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VAR e arbitri: la tecnologia è fuoco, servono mani esperte

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Milan-Como

VAR tra critiche e confusione: perché la tecnologia funziona solo se arbitri e regie sanno usarla al meglio. Scopri i dettagli

Il VAR avrebbe dovuto risolvere tutti i problemi. E invece… continua a essere al centro di discussioni infinite: nei programmi post partita, ma anche nei commenti nascosti della rete, da X a Instagram, passando per dibattiti tutt’altro che accademici su Facebook. Ognuno cavalca la propria narrativa, alimentando un racconto alle volte fuorviante e solo per far polemica.

È un dato di fatto: nelle ultime giornate la sala VAR ha dovuto gestire situazioni delicate. Gli episodi che hanno riguardato il Milan, sul rigore assegnato alla Lazio — una decisione che ancora oggi fatichiamo a comprendere — e infine le immagini fuorvianti trasmesse durante Juventus–Udinese. Un copione che sembra ripetersi senza sosta, settimana dopo settimana.

La verità, o almeno ciò che più le si avvicina, è che il VAR è un mezzo. E come ogni mezzo, va saputo utilizzare. Non è un’entità autonoma piombata nel sistema calcio, ma un supporto che richiede competenza, lucidità e senso di responsabilità.

VAR, come il fuoco

L’accostamento può sembrare audace, ma il paragone regge: il fuoco fu scoperto circa 1,5 milioni di anni fa, mentre le prime prove di un suo controllo sistematico risalgono a circa 125.000 anni fa. Significa che per imparare a gestirlo in modo efficace sono serviti millenni.

Allo stesso modo, ogni tecnologia ha bisogno di essere compresa e assimilata: va studiata, interpretata e applicata correttamente. Oggi, invece, sembra che il VAR venga spesso utilizzato come paracadute per evitare responsabilità dirette: “Tanto qualcuno in sala chiamerà”.
E allora che ruolo rimane all’arbitro? Se la percezione è che manchi una presa di posizione chiara, la figura del direttore di gara rischia di svuotarsi di senso.

Eppure il VAR non è — e non può essere — il problema. I dati parlano chiaro: «Con il VAR gli errori sono diminuiti dell’86%», ha ricordato Rocchi. Dunque cosa manca? Probabilmente un uso più rigoroso, consapevole e strutturato.

L’episodio di ieri sera lo conferma. Sul gol di David, la regia ha mostrato solo un difensore dell’Udinese che sembrava mettere in fuorigioco l’attaccante bianconero. La sensazione, però, era che fosse Palma — più defilato e fuori area — a tenerlo in gioco.

Solo in un secondo momento si è saputo che David era effettivamente in fuorigioco, ma nel frattempo le immagini incomplete avevano già creato confusione. Una dinamica che riporta alla memoria il celebre Juventus–Salernitana, quando la posizione di Candreva scomparve misteriosamente dal pacchetto video.

È un problema del VAR o della sua applicazione? In questo caso parliamo di una decisione corretta presa con mezzi sbagliati, perché in tv è stata proposta un’immagine fuorviante.

Var perdi credibilità? È un problema anche di immagini

Perché accade? Semplice: non tutte le partite dispongono dello standard A+, che prevede camere aggiuntive e un comparto tecnologico potenziato.
E quando questo livello non c’è, le immagini a disposizione del VAR provengono spesso da telecamere della regia televisiva: progettate con una funzione orientata all’intrattenimento dello spettatore e non a garantire un supporto tecnico adeguato alle valutazioni arbitrali.

Le gare prodotte con standard A+ dovrebbero essere il fiore all’occhiello delle produzioni audiovisive del quinquennio 2024–2029. Quando questo livello non è garantito, la qualità dell’analisi VAR dipende inevitabilmente da ciò che viene fornito.

L’utilizzo del VAR — la cui funzione non è in discussione — passa dallo studio, dalla preparazione e dalla competenza degli uomini che lo gestiscono. La tecnologia rimane un ausilio con margine d’errore minimo: siamo noi esseri umani che dobbiamo imparare a controllarla e a sfruttarla nel modo corretto.

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Inter, Bonny non si ferma più: la terza punta di Chivu

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L’Inter si gode Bonny e i suoi gol, che in questi mesi stanno trascinando i nerazzurri in tutte le competizioni. Il francese ha colpito anche il Venezia.

In estate i 20 milioni pagati al Parma, per il cartellino dell’attaccante, per alcuni sono sembrati eccessivi considerando i trascorsi del giocatore, uniti alla sola e unica esperienza in Italia proprio nell’annata 2024/2025.

Inter, i gol di Bonny valgono oro: tutte le vittime fin qui

L’esperienza in nerazzurro di Bonny è stata singolare fin da subito, con l’arrivo e la firma direttamente negli States per prendere parte al Mondiale per Club, piano poi non realizzato causa eliminazione precoce dell’Inter. La stagione ufficiale però è cominciata come meglio non poteva immaginare: gol all’esordio in Serie A con la nuova maglia nel 5-0 contro il Torino alla prima giornata.

L’exploit vero e proprio tuttavia arriva alla 6° quando a San Siro arriva la Cremonese di Nicola1 gol (il secondo stagionale) e 3 assist per il 4-1 finale. Un contributo totale e qualitativo al successo della squadra che dimostra quanto l’intuizione di Chivu (che già lo aveva allenato al Parma) sia stata geniale.

Il gol più pesante fino a questo punto però Bonny l’ha segnato all’Olimpico contro la Roma, nel big match della 7° giornata. La rete praticamente in apertura di gara ha consegnato all’Inter 3 punti pesantissimi in ottica Scudetto ma soprattutto qualificazione in Champions League, obiettivo primario della società.

Proprio nella massima competizione europea l’ex Parma ha contribuito con 1 assist nel poker rifilato al Saint Gilloise in trasferta e 1 assist nella sconfitta all’ultimo respiro contro l’Atletico Madrid al Metropolitano.

In A invece assist nel 3-0 contro la Fiorentina e gol contro la Lazio nel 2-0 finale all°11 giornata. Un bottino totale dunque di 5 gol 6 assist che per un giocatore chiamato a giocare in maniera intermittente, visti i nomi che compongono l’attacco nerazzurro, sono da incorniciare. Le aspettative attorno a Bonny crescono sempre di più man mano che passano le settimane e probabilmente Chivu ha in serbo un piano di crescita ben preciso per lui nel breve futuro.

bonny

Ange-Yoan Bonny e Lautaro Martinez ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )

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Napoli, accadde oggi: impresa sfiorata contro l’Atalanta

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Juventus

Oggi, 4 anni fa, il Napoli ospitava l’Atalanta per la 16a giornata della Serie A 2021/22. Partita tosta per i Partenopei che hanno alcuni giocatori fuori.

Dopo le vittorie di Milan e Inter rispettivamente contro Salernitana e Roma, i Partenopei scendono dal primo al terzo posto. Dunque, vogliono tornare in testa battendo in casa l’Atalanta.

Tuttavia, Spalletti deve rinunciare a diversi giocatori importanti per infortunio: Anguissa, Osimhen, Koulibaly, Manolas, Insigne e Fabian Ruiz. Non un periodo facile, dunque, per il tecnico di Certaldo.

Napoli-Atalanta, 4 dicembre 2021

Mertens, Napoli

Visti i tanti infortuni, Spalletti schiera dal primo minuto Rrahmani e Juan Jesus come coppia di difensori centrali. A centrocampo, Malcuit e Mario Rui giocano da esterni, mentre Elmas e Lozano affiancano Mertens in attacco.

Passano 7 minuti e sono gli ospiti i primi a segnare. Zapata, dopo un azione personale, serve Malinovski che batte Ospina con un sinistro chirurgico. Pochi minuti dopo i Partenopei sfiorano il gol del pareggio con Lozano: cross basso dalla sinistra di Mario Rui, e l’ala messicana manca l’impatto con il pallone a porta vuota.

La partita è equilibrata, con entrambi le squadre che si rendono pericolose in alcuni momenti della partita. A pochi minuti dall’intervallo, arriva il gol del pareggio: Zielinski riceve palla dopo una sponda di Mertens, il suo tiro viene murato, ci riprova una seconda volta e batte Musso, 1-1 (40′).

Nel secondo tempo, la banda Spalletti ci mette solo due minuti a ribaltare il risultato: Mertens, servito da Malcuit, anticipa Demiral e si trova a tu per tu con Musso, prima di batterlo, 2-1.  Gli ospiti, però, non ci stanno, e dopo alcune occasioni da gol e un rigore tolto dal VAR, trovano il gol del pareggio: Demiral, servito da Toloi, entra in area e batte Ospina con tiro violento sotto la traversa (66′).

Passano solo 5 minuti, e gli uomini di Gasperini completano la rimonta: Freuler, servito da Ilicic, batte Ospina calciando di piatto in modo angolato. Nonostante l’assedio finale dei Partenopei (doppia occasione per Politano e Petagna), il risultato non cambia.

Vittoria importante, dunque, per l’Atalanta che trova la sua quinta vittoria consecutiva, portandosi al quarto posto. I padroni di casa, però, escono a testa alta: nonostante i diversi titolari fuori, hanno giocato un’ottima partita.

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Calcio italiano: le regole nuove che tutti devono conoscere

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Il calcio italiano ha introdotto diverse regole nuove per rendere i campionati più sicuri, più organizzati e con meno rischi economici.

Negli ultimi anni troppe squadre sono fallite o non si sono iscritte ai campionati. Per questo motivo, la FIGC ha deciso di aumentare i controlli.
Ora per partecipare ai campionati professionistici servono garanzie economiche molto più alte.

Le società devono presentare una fideiussione da 700.000 euro e dimostrare di avere bilanci in ordine.
Questa regola serve a evitare squadre che partono già piene di debiti e poi non arrivano a fine stagione.

La Serie C ha introdotto un “salary cap”. In pratica, le squadre possono spendere per gli stipendi solo fino a una certa percentuale dei loro ricavi. L’obiettivo è semplice: impedire alle società di spendere soldi che non hanno e cosi evitare di creare buchi nei bilanci.

Un’altra novità importante riguarda i giovani: i club non possono più imporre un contratto di apprendistato se il ragazzo non è d’accordo. Se il giovane rifiuta, alla fine del vincolo può scegliere liberamente un’altra squadra.
Questa regola aiuta i ragazzi a non sentirsi “bloccati” e dà loro più sicurezza.

Milan, Calcio Italiano

MIKE MAIGNAN RINVIA IL PALLONE ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )

Calcio italiano, le modifiche al regolamento di quest’anno

Parallelamente a questi miglioramenti del calcio anche l’AIA ha aggiornato il regolamento del gioco con piccole modifiche per la stagione 2025/2026. Sono cambiati alcuni dettagli su falli, punizioni e interpretazioni arbitrali.

Si tratta di aggiustamenti tecnici, ma servono per rendere le partite più chiare e uniformi. Ecco le principali regole:

Portiere: massimo 8 secondi con la palla in mano. Se supera subito calcio d’angolo agli avversari.

Tocco da fuori: se uno fuori dal campo tocca la palla per sbaglio, allora punizione indiretta, senza cartellini.

Rigore e doppio tocco: se chi tira tocca due volte per errore, il rigore può essere ripetuto.

Falli: indicazioni più chiare su entrate, mani e trattenute per evitare interpretazioni diverse.

VAR: interviene solo per errori evidenti, non per ogni dettaglio.

Maggiore sicurezza economica significa campionati più seri, squadre più solide e meno caos durante la stagione.

Il calcio italiano nel 2025 sta cambiando volto con regole più dure e controlli più severi. e le società devono essere gestite meglio.
È un passo obbligato per evitare nuovi disastri e per costruire un calcio più stabile.

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