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ESCLUSIVA CS, Fabio Barone:” Un altro record e mi ritiro. Tifo Roma, da Mourinho mi aspettavo molto di più”

Fabio Barone , Presidente del “Club Ferrari Passione Rossa”, in 21 anni di attività è considerato il sodalizio di clienti Ferrari più importante del Mondo ed attuale detentore di ben 4 Guinness World Record.

Partendo nel 2015 dalla Transfagarașan, la strada nazionale della Romania che si snoda nel nord della Transilvania fino alle pendici del castello di Dracula. L’anno successivo alza l’asticella e scala la Tianmen Mountain Road, un vero drago di cemento che con le sue 99 curve passa da 200 a 1300 metri di altezza, collocandosi a pieno titolo fra i percorsi più pericolosi del globo.

Poi ancora il nuovo primato di velocità nel Canyon della Valle del Dades, in Marocco e in ultimo insieme a un squadra di oltre 30 professionisti, hanno sfidato la vettura virtuale di Google Maps a bordo di una Rossa di Maranello F8 Tributo. U

n viaggio di oltre 4.400 Km che è stato coperto in meno del tempo dichiarato dal navigatore della California, ovvero in meno di 49h.

Quando è nato il tuo amore per la Ferrari?

“Allora diciamo che è nato quando ho capito che non ero bravo a pallone, quindi decisamente ero piccolo, io a sette anni guidavo e devo dire grazie a mio papà che mi ha messo subito in mano un volante e otto anni andavo già sui kart, sono stato abbastanza precoce e quindi da lì è nato l’amore. Tu pensa che quando non andavo a scuola ed uscivo a “fare sega”, si dice così dalle nostre parti, all’epoca andavo davanti a una concessionaria Ferrari che si trova in centro e stavo ore ed ore davanti ad una vetrina a guardare le auto, finché il venditore si mostrò compassionevole e mi fece entrare. Mi fece salire su una macchina e da lì l’amore, ancora non mi ha lasciato mai, ancora così”.

Da Presidente del club a pilota

“Sì, è sempre stata una passione perché chi fa questo di lavoro, come penso anche i calciatori e come penso tutti gli sportivi, il minimo comun denominatore è la passione. Se poi a questa passione riesci a dare un seguito e riesci a dare una performance diventi un pilota. E se da lì rieci a mettere insieme un Team di persone affiatate, perché… quello è!Quello che sono e da cui sono circondato è un team di veri professionisti e di persone in gamba: riesci a correre e se riesci a correre e ce la metti tutta riesci a fare anche probabilmente dei buoni risultati”.

Cosa ti ha portato alla scelta di tentare il Guinness World Record?

“Quel pizzico di follia che fa sì che un pilota possa salire il gradino più alto di un podio, che possa tagliare un traguardo, che possa passare un tempo perchè poi alla fine ci sono tre fattori fondamentali quando si corre: c’è il pilota, c’è la macchina e c’è una clessidra, no? C’è un tempo, un cronometro o come lo vuoi chiamare. Questo è quello che mi ha sempre caratterizzato: il fatto di cercare un limite! La differenza è che noi limite lo cerchiamo sulle strade più pericolose del mondo, non in pista. Quindi niente vie di fuga, pochi guardrail… e questo è!”

Dalla Romania nel 2015 sotto le pendici del castello di Dracula al 2016 a Tianmen In Cina sul drago di cemento da oltre 99 curve. Vogliamo ricordare bene innanzitutto quali sono i record che hai già portato a casa?

“Noi abbiamoi records di tre continenti diversi: l’Europa in Transilvania sotto il castello di Dracula che è considerata la strada più bella del mondo, la ‘Transfagarasan’, attualmente ancora imbattuto! Poi la ‘Tianmen mountain road’ in Cina, che per molti di voi è famosa perché è la strada dove fu girato ‘Avatar’ , è lo scenario dove fu girato il famoso colossal: sono 99 curve in successione e il trucco è quello di prendere un ritmo e mantenerlo fino alla fine. Poi siamo andati in Marocco, in Africa, abbiamo stabilito questo record che apparteneva un francese su questa strada che si trova nella valle, detta adesso, ‘Valle della morte’, come la chiamano in Marocco! E’ stato particolarmente difficile con la continua sabbia che veniva portata dal vento e quindi non avevi Grip sulle ruote. E l’ultimo, forse il più doloroso dal punto di vista fisico, è stato il fatto che abbiamo conquistato e abbiamo battuto Google Maps, abbiamo fatto ‘Roma – Capo Nord’… Google Maps dice che riesce a farla in 49h mantenendo sempre la stessa velocità massima su quel tratto stradale però la differenza rispetto agli umani è che lui non si ferma mai.

Noi l’abbiamo fatto in 45h 20m 37s rispettando sempre i limiti di velocità imposti, perché avevamo un giudice ed una telemetria con delle telecamere a bordo. L’unica particolarità concessa è stata quella di poter andare a quanto era necessario per battere il record in Germania perché sapete che ci sono gli autobhan, ovvero le austrade senza limite.

Lì abbiamo fatto la differenza, doloroso perché ho subito lo schiacciamento del nervo sciatico perché ho guidato per 45h, quindi 2 giorni e 2 notti intere legato dentro una macchina insieme al mio ingegnere, ed è stata una grande avventura, forse quella che ricordiamo con più affetto perché comunque siamo stati… ho un team di 70 persone e 2 anni ci abbiamo lavorato su questa cosa”

Raccontaci quali sono le sfide che hai affrontato per arrivare a questi traguardi?

“Ma sai le sfide… credo che sia, alla fine, quello che noi siamo! Cioè, l’uomo è fatto per questo, per capire quali sono i limiti! Tutti i giorni noi, sia uomini che donne, cerchiamo di battere dei record… Considera che anche la stessa mamma che tutte le mattine si alza, corre, prepara da mangiare, porta il figlio a scuola… è come battere un record ogni giorno; sono dei limiti e alla fine il limite se hai un buon ‘Mental-Coach’ e tanta voglia di fare è possibile farlo, è possibile passarlo questo limite che non deve essere un limite dato dal fatto di abusare e quindi farsi male ma bisogna trovare il giusto equilibrio! “.

Fabio, quando corri con velocità estrema e comunque anche con il pericolo che incombe ogni qualvolta tu sei al volante, come riesci a gestire l’adrenalina durante una gara mantenendo la concentrazione per non distoglierla da nulla, perché comunque parliamo di velocità molto molto elevate?

“Le velocità di percorrenza sono elevate, sì soprattutto se parliamo del nostro stile di guida perché è dato da strade chiuse al traffico ma quindi chiaramente le velocità di percorrenza sulle curve sono molto alte. L’adrenalina: intanto partiamo dei difetti e il difetto più grande è sicuramente quello che io non ho, riesco a mantenere la concentrazione e quindi ho la necessità di lavorare molto con il ‘Mental-Coach’ per avere la concentrazione in quei momenti!… Se anche tu mi chiedi della paura o dell’adrenalina il trucco e lasciare il finestrino un dito aperto così esce e và via: e questo è un trucco che dico sempre! L’adrenalina la senti solo quando arrivi, la senti tutta nelle gambe quando tagli il traguardo e in quei momenti non hai pensieri, l’unico pensiero è avere memorizzato nella maniera migliore il percorso e dare il massimo!”.

Non deve essere facile sicuramente…

“Facile no ma credo che nella vita professionale di atleti o comunque di spositivi non c’è niente di facile, no? Così come nel vostro mondo, lo sport più famoso che è il Calcio bisogna entrare in campo e dare per 90 minuti il massimo, questa è la teoria, no? Poi la pratica è chiaro che la dà in maniera diversa. Noi non lo facciamo per un tempo probabilmente più corto però abbiamo bisogno di una preparazione più lunga”

Segui una dieta particolare per quanto riguarda la preparazione fisica e mentale?

“Si, abbiamo iniziato adesso la preparazione per Aprile. La differenza è che noi siamo un po’ come i fantini, cioè dobbiamo essere leggeri e asciutti e non grossi e muscolosi perché chiaramente il peso per quanto ci riguarda è una nota negativa, cerchiamo tutti i giorni di combattere col peso della macchina e di alleggerirla, figurati del pilota… se è un po’ pesante non è il massimo!”.

Anche perchè lì i cavalli da portare sono un poco di più di quelli dei fantini!

“Eh si, decisamente! Sulla mia parliamo di 820 cavalli da gestire ,quindi quello è molto cardio perché il cardio aiuta molto nel discorso dell’adrenalina dell’affaticamento e quindi… Io ho la fortuna di avere la palestra a casa e quindi non ho scuse per mancare i due allenamenti quotidiani”.

Fabio, hai parlato anche del ‘Mental-Coach’, una figura che io ritengo indispensabile e sicuramente da quello che ho capito, è molto importante all’interno della tua preparazione, pensi possa essere utile anche ad altri sportivi?

“Questo lo fa molto il carattere della persona, il carattere del di chi deve entrare in performance. Io lo utilizzo molto perché mi aiuta a scaricare tutte quelle che sono le ansie e le paure del pre-gara. Spesso io sono molto ripetitivo: la notte prima non dormo quasi mai, ho la necessità di fare a piedi il percorso da solo, sono molto scaramantico faccio sempre gli stessi gesti… e avere una persona vicino… io la chiamo Mental-Coach ma potrebbe essere anche il classico amico, no?

O la classica persona che ti dà supporto e che ti carica emotivamente o che raccoglie in quel momento le ansie e dubbi credo che sia la cosa più più vincente che si abbia.”

Qual’è stata la tua sfida preferita?

“Capo Nord perché ha messo a dura prova tutto quello che effettivamente era il progetto. Guarda, credimi… 2 giorni e 2 notti chiuse dentro 1,5mq con 2 persone è stata complicata. Ci sono stati dei momenti di ansia e di paura, la seconda notte fra la Finlandia la Norvegia nel buio totale pensavo: ‘Se si buca una gomma siamo finiti!’. Sì, eravamo allenati anche a riparare la gomma di una Ferrari però credimi non c’era una luce e… nemmeno in cielo c’era una luce, c’erano solo le luci della macchina e se succedeva qualcosa era veramente finita! Quindi tanta fatica, tanta fortuna… però un grazie va tutto il team che è stato 24h su 24h a fianco, che ci motivava e che ci spingeva”.

Ti va di raccontarmi delle sfide che hai affrontato? C’è un ricordo in particolare su ognuna di loro?

“Sì, ‘Transfagarasan’ la prima: 1 anno di lavoro, eravamo sicuri di essere intorno ai 9,50 di tempo e poi tagliato il traguardo il mio co-pilota mi disse 9,14 e rimasi sbalordito… tant’è che gli chiesi se i cronometristi avessero visto giusto e quindi, sì, quello è stato un bel momento!

In Cina… curva 88 e 92 non avevo più freni e non so nemmeno io come sono riuscito ad arrivare alla fine, i freni fumavano in maniera esasperata e ho pensato di arrivare, cioè di lasciare perché comunque ho dovuto massimizzare quello che avevo e veramente non avevo più nulla e quindi quando sono sceso il primo bacio è stato alla macchina, questo poco ma sicuro!!!

In Marocco… l’accoglienza del popolo marocchino è stata incredibile veramente, sentivi un calore delle persone unico c’era proprio… sai, un sapore di una terra e di una cultura diversa che non ho sentito in altri posti! Capo Nord… il ricordo più bello è stato il letto dopo 2 giorni che non ho dormito!”.

Ti sei ispirato a qualcuno in particolare?

“Mah.. no, io credo che Enzo Ferrari sia stato un uomo come ce ne siano stati pochi di italiani nel mondo, no? Io in realtà ho sempre cercato di essere Fabio Barone e se mi chiedono ‘Che cosa volevi fare da grande?’… Volevo essere Fabio Barone! Tutto qui!”

L’ultima sfida

Sabato 1 aprile 2023, nella splendida cornice di Cinecittà World, presenterai anche la livrea della Ferrari F8 Tributo con la quale tenterai di conquistare il tuo 5° Record Mondiale percorrendo la strada panoramica che porta ai Santuari di Meteora in Grecia e in meno di 178s, primato in carica ad un pilota di origine greca, ti va di raccontarci?

Si (sospiro). Pensavamo fosse più semplice eh.. tanto questa è una cosa che rimane fra noi e non la sentirà nessuno (ride)… A Ottobre siamo andati su dopo aver accettato questa sfida con questo pilota greco che devo dire che è forte, perché in realtà sai che i greci con i Rally dell’Acropoli nascono ottimi piloti perché crescono e hanno una passione smodata per le auto, i greci. Questa strada in realtà è una strada con difficoltà 8.5 su una scala da 10 perché è totalmente consumata dai pullman turistici e quando abbiamo fatto il test abbiamo riscontrato tantissimi problemi di Grip, ma proprio tanti!

Considera che riuscivamo a scaricare si e no 300 CV rispetto agli 800 CV della macchina. Lui ha il record e c’è l’ha con un auto importante tedesca, non mi va di dare marche e modelli, ma che ha una trazione integrale e quindi la differenza è sostanziale!

Il mio capo meccanico ha detto: ‘Ma tu sei sicuro di fare questa cosa?’… Poi l’ambasciatrice e mi ha detto: ‘Barone cerchiamo di riportarlo in Italia questo tempo!’… e ci siamo messi a testa bassa a lavorare, quindi ad Aprile presentiamo la macchina ed il 25 Aprile corriamo!”.

Cosa si nasconde dietro una competizione?

“Tanti parlano di vittorie e record però non sanno quanta fatica e quante volte si perde! Noi siamo tornati a Ottobre in Italia con l’amaro in bocca perchè dai Test pensavamo di essere decisamente in vantaggio o comunque sulla buona strada, invece siam tornati bastonati forte perchè eravamo e siamo lontani dal tempo di riferimento.

E’ vero che abbiamo imparato la lezione e sappiamo dov’è e qual è la strada giusta da percorrere quindi in questo periodo stiamo lavorando per essere pronti ma io ero molto giù, ti dico la verità! E’ lì che c’è la squadra, no? ‘Dai che ce la facciamo, dai che si può fare questo… dai che non è brutta come la vediamo’, eccetera… Però finchè stai lì… Sai,noi abbiamo solo 3 tentativi, cioè realtà io ho solo 3 tentativi che mi vengono dati dai giudici, e hai 1h di tempo per poterli fare!

I tentativi sono sono quelli e non puoi fare molto, puoi cambiare un set di gomme e decidere se magari usare invece che le Slick le Semi-Slick… però quello è! Quindi andiamo lì con tanta speranza ma anche con tanto timore, no? C’è sempre il rischio che torni a casa senza aver fatto nulla però fa parte dello sport, mica sempre si può vincere!”.

Quali aspettative hai per quanto riguarda quest’ultima avventura, se vogliamo chiamarla avventura?

“L’animo è sempre quello di un ventenne ma ventenne non lo sono più… Questa volta sarà diversa, sarà diversa perchè comunque ho deciso di togliere il casco e appenderlo al chiodo… Quindi sarà un’avventura, giusto come un’avventura… Così, un po’ romantica ma decisamente difficile… non mi chiedere come mi sento adesso ma chiedimelo quando e quando scendo dalla macchina”.

Come ti senti e qual’è il pensiero che hai dopo aver terminato ogni esperienza? Dopo avere fatto fatica per ottenere quel risultato? Quali sono i pensieri che ti porti a casa?

“Principalmente dopo… la soddisfazione di aver fatto bene ancora una volta di portare la scritta Italia sulle spalle è la cosa a cui tengo di più, quella di rappresentare il nostro Paese è probabilmente la cosa che mi che mi dà più soddisfazione!

I miei figli. La piccola c’è l’ha a morte con me perché non vede l’ora che smetto, il maschio invece non vede l’ora che lo porto a correre sulle piste”.

Gli farai mettere il casco che appenderai al chiodo?

“A lui, guarda, non vorrei fargli mettere il casco sinceramente. Perché, sai da papà, lui ha iniziato a guidare adesso e già mi crea ansia quando guida. Devo dire che, anche questa è una cosa che rimane tra noi, è molto bravo perché io l’ho messo a guidare che era veramente piccolo piccolo… è molto bravo però, sai, è un mondo un po’ particolare quello delle corse… come il calcio ragazzi, non credete, è difficile arrivare… probabilmente 1 su 1000, come diceva Gianni Morandi, ce la fà… e qua è 1 su 1.000.000 ce la fà”.

E tu ce l’hai fatta Fabio, percepisco però che ci stai annunciando un ritiro?

“Sì, decisamente sì, credo che quando si arriva alla mia età bisogna dire basta, bisogna dirlo nella maniera opportuna, bisogna saper scegliere il posto opportuno dove dire basta e togliersi il casco con l’esperienza fatta e… non sò se è un momento triste o no però c’è un momento in cui tutti dobbiamo basta”.

Sicuramente, vista questa tua decisione, ti starà ripercorrendo tutta la tua carriera, come un déjà-vu, perché sai che quando arriverai al volante e terminerà e la corsa, la tua decisione ti farà ripercorrere in quel momento tutto quello che hai fatto.

“Sì bravo, condivido pienamente… Credo che hai colpito nel segno, sì è chiaro, no? Avrai 1000 sensazioni in quel momento però fa parte della vita”.

C’è stato un uomo, uno che ti abbia un po’ dato quella voglia di continuare il sogno?

“Guarda, io di fortuna e ne ho avute tante mi reputo una persona molto fortunata e tra queste cose ho avuto la fortuna di cenare più volte con Michael Schumacher nell’ambito della partita del cuore che abbiamo organizzato a Roma e con Mario di Natale Presidente della Nazionale Mondiale piloti ed era una persona con carisma… è una persona con un carisma incredibile quindi sai spesso per me era il mio idolo”.

Degli anni ’70 – ’80 quando avevi 10/12 anni, prima di Schumacher c’è stato un pilota che ti piaceva?

“Si, Villeneuve! I Ferraristi rimpiangono ancora Villeneuve, è un pilota che è rimasto nel cuore di tutti”.

Cosa pensi di suo figlio Jaques?

“E’ un personaggio, certe volte ha cercato di fare il personaggio è vero però pure che ha vinto il titolo mondiale e quindi diciamo la stoffa c’era poi non voglio entrare adesso nel discorso se magari aveva la macchina vincente e che chiunque avrebbe potuto vincere il mondiale in quell’anno con quella macchina, questo non non è dato da noi saperlo, però sta di fatto che ha vinto un titolo mondiale.

Il papà era diverso, il papà era un genio del volante. Io conosco molto bene René Arnoux perchè siamo amici mi ha raccontato degli aneddoti incredibili e su questo ti posso dire che era veramente non un pazzo ma uno che veramente andava forte”.

Fabio dopo l’addio al Guinness in che modo continuerai ancora, se continuerai, all’interno del mondo Ferrari?

“Chiaramente continuerò il lavoro del Club che è un lavoro che mi appassiona quello di girare il mondo l’Europa con i nostri soci e soprattutto quello di dedicare alcune giornate dell’anno a dei ragazzi disabili come con la “Ferrari terapia” con cui collaboriamo con diverse associazioni perché è molto particolare il fatto di vedere questi ragazzi per una giornata stare a bordo delle auto e sorridere, perché in realtà ricordatevi sempre Enzo Ferrari che diceva: ‘Date un foglio di carta e dei colori a un bambino e chiedetegli di disegnare una macchina che la farà sicuramente rossa, questo è poco ma sicuro!”.

Si parlava di Villeneuve e vari campioni che sono passati anche nel team Ferrari. Fra questi un altro pilota francese Jean Alesi, hai avuto modo di conoscerlo come persona ? Come carattere oltre che come pilota, ti ha soddisfatto con la sua esperienza la Ferrari? Secondo te è stato un pilota da ricordare che ha lasciato il segno ?

“L’ho conosciuto solo al telefono in realtà perché abbiamo quest’amico in comune che è Renè Arnoux però per me è un uomo dal grande cuore e dal grande carattere. Ricordiamoci, però, che la F1 più bella era quella di quegli anni dove il ricordo di Digione ’79 dove Renè Arnoux e Gilles Villenueve fecero… rimane ancora il duello storico più bello della F1 dove continuavano a darsi gommate a destra e sinistra, oggi non sarebbe possibile, all’epoca era tanto e quindi la F1 che non tornerà più, come adesso c’è il mondo dell’ibrido e dell’elettrico tanto che mi chiedono cosa ne penso e rispondo che sarà fortunato a morire prima di vedere tutto questo mondo elettrico”. (sorride)

Tu avrai guidato tantissime Ferrari, tantissime macchine. Ti chiedo però una differenza se per caso tu hai guidato una monoposto e qual è la differenza, perché comunque sono macchine completamente differenti?

“Guarda, ho guidato la monoposto perché ho fatto il corso di Formula 1 e ho guidato la Benetton con cui corse Michael Schumacher! La differenza delle monoposto o vetture a ruote scoperte è fondamentalmente la posizione di guida che è assolutamente a terra, non sei protetto, sei a cielo aperto… è totalmente diversa è un po’ come la differenza fra la chitarra classica e la chitarra elettrica, entrambe sono chitarre ma sono due suoni totalmente diversi e lo stesso e fra una monoposto e una vettura come la nostra quindi è tanta la differenza”.

Che sensazione hai provato sulla macchina di Michael Schumacher, sulla sua monoposto?

“Vabbè, parti che ho impiegato una mattinata solo per capire come farla partire e per farla partire dal box perché lì ancora c’era la frizione e poi c’era il campo elettroidraulico però per partire avevi la necessità della frizione. E’ tutto complesso e tutto un Mondo, servono diversi giri solo per capire dove stai ancora e poi piano piano cominci a prendere dimestichezza però devi capire dove andare a mettere le ruote, invece con la macchina, la vettura di serie, è totalmente diverso”.

Fabio vorresti dire qualcosa a qualcuno che magari potrebbe aver voglia di intraprendere il tuo stesso percorso?

“Sembra veramente una frase fatta ma la realtà è che se avete un sogno dovete coltivarlo perché si avvera”.

Fabio Barone e la “Magica”

Fabio entriamo anche un pochino nel mondo calcio, non solo campione ma anche tifoso simpatizzante, per quale squadra tifi?

“Partiamo dalla premessa che non capisco quasi niente di calcio però simpatizzo per la Roma, la mamma romana e quindi ti ritrovi ad essere simpatizzante. Certo, tu mi dirai potresti essere anche della Lazio ma invece ho scelto la Roma, tra l’altro io sono molto amico di Milinković perché abbiamo comprato la Ferrari nello stesso giorno, abbiamo ritirato la Ferrari nello stesso giorno e lui ha la targa col numero dopo la mia quindi c’è questa amicizia che ci lega e spesso ci vediamo, sono simpatizzante della Roma, non sono uno che frequenta gli stadi, capisco poco ma conosco diversi calciatori personalmente”.

Hai seguito qualche partita , sei andato allo stadio?

“Lucia, come sai non non ho molta frequenza degli stadi anche se mi invitano spesso e ho visto qualcosa, è un bello spettacolo per carità però preferisco il motore”.

Posso chiederti qual è il tuo giocatore preferito della Roma di questo periodo magari anche di periodi passati?

“Da bambino era Bruno Conti e Falcao. Chiaramente ho avuto la fortuna di conoscere Bruno Conti e quindi mi è rimasto lui nel cuore e poi nell’epoca moderna, se così si può dire, anche Francesco Totti perché ho conosciuto anche lui. Siamo stati a cena insieme, una serata bellissima, persona e ragazzo di grande cuore! Degli ultimi sono un po’ meno addentrato”.

Un pensiero su questa Roma anche se la segui pochissimo, ti sembra una Roma che sta dando qualcosa la sua città?

“Quello che posso dire io di tecnico è decisamente scarso, mi sembra che è da troppo tempo che la Roma vince poco e questo me ne dispiace tanto e spero che nel breve possa salire in classifica e fare qualcosa”.

Cosa ne pensi di Mourino, questi due anni che sono passati da allenatore della Roma… Ti aspettavi questi risultati o immaginavi qualcosa di più?

“Forse qualcosa me lo aspettavo e qualcosa di più, io sono particolarmente serio su queste cose, vedi Binotto con la Ferrari, quando la squadra non và si cambia l’allenatore. I tifosi della Roma mi perdoneranno ma non sono per i ricicli e non credo nelle proroghe a lungo termine”.

Tornando un attimo alla passione Ferrari, la mattina quando ti svegli e la sera quando ti corichi e ogni qualvolta vai nel tuo garage e vedi questo simbolo (il cavallino n.d.r.) che cosa corre dentro di te?

“La prima cosa è che sono fortunato e la seconda è che ho realizzato il sogno più importante della mia vita anche a livello professionale. Che faccio il lavoro che tanti bimbi invidiano e per cui sono fortunato.

Che spero di poterlo portare fino alla fine il più possibile negli anni considerando il fatto che, insomma, quello che abbiamo davanti è una svolta, nel senso che comunque finirò di correre e mi dovrò dedicare a qualche altra cosa però l’emozione che mi da la macchina ogni volta che l’accendo è immutato, penso che sia difficile abbandonare i motori.

Ho già ricevuto diverse proposte che al momento chiaramente non posso svelare ed ho deciso di non metterlo al chiodo (il casco) ma sulla mensola così si spolvera meglio poi vedremo”.

Aggiornato al 20/02/2023 14:14

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Pubblicato da
Lucia Giordano
Tag: Roma

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