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Juventus, chi è Renato Veiga e come cambia i bianconeri

La Juventus batte un colpo importante sul mercato, è in arrivo il difensore di proprietà del Chelsea, Renato Veiga, operazione in prestito fino a giugno.
La Juventus ha finalmente trovato il difensore che dovrà sostituire Gleison Bremer dopo l’infortunio rimediato nella partita di Champions contro il Lipsia, si tratta di Renato Veiga, andiamo a scoprire un po’ il nuovo acquisto bianconero.

CRISTIANO GIUNTOLI ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )
Juventus, carriera e caratteristiche di Veiga
Carriera
Veiga nasce nel 2003 a Lisbona e muove i suoi primi passi nel mondo del calcio fra le giovanili dello Sporting Lisbona. Il suo percorso parte davvero sin dalla tenera età, a 7 anni, prima che nel 2016, il difensore lusitano passi al Real Sport Clube di Queluz per tre stagioni e venga successivamente ripreso dallo Sporting, che lo ri-accoglie all’interno del proprio sistema e gli permette una crescita graduale dall’Under 17 sino alla seconda squadra. Pur non avendo mai esordito con Amorim, il classe ‘03 è stato più volte convocato in prima squadra. Tuttavia, la voglia di emergere lo porta a trasferirsi all’Augsburg nell’annata ‘22/’23 in prestito con diritto di riscatto. Una stagione da 638’ complessivi in Bundesliga che non gli valgono la permanenza, ma l’interesse da parte del Basilea che lo acquista per 4,6 milioni di euro. I più di 2000’ accumulati gli valgono la chiamata del Chelsea che investe una cifra importante, ovvero 14 milioni di euro. Maresca gli regala qualche spezzone di partita in Premier, dandogli però fiducia in Conference League dove gioca da titolare e per 90’ tutte le sei partite della fase campionato, siglando anche due gol e un assist.
Caratteristiche
Veiga è un giocatore estremamente duttile, capace di ricoprire più ruoli: dal centrale al braccetto, passando per il terzino sinistro e il mediano davanti alla difesa. Un vero e proprio jolly che garantisce un’alternativa utile a Thiago Motta in un pacchetto arretrato che aveva bisogno di nuova linfa sia al centro che sulle fasce laterali. Oltre alla grande versatilità, Veiga è un giocatore dotato di grande fisicità: alto 1.90m e con un fisico imponente, è uno specialista nei duelli aerei e può diventare un fattore importante anche sui calci piazzati. Veiga, con ogni probabilità, potrà ricoprire diverse posizioni, dal centrale difensivo a quella di terzino sinistro, senza dimenticare la possibilità di occupare uno dei due ruoli in mediana, come già visto con i Blues.
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Roma, l’extra time è la specialità: primo posto in Serie A

Il pareggio nel recupero contro il Napoli, ha permesso alla Roma di aggiungere un altro gol alla collezione di quelli segnato dopo il 90′.
I giallorossi hanno dimostrato negli ultimi 5 anni di saper sfruttare a pieno i minuti aggiuntivi concessi dall’arbitro nel finale di partita. Ironia della sorte, la Lazio è la seconda più brava a farlo.
La zona “Roma”, da Fonseca a Ranieri la mentalità non cambia
L’adrenalina che innescano i gol dal 90′ in poi, soprattutto se sono decisivi, non hanno paragoni. Se poi succedono davanti a 70000 persone davanti alla propria gente allora il sentimento percepito diventa indescrivibile.

ARTEM DOVBYK E TOMMASO BALDANZI ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )
A questo la Roma ha abituato i propri tifosi nel corso degli anni, in particolare dal 2020/21 a oggi. Infatti, quella giallorossa è la squadra che ha segnato più gol nel recupero (28) di qualsiasi altra squadra in Serie A. Questo dato fa capire effettivamente quanto per i giocatori significhi indossare la maglia della Roma e cosa i tifosi si aspettano ogni singola partita.
Il gol di Angelino contro il Napoli è solo l’ultimo di una lunga serie iniziata, in questo caso, da Lorenzo Pellegrini in un Roma-Spezia terminato 4-3 per i capitolini andato in scena il 23 gennaio 2021.
Inoltre, in questa speciale classifica dietro al club giallorosso c’è la Lazio che ha trovato la rete per ben 27 volte nello stesso arco di tempo.
Una tradizione quasi inaugurata da Paulo Fonseca e portata avanti da Mourinho fino a De Rossi e Ranieri.
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Bologna, Sartori è un mago. Castro come Lautaro, Italiano…

Il Bologna di Sartori sembra la prima Atalanta di Gasperini e…Sartori. L’uomo di Lodi è il Re Mida che dà credito alla parola “progetto”.
La parola “progetto” ha spesso un uso improprio. Sovente viene usata a sproposito e senza troppa cognizione di causa. Se però nel mondo del calcio esiste un uomo sul quale la parola “progetto” calza a pennello quello è Giovanni Sartori. Il “Re Mida di Lodi“, che ha gettato le basi dell’Atalanta prima e del Bologna ora.
Italiano meglio di Motta, ma l’Emilia è un’isola felice
Il Bologna non giocava una semifinale di Coppa Italia da 26 anni. L’ultima volta era il 1998/1999 e ad attendere i felsinei c’era la Fiorentina, ex-squadra di Vincenzo Italiano: un’altra delle scelte illuminate di Sartori. Sostituire Thiago Motta, dopo il lavoro dell’ultimo anno e mezzo, era un compito ingrato. Eppure il tecnico italo-tedesco ha portato con orgoglio questa Spada di Damocle, forse consapevole del fatto che negli ultimi mesi si fosse parlato troppo del bravissimo italo-brasiliano e troppo poco di tutto il resto.
Bravo Italiano nel costruire una squadra a sua immagine e somiglianza e brava soprattutto la dirigenza a sceglierlo. Non sembrava una scelta coerente con quanto visto nell’ultimo anno e mezzo, eppure i numeri danno (ancora una volta) ragione all’area tecnica emiliana. Il Bologna in campionato non andava così bene dagli anni ’60 e anche il confronto con la passata stagione è sorprendente, viste le premesse.
Alla 23esima giornata dello scorso campionato, infatti, il Bologna di Thiago Motta aveva 39 punti. Il Bologna di Italiano ha 37 punti, quindi 2 punti in meno ma anche una partita in meno. A parità di partite giocate, lo scorso anno la squadra emiliana di punti ne aveva 36. Italiano sta quindi facendo addirittura meglio del suo predecessore, al netto dell’infortunio di Ferguson e delle partenze di Zirkzee e Calafiori.

VINCENZO ITALIANO PUNTA IL DITO ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )
Bologna “camaleontico”, il capolavoro di Saputo
Già, le partenze. Il grande punto di domanda che pendeva sulla testa del Bologna. Eppure il player trading ha ancora dimostrato che sì, una società può rimanere competitiva anche perdendo i suoi pezzi pregiati. Servono “soltanto” idee chiare, competenza e progettualità. Il Bologna ha perso Zirkzee, ma aveva già trovato lo scorso Gennaio Santiago Castro. Sei mesi di apprendistato e via, adesso vale Zirkzee e sembra Lautaro. Se l’Inter volesse continuare la sua tradizione di attaccanti argentini, sa già a chi citofonare.
Via Calafiori e dentro Holm, sfido chiunque a notare delle differenze: anzi. Dallinga ci ha messo un po’ ad ingranare, ma adesso ricorda l’attaccante che al Tolosa stregava l’Europa. Peccato (per il Bologna) l’infortunio di Odgaard. Uno dei quattro insostituibili della squadra emiliana, assieme alla coppia difensiva Lucumi-Beukema e a Freuler. L’anello di continuità fra questo Bologna e la prima Atalanta di Gasperini.
Quella stessa squadra e quello stesso allenatori battuti ieri sera nei quarti di finale di Coppa Italia, in una partita che sembra quasi un passaggio di consegne. Il modello felsineo ricalca proprio quello bergamasco. Il Presidente (Saputo) è facoltoso, ma si è circondato di uomini di calcio e non di agenzie di recruiting calcistico o intermediari stranieri. Un modello virtuoso, che è un connubio perfetto fra la necessità dei club italiani di attingere ai denari stranieri (soprattutto americani) per restare competitivi in un calcio sempre più insostenibile e l’imperitura competenza della scuola dirigenziale italiana. Italian do it better. Sì, forse.
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Cristiano Ronaldo compie 40 anni: i 5 momenti iconici della sua carriera

Per celebrare i 40 anni di Cristiano Ronaldo, ecco i cinque momenti più iconici della carriera del fuoriclasse portoghese.
Un viaggio fra i momenti iconici
Cristiano Ronaldo, una leggenda vivente del calcio, celebra oggi il suo quarantesimo compleanno. La sua carriera è stata un susseguirsi di successi straordinari e momenti che hanno lasciato un segno indelebile nella storia dello sport. Dall’esordio con lo Sporting Lisbona al trionfo in Premier League con il Manchester United, passando per le glorie con il Real Madrid, Cristiano ha dimostrato di essere un campione ineguagliabile. Tra i suoi momenti iconici, impossibile non menzionare il gol in rovesciata contro la Juventus in Champions League, un gesto atletico che ha incantato il mondo.
Cristiano Ronaldo, il futuro di una leggenda
Nonostante l’età, Ronaldo continua a stupire con la sua forma fisica e il suo talento immutato. Attualmente impegnato con l’Al-Nassr, il portoghese non sembra intenzionato a fermarsi, dimostrando una longevità professionale rara nel mondo del calcio. La sua influenza va oltre il campo, con un impatto significativo sul marketing sportivo e sui social media, dove conta milioni di follower. Cristiano Ronaldo rappresenta un modello per le nuove generazioni, una fonte di ispirazione per chiunque sogni di eccellere nel proprio campo.
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Fonte: l’account X di Gianluca Di Marzio
#CristianoRonaldo compie 40 anni: i 5 momenti iconici della sua carriera https://t.co/wKPQ4LlIl0
— Gianluca Di Marzio (@DiMarzio) February 5, 2025
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