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ESCLUSIVA – Nina Mamukadze-Sordini (giornalista georgiana): “Kvara un idolo. Sul Napoli…”

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In esclusiva a calciostyle.it, è intervenuta Nina Mamukadze-Sordini, giornalista e direttrice dell’emittente mediatica Italo-georgiana ErmesTV . La giornalista nel suo intervento ci ha raccontato più da vicino il fenomeno Kvaratskhelia.

Face to Face con Nina Mamukadze

Nina Mamukadze-Sordini

Il movimento calcistico georgiano è in fase di evoluzione. Ci sono nuovi talenti del tuo Paese che consiglieresti per il campionato italiano?

“E’ un piacere iniziare la nostra intervista sottolineando che solo in Seria A abbiamo già cinque georgiani, il ché ancora due anni fa era impensabile. A parte Khvicha Kvaratskhelia, in Italia giocano Saba Sazonov (Torino), Giorgi Kvernadze (Frosinone), poche settimane fa a Empoli per l’iniziativa di Levan Mchedlidze (ex calciatore dell’Empoli) è arrivato Saba Goglichidze. Mi piacerebbe veder giocare in Italia altri giovani georgiani, per esempio Zuriko Davitashvili, Giorgi Chakvetadze, Giorgi Mamardashvili, Luka Kutaladze o Giorgi Mikautadze.

È un vero sollievo che il calcio georgiano cominci a respirare, perché abbiamo veramente tanto da dire. Del calcio e dei talenti georgiani si potrebbe parlare all’infinito. Abbiamo avuto dei calciatori a livello mondiale durante il periodo dell’Unione Sovietica.

Abbiamo vinto la coppa delle coppe. Se la Georgia fosse stata indipendente anche allora, alcune leggende del calcio georgiano come Boris Paitchadze, Micheil Meskhi, Slava Metreveli, Davit Kifiani, Vladimer Gutsaevi, Vitali Daraselia e altri avrebbero oltrepassato i confini del paese, ma eravamo soffocati da Mosca. Ai tempi dell’Urss le squadre georgiane, soprattutto la Dinamo Tbilisi, erano una voce fuori dal coro. Dopo la liberazione della Georgia, negli anni ’90 il mondo ha cominciato a scoprire alcuni talentuosi calciatori georgiani: Shota Arveladze, Giorgi Kinkladze, Temur Ketsbaia, Kakha Kaladze.

E attualmente abbiamo questa nuova generazione straordinaria.”

In patria Kvaratskhelia è visto come un idolo, e molti tifosi georgiani lo seguono anche al Maradona. Raccontaci dell’”Effetto Kvara” in Georgia.

– “È bellissimo vedere le nostre bandiere bianche-rosse sventolare sulle tribune del Maradona. In un articolo sul Corriere Dello Sport ho descritto l’“Effetto Kvara” in modo dettagliato, faccio una citazione: Perché Kvaratskhelia è diventato idolo nel suo paese? “perché una nazione, un paese così piccolo ma importante per la sua storia e cultura millenaria, che per diversi decenni è stato sottomesso da una dittatura prima dello Zar della Russia, dopo dall’Unione Sovietica e recentemente dalla Russia del Putin, aveva bisogno di un eroe, il quale avrebbe rotto il ghiaccio e avrebbe fatto girare lo sguardo e l’attenzione verso la Georgia, verso i giovani calciatori georgiani e verso la storia calcistica della Georgia, perché abbiamo tanto da dire e raccontare.

Kvicha , di fatto, è diventato un ambasciatore della nostra terra, ha salvato il calcio georgiano e ha permesso di ridare un attenzione meritevole al paese del vello d’oro e di prometeo, al paese del primo europeo homo georgicus, al paese con tre scritture millenarie, alla patria della viticultura e vinificazione creata qui 8000 anni fa, al piccolo paradiso sulla terra, al paese con delle potenzialità straordinarie.”

Inoltre, sapete che cosa ha fatto Kvara? I georgiani sono tornati negli stadi, i bambini hanno ricominciato a giocare a calcio, il popolo ha ricreduto nel football.”

Fossi il procuratore di Kvaratskhelia gli consiglieresti di restare a Napoli anche in futuro?

– “Da procuratore è molto difficile rispondere a questa domanda, è un mestiere da cui dipende l’intera carriera di una persona e le scelte di un procuratore possono rovinare, oppure portare alle stelle un giovane calciatore. Sarò anche un po’ di parte nel rispondere a questa domanda, perché Napoli e i napoletani sono diventati preziosissimi per me in questi due anni, ma da giornalista e da spettatore comune dico: Per un giovane talento è normale cambiare squadra, provare nuovi terreni per crescere, per far uscire alla luce del sole tutte le potenzialità.

Ma anche se un giorno Kvara decidesse di cambiare la squadra, ovunque vada, Il Napoli e Napoli, rimarranno sempre nel cuore del popolo georgiano e sono sicura anche nel cuore di Kvara, perché lui, come stella è nato a Napoli e le emozioni che georgiani e napoletani hanno vissuto insieme dello scorso anno, ci hanno legato per sempre.”

In quali reparti dovrebbe rinforzarsi il Napoli?

– “Il primo calciatore che mi è venuto in mente è Giorgi Mamardashvili, il portiere della squadra nazionale della Georgia, attualmente gioca a Valencia. È assolutamente da rivedere la difesa, l’intera squadra non può giocare in difesa in continuazione. Per il Napoli sarebbe ottimale Nehuen Perez.”

Cosa pensi del caldo tifo napoletano?

– “Il tifo e in generale la piazza napoletana sono un fuoco d’artificio di colori, di passioni e di emozioni. E qui posso dire che siamo molto simili georgiani e napoletani. Sento dire che siano esagerati, ma non puoi mettere dei limiti alle emozioni che loro hanno nel sangue. La loro particolarità che li distingue da tutti gli altri tifosi e li fa diventare unici in tutto il mondo, è proprio questo.”

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Esclusiva CS, Max Cavallari (Fichi d’India): “L’Inter arriverà tra le prime tre”

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Max Cavallari

Intervistato ai nostri microfoni, Max Cavallari, componente dello storico del duo “I Fichi D’india”, ha parlato della sua Inter e le antagoniste del campionato.

Giovedì 29 Agosto è stata una serata memorabile a Ladispoli, sul litorale romano, fatta di tante risate. Max Cavallari ha dato vita ad un grande spettacolo, utilizzando i suoi cavalli di battaglia. Non poteva poi mancare un ricordo speciale all’amico di una vita, Bruno Arena, anche ai nostri microfoni.

L’intervista esclusiva a Max Cavallari

Max Cavallari

Al termine dello spettacolo, il comico ha voluto confermare, anche ai nostri microfoni, quanto la sua squadra del cuore abbia fortificato un sodalizio con l’amico Bruno: durato più di venti anni.

Due amici fraterni, un’unica fede: “La canzone che ho cantato sul palco (Da soli mai), era anche per lui. Io e Bruno siamo da sempre stati interisti. Siamo sempre stati i “Fichi d’Inter”, anche se lui andava più volte allo stadio rispetto a me. Quest’anno proverò ad essere più presente.”

Riuscirete a confermare la seconda stella? 

“Quest’anno sarà dura. Altre squadre, per esempio il Napoli, si sono mosse bene. Aurelio De  Laurentiis si è comprato tutti, ha speso un capitale e siamo tutti un po’ spaventati (ride ndr). Comunque l’Inter è un’ottima squadra, arriveremo almeno tra le prime tre.”

Oltre al Napoli, quale squadra pensi sia da tener d’occhio?

“Oltre al Napoli la squadra da tener d’occhio è la Juventus. E’ forte, ha un buon organico e si sta riprendendo con Thiago Motta in panchina.”

Il calcio in generale: “Nel calcio oggi sembra esserci cattiveria. Oggi se fai una battuta sul pallone è peggio di farla sulla politica e non va bene, dovrebbe tornare ad essere più vero. Più magnesio che calcio.”

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ESCLUSIVA CS – Battisti: “Questo è l’anno zero per il Roma City”

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Le interviste, Alessandro Battisti, direttore sportivo del Roma City

Oggi, alla seconda giornata dell’evento ADICOSP di chiusura del calciomercato, abbiamo incontrato Alessandro Battisti, il nuovo direttore sportivo del Roma City.

Quest’estate l’annuncio: Alessandro Battisti, ex ds del Mantova, passa al Roma City. Dopo un’estate di intenso lavoro a Riano, dove ha sede l’incredibile centro sportivo del club, Battisti si appresta a chiudere la sua prima sessione di calciomercato nel nuovo club.

Lo abbiamo incontrato all’evento romano, organizzato da ADICOSP, che come di consueto chiude la sessione estiva del calciomercato. Ecco cosa ci ha raccontato sul progetto del Roma City e dell’importanza di dare maggiore spazio ai giovani.

Roma City, Alessandro Battisti

L’intervista ad Alessandro Battisti, direttore sportivo del Roma City

Raccontaci un po’ il tuo esordio da nuovo direttore sportivo del Roma City e l’impatto con il nuovo centro sportivo.

“È un centro sportivo fantastico, una società di spessore che ha una visione che a me piace e che consiste nel fair play, nella valorizzazione dei giovani. Stiamo cercando di metterla in pratica, mettendo su una squadra molto giovane, in un girone difficilissimo. È stata una scelta del presidente quella di partecipare al girone F, che è uno dei più difficili. Vogliamo confrontarci con le realtà più blasonate. Questo è l’anno zero per il Roma City”.

Il vostro obiettivo è quello di scalare le gerarchie…

“Sai, vincono 9 squadre su 168: è difficilissimo. Poi noi siamo in un girone veramente competitivo. Sicuramente il nostro obiettivo è quello di crescere e di costruire, e quando si cresce bisogna avere intuizione, idee e tempo. Siamo contenti di quello che stiamo facendo. Quando fai una squadra giovane è sempre un’incognita: i giovani hanno bisogno di fiducia, autostima. Ma siamo contenti perché puntiamo in alto”.

Sei soddisfatto del mercato del club?

“Sì, sono contento perché ho trovato un allenatore che ha grande esperienza e qualità, ed è molto bravo a lavorare con i giovani. Insieme a Maurizio, il mister, siamo soddisfatti del lavoro che stiamo facendo e consapevoli che quando inizi un percorso c’è tanto da lavorare”.

Se tu potessi scegliere un giovane a tuo piacere da portare al Roma City chi sceglieresti?

“Ce ne sono tantissimi… Sceglierei un ragazzo che ho già avuto due anni fa al Mantova, ora a Verona, e che per me è uno giovani pù forti che ci sono: Ghilardi, difensore centrale classe 2003, che è fortissimo secondo me. Ovviamente stiamo parlando di fantacalcio.

Non ti faccio altri nomi ma faccio una considerazione: secondo me dobbiamo iniziare a fiducia ai giovani, dobbiamo iniziare a farli crescere. Perché non è possibile che, su 10 giocatori che stiamo prendendo, 10 sono stranieri.

Io credo che l’Italia, con tutte le problematiche che ha, non possa essere una nazione che non fa crescere i giocatori. Bisogna avere coraggio, visione e idee. Per me i giovani in Italia ci sono e sono forti: manca solo il coraggio di farli giocare. Bisogna andarli a cercare: dove? Anche nelle categorie inferiori”.

Ieri qui all’Hilton si parlava del fatto che in Italia i giovani sono relegati alla Primavera: pensi che sia una buona idea lanciare subito i giovani in Prima Squadra?

“Tante nazioni hanno le seconde squadre e se li crescono in casa. Qui magari vanno a giocare in prestito. Purtroppo noi siamo abituati a fare una differenza tra giovani e vecchi: dovremmo fare la differenza tra forti e scarsi. Bisogna smetterla di “usare” i giovani, se un giocatore è bravo deve giocare.

Ma capisco anche qual è la difficoltà: oggi in Italia, se gli allenatori sbagliano due partite vengono esonerati. Allora l’allenatore preferisce partire con una squadra d’esperienza ed evitare la probabilità, almeno all’inizio, di perdere partite e di essere esonerato.

Quest’anno, noi del Roma City, abbiamo meno vecchi (over) dello scorso anno, malgrado siano cambiate le regole. Questo significa che crediamo nei giovani e lo dobbiamo dimostrare.

Dovrebbe essere così a partire dalle categorie superiori. Vent’anni fa, tu andavi a vedere la finale dello Scudetto Primavera e di quei 22 giocatori, l’anno successivo, 10-15 giocavano titolari tra Serie A e Serie B; oggi vai a vedere una finale della Primavera e dei 22 che giocano se ne trovi uno che gioca titolare in Serie A è un miracolo. Questo vuol dire che qualcosa non va”.

Quest’anno al Roma City c’è qualche giovane che si sorprenderà?

“Ce ne sono tanti (ride)”.

Credi più nelle seconde squadre o nelle esperienze all’estero, per i giovani?

“Anche in questo, la Juventus è stata una capostipite: anche prima di fare la seconda squadra già mandava i giovani a giocare in Serie B all’estero. Per me è giusto: i giovani devono giocare. Poi che giochino nelle seconde squadre o vadano all’estero in prestito in campionati anche minori… I campionati primavera sono belli, però devono essere formativi, però i giovan più grandicelli devono giocare nelle prime squadre”.

Qual è la tua opinione sul calciomercato della Roma di quest’estate, anche per quanto concerne i nuovi giovani arrivi?

Io penso che la Roma, come dice il suo allenatore, abbia bisogno di gente che corre e che ha un motore diverso rispetto a quello che abbiamo avuto in questi ultimi anni.

Io non conosco molto bene i giocatori che hanno preso, a parte Soulé che ha giocato 4 anni fa a Mantova nella Primavera Under 23. C’erano Soulé, Miretti, De Winter: giocatori che oggi giocano in Serie A o all’estero. Quando vidi quei giocatori lì mi emozionai, perché all’epoca erano ragazzini che giocavano in una maniera incredibile.

Mi auguro, essendo anche tifoso della Roma, che questi giocatori possano fare al caso nostro”.

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ESCLUSIVA CS – Candela: “De Rossi è l’uomo perfetto. Contro Cagliari ed Empoli devi fare almeno 4 punti”

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Candela

Esclusiva Calciostyle – Ai nostri microfoni ha parlato Vincent Candela, campione del Mondo con la Francia nel ’98 e campione d’Italia con la Roma nel 2001.

Direttamente dall’evento di Calciomercato all’Hotel Hilton EUR La Lama è intervenuto ai nostri microfoni Vincent Candela, ex giocatore francese con un passato in Italia tra Roma, Udinese e Siena. Proprio nella Capitale è diventato un beniamino della tifoseria, rimanendo legato in maniera assoluta ai colori giallorossi.

Candela si è soffermato appunto sulle ultime vicende in casa Roma, dal mercato all’inizio turbolento della formazione allenata da Daniele De Rossi.

Candela

Candela, le sue parole

Cosa ne pensi della situazione in casa visti i recenti eventi che hanno coinvolto De Rossi e diversi calciatori giallorossi?

“É un qualcosa in cui non sono dentro e che preferisco non giudicare. Penso che nella Roma ci sia stata un pò di confusione dovuta alla questione legata a Dybala, che in un primo momento doveva andare via dal club capitolino mentre poi alla fine è rimasto.

Tutta questa situazione non ha aiutato mister De Rossi , che a mio modo di veder è la persona giusta per questa Roma, visto che ha fatto molto bene con i giallorossi nonostante non abbia conquistato la qualificazione in Champions League la scorsa stagione.

Quello che è successo al tecnico ex Spal è normale, visto che questo è da considerare un inizio dell’avventura del mister romano alla guida del club giallorosso. Ed è normale che ci siano delle difficoltà come ce ne saranno altre in futuro. Per me al momento De Rossi rappresenta un nuovo inizio per la Roma vista la sua conoscenza e le sue capacità in ambito calcistico”.

Un giudizio su questo inizio di stagione della Roma che ha collezionato solamente un punto in due partite?

“Come ho già detto in precedenza la situazione legata a Dybala non ha aiutato De Rossi e la squadra a giocare al meglio, e forse la società poteva fare qualcosa in più. Questa situazione però non è una scusante, perchè una squadra come la Roma contro Cagliari e Empoli deve fare almeno 4 punti. Ora però bisogna ripartire e lavorare con i vari calciatori per cambiare qualcosa”.

Un parere sul nuovo acquisto della Roma Kevin Danso?

“Si tratta di un calciatore che fino ad ora ha giocato in Ligue 1 con i Lens, quindi in un campionato diverso, molto più fisico e meno tattico. É un tipo di difensore veloce che può servire alla Roma visto che mancano calciatori rapidi nel reparto arretrato, staremo a vedere se starà al passo con gli schemi di mister De Rossi“.

Un parere su Dovbyk?

“Dovbyk ha fatto bene l’anno scorso nel Girona ed è un centravanti d’area di rigore che bisognerà sfruttare con tanti palloni e non lasciarlo solo a fare reparto”.

Kone sarebbe il nome giusto per rinforzare il centrocampo giallorosso?

“Secondo me anche al centrocampo della Roma manca un pò di velocità e che serva semplicemente un calciatore veloce da affiancare o a Paredes o allo stesso Cristante visto che manca dinamismo”.

 

Intervista in collaborazione con Alessandro Aglione

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