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I Campioni in… viola: Adrian Mutu

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Adrian Mutu nato a Calinesti in Romania l’8 gennaio 1979 è stato un attaccante tecnico e rapido. A Firenze fu ribattezzato “Il Fenomeno”. Insieme a Gheorghe Hagi è il maggior realizzatore della nazionale rumena con 35 reti; è stato premiato quattro volte come calciatore rumeno dell’anno, è considerato come uno dei più forti calciatori rumeni di tutti i tempi. Mutu è il miglior marcatore rumeno nella storia della serie A con 103 reti.

Nella carriera ha ricoperto tutti i ruoli della fase offensiva, dal trequartista all’ala, dalla seconda punta a riferimento centrale: dotato di grandissima creatività, è stato anche specialista nei calci da fermo.

La carriera

Gli inizi di carriera sono all’Argeș Pitești per poi passare alla Dinamo Bucarest, dove viene acquistato dall’Inter. Dopo un anno in nerazzurro passa al Verona, dove troverà Prandelli che diventerà il suo allenatore di riferimento. Lo seguirà al Parma, dove mise a segno 18 reti in 31 partite che gli valsero la chiamata del Chelsea. A Londra, dopo un discreto primo anno, all’inizio del secondo fu squalificato dopo essere trovato positivo alla cocaina e il club di Abramovich lo licenziò in tronco.

Dopo l’avventura con il Chelsea firmò un contratto quinquennale con la Juventus. In realtà, con un magheggio di mercato che sfruttava le lacune delle normative, non fu inizialmente tesserato dalla Juventus ma dal Livorno, in quanto i bianconeri non potevano tesserare un extracomunitario proveniente dall’estero avendo già esaurito i posti a disposizione, e quindi “ceduto” dai toscani ai piemontesi. Con i labronici, però, non scese mai in campo, mentre debuttò solo all’ultima giornata di campionato con la maglia della Juventus a causa della lunga squalifica per doping che doveva scontare. Nella stagione successiva in bianconero riuscì a ritagliarsi qualche spazio. Totalizzò 33 presenze con 7 gol.

L’arrivo a Firenze

Alla fine del campionato Mutu viene ceduto alla Fiorentina. A Firenze Mutu torna ad esser allenato da Cesare Prandelli, imponendosi subito come giocatore imprescindibile per i viola. Mutu si prende la numero 10 e in poco tempo tutta la Viola, vincendo lo scetticismo del popolo fiorentino, dovuto ai precedenti, e dimostrandosi uno dei migliori attaccanti del campionato: realizzerà 16 gol a fine campionato, trascinando insieme a Toni i viola al quinto posto, che sarebbe stato terzo senza la penalizzazione di calciopoli.

Il rapporto tra Mutu e il popolo viola diventa in breve tempo grande amore, con il romeno che dopo ogni rete segnata esulta con un inchino alla Fiesole. A fine stagione Mutu verrà eletto miglior giocatore del campionato, ottenendo la miglior media voto del campionato di tutti i quotidiani sportivi.

La seconda stagione in viola è sugli stessi livelli di prima, Mutu inizia alla grande la stagione con 6 reti nelle prime 8 giornate con soli due rigori, uno di questi proprio alla Juve. “Il Fenomeno” chiuderà il campionato con 17 reti, trascinando i suoi al quarto posto in campionato e alla semifinale di Europa League, persa soltanto ai rigori contro i Rangers Glasgow. A fine stagione le voci di mercato si intensificheranno, con il rumeno vicinissimo al passaggio alla Roma, ma i Della Valle, su pressione di Prandelli, stopperanno il trasferimento dell’attaccante nella Capitale, rimanendo per la terza stagione in viola. Numerosi infortuni tormentano la prima parte di stagione del giocatore, che riesce comunque a togliersi la soddisfazione di andare in rete in Champions League contro il Bayern Monaco. Superati gli infortuni torna ad essere decisivo nella seconda parte della stagione, realizzando la sua prima tripletta nel 3-3 contro il Genoa che sarà poi decisivo per la qualificazione , la seconda consecutiva, dei viola in Champions, che termineranno il campionato appaiati proprio al Genoa.

Dopo 13 gol nella sua terza stagione fiorentina il giocatore inizia la nuova annata ancora in gol, segnando in campionato al Bologna e in Champions al Debrecen sia all’andata che al ritorno, proprio in questa gara però subisce un infortunio al menisco, che lo costringe allo stop. Torna in campo nel 2010 trovando subito le reti tra campionato e Coppa Italia, ma una nuova squalifica lo allontanerà dal campo.

Dopo la gara della Viola contro il Bari Mutu verrà fermato dall’antidoping, riscontrando la presenza di metaboliti nella sibutramina, stimolante che annulla gli effetti della fame. Il romeno verrà sospeso in via cautelativa, verrà poi trovato positivo alla stessa sostanza anche dopo la gara contro la Lazio di Coppa Italia, venendo squalificato complessivamente per 9 mesi. Mutu termina la stagione con 4 reti in campionato, ma il suo rapporto con i viola inizierà a vacillare. Tornerà in campo nell’autunno del 2010, ma nel Gennaio 2011 si renderà ancora, suo malgrado, protagonista, allontanandosi senza motivo dall’allenamento e finendo per questo fuori rosa. Le voci di mercato impazzano, ma alla fine il romeno resta a Firenze e verrà reintegrato poche settimane dopo, tornando al gol in occasione della gara contro il Catania con una doppietta, con tanto di inchino alla Fiesole. Il rapporto di Mutu con la Viola è però al termine, dopo 5 stagioni fatte di passione profonda e ricambiata, di gol pesanti, specie nelle prime tre stagioni, e di traguardi prestigiosi, come le semifinali di Europa League e gli ottavi di finale contro il Bayern Monaco in Champions League. Terminato il campionato sulle tracce del romeno c’è il Cesena e passa ai bianconeri romagnoli. Poi da qui sarà un girovagare tra Francia, Romania, India e il ritorno a casa.

In una recente intervista, di passaggio a Firenze, dopo che ha intrapreso la carriera di allenatore, Mutu si è espresso così: «Voglio diventare un allenatore bravo e preparato: spero in futuro un giorno di poter guidare la Fiorentina. I miei ricordi da giocatore? Mi sono rimasti bellissimi ricordi, dei tifosi e della città. Spero di aver lasciato anche io dei bei ricordi. L’amore dei tifosi? Il rapporto è sempre lo stesso, qui mi hanno amato più che nel mio Paese».

 

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I campioni in rossoblu: Gigi Piras (video gol)

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Gigi Piras è stato uno dei più prolifici bomber della storia del Cagliari. Una storia gloriosa, visto che il Cagliari è l’unica squadra del sud (insieme al Napoli) ad aver vinto lo scudetto

Piras giunse a Cagliari nel 1971, vestendo la maglia rossoblu per 15 stagioni.

Tra Serie A, Serie B e Coppa Italia, ha collezionato 376 partite, nelle quali ha messo a segno 104 reti.

Fu in un certo senso l’erede dell’altro Gigi, il mito rossoblu Riva.

Vediamo insieme una carrellata dei suoi gol:

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15 giugno 1974. Il “vaffa” di Chinaglia a Valcareggi

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15 giugno 74'

Erano i Mondiali del 74′. Il 15 giugno, nella partita d’esordio, l’Italia incontra Haiti. Match rimasto nella memoria per il “vaffa” di Chinaglia, ma non solo.

15 giugno 1974: Italia-Haiti a Monaco di Baviera

L’Italia del commissario tecnico Ferruccio Valcareggi si presenta ai mondiali del 74‘ come una delle nazionali favorite, anche perché gli azzurri sono vicecampioni in carica dopo Messico 70′.

Il match d’esordio per gli Azzurri sembra a senso unico, solo una formalità, eppure resta nei ricordi per due eventi non banali. Ma iniziamo raccontando i fatti…

La partita ha luogo a Monaco di Baviera nell’Olympiastadion, queste le formazioni iniziali:

Italia: Zoff, Spinosi, Morini, Burgnich, Facchetti, Mazzola, Capello, Rivera, Benetti, Chinaglia, Riva.

Haiti: Françillon, Bayonne, Jean-Joseph, Nazaire, Auguste, Antoine, Desir, Vorbe, François, Saint-Vil, Sanon.

La partita inizia come ci si aspetta, l’Italia conferma di essere di un altro livello, e di poter avere la meglio con facilità sui centro-americani.

Tuttavia dopo i primi minuti promettenti, gli azzurri si adagiano, credendo di poter vincere la partita senza sforzi. Dunque il gioco si svolge per lo più con l’Italia che crea occasioni, ma senza riuscire a finalizzare, tant’è che si va al riposo con le porte di Zoff e Françillon che restano inviolate.

L’inizio della ripresa è il momento in cui si concretizza il primo dei fatti storici di questo incontro.

Infatti al primo minuto del secondo tempo Haiti attacca, Vorbe serve un passaggio in profondità per Emmanuel Sanon, il centravanti haitiano si trova solo al cospetto di Dino Zoff, lo supera, e mette la palla in rete. Fermato a 1142 minuti il record di imbattibilità del portierone azzurro.

Quindi al minuto 46′ l’Italia si trova in svantaggio ai mondiali contro Haiti. La nazionale di Valcareggi però è troppo più forte degli avversari, e ci pensa Rivera a rimettere in equilibrio il match. Al 52′ Mazzola crossa da destra, Chinaglia stoppa a centro area e poi lascia la palla al pallone d’oro del 69′ che insacca. Al minuto 66 arriva il vantaggio, grazie ad una autorete di Auguste, che devia un tiro di Benetti da fuori area.

Al minuto 70′ arriva il famoso “vaffa” di Chinaglia a Valcareggi in mondo-visione. Long Jhon apostrofa il ct quando decide di sostituirlo con Anastasi. Lo stesso Anastasi infine sigla il gol al 79′ che fissa il risultato sul definitivo 3-1.

Zoff, il “vaffa” di Chinaglia e il mondiale del 74′.

15 Giugno 74'

La vittoria su Haiti apre il mondiale di Germania Ovest 74′ per l’Italia. Tuttavia dopo il pareggio per 1-1 contro l’Argentina, nel secondo incontro della prima fase, gli azzurri si fermano perdendo 2-1 contro la Polonia. Il terzo match, in cui agli azzurri sarebbe bastato il pareggio per accedere alla seconda fase, sancisce invece l’eliminazione degli azzurri.

Quindi del mondiale del 1974, per l’Italia, rimango nella memoria soprattutto due cose:
– il gol di Sanon, che fissa a 1142 i minuti di imbattibilità di Dino Zoff, record ancora valido per un solo portiere. Ma battuto come record di squadra nel 2021 da Donnarumma, Sirigu, Cragno e Meret che hanno tenuto la porta azzurra illibata per 1168 minuti consecutivi in totale.
– il “vaffa” di Chinaglia a Valcareggi in mondo-visione, unico sprazzo del tanto atteso centravanti fresco campione d’Italia con la Lazio.

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Pelé, aperto al pubblico il mausoleo di O Rey

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Pelé

Aperto al pubblico il mausoleo contenente il corpo di Pelé. Si può ora far visita alla spoglia, nel cimitero verticale di Santos, nello stato di San Paolo.

Pelé, ora si può visitare il mausoleo

Pelé

Aperto al pubblico a partire da lunedì, il mausoleo dedicato a Edson Arantes do Nascimento, o meglio Pelé.

Il grande campione, leggenda del calcio mondiale, ha lasciato questo mondo lo scorso 29 dicembre 2022, all’età di 82 anni. Il ricordo di O Rei sarà per sempre nel cuore di tutti, soprattutto di chi ama il gioco del calcio.

Lunedì si è svolta una speciale cerimonia di inaugurazione, ora è possibile visitare il mausoleo. All’interno, oltre alle spoglie di Pelé, sono presenti erba artificiale con tutto intorno immagini di tifosi del Santos e suoni di applausi, come se stessimo ancora assistendo alle gesta, del tre volte campione del Mondo brasiliano, sul rettangolo verde. Inoltre sono presenti 2 statue dorate, diversi trofei, maglie e foto di Pelé in campo.

Il mausoleo occupa una area di circa 200 metri quadrati, era visitabile fino ad ora solo dai familiari, si trova nel cimitero verticale più grande al mondo. Il Memorial Necrópole Ecumenica si trova nella città di Santos, nello stato di San Paolo. La visita è gratuita, ma per recarsi a rendere omaggio a O Rei è necessario fissare un appuntamento.

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