Focus
Roma, Hummels risponde alle critiche: c’era davvero bisogno?

Dalle parole di Claudio Ranieri pre Venezia si è aperta una polemica verso i comportamenti, soprattutto social, di Mats Hummels. Serve davvero?
L’avventura di Mats Hummels alla Roma è facilmente accostabile al detto “dalle stelle alle stalle”. L’arrivo a Trigoria del tedesco è subito scombussolato dall’esonero inaspettato di Daniele De Rossi, vero e proprio demiurgo dell’acquisto del tedesco. Con Juric la musica è completamente diversa: il rapporto mai sbocciato tra l’attuale tecnico del Southampton e l’ex BVB è una delle principali motivazioni sul mancato utilizzo del difensore.
Infatti, con l’allenatore croato in panchina, Hummels non colleziona neanche un minuto sul campo (apparte l’apparizione nella debacle di Firenze), complice anche un’idea tattica completamente differente rispetto alle caratteristiche del giocatore e della rosa a disposizione. Il suo mancato utilizzo inspiegabile ha fatto emergere diversi dubbi sulla sua condizione fisica.
Ricordiamo infatti che il classe ’88, oltre all’età avanzata, è arrivato solamente ad inizio settembre e non ha svolto la preparazione con il resto della squadra. Tutto ciò però ha portato stampa e tifosi alla strenua difesa verso il centrale tedesco, visti anche gli scarsi risultati raccolti con Juric e la differenza di esperienza internazionale tra i due.

Mats Hummels pensieroso ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )
L’addio di Juric e il terzo ritorno di Claudio Ranieri stravolgono l’avventura di Hummels nella Capitale. Con il tecnico romano il tedesco entra subito nell’undici titolare nei tre big match che aprono il Ranieri ter: Napoli, Tottenham e Atalanta. Come da pronostico, l’ex Borussia Dortmund ha preso in mano le redini della retroguardia giallorossa, diventando un pilastro inamovibile e raccogliendo, come giusto che sia, i tanti applausi per un giocatore del suo calibro.
Il tedesco cambia il volto della difesa della Roma, che con Juric era un vero e proprio colabrodo, risollevando anche la situazione pessima in classifica della squadra giallorossa. Con Juric la Roma prende la bellezza di 14 reti in 8 gare (3 vittorie, 4 sconfitte ed un pari) mentre con Ranieri solamente 9 sempre in 8 gare (3 vittorie, 3 sconfitte e due pareggi). Finalmente si ritorna alla situazione immaginata alla firma del contratto con il tedesco nuovo beniamino della tifoseria giallorossa.
Tutto rose e fiori fino alla gara con il Milan di Coppa Italia, dove il tedesco, visibilmente stanco da mesi di tante partite accumulate, è il principale autore della sconfitta con due errori decisivi. Ranieri, conscio di questo, in conferenza stampa annuncia una “vacanza” per farlo recuperare al meglio.
Vacanza che secondo la stampa e i tifosi è durata troppo, visto il mancato impegno del tedesco in gare decisive come il doppio confronto con il Porto in Europa League, e che, soprattutto, ha gettato ombre su un possibile problema all’interno tra Ranieri e Hummels.
I due hanno risposto prontamente a tale questione chiudendo qualsiasi spiraglio. Proprio il tecnico romano ha voluto chiarire ulteriormente in conferenza stampa: “Perché andate sempre a cercare ‘ste cose. Capisco quando le cose vanno male. È un ragazzo che sta a Roma, si va a vedere Roma, non c’è nessuna cosa. Andiamo d’amore e d’accordo con tutti”.
Il tedesco sul suo profilo personale ha chiuso la questione: “Assurdo che qualcuno pensi che sia una critica a mister Ranieri, che rispetto e stimo così tanto”.
La gestione del giocatore tedesco perciò è al centro delle discussioni e ha fatto scalpore il suo utilizzo dei social per fare spesso ironia, ma senza voler alzare nessun polverone. E allora, mi chiedo, se si possa montare una polemica per un post su Instagram e andare a screditare un giocatore del calibro di Hummels, di certo non l’ultimo arrivato, che in campo ha sempre risposto al meglio.
Ormai con un uso dei social sproporzionato ci dimentichiamo a volte che anche i calciatori sono persone e, che come tutti, si godono i pochi spazi di vita privata che hanno a disposizione.
Focus
Tridenti più prolifici: Liverpool al comando, Atalanta 4°

A circa 10 giornate dalla fine della stagione, è tempo di fare il bilancio dei tridenti più prolifici fino a questo momento. Davanti a tutti c’è il Liverpool.
Le italiane sono rappresentate in primis dall’Atalanta di Gasperini, posizionata appena sotto il podio. Capeggiano dunque le straniere, soprattutto dove militano i giocatori più forti in circolazione.
Tridenti più prolifici, la top 10
Alla base di questa speciale classifica ci sono le due squadre turche più importanti: Galatasaray e Fenerbahce. Entrambe contando più di 30 gol in tutto il proprio tridente offensivo, merito ovviamente del calciomercato fatto in estate.
Per i primi infatti Victor Osimhen compone gran parte del bottino totale (36) con ben 20 centri, completando il dato Yilmaz (10) e Akgun (6); i secondi invece sotto la guida di Mourinho hanno ritrovato uno spirito combattivo latente e grazie a El-Nesyri, Dzeko e Tadic (autori di 37 gol totali) possono ambire a nuovi traguardi.
Tra questi due colossi turchi c’è il piccolo Brentford, attualmente 11° in Premier League, che condivide il dato sui gol segnati dal tridente con il Galatasaray (36). Questo grande risultato è stato raggiunto grazie alle prestazioni di Bryan Mbeumo, Yoane Wissa e Kevin Schade.

esultanza Kylian Mbappé ( foto KEYPRESS )
In 7° posizione c’è a sorpresa il Real Madrid di Mbappé-Bellingham-Vinicius che sommando i gol di questi 3 fenomeni raggiunge quota 37 (soprattutto grazie ai 20 del francese arrivato in estate da svincolato).
A quota 40 invece ci sono 2 grandi club a braccetto e l’unica italiana: PSG, Bayern e Atalanta. I primi due possono contare su tridenti stellari composti da Kane–Musiala–Olise e Dembelè–Barcolà–Lee. La Dea invece vanta il capocannoniere della Serie A, Mateo Retegui con 22 gol, Ademola Lookman che nonostante le polemiche è a quota 13 e per ultimo Charles De Ketelaere con 5 centri.
La TOP 3 invece vede al comando il Liverpool di Slot con il trio magico composto dall’intramontabile Mohamed Salah, il veterano Luis Diaz e il neo acquisto Cody Gakpo. Tutti e 3 insieme hanno messo insieme 44 gol totali e ormai la Premier League sembra a un passo.

Viktor Gyokeres celebrates after scoring goal during Liga Portugal 23/24 game between Sporting CP and FC Porto, Estadio Jose Alvalade, Lisbon, Portugal. (Maciej Rogowski)
Segue subito sotto il Barcellona di Flick. Una macchina da gol e vittorie che è ancora in corsa per tutti i trofei della stagione. Il merito va soprattutto al tridente composto dal solito Lewandowski (22), il redivivo Raphinha (13) e lo stakanovista Ferran Torres (7).
Al terzo posto c’è un outsider dove milita un vero e proprio “animale da area di rigore” e si tratta dello Sporting Lisbona. Il capocannoniere non può che essere Viktor Gyokeres che ha già messo a segno 28 reti e, grazie ai compagni Trincao (8) e Conrad Harder (5) ha contribuito maggiormente a raggiungere quota 41.
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Tonali si è ripreso l’Italia: merito della squalifica?

Sandro Tonali è tornato a mettersi in mostra al pubblico italiano, sfoggiando una forma smagliante grazie anche ai ritmi della Premier League.
L’ex centrocampista del Milan nel complesso della doppia sfida contro la Germania ha offerto una buona prova, specialmente a San Siro. C’è però da ricordare che è stato fermo 8 mesi per via della squalifica.
Tonali, evoluzione da top player
Dalla Carabao Cup vinta la settimana scorsa fino gol che ha aperto le marcature nella gara d’andata dei quarti di Nations League: Sandro Tonali è tornato definitivamente e Spalletti se lo gode.
Dal ritorno in campo ad agosto con la maglia del Newcastle ha dimostrato una grandissima preparazione atletica, oltre che la sua straordinaria tecnica individuale palla al piede. Nel centrocampo azzurro insieme a Barella è riuscito a imporsi ma contro giocatori del calibro di Goretzka, Musiala e Kimmich è stato molto difficile condurre il gioco.

SANDRO TONALI RAMMARICATO ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )
Nonostante ciò alle solite giocate di fisico e tecniche si sono aggiunti inserimenti continui per infoltire l’area di rigore e aumentare le opzioni per l’ultimo passaggio. L’occasione di Kean nel secondo tempo della sfida di San Siro ne è la dimostrazione.
Da quando è rientrato dalla maxi squalifica per scommesse sportive illecite ha collezionato 35 presenze tra tutte le competizioni con la maglia del Newcastle, conquistando anche un trofeo che da quelle parti mancava da più di mezzo secolo. Forse la frustrazione per l’obbligo di stare lontano dai grandi palcoscenici per così tanto tempo ha inciso positivamente sul ragazzo.
In vista dei prossimi impegni il C.T. può contare su un giocatore completo che se messo nelle condizioni di rendere non delude mai le aspettative.
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Serie A, clean sheet: guida l’Inter, seguono Napoli e Roma

Arrivati alla 3oesima giornata di Serie A, è tempo di fare il bilancio dei clean sheet prima del rush finale. Ecco la classifica con le prime posizioni.
Chiudere un match con la porta inviolata è segno di ottima solidità difensiva ma anche grande capacità di tenere il pallone. In questo è molto brava l’Inter che guida questa speciale classifica.
Clean sheet in Serie A, comanda l’Inter ma sono in 3 in agguato
“Se non prendi gol, non puoi perdere”, questo detto racchiude l’importanza del clean sheet nel calcio e per questo motivo durante un’intera stagione è fondamentale collezionarne tanti per raggiungere gli obiettivi prefissati.
È di questa filosofia l’Inter di Simone Inzaghi, che in 30 giornate ha chiuso 12 volte un match senza subire gol. Merito della linea difensiva ma anche di un ottimo Sommer. Una media quasi del 50% che lancia i nerazzurri dritti verso lo Scudetto.
Subito sotto però, a quota 11, ci sono Juventus, Napoli e Roma. I giallorossi di Ranieri hanno raccolto negli ultimi tempi diverse vittorie di misura per 1-0, incrementando il numero di clean sheet e punti allo stesso tempo. Discorso diverso per i bianconeri che a causa di diversi 0-0 a inizio stagione non sono riusciti a sfruttare a pieno la prestazione della difesa.

L’URLO DI MICHELE DI GREGORIO ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )
Ultima del trittico ma non per importanza c’è la squadra di Conte che grazie anche all’ottimo Alex Meret sta lottando per lo Scudetto e con altre prestazioni di livello potrebbe non essere così impossibile.
Subito sotto, al 5° posto a pari merito, ci sono l’Atalanta di Gasperini e il Milan con 10 clean sheet. Entrambe però devono alcune di questi agli 0-0, soprattutto la Dea. Il merito però per i rossoneri va riconosciuto in gran parte a Mike Maignan, autore di veri e propri miracoli.
A sorprendere tutti però è il bottino conquistato da Leali del Genoa che da quando è diventato il titolare del Grifone ha chiuso ben 8 partite con la porta inviolata. Chiude questa speciale classifica Stefano Turati, con 2 soli match senza subire gol (contro Fiorentina e Hellas Verona).
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