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Juventus, sprint per David: ma è davvero il profilo giusto?

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La Juventus accelera per Jonathan David, ma restano dubbi sulla reale compatibilità con il sistema di Tudor e le esigenze del club.

In casa Juventus tiene banco il mercato, in attesa di capire se Kolo Muani resterà in bianconero anche la prossima stagione. Intanto, i dirigenti si stanno muovendo con decisione su Jonathan David, ormai ai titoli di coda con il Lille. 

Il canadese era stato molto vicino al Napoli nelle scorse settimane, ma alla fine gli azzurri hanno virato su altri obiettivi. Anche l’Inter si era informata, salvo poi tirarsi indietro di fronte alle richieste dell’entourage. 

È proprio su questo punto che la Juve sta provando a lavorare: l’accordo sull’ingaggio si può trovare intorno ai 6 milioni netti, ma a pesare sul possibile affare sono le commissioni, vicine ai 15 milioni di euro. 

Nonostante ciò, l’operazione resta più accessibile rispetto ad altri nomi come Osimhen o Gyokeres. Ma una domanda resta aperta: David è davvero il profilo giusto per la Juventus di Tudor?

Juventus

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Juventus, David convince a metà

Ci sono diverse perplessità su Jonathan David. Non è un giocatore che colpisce subito: spesso sembra meno incisivo di quanto dicano i numeri. E se è vero che possiede qualità interessanti, è anche vero che alcuni limiti restano evidenti. 

Prima di tutto, non è un centravanti puro, ma nemmeno una seconda punta classica: è un ibrido, a metà strada tra un falso nove e un attaccante da contropiede. Questo può essere un vantaggio in un campionato come quello francese, ma in Serie A rischia di diventare un problema.

David è generoso nel pressing e lavora bene senza palla, caratteristiche che Tudor apprezza nei suoi attaccanti. Tuttavia, non è un finalizzatore glaciale: in Ligue 1 ha segnato molto, ma ha anche sbagliato tanto. E in Italia, dove le difese sono più chiuse, questo aspetto potrebbe pesare. 

Non ha grande fisicità, il che non lo aiuta nel gioco spalle alla porta e, soprattutto, non è un trascinatore alla Osimhen o Gyokeres: non è uno di quei giocatori che si carica la squadra sulle spalle nei momenti difficili. Alla Juventus, dove la pressione è continua e la maglia pesa tantissimo, questo è un fattore da non sottovalutare.

In sintesi: David ha talento e numeri, ma è un giocatore da contesto molto specifico. Non sembra avere le caratteristiche tecniche o fisiche ideali per essere il perno offensivo della Juventus. 

Con Tudor, che predilige attaccanti verticali ma anche battaglieri, rischia di essere un innesto forzato, a meno che il modulo e l’ambiente non vengano modellati su di lui. Capire bene i suoi limiti prima di affondare il colpo è fondamentale.

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Roma, qualcosa si è inceppato: ora il Celtic per ripartire

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Roma

Nella sconfitta contro il Cagliari la Roma è sembrata sterile ed affaticata. Ora contro gli scozzesi arriva l’occasione per ritrovare certezze.

Nella sconfitta contro il Cagliari per 1-0 la Roma è sembrata troppo brutta per essere quella che fino ad un paio di settimane fa era in cima alla classifica.

Gasperini aveva avvisato: la sconfitta di Cagliari evidenzia una Roma in affanno

Il risultato maturato all’Unipol Domus Arena ha mostrato una squadra spenta, senza idee chiare dal punto di vista offensivo e, soprattutto, in deficit dal punto di vista fisico. Eppure il campanello d’allarme l’aveva lanciato proprio Gian Piero Gasperini nella conferenza alla vigilia della trasferta in terra sarda.

Il tecnico dei giallorossi aveva parlato di molti giocatori acciaccati e con problemi fisici piccoli ma pur sempre fastidiosi. In tal senso la prova della Roma a Cagliari ha supportato le parole dell’allenatore. I rossoblù sono sembrati andare il doppio rispetto alla formazione romanista, e ciò si è visto soprattutto sulle seconde palle e sui duelli fisici in cui quasi sempre la squadra di Pisacane ha avuto la meglio.

Il centrocampo romanista è sembrato imballato nelle gambe e nelle idee. Cristante, fin ad ora uno dei migliori della Roma, è sembrato poco lucido nella testa e nelle gambe, e Konè ha girato a vuoto perdendo tanti duelli con Folorunsho. Ciò ha avuto ripercussioni inevitabili anche in difesa, con Mancini e N’Dicka, appannati e sempre costretti a correre all’indietro in copertura, e in avanti, con un Pellegrini impalpabile ed un Baldanzi che ha fatto quello che poteva contro la fisicità dei centrali del Cagliari.

L’unico che è sembrato più in palla rispetto ai compagni è stato Soulè, che ha provato a saltare l’uomo sulla destra e a creare qualche pericolo offensivo, ma senza successo.

MATIAS SOULE E PAULO DYBALA ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )

Anche nella sconfitta contro il Napoli la squadra era sembrata molto più appannata rispetto alle ultime uscite. Seppur la gara contro gli uomini di Conte è stata decisa, di fatto, da un contropiede concretizzato della squadra azzurra, nel big match dell’Olimpico la Roma era sembrata a corto di idee e con le gambe pesanti. O forse sono proprio le gambe pesanti ad incidere in questo momento sulla manovra offensiva giallorossa, incapace di creare pericoli concreti se non con un tiro di Baldanzi negli ultimi minuti di gara.

L’attacco della Roma continua ad essere sterile, ma adesso il problema vero per la Roma sembra quello di non riuscire ad arrivare nemmeno a concludere verso la porta. Prima Ferguson, poi Dybala, e alla fine Baldanzi: nessuno di questi tre sembra avere la condizione per poter incidere. Vero, ognuno ha le sue caratteristiche, come dice Gasperini, ma in questo momento chiunque occupi la posizione di centravanti sembra girare a vuoto.

Contro il Celtic per ritrovare la vittoria

Due sconfitte consecutive in campionato, due gol subiti e zero reti segnate. Due indizi preoccupanti, ma non ancora una prova schiacciante. Nella trasferta di Glasgow di Europa League contro il Celtic la Roma ha l’occasione per rialzare subito la testa e ritrovare le certezze di questi primi tre mesi di stagione.

Una vittoria sarebbe ossigeno puro per i giallorossi per preparare al meglio il doppio impegno di campionato contro il Como prima e contro la Juventus dopo e continuare la corsa per la Champions. Gasperini vuole ritrovare freschezza ed entusiasmo per ripartire e mettersi alle spalle queste due battute d’arresto.

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Focus Mondiale, quando il calcio sparisce dal palco

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L’altro ieri il sorteggio per il Mondiale USA 2026 si è trasformato in un cabaret surreale, un misto tra show televisivo e parodia involontaria.

Sketch senza senso, momenti vuoti e applausi programmati hanno preso il posto del calcio. E noi, spettatori attoniti, abbiamo guardato senza capire se ridere o piangere.

Sul palco, il presidente Donald Trump ha ricevuto il “FIFA Peace Prize”, autoproclamandosi destinatario di uno dei massimi onori della sua vita. Tra elenchi di successi diplomatici e militari, paesi citati a caso come Congo, India e Pakistan e ringraziamenti alla famiglia, alla First Lady e a Gianni Infantino, il discorso si è trasformato in un’autocelebrazione senza freni. I social, prevedibilmente, si sono scatenati tra ironia e critica: parole lunghe, vuote e totalmente scollegate dalla realtà.

A chiudere lo spettacolo, i Village People con l’iconica “YMCA”, simbolo anche della campagna elettorale di Trump, hanno aggiunto un tocco surreale a una cerimonia già sospesa tra incredulità e grottesco. L’impressione netta è stata quella di un evento costruito per il marketing e l’intrattenimento, dove il calcio e lo sport sono diventati accessori di un teatrino senza sostanza.

Il vuoto del gesto è evidente: Trump con una medaglia della pace autoinventata, Infantino che proclama la FIFA portatrice di felicità da quasi un secolo, come se scandali e corruzione potessero essere cancellati da slogan superficiali. La forma schiaccia la sostanza, il simbolo vale più dei fatti, l’apparire supera l’essere.

Ed è qui che emerge il problema più grande: una società che applaude il nulla, che consuma il vuoto come intrattenimento e ha smesso di interrogarsi, di distinguere tra ciò che conta e ciò che è costruito per ingannare gli occhi. Il calcio diventa solo il riflesso di un mondo dove le parole non hanno più senso, dove il pensiero critico è stato sostituito dall’abitudine a osservare senza giudicare, a consumare senza riflettere.

Abbiamo smesso di indignarci. Abbiamo smesso di chiedere conto dei gesti e delle parole. Ci hanno abituati al vuoto, e oggi il vuoto basta.

Mondiale

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Lazio, servono i gol del Taty: l’ultimo risale a…

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La Lazio sta mantenendo un’ottima costanza nei risultati ma è tempo di fare uno step ulteriore, per puntare concretamente a traguardi prestigiosi.

Uno dei potenziali artefici di un’eventuale impresa è il Valentin Taty Castellanos, che ha saltato gran parte della prima parte di stagione causa infortunio.

Lazio, Sarri ha bisogno del Taty: l’importanza del bomber argentino

Per i biancocelesti il momento è positivo, soprattutto dopo il passaggio del turno in Coppa Italia ai quarti di finale, visto anche il buon trend registrato aldilà delle sconfitte con MilanInter. La squadra però ha già rialzato la testa, riscattandosi in parte contro i rossoneri di Allegri, e contro il Bologna l’obiettivo è accorciare ulteriormente la distanza dal treno Europa.

Per raggiungere questi obiettivi però serviranno anche e soprattutto i gol di Castellanos, miglior marcatore della scorsa stagione della Lazio con 14 gol tra tutte le competizioni. Durante il campionato in corso invece ha gonfiato la rete solo 2 volte ma è stato anche costretto a saltare sei partite (contro AtalantaJuventusPisaCagliariInter e Lecce) per un problema al bicipite femorale.

In questo senso l’attacco biancoceleste ne ha risentito andando in rete per 5 volte in tutti questi match e il ritorno di Castellanos potrebbe risolvere parte dei problemi offensivi. Le ultime annate hanno dimostrato l’importanza di un attaccante del suo calibro, che da quando frequenta Formello ha messo la firma su 22 gol 16 assist in 94 partite tra tutte le competizioni. L’ultimo risale a Genoa-Lazio 0-3 della 5° giornata (29 settembre).

Ritrovarlo come uomo decisivo già in questa giornata sarebbe fondamentale per Sarri, che sta affrontando una stagione tra mille difficoltà e spera di poter compiere un miracolo sportivo raggiungendo almeno una coppa europea.

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PAVLOVIC E CASTELLANOS ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )

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