massimo possibile vincendo un trofeo e arrivando in Champions.

Ieri abbiamo visto, per la prima volta dopo tanto tempo, la Juventus che tutti noi giocatori volevamo vedere da tempo. Quindi perché ce la prendiamo con Allegri anche quando i giocatori, che vengono pagati milioni e milioni di euro, non giocano da squadra? Per me il mancato scudetto è più responsabilità dei giocatori, che se avessero giocato sempre come ieri sera forse lo avrebbero vinto, che non di Allegri

La reazione con Giuntoli a fine partita secondo me dipende in larga parte dal fatto che Allegri aveva chiesto determinati giocatori, fra la finestra di mercato estiva e quella invernale, e non gli sono stati dati. Questo è sotto gli occhi di tutti, poiché sappiamo tutti che se l’anno prossimo la Juventus vorrà fare una stagione importante allora dovrà prendere giocatori più importanti di quelli che ha adesso

L’aggressione al giornalista non è in alcun modo giustificabile, ma io invito sempre tutti a guardare l’uomo e a guardare l’accanimento mediatico che c’è nei suoi confronti. E’ l’unico uomo che da anni ha tutti i fari del mondo bianconero puntati addosso. Allegri forse non doveva dire determinate cose, ma è stato vittima di un crollo nervoso. I milioni di euro che percepisce e il fatto di essere un personaggio pubblico normalmente ti dovrebbero imporre di mantenere il controllo anche in situazioni di forte stress e di non rivolgerti in quel modo ai tuoi datori di lavoro, ma ci sono stati tantissimi episodi di personaggi extra-calcistici che hanno avuto atteggiamenti simili. Non lo sto giustificando, ma non punto neppure il dito contro di lui.”

“Allegri un grande allenatore, la società avrebbe dovuto portargli maggiore rispetto. Con Boniperti o Agnelli…”

Non è vero che Giuntoli, come dice qualcuno, non si sia preso le sue responsabilità, perché comunque davanti alle telecamere a metterci la faccia ci è andato. Credo però sia una mancanza di rispetto far apprendere al tuo allenatore che forse verrà esonerato al termine della stagione dai giornali.

Chi di dovere dovrebbe sedersi a riflettere sul fatto che lo stile Juventus è quello che ci hanno insegnato Boniperti e l’avvocato Agnelli, e che di questo passo finiremo per essere una società come tutte le altre. Uscendo dal ‘magico mondo della Juventus’, dove riservatezza ed eleganza regnavano sovrani. Allegri non ha mai dato scandalo, nemmeno nei momenti di maggior tensione, e questo è stato un punto di rottura per lui.

Per me Allegri rimane un grande allenatore e sono preoccupata dai nomi che circolano in orbita Juventus per la sua successione. Il prossimo anno la Juventus si troverà ad affrontare una stagione difficilissima, la più lunga della sua storia, e non andremo molto lontano con determinati nomi e soprattutto senza determinati rinforzi. Personalmente ringrazio Allegri per tutto ciò che ha fatto per la Juventus.”

La direzione ringrazia per la disponibilità Alexandra Colasanti.

alexandra colasanti

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Le interviste

L’ex Latina Bedetti “Gabrielloni del Como esempio per i giovani”

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gabrielloni como

Fresco di salvezza Daniele Bedetti, attuale vice-allenatore dello United Riccione in Serie D ed ex vice-allenatore di club quali Vis Pesaro Latina Calcio (entrambe le avventure in Lega Pro con mister Daniele Di Donato). A Daniele Bedetti, jesino doc, abbiamo chiesto un giudizio su Alessandro Gabrielloni, bomber del Como (promosso in Serie A), cresciuto proprio nel settore giovanile della Jesina di cui Bedetti ha fatto parte. “Direi che Alessandro ha coronato il suo sogno personale ma paradossalmente anche quello di molti jesini”, ci fa sapere Daniele Bedetti.

“Erano tanti anni che non si vedeva più un giocatore di Jesi ai massimi livelli. Un ragazzo, Alessandro, che ho visto crescere, nonostante la differenza di età… Ho potuto allenarlo e non allenarlo ai tempi del settore giovanile della Jesina. Ci siamo sempre mantenuti in contatto, anche quando io ero in giro con Di Donato. Ricordo che ci siamo perfino scontrati quando io ero all’Arezzo e lui al Como. Alessandro è rimasto il ragazzo di allora, con grandi doti di tempra e di carattere”.

ALESSANDRO GABRIELLONI (COMO): “UN BOMBER CHE E’ MIGLIORATO TANTO”

“Un ragazzo che non si dà mai per vinto, è migliorato nel tempo anche fisicamente e tecnicamente”, prosegue Daniele Bedetti. “E’ bello per tutti gli jesini vedere un ragazzo di Jesi partire dalla Jesina Calcio (Serie D, ndr) e salire così in alto, realizzando questa incredibile scalata. Tutto ciò senza saltare nemmeno un gradino. Non vedo l’ora di vederlo giocare in campi importanti contro squadre blasonate. Penso saremo tutti lì a fare il tifo per lui, se lo merita davvero. E merita tante altre cose belle”

Daniele, quali sono a tuo avviso i punti di forza di Gabrielloni e gli ingredienti ‘segreti’ che hanno permesso al bomber del Como questa grande scalata? “Sicuramente tempra caratteriale. Ale è un ragazzo con grande carattere, molto forte. Non molla mai. Un giocatore che è partito dal basso, affrontando mille difficoltà. Nella sua evoluzione fisica e tecnico-tattica è naturale che gli allenatori che ha avuto nel suo percorso hanno forgiato anche le altre capacità, soprattutto si è strutturato molto fisicamente. E’ diventato un attaccante importante. L’esperienza, la tecnica raffinata nelle varie categorie, giocando al fianco di calciatori di alto livello”.

Quindi abbiamo chiesto al vice-allenatore United Riccione se vuol dare un consiglio ai difensori che dovranno marcare in Serie A Alessandro Gabrielloni. “Non ti saprei dire. Ale è un uomo d’area di rigore, sente la porta. Negli ultimi anni ha affinato la dote di essere uomo d’area, di essere al posto giusto al momento giusto, aumentando la capacità realizzativa. Soprattutto ha fiuto per i gol pesanti, cosa non da poco per un attaccante al giorno d’oggi. Fermarlo sarà difficile per qualunque difensore. Da parte sua, sarà invece un bel test. Gabrielloni infatti avrà di fronte difensori di caratura internazionale, davvero un bel banco di prova”.

Mister Stefano Belardinelli, ex Jesina e oggi nello staff della Vis Pesaro, ci ha detto che Gabrielloni meriterebbe una chance azzurra, magari nei vari stage. Secondo te il suo è un chiaro messaggio a Luciano Spalletti? “Direi che nessuno avrebbe mai immaginato che un calciatore di Jesi, col suo percorso e alla soglia dei 30 anni (il prossimo 10 luglio, ndr), arrivasse in Serie A. Oggi sognare è lecito, spero davvero per lui la Nazionale possa essere il prossimo step. Gli auguro con tutto il cuore possa indossare un giorno la maglia azzurra. Il suo tragitto calcistico è partito da lontano, è arrivato oggi ad un grandissimo livello. E dunque perché non arrivare ora in Nazionale? Solo il futuro ce lo potrà dire con certezza. Indubbiamente Alessandro ha tutte le carte in regola per poter completare questo suo percorso in maglia azzurra”

GABRIELLONI VS CHEDDIRA: BOMBER A CONFRONTO

Alessandro Gabrielloni vs Walid Cheddira: quali sono secondo te le differenze tra i due attaccanti? Sarebbero compatibili insieme per una coppia d’attacco completamente Made in Marche? “Entrambi due ragazzi che sono partiti dal basso, si sono creati ed evoluti nel tempo”, così l’ex vice-allenatore del Latina Calcio ai nostri microfoni. “Walid Cheddira del Frosinone, in prestito dal Napoli, magari è più un giocatore pratico, meno tecnico di Gabrielloni. Ale è uno che fa giocare anche la squadra. Diciamo che Cheddira è uno che attacca più la profondità, più smaliziato all’interno dell’area di rigore. Ale è invece più un giocatore più funzionale al gioco della squadra.

Potrebbero far coppia? Nulla è impossibile, nel senso sarebbe curioso vedere due marchigiani fare coppia, magari in Serie A. In ogni modo si tratta di due percorsi incredibili, che devono solo alimentare i sogni e le passioni dei vari giovani calciatori. Perché nulla è impossibile, anche partendo dal basso o dai campi di periferia. Due esempi concreti per le nuove generazioni che vogliono coronare il proprio sogno sportivo. Nothing is impossible! Ringraziamo Bedetti (ex Latina Calcio e Vis Pesaro, oggi allo United Riccione) per la disponibilità e professionalità.

Di Donato e Bedetti ai tempi del Latina Calcio
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Gabrielloni (Como) al Premio Cesarini: “In A per fare gol”

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Premio Renato Cesarini

E’ stata veramente un’emozione grandissima… un’emozione davvero unica questa promozione“, parola di Alessandro Gabrielloni, bomber del Como (promosso in A), che abbiamo intervistato in queste ore. “Un’annata di alti e bassi, all’inizio un po’ complicata. Poi è andata in positivo e a mio modo di vedere ci siamo meritati di andare su, nel massimo campionato“. Un cammino incredibile quello di Gabri-Gol. Da goleador a pizza è un attimo: nelle Marche lo hanno voluto celebrare perfino con la Pizza Gabrielloni, la pizza Gabri-Gol in suo onore. E ora Gabrielloni fa tris: dopo Pizza e Serie A, adesso il Premio Cesarini 2024 che ritirerà il prossimo 27 maggio nelle Marche, sua terra natale. “Vi aspetto il 27 maggio a Jesi. Il Premio Cesarini rappresenta per me un grande onore. Sono davvero onorato di questo riconoscimento“. Nella foto di anteprima una precedente edizione del riconoscimento Cesarini nelle Marche, come sempre alla presenza di illustri ospiti e big del calcio e dello sport.

Sognare non costa assolutamente nulla. E i sogni a volte possono tramutarsi in realtà. Como promosso in Serie A dopo ben 21 anni, avete capito?. “Dalla Serie A che verrà non mi aspetto niente“, scherza Gabrielloni ai nostri microfoni. “Vedo e spero di trovare spazio. E di fare anche qualche gol. Comunque sarà un’emozione unica, quando esordirò in Serie A e magari al primo gol… Per adesso non voglio pensarci. Penso soltanto a riposarmi, poi nel mese di luglio vedrò ‘il da farsi’”. A Gabrielloni, bomber di famiglia cresciuto nella Juniores Jesina (serie D, 2010), auguriamo le migliori fortune professionali. Ricordiamo che il suo primo ‘gestore’ ai tempi della Juniores Jesina (2010) mister Stefano Belardinelli ci ha rivelato senza peli sulla lingua: “Gabrielloni merita la Nazionale”. Un chiaro riferimento al CT Spalletti? Anche Luciano sarà presente a Jesi il 27 maggio tra l’altro, piccola coincidenza.

Non credo di eccellere in nessun fondamentale, so fare un po’ di tutto”, ci aveva confermato lo stesso Gabri-Gol negli ultimi anni in una nostra intervista. “I consigli di Tommy (fratello, altro bomber di famiglia, ex Jesina Calcio, ndr) sono stati fondamentali ai fini di una mia crescita personale e professionale”, ci aveva rivelato il buon Ale.

Dalla D alla A. Un cammino emblema di sacrificio, fatica e determinazione, un esempio per i giovani calciatori del domani. Convinti, come siamo, che Gabri-Gol potrà far molto bene anche nel massimo campionato. “Alessandro Gabrielloni del Como meriterebbe una chance anche in Nazionale“, Luciano Spalletti è praticamente avvisato… E’ questo il pensiero, ribadito più volte, dall’allenatore jesino Stefano Belardinelli, allenatore di Gabri-Gol proprio alla Juniores Jesina 2010 e oggi nello staff tecnico Vis Pesaro. Sotto la foto della pizza Gabri-Gol lanciata in queste ore sul menù dal ristorante Zia Emilia di Porto Recanati che aveva già lanciato la Pizza Cheddira ai Mondiali 2022 per celebrare l’altro bomber marchigiano made in Marche, sempre su idea del giornalista di Jesi Daniele Bartocci.

gabrielloni como

Gabrielloni Pizza Como

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