Focus
Storie di Campioni: Gianluigi Buffon
Riviviamo la carriera calcistica dei migliori campioni del passato. Dai primi calci al pallone alla gloria eterna. Oggi è il turno di Gianluigi Buffon.
Gianluigi Buffon è stato uno dei più grandi portieri della storia del calcio. Riviviamo la sua vita e carriera dagli inizi di Parma fino alle grandi parate che lo hanno fatto diventare quello che è stato.

L’URLO DI LUCIANO SPALLETTI E GIGI BUFFON ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )
Gianluigi Buffon: gli inizi
Gigi Buffon nasce a Carrara il 28 gennaio 1978 da una famiglia di sportivi. Da sempre appassionato al calcio, comincia a muovere i suoi primi passi nella scuola calcio del Canaletto, successivamente dopo aver passato diversi anni tra settori giovanili di squadre dilettanti, arriva la chiamata del Parma. Inizialmente cominciò a giocare a centrocampo e solo all’età di 14 anni passò alla porta. Dopo aver fatto tutta la trafila giovanile nella stagione 1995/96 venne aggregato alla prima squadra, dove inizierà ad incantare tutti.
Il debutto con il Parma e il passaggio alla Juventus
Esordì all’età di 17 anni il 19 novembre 1995 contro il Milan, la gara terminò 0-0 e lui fu uno dei migliori in campo. Nella stagione successiva diventò il portiere titolare del gialloblu. Fu una grande stagione dove i parmensi riuscirono ad arrivare secondi in campionato alle spalle della Juve e si qualificarono alla UCL. La consacrazione arriva nella stagione 1998/99 dove il Parma riuscì a vincere Coppa Italia e Coppa UEFA. Successivamente per 75 miliardi di lire passò alla Juventus diventando l’acquisto più oneroso della storia bianconera.
L’amore per la Juventus
Con la Juventus resta per 19 stagioni diventando una vera e propria bandiera del club (con una parentesi in Francia al PSG). Diventa così probabilmente il portiere più forte della storia del calcio alternando parate su parate che porteranno i bianconeri in alto in Italia. Nel 2006 dopo essere diventato Campione del Mondo con la Nazionale decide di restare in bianconero dopo la retrocessione in Serie B giurando così amore alla maglia. Dopo aver riportato il club al titolo di Campione d’Italia (per 9 anni di fila), decide di cambiare aria e approdare in Francia al PSG.
Gianluigi Buffon, la parentesi in Francia e il ritorno a Parma
All’età di 40 anni passa al PSG provando a vincere la tanto ambita Champions League (unico titolo mai vinto in carriera. Sarà una stagione con molti alti e bassi dove non riuscirà a vincere la massima competizione europea. Dopo esser tornato alla Juve come secondo portiere decide dunque di chiudere il cerchio e tornare al Parma in Serie B. Saranno anni faticosi dove però riuscirà a portare i gialloblu nella massima serie italiana, il 30 Maggio 2023 scende in campo contro il Cagliari, quella sarà la sua ultima partita. Si ritirerà poi il successivo 2 agosto, all’età di 43 anni.
La Nazionale
Con la Nazionale italiana disputa il Mondiale del 1998, del 2002, del 2006, del 2010e del 2014, trionfando in Germania nel 2006 disputando un torneo clamoroso. Con l’Italia ha disputato 176 partite, diventando così uno dei giocatori simbolo della Nazionale. Tutt’ora è stato nominato capo delegazione della Nazionale da CT Luciano Spalletti.
Gianluigi Buffon: il palmares
Club
- Coppa Italia: 6 (record condiviso con Roberto Mancini)
- Parma: 1998-1999
- Juventus: 2014-2015, 2015-2016, 2016-2017, 2017-2018, 2020-2021
- Supercoppa italiana: 7 (record)
- Parma: 1999
- Juventus: 2002, 2003, 2012, 2013, 2015, 2020
- Campionato italiano: 10 (record)
- Juventus: 2001-2002, 2002-2003, 2011-2012, 2012-2013, 2013-2014, 2014-2015, 2015-2016, 2016-2017, 2017-2018, 2019-2020
- Campionato italiano di Serie B: 1
- Juventus: 2006-2007
- Supercoppa francese: 1
- Paris Saint-Germain: 2018
- Paris Saint-Germain: 2018-2019
-
- Coppa UEFA: 1
- Parma: 1998-1999
Nazionale
- Campionato mondiale: 1
- Germania 2006
Individuale
- Trofeo Bravo: 1
- 1998-1999
- Oscar del calcio AIC/Gran Galà del calcio AIC: 16
- Miglior portiere: 1999, 2001, 2002, 2003, 2004, 2005, 2006, 2008
- “Fan” award: 2006, 2007
- Squadra dell’anno: 2012, 2014, 2015, 2016, 2017
- Miglior calciatore assoluto: 2017
- ESM Team of the Year: 3
- 2002-2003; 2014-2015; 2016-2017
- Miglior portiere europeo: 3
- 2003, 2016, 2017
- Miglior giocatore UEFA: 3
- Miglior portiere: 2003, 2017
- Miglior giocatore dell’anno: 2003
- Squadra dell’anno UEFA: 5
- 2003, 2004, 2006, 2016, 2017
- Portiere dell’anno IFFHS: 5
- 2003, 2004, 2006, 2007, 2017
- Inserito nel FIFA 100
- 2004
- Premio Yashin: 1
- 2006
- All-Star Team del mondiale: 1
- Germania 2006
- FIFA FIFPro World XI: 3
- 2006, 2007, 2017
- Squadra del torneo dell’europeo: 2
- Austria-Svizzera 2008, Polonia-Ucraina 2012
- Premio IFFHS: 2
- Miglior portiere degli ultimi 20 anni: 2009, 2012
- Premio IFFHS: 1
- Miglior portiere del decennio (2000-2009)
- Premio IFFHS: 1
- Miglior portiere del XXI secolo (2012)
- Premio IFFHS: 1
- Miglior portiere degli ultimi 25 anni: 1987-2012
- Premio IFFHS: 1
- Miglior portiere di tutti i tempi: 1987-2020
- Squadra della stagione della UEFA Europa League: 1
- 2013-2014
- Squadra della stagione della UEFA Champions League: 2
- 2014-2015, 2016-2017
- Pallone Azzurro: 2
- 2013, 2016
- Premio Gianni Brera allo sportivo dell’anno: 1
- 2015
- Premio Nazionale Carriera Esemplare “Gaetano Scirea”: 1
- 2016
- Golden Foot: 1
- 2016
- The Best FIFA Goalkeeper: 1
- 2017
- Gazzetta Sports Awards nella categoria Uomo dell’anno: 1
- 2017
- Squadra maschile dell’anno IFFHS: 1
- 2017
- Candidato al Dream Team del Pallone d’oro (2020)
- Premio IFFHS: 1
- Miglior portiere degli ultimi 35 anni (1987-2022)
- Globe Soccer Awards alla carriera
- 2024
- UEFA President’s Award: 1
- 2024
Focus
Napoli, accadde oggi: vittoria amara contro l’Arsenal
Oggi, 12 anni fa, il Napoli ospitava l’Arsenal per la 6a giornata della Champions League 2013/14. Una delle più grandi beffe nella storia recente del club.
A una giornata dalla fine questa è la situazione nel Girone F della Champions League 2013/14: Arsenal 12, Borussia Dortmund 9, Napoli 9, Marsiglia 0. I Partenopei ospitano l’Arsenal all’ultima giornata, ma una vittoria potrebbe non bastare per il passaggio del turno: bisogna anche fare attenzione al risultato di Marsiglia-Borussia Dortmund.
Se il Dortmund vince, alla squadra di Benitez serve una vittoria con almeno tre gol di scarto. In caso di pareggio del Dortmund, i Partenopei devono vincere e basta, non con un numero particolare di gol. Infine, in caso di sconfitta del Dortmund, ai Partenopei basta un pareggio per accedere agli ottavi.
Napoli-Arsenal, 11 dicembre 2013

Benitez è costretto a rinunciare a Reina e Hamsik infortunati: in porta gioca Rafael, mentre in attacco c’è il solito Higuain davanti a Callejon, Pandev e Mertens. Partono dalla panchina Inler, Insigne e Cannavaro.
I padroni di casa creano le loro occasioni da gol con Pandev, Callejon e Maggio, ma non si rendono particolarmente pericolosi. Dall’altro lato, Rafael respinge con i pugni un tiro centrale di Giroud. Il primo tempo si chiude, dunque, senza reti: intanto, tra Marsiglia e Borussia Dortmund è 1-1. In questo caso, ai Partenopei, basterebbe un solo gol per l’accesso agli ottavi.
Nel secondo tempo, Benitez fa entrare Insigne per Pandev, spostando Callejon al centro dell’attacco dietro a Higuain: la musica cambia. I padroni di casa attaccano con molta più convinzione, e cercano in tutti i modi di segnare il gol qualificazione. Dopo le occasioni per Armero, Callejon e Higuain, arriva il gol tanto atteso.
Cross di Armero, sponda di Higuain per Callejon che restituisce palla al numero 9 argentino che si gira, prima di battere Szczesny con una rasoiata di destro (73′). Il San Paolo è una bolgia: con il risultato a Marsiglia ancora sull’1-1, i Partenopei sarebbero agli ottavi. Pochi minuti dopo, l’Arsenal finisce anche in 10, espulso Arteta per doppia ammonizione.
Tuttavia, a tre minuti dal novantesimo, arriva la beffa: gol del Borussia Dortmund a Marsiglia, adesso ai Partenopei servono due gol per qualificarsi. Ne arriva solo 1 a 20 secondi dalla fine, con Callejon che batte Szczesny con un pallonetto (90+3).
La classifica finale del Girone F è: Borussia Dortmund 12, Arsenal 12, Napoli 12, Marsiglia 0. La banda Benitez, dunque, viene eliminata ai gironi di Champions per differenza reti. Non mancano, però, gli applausi del San Paolo per il cammino eroico della squadra Partenopea.
Focus
Napoli, accadde oggi: l’ultima di Ancelotti con i Partenopei
Oggi, 6 anni fa, il Napoli ospitava il Genk per la 6a giornata della Champions League 2019/2020. Una partita decisiva per l’accesso agli ottavi e non solo.
Siamo al 10 dicembre 2019 e la squadra Partenopea allenata da Carlo Ancelotti è in crisi nerissima. Gli azzurri non vincono tra tutte le competizioni da ottobre, e sono settimi in campionato a -17 dall’Inter capolista.
In Champions, i Partenopei sono secondi nel girone dietro al Liverpool. Per la qualificazione agli ottavi basta un pareggio in casa contro il Genk. Tuttavia, la qualificazione agli ottavi potrebbe non bastare per salvare la panchina di Ancelotti, visti i problemi fuori dal campo.
Napoli-Genk, 10 dicembre 2019

–
Ancelotti recupera Allan e Milik, entrambi fuori da qualche partita per infortunio. L’attaccante polacco gioca in attacco affiancato da Mertens, mentre il centrocampista brasiliano gioca come centrocampista centrale insieme a Fabian Ruiz. Insigne e Lozano, invece, partono dalla panchina.
I Partenopei vanno vicini al gol dopo 2 minuti, con un colpo di testa di Koulibaly che colpisce la traversa. Pochi secondi dopo, Milik approfitta di una disattenzione del portiere Vandevoordt, e mette il pallone in rete.
Poco prima della mezz’ora, l’attaccante polacco si ripete: cross basso di Di Lorenzo dalla destra, e Milik arriva prima di tutti sul pallone, battendo Vandevoordt, 2-0 (26′). A 10 minuti dall’intervallo, Vandevoordt commette un fallo su Callejon in area, rigore e cartellino giallo per il portiere belga classe 2002: dal dischetto, Milik segna la sua tripletta (37′).
Intanto, il Genk sfiora diverse volte il 3-1, con Onuachu che si divora due gol da solo davanti a Meret: in entrambi le occasioni calcia fuori. Poche emozioni nel secondo tempo, visto che la qualificazione agli ottavi dei Partenopei è ormai archiviata. Ancelotti fa entrare dalla panchina Gaetano (esordio in Champions per lui), Llorente e Lozano, al posto di Zielinski, Callejon e Milik.
I padroni di casa guadagnano un altro rigore poco prima del quarto d’ora finale di gara, con un tiro al volo di Callejon respinto con il braccio da un giocatore avversario. Visto che Milik è uscito, il rigore lo batte Mertens: il belga segna il rigore, battendo Vandevoordt con un cucchiaio.
Milik e compagni, dunque, si qualificano agli ottavi da secondi nel girone. Tuttavia, il cambio in panchina avviene lo stesso: esonerato Ancelotti, al suo posto arriva Gennaro Gattuso.
Focus
Napoli, Lukaku verso il rientro: come cambierà l’attacco?
Il Napoli ritrova Romelu Lukaku, ma ora resta da capire come Conte gestirà l’attacco con il belga e un Rasmus Højlund in grande forma.
Arrivano finalmente ottime notizie in casa Napoli sul fronte delle indisponibilità. Romelu Lukaku è infatti tornato ad allenarsi in gruppo dopo la lesione di alto grado al retto femorale della coscia sinistra rimediata nell’amichevole di agosto contro l’Olympiakos, un infortunio che l’ha tenuto fuori per quasi quattro mesi. Un rientro fondamentale non solo per Antonio Conte, ma anche per tutto lo spogliatoio, che ritrova una delle sue figure più esperte e carismatiche.
Il ritorno del belga, però, si intreccia con un’altra grande verità delle ultime settimane: il Napoli sembra aver trovato finalmente la quadra in attacco. Dopo mesi di dubbi, rotazioni e difficoltà nel trovare la formula giusta, ora la squadra ha un’identità ben definita anche grazie a un Højlund sempre più determinante.
Per questo la domanda è inevitabile: come cambierà l’attacco azzurro con il rientro di Lukaku? Conte rinuncerà al danese o proverà a far convivere i due?

Rasmus Winther Hojlund punta il dito ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )
Napoli, Conte guarda al futuro con un occhio al passato
Højlund sta sostituendo Lukaku in modo importante, garantendo gol, assist e una crescita evidente sia tecnica che mentale. Panchinarlo adesso, nel suo momento migliore, rischierebbe di essere controproducente.
E allora non è utopia immaginare alcune partite con un attacco a due, con Lukaku e Højlund contemporaneamente in campo. Il belga potrebbe agire più da collante, legando il gioco e aprendo spazi, mentre il danese tornerebbe ad attaccare la profondità con continuità.
In questo senso, un 3-5-2 classico potrebbe essere una soluzione, ma non va esclusa nemmeno l’idea di riproporre quel 4-2-4 visto a Bari e nei primi mesi alla Juventus, per sfruttare anche gli esterni.

LORENZO LUCCA RAMMARICATO ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )
Lucca verso l’addio?
La pista più probabile, almeno nell’immediato, è però un’altra: Conte potrebbe scegliere l’alternanza nel ruolo di riferimento offensivo nel suo 3-4-3, sfruttando i tanti impegni delle prossime settimane per gestire minutaggi e recuperi. In questo scenario c’è però chi rischia seriamente di perdere ulteriore spazio: Lorenzo Lucca, che già ora fatica a ritagliarsi minuti e che potrebbe addirittura lasciare Napoli già a gennaio, appena sei mesi dopo il suo arrivo.
Il rientro di Lukaku rappresenta dunque una grande notizia, ma anche un nuovo rompicapo per Conte. Un problema, però, che ogni allenatore vorrebbe avere: troppa qualità e troppe soluzioni.
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