Focus
Inter, come Lookman cambierebbe i nerazzurri
Con l’arrivo di Cristian Chivu sulla panchina dell’Inter molte cose sono cambiate, a partire dall’impostazione tattica dei nerazzurri al modulo.
Ormai non è più un segreto come confermato anche dal DS dell’Inter, Piero Ausilio, i nerazzurri sono interessati ad Ademola Lookman. Vediamo insieme come il nigeriano cambierebbe il modo di giocare della Beneamata.

Ademola Lookman (Foto di Salvatore Fornelli)
Inter, cosa cambia con Lookman
Nelle ultime stagioni i nerazzurri sia con Simone Inzaghi che con Antonio Conte ci hanno abituato ad un modo di giocare molto marchiato. Il 3-5-2 degli allenatori precedenti era molto dinamico, fatto di scambi di posizioni e grandi letture tattiche. Anche se in maniera non evidente già nel Mondiale per Club il nuovo tecnico, Cristian Chivu, ha fatto vedere un altro tipo di impostazione tattica. Il modulo può sembrare lo stesso ma ciò che fa capire il cambiamento è la ricerca (sul mercato) di calciatori tecnici che possono saltare l’uomo e creare superiorità numerica.
Ecco perchè Lookman cambierebbe radicalmente il modo di giocare dell’Inter. Con l’arrivo del nigeriano infatti, cambierebbe non solo il modulo (da 3-5-2 a 3-4-2-1) ma anche il modo di creare pericolosità. Quella di Chivu è una squadra che rispetto ad Inzaghi punta di più a superare le difese con un dribbling piuttosto che con un cambio di gioco. Non è un caso che: Sucic, Luis Henrique e forse Lookman siano tutti calciatori tecnici e capaci di saltare l’uomo.
Lautaro, Thuram e Lookman insieme
La domanda che però tutti i tifosi si pongono in questo periodo è come sarebbe la convivenza tra i 3 attaccanti nerazzurri. Il tecnico rumeno ha già trovato una soluzione, Thuram agirebbe un po’ più lontano dalla porta (rispetto alle 2 stagioni passate) a creare gioco con Lookman sulla trequarti campo. In avanti il finalizzatore resterebbe sempre Lautaro che, oltre a saper segnare è in grado anche di fornire assist e lanciare le due seconde punte in porta.
Oltre all’attacco però cambierebbe anche il centrocampo, si passerebbe infatti da 5 a 4 nel mezzo con le due corsie occupate da Dimarco e Dumfries mentre nel mezzo agirebbero Barella e Calhanoglu, con i compiti del turco che sarebbero gli stessi degli anni passati mentre l’italiano sarebbe costretto ad agire più arretrato. Ovviamente le due mezzeali dovranno garantire equilibrio ad una squadra che almeno sulla carta sarà molto sbilanciata sul fronte offensivo, motivo per cui Chivu vuole disperatamente un difensore centrale giovane come Leoni che garantirebbe fisicità e corsa ad una difesa ormai non più tanto giovane.
Focus
Zhegrova è una boccata d’aria fresca per il calcio italiano
La Juventus vince ancora e si avvicina alla vetta: contro il Pisa la svolta è arrivata grazie a Zhegrova, il talento capace di rompere ogni schema.
La Juventus ha trovato ieri la terza vittoria consecutiva in campionato, portandosi a ridosso della vetta della classifica, in attesa delle partite di oggi e dei recuperi di Inter, Milan e Napoli. Un successo importante, arrivato contro un Pisa solido, compatto e ben organizzato, che per lunghi tratti aveva limitato le soluzioni offensive bianconere.
A fare davvero la differenza, però, ancora più dell’identità e dell’organizzazione portate da Luciano Spalletti, è stato l’ingresso nella ripresa di Edon Zhegrova. E non è difficile capirne il motivo. Il kosovaro ha portato in campo imprevedibilità, strappi, dribbling, fantasia.
In pochi minuti ha scombussolato i piani del Pisa, rompendo gli equilibri e costringendo la difesa avversaria a rincorrere. Esattamente ciò per cui la Juventus ha deciso di puntare su di lui in estate.

LA GRINTA DI LUCIANO SPALLETTI E ALBERTO GILARDINO ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )
Zhegrova, il talento che va oltre la tattica
Perché in fondo esistono giocatori che vanno oltre ogni schema. Calciatori che, con la sola qualità individuale, possono distruggere qualsiasi piano tattico e cambiare il volto di una partita. Zhegrova rientra perfettamente in questa categoria, ma non è un caso isolato.
Basta guardare come il Napoli abbia cambiato marcia da quando David Neres è tornato centrale nel gioco azzurro, o quanto il Milan perda soluzioni offensive quando Rafael Leão è indisponibile.
Sono giocatori che vanno coltivati e, a volte, coccolati più della tattica stessa, perché la loro capacità di accendere una partita è un valore aggiunto enorme. Finora Spalletti ha utilizzato Zhegrova soprattutto a gara in corso, come arma per spaccare le partite. Ma continuando così, non servirà molto prima che il tecnico di Certaldo gli conceda fiducia anche dal primo minuto con maggiore continuità.
Perché Zhegrova non è solo una risorsa per la Juventus: è una boccata d’aria fresca per il calcio italiano. Ed è anche ciò che manca, da tempo, alla nostra Nazionale.
Focus
Calcio italiano, i giocatori da tenere d’occhio per il 2026
Il 2026 si avvicina: tra gol, talento e personalità, ecco i giovani italiani pronti a prendersi il futuro del nostro calcio italiano.
Calcio italiano, i talenti sui quali puntare per il 2026
Negli ultimi anni il calcio italiano ha vissuto una fase di transizione, tra la necessità di rinnovare generazioni e l’urgenza di ritrovare protagonisti in grado di competere ai massimi livelli.
La stagione 2025/26 potrebbe segnare l’affermazione di nuovi nomi che presto potrebbero dominare la scena in Serie A e anche con la maglia dell’Italia: attaccanti letali, registi moderni, difensori tecnici e creativi. Ecco i prospetti su cui scommettere.
Francesco Camarda (Milan, in prestito al Lecce)
Forse il nome più chiacchierato della nuova generazione, Francesco Camarda, ha già scritto pagine importanti nella sua giovane carriera. Debuttato giovanissimo in Serie A e addirittura in Champions League, è considerato uno dei centravanti più promettenti in Italia: dotato di un ottimo fiuto del gol, movimento intelligente e senso della posizione, Camarda potrebbe (se gestito bene fisicamente e tatticamente) diventare il riferimento offensivo di una grande squadra italiana.
Francesco Pio Esposito (Inter)
Un altro attaccante che sta facendo parlare di sé è Francesco Pio Esposito. Classe 2005, fisico imponente e abilità nel gioco di sponda lo rendono un profilo molto interessante per il calcio moderno. Dopo una stagione positiva in Serie B con lo Spezia, Esposito sta trovando spazio anche a livello maggiore e ha già iniziato ad accumulare esperienza con la Nazionale giovanile; il salto di qualità potrebbe arrivare proprio nel 2026.
Giovanni Leoni (Parma)
Tra i talenti difensivi spicca Giovanni Leoni, giovane centrale dotato di grande maturità, lettura delle situazioni e capacità di impostare l’azione dal basso. Cresciuto nel Parma e accostato a club importanti, Leoni rappresenta il prototipo del difensore moderno: forte nel duello, sicuro in fase di possesso e già con esperienza in prima squadra. La sua crescita potrebbe collocarlo stabilmente tra i migliori difensori italiani di domani.
Simone Pafundi (Udinese)
Talento già noto nel panorama giovanile, Simone Pafundi è un trequartista/ala con grande tecnica, visione di gioco e capacità di creare superiorità numerica. Con la stagione 2025/26 che potrebbe risultare decisiva, Pafundi ha tutte le carte in regola per diventare un protagonista: il suo elemento chiave è l’abilità di collegare centrocampo e attacco con passaggi filtranti e dribbling netti.
Niccolò Fortini (Fiorentina)
Giovane difensore viola, Niccolò Fortini è emerso con personalità nonostante i minuti limitati in Serie A. Con la sua velocità, lettura degli spazi e capacità di adattarsi su più ruoli – dal centro alla fascia – Fortini può diventare un elemento importante sia per club che per la Nazionale Under-21 nei prossimi anni.
Altri talenti da seguire
Mattia Liberali (esterno offensivo), giovane con visione tecnica e talento naturale nelle giovanili, già aggregato alla prima squadra in alcune occasioni.
Niccolò Amatucci e Gabriele Guarino, centrocampista e difensore, entrambi con esperienza in Serie B e potenzialità per compiere il salto in Serie A.
Non dimentichiamo, ovviamente, ottimi portieri italiani emergenti come Carnesecchi, Caprile e Turati, che stanno guadagnando fiducia tra i pali in Serie A.
Perché questi giocatori saranno importanti per il calcio italiano nel 2026?
La risposta è semplice: l’Italia ha bisogno di una nuova generazione di protagonisti in grado di portare freschezza, carattere internazionale e competitività nei club e nella Nazionale, soprattutto dopo alcuni anni in cui la presenza di talenti nostrani nei grandi club è stata scarsa e di mancate partecipazioni ai Mondiali.
Ed è dai giovani che si può ripartire per inaugurare una nuova fase del calcio italiano, che sia in grado di tornare a competere ai massimi livelli europei e mondiali.
Focus
Club Brugge, Aleksandar Stanković si sta mettendo in mostra!
Il Club Brugge ha visto partire Talbi, Jashari e De Cuyper nella scorsa sessione di calciomercato. Un ottimo sostituto dell’attuale centrocampista rossonero arriva sempre da Milano.
Aleksandar Stanković aveva passato la stagione precedente in Svizzera, al Lucerna, dove ha attirato l’interesse di vari club ma, su tutti, il Club Brugge ha notato qualcosa in lui.
Sostituire l’mvp del campionato (Jashari) non era affatto un compito semplice ma, ad oggi, il centrocampista serbo cresciuto nell’Inter non lo sta facendo assolutamente rimpiangere.
In 29 presenze vanta 3 gol e 1 assist, numeri simili a quelli dell’annata precedente e quasi replicati con 9 partite d’anticipo (38 presenze, 3 gol e 2 assist con il Lucerna).
Capitano della primavera dei nerazzurri, il giocatore ha una clausola di recompra a favore del club lombardo. 23 milioni per l’estate del 2026, 25 milioni per la sessione del 2027. I nerazzurri osservano da lontano la crescita del figlio di Dejan, che nel frattempo ha attirato l’ interesse su di sé.

Club Brugge, su Stanković gli occhi di Bundesliga e Premier League
Il classe 2005, grazie alle proprie prestazioni, sta attirando gli occhi dei top campionati europei.
Giocatore dinamico ed ottimo nella fase difensiva, come dimostrano i 3.57 interventi e i 2.03 duelli aerei vinti a partita.
Preciso per quanto riguarda i passaggi e bene in area di rigore, dato che tocca 1.85 palloni a partita in quella zona di campo.
Sui passaggi completati, invece, vanta l’86.8% e 56.37 quelli tentati a partita. 6.10 quelli progressivi a match, dunque rivela un’ottima efficienza offensiva per i propri compagni. Gli assist previsti? 2.35, ma dato il solo assist registrato, i compagni non li hanno saputi sfruttare.
Infine 1.97 tiri tentati a partita, che spiegano dunque il numero di reti siglate sino a questo momento.
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