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I Campioni in… viola: Daniel Alberto Passarella

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Daniel Alberto Passarella (detto El Caudillo/Il Generale) nasce a Chacabuco a 200 chilometri da Buenos Aires, il 25 maggio 1953, è stato un calciatore di grinta straordinaria e goleador implacabile, nonostante il ruolo di libero ricoperto in tutta la sua carriera da professionista. Riuscì ad unire il gesto tecnico con il temperamento del leader. Il suo calcio è sempre stato una battaglia per la supremazia, un modo per dimostrare a tutti di essere il più duro conquistando così la stima e l’affetto di tutti i tifosi delle squadre nelle quali ha militato e dell’intero pubblico argentino, a maggior ragione essendo l’unico albiceleste ad aver vinto due volte il Mondiale in carriera.

Gli inizi

Gli inizi di carriera, da giovanissimo, lo vedono impiegato nel ruolo di ala sinistra, ma presto già al Sarmiento in terza serie, venne spostato in posizione di libero per sfruttare la sua determinazione a protezione della porta: esordì nel 1973 con una stagione da titolare impreziosita da 9 gol. L’ottima annata al Sarmento attirò l’attenzione degli scout del River Plate ed il salto di tre categorie che non lo intimidì affatto. Con Los Milionarios disputa 226 partite segnando la bellezza di 90 reti, cifre pazzesche per un difensore! Negli anni al River Plate, visti i suoi numeri e la sua leadership, giunge d’obbligo la convocazione in Nazionale con tanto di fascia da capitano al braccio in occasione dei Mondiali casalinghi vinti nel 1978.

L’arrivo in viola

Dopo sette titoli in otto anni, per Passarella arrivò il richiamo dell’Europa e nel 1982 fu la Fiorentina a spuntarla sulle altre pretendenti. L’arrivo dell’argentino è successivo al campionato del… meglio secondi che ladri e i tifosi, ancora scottati dalla tremenda delusione patita nella stagione precedente, videro in Passarella l’uomo del riscatto. Il ruolo lasciava perplesso qualcuno, ma il giocatore pareva una garanzia assoluta: era stato determinante con l’Argentina, avrebbe potuto esserlo anche in viola. Il lavoro tattico richiesto in Italia però mise subito alla prova la resistenza mentale di Passarella che impiegò qualche mese per calarsi nella nuova realtà: l’allenatore De Sisti pretendeva infatti da lui disciplina e ordine tattico. Picchio chiedeva a Passerella un’interpretazione classica del libero, più attenzione in fase difensiva e meno scorribande nell’area avversaria. Troppo poco per stroncare uno come lui. Daniel decise di rispondere con i fatti, diventando negli anni successivi una colonna portante della formazione viola senza perdere mai il vizio del gol: addirittura 15 nella stagione 85/86.

Su queste basi, col tempo, si sarebbe instaurato un rapporto intensissimo fra la città e il giocatore. Più freddo, invece, sarebbe sempre rimasto quello con la famiglia Pontello. Le quattro stagioni in maglia viola furono bagnate con 35 reti in 139 presenze. Sugli anni in viola e sul tatticismo d’allora ci sono alcune sue dichiarazioni di qualche tempo fa: «Io a Firenze ho vissuto un periodo molto bello, lì ho lasciato molti amici, come alcuni dei miei ex compagni che hanno deciso di continuare a vivere a Firenze. Per me quello di oggi è un calcio più facile. Quando ero qui a Firenze il calcio italiano era più difficile perché c’era una forte filosofia di gioco all’italiana».

Nel 1986 Passarella passò all’Inter, da dove un paio di anni dopo fece ritorno all’amato River.

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I campioni in rossoblu: Gigi Piras (video gol)

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Gigi Piras è stato uno dei più prolifici bomber della storia del Cagliari. Una storia gloriosa, visto che il Cagliari è l’unica squadra del sud (insieme al Napoli) ad aver vinto lo scudetto

Piras giunse a Cagliari nel 1971, vestendo la maglia rossoblu per 15 stagioni.

Tra Serie A, Serie B e Coppa Italia, ha collezionato 376 partite, nelle quali ha messo a segno 104 reti.

Fu in un certo senso l’erede dell’altro Gigi, il mito rossoblu Riva.

Vediamo insieme una carrellata dei suoi gol:

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15 giugno 1974. Il “vaffa” di Chinaglia a Valcareggi

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15 giugno 74'

Erano i Mondiali del 74′. Il 15 giugno, nella partita d’esordio, l’Italia incontra Haiti. Match rimasto nella memoria per il “vaffa” di Chinaglia, ma non solo.

15 giugno 1974: Italia-Haiti a Monaco di Baviera

L’Italia del commissario tecnico Ferruccio Valcareggi si presenta ai mondiali del 74‘ come una delle nazionali favorite, anche perché gli azzurri sono vicecampioni in carica dopo Messico 70′.

Il match d’esordio per gli Azzurri sembra a senso unico, solo una formalità, eppure resta nei ricordi per due eventi non banali. Ma iniziamo raccontando i fatti…

La partita ha luogo a Monaco di Baviera nell’Olympiastadion, queste le formazioni iniziali:

Italia: Zoff, Spinosi, Morini, Burgnich, Facchetti, Mazzola, Capello, Rivera, Benetti, Chinaglia, Riva.

Haiti: Françillon, Bayonne, Jean-Joseph, Nazaire, Auguste, Antoine, Desir, Vorbe, François, Saint-Vil, Sanon.

La partita inizia come ci si aspetta, l’Italia conferma di essere di un altro livello, e di poter avere la meglio con facilità sui centro-americani.

Tuttavia dopo i primi minuti promettenti, gli azzurri si adagiano, credendo di poter vincere la partita senza sforzi. Dunque il gioco si svolge per lo più con l’Italia che crea occasioni, ma senza riuscire a finalizzare, tant’è che si va al riposo con le porte di Zoff e Françillon che restano inviolate.

L’inizio della ripresa è il momento in cui si concretizza il primo dei fatti storici di questo incontro.

Infatti al primo minuto del secondo tempo Haiti attacca, Vorbe serve un passaggio in profondità per Emmanuel Sanon, il centravanti haitiano si trova solo al cospetto di Dino Zoff, lo supera, e mette la palla in rete. Fermato a 1142 minuti il record di imbattibilità del portierone azzurro.

Quindi al minuto 46′ l’Italia si trova in svantaggio ai mondiali contro Haiti. La nazionale di Valcareggi però è troppo più forte degli avversari, e ci pensa Rivera a rimettere in equilibrio il match. Al 52′ Mazzola crossa da destra, Chinaglia stoppa a centro area e poi lascia la palla al pallone d’oro del 69′ che insacca. Al minuto 66 arriva il vantaggio, grazie ad una autorete di Auguste, che devia un tiro di Benetti da fuori area.

Al minuto 70′ arriva il famoso “vaffa” di Chinaglia a Valcareggi in mondo-visione. Long Jhon apostrofa il ct quando decide di sostituirlo con Anastasi. Lo stesso Anastasi infine sigla il gol al 79′ che fissa il risultato sul definitivo 3-1.

Zoff, il “vaffa” di Chinaglia e il mondiale del 74′.

15 Giugno 74'

La vittoria su Haiti apre il mondiale di Germania Ovest 74′ per l’Italia. Tuttavia dopo il pareggio per 1-1 contro l’Argentina, nel secondo incontro della prima fase, gli azzurri si fermano perdendo 2-1 contro la Polonia. Il terzo match, in cui agli azzurri sarebbe bastato il pareggio per accedere alla seconda fase, sancisce invece l’eliminazione degli azzurri.

Quindi del mondiale del 1974, per l’Italia, rimango nella memoria soprattutto due cose:
– il gol di Sanon, che fissa a 1142 i minuti di imbattibilità di Dino Zoff, record ancora valido per un solo portiere. Ma battuto come record di squadra nel 2021 da Donnarumma, Sirigu, Cragno e Meret che hanno tenuto la porta azzurra illibata per 1168 minuti consecutivi in totale.
– il “vaffa” di Chinaglia a Valcareggi in mondo-visione, unico sprazzo del tanto atteso centravanti fresco campione d’Italia con la Lazio.

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Pelé, aperto al pubblico il mausoleo di O Rey

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Pelé

Aperto al pubblico il mausoleo contenente il corpo di Pelé. Si può ora far visita alla spoglia, nel cimitero verticale di Santos, nello stato di San Paolo.

Pelé, ora si può visitare il mausoleo

Pelé

Aperto al pubblico a partire da lunedì, il mausoleo dedicato a Edson Arantes do Nascimento, o meglio Pelé.

Il grande campione, leggenda del calcio mondiale, ha lasciato questo mondo lo scorso 29 dicembre 2022, all’età di 82 anni. Il ricordo di O Rei sarà per sempre nel cuore di tutti, soprattutto di chi ama il gioco del calcio.

Lunedì si è svolta una speciale cerimonia di inaugurazione, ora è possibile visitare il mausoleo. All’interno, oltre alle spoglie di Pelé, sono presenti erba artificiale con tutto intorno immagini di tifosi del Santos e suoni di applausi, come se stessimo ancora assistendo alle gesta, del tre volte campione del Mondo brasiliano, sul rettangolo verde. Inoltre sono presenti 2 statue dorate, diversi trofei, maglie e foto di Pelé in campo.

Il mausoleo occupa una area di circa 200 metri quadrati, era visitabile fino ad ora solo dai familiari, si trova nel cimitero verticale più grande al mondo. Il Memorial Necrópole Ecumenica si trova nella città di Santos, nello stato di San Paolo. La visita è gratuita, ma per recarsi a rendere omaggio a O Rei è necessario fissare un appuntamento.

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