Focus
Napoli, accadde oggi: rimonta pazzesca in Romania
Oggi, 15 anni fa, il Napoli faceva visita allo Steaua Bucarest per la 2a giornata dell’Europa League 2010/11. Una delle tante rimonte della squadra di Mazzarri.
Dopo il deludente pareggio in casa contro l’Utrecht, gli uomini di Mazzarri vogliono la loro prima vittoria in Europa League. La prossima partita è in Romania contro lo Steaua Bucarest che ha perso 4-1 ad Anfield contro il Liverpool.
In campionato i Partenopei sono sesti in classifica con 2 vittorie, altrettanti pareggi e 1 sconfitta. Una vittoria in Romania sarebbe importante prima del big match contro la Roma in campionato.
Steaua Bucarest-Napoli, 30 settembre 2010

Mazzarri si affida al solito Cavani come punta, mentre lascia in panchina Hamsik, Lavezzi e Campagnaro. Chance dal primo minuto per Cribari, Santacroce, Yebda, Vitale e Josè Sosa. Lo Steaua Bucarest ci mette 2 minuti a sbloccare la partita: autogol di Cribari da un cross di Apostol, 1-0.
Ma è solo l’inizio di un primo quarto d’ora terrificante per Cavani e compagni. Infatti, 9 minuti dopo l’autogol di Cribari, il capitano dei rumeni, Tanase, beffa De Sanctis con una punizione da 40 metri, 2-0. Passano soli 5 minuti ed arriva addirittura il terzo gol dei padroni di casa: cross di Bonfim, e Kapetanos arriva sul pallone prima di Santacroce, segnando il 3-0.
Alla mezz’ora, lo Steaua Bucarest finisce in 10 per l’espulsione di Kapetanos, ma nonostante ciò sfiorano anche il quarto gol. Poco prima dell’intervallo, però, gli azzurri riaprono la partita: palo di Sosa su punizione, ma Vitale riesce a segnare con un tap-in, 3-1 (44′). Nel secondo tempo, Mazzarri fa entrare Lavezzi al posto di Santacroce.
Gli ospiti provano a rientrare in partita, tuttavia, i rumeni vogliono il quarto gol nonostante l’inferiorità numerica: lo sfiorano con un doppio legno, prima di Nicolita, poi di Tanase. Mazzarri, intanto, fa entrare anche Hamsik al posto di Zuniga. Lo slovacco ripaga la fiducia dell’allenatore con un gran gol da 20 metri, 3-2 e partita riaperta (73′).
I minuti finali sono dominati dagli ospiti, ma il portiere dei rumeni, Tatarusanu (futuro portiere di Fiorentina e Milan), nega il gol a Lavezzi, Hamsik e Maggio. Al novantasettesimo, però, arriva il gol del pareggio con Cavani che segna in mischia. Finisce, dunque, 3-3 con gli azzurri che ottengono un pareggio d’oro soprattutto per come si era messa la partita all’inizio.
Focus
Fiorentina, Comuzzo in partenza? E pensare che un anno fa…
La Fiorentina spera in una svolta nel nuovo anno, ma intanto guarda al mercato di gennaio, in cui potrebbe partire anche Comuzzo.
In casa Fiorentina la speranza è che il nuovo anno possa segnare una vera rinascita. I primi mesi di questa stagione sono stati estremamente complicati e la classifica parla chiaro: la Viola è al momento ultima in campionato.
Con gennaio alle porte si aprirà anche un mercato che potrebbe portare a una piccola rivoluzione dell’organico, con diversi giocatori destinati a salutare. Tra questi c’è anche Pietro Comuzzo, oggi lontanissimo dal difensore che aveva conquistato Firenze dodici mesi fa.
Di questi tempi, la scorsa stagione, Comuzzo era considerato un punto fermo della squadra di Raffaele Palladino, uno dei volti simbolo di una Fiorentina giovane, ambiziosa e in crescita. Nel 2025, però, qualcosa sembra essersi rotto.
Il primo scossone arrivò a gennaio, quando il Napoli lo corteggiò a lungo, arrivando a mettere sul tavolo oltre 30 milioni di euro per strapparlo subito alla Viola. Fu Rocco Commisso a bloccare la cessione, ma da quel momento il rendimento e la centralità di Comuzzo iniziarono lentamente a calare.
Fiorentina, Comuzzo a un bivio
In estate arrivò poi l’offerta monstre dell’Al-Hilal: 40 milioni alla Fiorentina, pronta ad accettare, e un ingaggio importante per il giocatore, che però rifiutò la destinazione araba. Ci fu anche un tentativo dell’Atalanta, spintasi fino a 25 milioni, cifra ritenuta insufficiente dalla dirigenza viola. Da lì in poi, però, il campo non ha più restituito le stesse certezze.
Il rendimento di Comuzzo, così come quello di tutta la squadra, è stato ben al di sotto delle aspettative. Con Pioli è rimasto spesso in panchina, il che gli ha fatto perdere ulteriormente continuità e fiducia.
Con Vanoli è tornato titolare, ma i risultati della Fiorentina non sono cambiati e lui, come molti compagni, è finito nel mirino delle critiche. Oggi la Viola sembra avviata verso una fase di profondo rinnovamento, e la cessione di Comuzzo garantirebbe risorse importanti per il mercato.
Resta da capire se qualcuno sarà disposto a soddisfare le richieste della Fiorentina, soprattutto alla luce di un rendimento che non rispecchia più quello del giocatore ammirato un anno fa.
La sensazione è che quella Fiorentina giovane e brillante sia ormai un ricordo lontano. E forse, per Comuzzo, è arrivato il momento di voltare pagina per ritrovare se stesso.
Focus
Roma, il 2025 è stato l’anno della rinascita
Il 2025 della Roma si è chiuso con una vittoria con il Genoa, che permette ai giallorossi di rimanere quarti in classifica. Un anno quasi perfetto grazie al lavoro di Ranieri e Gasperini.
Chiuso il 2025 è tempo di bilanci in Serie A. L’anno che sta per concludersi è stato in particolare molto positivo per la Roma, squadra ad aver totalizzato più punti nell’anno solare, a quota 82. Difficile immaginare un percorso simile per una squadra che nel 2024 aveva totalizzato appena 55 punti, e alternato 4 allenatori in panchina (Mourinho, De Rossi, Juric e Ranieri). Tutt’altra storia nell’anno trascorso.
Dati alla mano in 37 partite complessive di Serie A, i capitolini hanno ottenuto 26 vittorie, 4 pareggi e 7 sconfitte. Una media di 2,21 punti a gara: per la quarta volta nella storia i giallorossi hanno superato le 25 vittorie in un anno solare (26 anche nel 2006 e 2016, mentre nel 2017 venne stabilito il record di 28).
Un anno iniziato il 5 gennaio scorso con la vittoria nel derby contro la Lazio, grazie alle reti di Pellegrini e Saelemaekers, e concluso con un’altra vittoria interna, contro il Genoa di un vecchio amico come Daniele De Rossi.
Roma, da Ranieri a Gasperini: nel segno della continuità

L’ESULTANZA DI CLAUDIO RANIERI DOPO IL GOL DI BRYAN CRISTANTE ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )
Proprio con l’arrivo dell’attuale Senior Advisor dei giallorossi è partita la risalita della Roma. Sir Claudio ha ereditato la squadra dalla gestione del tecnico croato nelle zone basse della classifica, e in enorme difficoltà. Pian piano l’esperto allenatore ha trovato la quadra giusta per rendere al meglio con i giocatori a disposizione, ridandogli fiducia, e inanellando una serie di vittorie molto importante, che ha permesso ai giallorossi di chiudere il campionato al 5°, sfiorando di poco l’ingresso in Champions League.
Claudio Ranieri non ha solo ridato la dignità smarrita alla Roma, ma si è anche preso la briga di scegliere il suo successore, chi doveva riportare i giallorossi in Champions League, sapendo di non poter sbagliare. L’ex tecnico ha scelto alla grande, convincendo Gian Piero Gasperini, uno dei tecnici più importanti del calcio italiano, a sbarcare nella Capitale e sposare il progetto giallorosso. Difficilmente una piazza esigente come Roma avrebbe accettato all’unanimità un “nemico del passato”, se non fosse stato proprio Ranieri in prima persona a dargli” le chiavi di Trigoria”.
Nonostante l’incredibile curriculum del tecnico di Bugliasco e quel che ha costruito a Bergamo, trasformando l’Atalanta in una delle più belle realtà della Serie A, con la soddisfazione finale della vittoria dell’Europa League nel 2023, aleggiava dello scetticismo sulla buona riuscita del matrimonio tra la Roma e Gasperini. Dubbi spazzati via con l’incredibile lavoro sul campo portato avanti dall’allenatore, i cui frutti si vedono partita per partita. Manca sicuramente ancora qualcosa dal punto di vista della brillantezza e negli scontri diretti, ma ormai non esiste tifoso romanista che non sia convinto che la direzione intrapresa non sia quella giusta.
Nonostante un mercato estivo non all’altezza, escluso Wesley, i giallorossi sono lì a lottare per l’obiettivo prefissato. Sperando che il primo mercato del 2026 possa colmare le lacune presenti nella rosa, per poter lottare fino alla fine per le zone di vertice, e andando fino in fondo in Europa League.
Focus
Napoli, addio al 2025: è stata un’altalena di emozioni
Un anno vissuto sulle montagne russe: il 2025 del Napoli è stato un continuo saliscendi emotivo, chiuso con nuove certezze e fame di vittoria.
Il 2025 è ormai arrivato ai titoli di coda e, per il Napoli, è stato davvero un anno da montagne russe. Un’altalena di emozioni fortissime, capace di passare dalla rabbia allo sconforto, dai dubbi all’euforia più totale. Alla fine, però, il bilancio racconta una stagione da incorniciare, impreziosita dalla vittoria dello Scudetto prima e della Supercoppa Italiana poi.
Eppure l’anno non era iniziato affatto nel migliore dei modi. La partenza improvvisa e dolorosa di Khvicha Kvaratskhelia in direzione Paris Saint-Germain aveva scosso profondamente l’ambiente. Una cessione che aveva fatto esplodere la rabbia dei tifosi e che aveva colpito anche Antonio Conte, privato di uno dei migliori giocatori del campionato nel pieno della corsa scudetto.
La caccia al sostituto, poi, non aveva portato ai risultati sperati, acuendo ulteriormente il malcontento, tanto da costringere il ds Giovanni Manna a intervenire in conferenza stampa per spiegare cosa non avesse funzionato.

L’ESULTANZA DEL NAPOLI A FINE GARA CON GIOVANNI DI LORENZO, ALESSANDRO BUONGIORNO E LELE ORIALI ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )
Napoli, faticoso ma bellissimo
In mezzo a mille difficoltà, Conte è riuscito però a reinventare il suo Napoli. Lo ha fatto cambiando uomini, ruoli e soluzioni, trovando risposte dove sembrava non ce ne fossero. All’ultima giornata di campionato è arrivato uno Scudetto quasi miracoloso, che ha ribaltato completamente il clima attorno alla squadra.
L’estate si è aperta con la conferma tanto attesa di Conte, che sembrava destinato a un ritorno alla Juventus, e con il clamoroso colpo Kevin De Bruyne, capace di infiammare la piazza e di lanciare un messaggio chiarissimo: il Napoli voleva alzare ancora l’asticella. I successivi acquisti non sono stati dello stesso impatto mediatico, ma si sono rivelati funzionali per costruire una rosa profonda, pronta ad affrontare una stagione con quattro competizioni.
L’inizio della nuova annata, però, ha riportato dubbi e perplessità. Il Napoli ha faticato, soprattutto in Champions League, e anche in campionato non ha entusiasmato. Critiche al mercato, a Conte, al progetto: l’altalena emotiva è ripartita.
Solo nell’ultimo mese la squadra ha cambiato volto, ancora una volta grazie alla capacità del tecnico di reinventarsi, anche forzato dalle tante indisponibilità.
Qualche passo falso non è mancato, ma le vittorie consecutive nei big match contro Atalanta, Roma e Juventus, seguite dal trionfo in Supercoppa dopo aver superato Milan e Bologna, e infine dal successo di Cremona nell’ultima gara dell’anno, hanno restituito certezze e entusiasmo.
Il messaggio è chiaro: il 2025 è stato un’altalena, sì, ma il Napoli ha dimostrato di saper restare in piedi a ogni curva. E soprattutto ha fatto capire che questo progetto è solo all’inizio e che l’obiettivo è continuare a vincere.
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