Le interviste
Esclusiva CS, Cristiano Ruiu sul Milan: “Arabi? Un sogno, ma improbabile come l’arrivo di Conte. Pioli? Meglio del previsto..”
Milan, il popolare giornalista di fede rossonera, Cristiano Ruiu, ha espresso la sua opinione in esclusiva a Calciostyle. Dalle possibilità di un cambio di proprietà alla posizione di Stefano Pioli, molti i temi affrontati.
Cristiano Ruiu, si parla molto di un cambio della guardia al vertice del Milan. Interesse arabo con diretto coinvolgimento di Paolo Maldini. Lei come vede questo scenario?
“Mi viene da dire, perché sarebbe troppo bello per essere vero. In questo momento il Milan è di una proprietà non ben definita. Di sicuro, dopo l’era Berlusconi, nessuno al comando ha mai avuto come imperativo quello di vincere. La società aveva un grande obiettivo, ovvero il pareggio di bilancio, raggiunto attraverso i grandi risultati sportivi ottenuti nelle ultime stagioni. Comprare giocatori per piazzarsi, incrementare il fatturato e guadagnare attraverso il player trading, sono state le mission. Quindi, questo sogno di una proprietà araba che abbia come obiettivo quello di fare un grande Milan e di spendere tanti soldi per raggiungere lo scopo, sarebbe una ottima notizia, ma rimango molto scettico. Purtroppo il calcio italiano non è più appetibile. Siamo stati superati da Premier League, Liga, Bundesliga, e rischiamo di essere prevaricati perfino dalla Ligue 1″.
Ipotizzando che si concretizzi la questione stadio, in merito alla cessione societaria, si parla di una cifra di vendita che viaggia attorno ai 2 miliardi di euro. La ritiene una cifra attendibile e realistica?
“Le racconto un aneddoto. A casa mia ho un vecchio scooter acquistato ai tempi dello scudetto di Allegri, Ibrahimovic e Thiago Silva. Lo tengo ancora perché ci sono affezionato, e potrei anche decidere di cederlo per 50mila euro, ma non me lo comprerebbe nessuno. Posso raccontare che apporrò delle migliorie, ma la cosa non cambierebbe di molto. Si può chiedere la qualsiasi cifra, ma bisogna vedere la realtà. Il Milan è stato venduto tre volte, la prima volta a 700 milioni di euro, con tutta la faccenda legata a Yonghong Li, e una cessione, diciamo, particolare. La seconda volta per un miliardo di euro, e ora Cardinale, che non ha messo un euro di soldi suoi. La realtà è che il valore del club aumenta dopo ogni cessione, ma i soldi non li tira mai fuori nessuno. Per questo dico che è un sogno pensare che possa arrivare un arabo e spendere due miliardi. In questo momento, chi vuole investire nel calcio, si rivolge alle leghe forti, non alla serie A“.
Parlando di blasone ritrovato da parte del Milan, e di attrattività, Lei pensa che la panchina rossonera possa essere affascinante per un allenatore come Antonio Conte?
“Conte è un allenatore che vuole un contratto importante, per lui e per il suo staff. Alle sue direttive, inoltre, c’è uno staff molto numeroso e molto costoso. Esige una certa autonomia di lavoro e una conoscenza del budget a disposizione. Un allenatore come il salentino è sovradimensionato per il calcio italiano e per il Milan. Mi spiego, la proprietà non concepisce il pagare un tecnico 16 milioni l’anno. Credo non sia possibile, senza contare che Conte vuole dei giocatori pronti per vincere subito, mentre la società rossonera li vuole non per vincere ma per costruire. Se hanno da dargli ciò che chiede lui, diventerebbe possibile, diversamente la risposta è no. A mio modo di vedere, con questa proprietà gli allenatori a misura del Milan sarebbero, per esempio, Thiago Motta e Italiano”
Tra l’altro, oltre al suo stipendio, ci sarebbe il problema che lui pretenderebbe giocatori non esattamente economici per il Milan..
“Lui vuole i giocatori pronti per vincere subito, e questo tipo di professionisti vogliono ingaggi alti. Il miracolo di Paolo Maldini negli ultimi anni è stato fatto seguendo la strada della riduzione del monte ingaggi. Se tu raddoppi il monte ingaggi, è ovvio che incrementa anche il livello dei giocatori. I giovani a Conte vanno bene, ma ha bisogno anche dei pezzi da novanta. A me sembra tutto un sogno, così come quello del cambio proprietà”
Spostandoci sul discorso della rosa, ci sono pochi elementi adattabili al suo 3-5-2.
“Il discorso della rosa del Milan esula da tutto. La squadra dello scorso anno, puntellata con 2-3 giocatori di grande valore, sarebbe stata pronta per lottare per lo scudetto. I soldi spesi per 12 giocatori, se concentrati in un innesto per ruolo, avrebbero consentito di lottare sin da quest’anno per lo scudetto. Questa società, invece, ha deciso di prendere molti giocatori, nessuno di questi di alto livello, e tutti da amalgamare”.
Parlando di Stefano Pioli, invece, lui dice che la magia del Milan dello scudetto è finita. Lei concorda con questo suo pensiero?
“Non è finita la magia, è cambiata gran parte della rosa. Del Milan originario c’è rimasto poco. Chi pensava che il Milan potesse sin da subito lottare per lo scudetto è uscito di strada e di molto. Il Milan sta facendo il suo, in proporzione ai presupposti, con una marea di infortuni. Anzi, per come la vedo io, Pioli ha fatto appena di più dell’attendibile. L’anno scorso aveva dei dirigenti che lo sostenevano, oggi non non ci sono più. Nonostante questo, i tifosi lo vogliono cacciare, anche se la squadra è dalla sua parte”.
Le interviste
Esclusiva CS, Tommy “Bomber” er Cuoco: “Non sono io che mi reputo il numero uno, me lo fa capire chi mi ama. Mia madre mi ha insegnato tutto. Su Roma e Inter…”
“Tommy er Cuoco“, il “re della cucina romanesca fatta de core“, ha parlato in esclusiva ai microfoni di CalcioStyle di cucina e di calcio.
Indice
“Il mio segreto? L’aver reso la mia passione una professione”
Francesco: “Da dove nasce la passione per la cucina?“
❝A me non è mai piaciuto studiare, credo si senta anche da come parlo. Il mio modo di cucinare riflette la mia personalità, in quanto a me piace creare uno stile ‘ignorante’ ma con sentimento. Viene tutto da dentro. La mia passione per la cucina nasce dal fatto che a me è sempre piaciuto mangiare. E siccome prima o poi avrei dovuto fare qualcosa a livello lavorativo, allora ho fatto diventare la mia passione per il cibo una professione.❞
“Nessun personaggio: ciò che vedete sono io“
Francesco: “Ciò che vediamo nei video è un personaggio oppure sei tu?“
Tommy er Cuoco: ❝Non è un personaggio. Quello sono io, al 100%. Ovviamente durante le riprese spingo un po’ il piede sull’acceleratore, ma se la gente dice che ‘faccio il personaggio’ e quel personaggio mi riesce così bene…beh allora dovrebbero capire che quella persona sono io. Io non prendo in giro nessuno. Io nei video faccio vedere il vero Tommy. Non è un qualcosa che io faccio vedere nella speranza che piaccia al pubblico.❞
“La vecchia cucina romana non morirà mai. Il gourmet…“
Francesco: “Tu molte volte nei video parli di ‘vecchia cucina’, a cosa ti riferisci?“
Tommy er Cuoco: ❝Tu quanto rientri la sera a casa ti metti a fare il piatto stellato? No, uno quando torna a casa dopo il lavoro mangia ‘alla vecchia maniera’. Mangi la vera cucina romana, che può essere fatta in tanti modi ma non è una cosa gourmet. E’ una cosa che molto probabilmente tutti abbiamo imparato dalle nostre nonne: è l’unica cucina che non morirà mai. Poi anche io posso andare a mangiare gourmet, per levarmi lo sfizio di tanto in tanto, ma non me lo mangio certo tutti i giorni. La ‘vera cucina’ secondo me è quella.❞
“La carbonara rappresenta Tommy er Cuoco nel mondo“
Francesco: “Perché la carbonara è così rappresentativa per te?“
Tommy er Cuoco: ❝Faccio tantissimi piatti, ma la carbonara è così rappresentativa perché ci partono da tutta Italia (ma non solo, anche da tutta Europa) per venire qui a mangiarla. Quando mi dicono che non ho vinto nessun premio, io rispondo che è vero ma nessuno mi ha mai permesso di partecipare. Ogni volta che ho provato ad avvicinarmi alle competizioni mi hanno sempre ‘impedito’ di partecipare. Con uno che non è capace puoi anche vincere, ma rimani così. Con uno forte puoi anche perdere, ma impari certamente qualcosa.❞
“Tommy er Cuoco sponsorizza una persona, non il ristorante“
Francesco: “A cosa è dovuta la tua crescita così repentina?“
Tommy er Cuoco: ❝La differenza fra me e gli altri è che io creo e sponsorizzo una persona, prima che un personaggio. E alle persone questo piace, perché sono me stesso. A me non interessa sponsorizzarmi. Non ne ho bisogno, perché per fortuna abbiamo il ristorante pieno tutti i giorni. Io oltre al cibo offro uno spettacolo quotidiano a chi viene a mangiare da noi. Non sono uno di quelli che ti dice ‘ti faccio mangiare con 15 euro’ perché da me con 15 euro non ci compri nemmeno l’acqua, te lo dico molto chiaramente. Le persone amano Tommy er Cuoco perché vedono la realtà di una cucina. Quando ti mettono la fogliolina di basilico o ti dicono ‘adesso sfumiamo con un filo di vino’ non ti dicono la verità, perché quando lavori a 70 gradi dentro una cucina in quel momento sei tutto tranne che una persona dolce.❞
“Devo tutto a mia madre, la mia ‘passione’ per i nonni…“
Francesco: “Chi ti ha avvicinato al mondo gastronomico?“
Tommy er Cuoco: ❝Mia madre, perché io non ho avuto i nonni. Per questo amo i nonni, ma mia nonna è stata la maestra di mia madre e lei mi ha trasmesso tutto l’amore per la ‘vecchia cucina’. Puoi studiare anche per anni, ma se non hai la giusta passione per questo lavoro non esiste niente che ti faccia fare un piatto spettacolare.❞
“Haters, rispondo così. Ai colleghi consiglio di…“
Francesco: “Il tuo rapporto con gli haters?“
Tommy er Cuoco: ❝La gente pensa di potermi insegnare qualcosa, ma loro sono sotto i miei video a commentare e questo implica che mi conoscono mentre io invece non sapevo nemmeno della loro esistenza. Si pensano leoni, ma invece sono dei gattini affettuosi che miagolano. Loro vogliono quei dieci minuti di gloria e ho capito che a loro basta quello. Una volta ottenuti, a telefono spento, io rimango sempre Tommy er Cuoco mentre loro a momenti non li riconosce nemmeno la loro famiglia. Io non rendo piccolo nessuno, sono loro a rendersi piccoli da soli. Chi sei tu per insegnarmi come devo fare il mio mestiere? Forse puoi dire una cosa esatta, ci sta, ma con tutto il rispetto non puoi insegnarmi a cucinare se fai l’idraulico. Così come io non posso insegnare a te a fare l’idraulico. Personalmente non ho mai bloccato nessuno, sono loro che si auto-bloccano quando capiscono che non c’è possibilità di replica. Tutti dovrebbero fare come faccio io, perché purtroppo ci sono tante persone che smettono di fare questo lavoro o addirittura si ammazzano per colpa degli haters. Spero che tutti prendano spunto da me da questo punto di vista, perché gli haters servono ma devi essere consapevole che uno può parlare di te solo se ti conosce. E il semplice fatto che lui possa commentare ciò che fai, significa che sei già meglio di lui.❞
Tommy er Cuoco, siparietto ludico su Inter e Roma
Di seguito, il reel del quiz che CalcioStyle ha fatto a Tommy er Cuoco. Il noto rusticano romano ha regalato due battute sulla Roma e sul derby di Milano: decisivo per lo scudetto nerazzurro.
Di seguito, il video integrale dell’intervista.
Le interviste
Il King Rino Barillari e l’aggressione subita da Gerard Depardieu. Storie di Ordinaria Follia – VIDEO
Alexandra Colasanti nota giornalista e show girl, intervista in esclusiva per almanaccocinema.it il King Rino Barillari sui fatti accaduti in via Veneto.
Oggi il “King” a distanza di anni illumina una vía Veneto, spenta, dove solo L’Harrys Bar con il Proprietario Luigi Lepore rispetta il codice della Dolce Vita, il resto, piccole attivita’ da quattro spicci: adornate da fiori finti all’entrata, di quelli che possiamo chiamare i nuovi imprenditori.
Quelli in cui i locali strasbordano di vorrei ma non posso, di visi al sapore di plastica e disgusto e di uomini alla ricerca di un piacere momentaneo.
Lo stile ed il gusto di una Dolce Vita eterna, quello lasciamola a chi ne ha fatto parte, al King, Rino Barillari.
Ed a quella che ormai e’ un’Isola perduta della Dolce Vita.
Che dire, chi ne ha fatto a suo tempo la Storia, oggi la disdegna dicendo “ Italia Merda “.
Lo stile ed il gusto di una Dolce Vita eterna, quello, lasciamolo a chi ne ha fatto parte a Rino Barillari ed all’Harrys Bar, un’Isola felice in una Roma fatta sola di apparenza…
Le interviste
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