<p><strong>Minà nasceva a Torino il 17 maggio del 1938. È stato un gigante del giornalismo italiano, capace di raccontare il mondo con passione e profondità.<span class="Apple-converted-space"> </span></strong></p>
<p>Ci ha lasciato il 27 marzo 2023, ma il suo esempio di giornalismo autentico e appassionato continua a ispirare.<span class="Apple-converted-space"> </span></p>
<p>Nel giorno del suo compleanno celebriamo un gigante indimenticabile.</p>
<h2>L’inizio di una lunga carriera</h2>
<p>La sua carriera inizia nel 1959 a <i>Tuttosport</i>, dove fu anche direttore dal 1996 al 1998.<span class="Apple-converted-space"> </span></p>
<p>Nel 1960 esordisce alla <b>Rai</b> come collaboratore per le <b>Olimpiadi di Roma</b>. Inizia così una lunga collaborazione con la televisione pubblica.</p>
<p>Realizza infatti reportage e documentari per programmi come <i>TV7</i>, <i>Dribbling</i> e <i>Odeon</i>.</p>
<p>Minà: grandi eventi, grandi protagoniste, grandi storie</p>
<p>Minà ha seguito otto <b>Mondiali di calcio </b>e sette <b>Olimpiadi</b>, ma è andato ben oltre lo sport.<span class="Apple-converted-space"> </span></p>
<p>Ha intervistato figure come <b>Fidel Castro</b>, <b>Muhammad Ali</b>, <b><a href="https://www.calciostyle.it/notizie/maradona-nuove-rivelazioni-sulla-morte-il-cuore-pesava-il-doppio-del-normale" target="_blank" rel="noopener">Diego Maradona</a></b> e il subcomandante Marcos.</p>
<p><img class="aligncenter size-full wp-image-455742" src="http://www.calciostyle.it/wp-content/uploads/2025/04/Mina.jpg" alt="" width="1000" height="600" /></p>
<p>Offre al pubblico racconti autentici e profondi.<span class="Apple-converted-space"> </span></p>
<p>Nel 1978, durante i <b>Mondiali in Argentina</b>, fu espulso per aver posto domande scomode sui desaparecidos, dimostrando il suo impegno per la verità .</p>
<h2>I programmi storici di Gianni Minà</h2>
<p>Tra i suoi lavori più noti, il programma <i>Blitz</i> su Rai 2.</p>
<p>Ospita personaggi come <b>Federico Fellini</b>, <b>Robert De Niro</b> e <b>Gabriel García Márquez</b>.<span class="Apple-converted-space"> </span></p>
<p>Ha diretto documentari come <b>In viaggio con Che Guevara</b> e <b>Maradona: non sarò mai un uomo comune</b>, vincendo premi internazionali.<span class="Apple-converted-space"> </span></p>
<p>Dal 2000 al 2015 ha diretto la rivista <i>Latinoamerica e tutti i sud del mondo</i>, dando voce agli intellettuali del continente americano.</p>
<h2>L’eredità di Gianni Minà</h2>
<p>Nel 2023, poco prima della sua scomparsa, ha istituito la Fondazione Gianni Minà per preservare e valorizzare il suo patrimonio editoriale e documentaristico.<span class="Apple-converted-space"> </span></p>
<p>Su RaiPlay è disponibile la serie <i><a href="https://www.raiplay.it/programmi/gianniminacercatoredistorie" target="_blank" rel="noopener">Gianni Minà cercatore di storie</a></i>, che raccoglie il meglio del suo lavoro e</p>
<p><em>Gianni Minà &#8211; Una vita da giornalista </em>della regista Loredana Macchietti da cui abbiamo tratto l&#8217;aneddoto che segue.</p>
<h2>Al ristorante con De Niro, Leone, Márquez e Cassius Clay</h2>
<p>Immaginate una cena. Non una cena qualsiasi, ma una di quelle che, se non esistessero le fotografie o i racconti di chi c’era davvero, sembrerebbe una leggenda metropolitana.<span class="Apple-converted-space"> </span></p>
<p>Siamo a Roma, cuore pulsante della cultura e della bellezza, in una trattoria dal nome che già profuma di storia: <b>Checco er Carrettiere</b>.<span class="Apple-converted-space"> </span></p>
<p>Tavoli in legno, tovaglie a quadri, il sugo che borbotta in cucina come una nonna che racconta storie.<span class="Apple-converted-space"> </span></p>
<div id="attachment_455743" style="width: 1010px" class="wp-caption aligncenter"><img aria-describedby="caption-attachment-455743" class="size-full wp-image-455743" src="http://www.calciostyle.it/wp-content/uploads/2025/04/Mina-e-gli-altri.png" alt="Minà e gli altri" width="1000" height="600" /><p id="caption-attachment-455743" class="wp-caption-text">La storica foto di Minà, Robert De Niro, Cassius Clay, Sergio Leone e Gabriel Garcia Márquez a cena a Roma, tratto dal documentario Gianni Minà &#8211; Una vita da giornalista</p></div>
<p>E a un tavolo, seduti insieme, ci sono… tenetevi forte: <b>Cassius Clay</b>, <b>Robert De Niro</b>, <b>Sergio Leone</b>, <b>Gabriel García Márquez</b>. E a fare da collante, da regista silenzioso e curioso: <b>Gianni Minà</b>.</p>
<p>Cassius Clay, l’uomo che danzava sul ring come un poeta, rideva di gusto, raccontando aneddoti di incontri passati, tra schivate e punchline degne di un comico nato.<span class="Apple-converted-space"> </span></p>
<p>De Niro lo osservava con l’intensità tipica di chi sta già pensando a come trasformare quel momento in un personaggio. Parole poche, ma occhi svegli, come sempre.<span class="Apple-converted-space"> </span></p>
<p>Sergio Leone, con la sua voce roca e calma, descriveva una scena immaginaria, forse un duello tra spaghetti e mitologia.</p>
<p>E infine Márquez, occhi profondi, sorrideva mentre nel silenzio scriveva un romanzo dentro la sua mente.</p>
<p>Gianni Minà non faceva domande, non conduceva interviste. Era lì per vivere. Per respirare. Per ascoltare.<span class="Apple-converted-space"> </span></p>
<p>Il suo silenzio valeva più di mille telecamere accese. Si guardava intorno, consapevole e forse anche un po’ incredulo di essere seduto nel cuore pulsante del ‘900, in compagnia di giganti.</p>
<p>E Checco, il ristoratore? Solo un sorriso, un cenno col capo, e una frase semplice: “Vi porto un’altra bottiglia? Questa è casa.”</p>
<p>Quella non fu solo una cena. Fu un incontro tra mondi, tra universi.<span class="Apple-converted-space"> </span></p>
<p>Un momento irripetibile, non programmato, e proprio per questo eterno.<span class="Apple-converted-space"> </span></p>
<p>Una scena degna di un film che non esiste, ma che ognuno di noi vorrebbe poter vedere almeno una volta nella vita.</p>
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Aggiornato al 16/05/2025 18:15
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