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Accadde oggi: il tacco divino di Mancini che batté Buffon

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Roberto Mancini

Accadde il 17 gennaio 1999: Lazio-Parma, il Mancio stregò il Tardini con un gol epocale. Con le reti anche di Salas e Vieri regalò la vittoria ai biancocelesti.

Da molti viene ricordato come il suo gol più bello.

Eppure lui sostiene di non aver fatto niente di che: “A dire il vero mi è venuto tutto naturale. In allenamento ne ho fatti diversi del genere” dichiarò a fine partita “non mi sono perfettamente reso conto di quanto sono riuscito a compiere. Dovrò rivederlo.”

Un gol che vale una carriera e il prezzo del biglietto

Roberto Mancini ha collezionato ben 217 gol, tra club e Nazionale.

Ma quello segnato in quel match è rimasto negli annali del calcio per la bellezza dell’esecuzione e l’eleganza del gesto.

Mancini accadde oggi

“Vedere giocare Mancini vale il prezzo del biglietto” disse poi il ct.

Solo tre anni trascorsi nella Capitale, pochi a fronte dei 15 trascorsi alla Sampdoria.

Ma è comunque riuscito a lasciare il segno e a regalare prodezze memorabili.

Questa in particolare oggi compie 26 anni.

Cosa accadde al Tardini

È il posticipo dell’ultima giornata del girone d’andata di Serie A,

Parma e Lazio sono due squadre molto forti nel campionato 1998-1999.

Rispettivamente 32 e 29 punti in classifica. Le milanesi seguono a 27.

Da una parte ci sono Buffon-Cannavaro-Thuram in difesa e Veron-Crespo-Chiesa in attacco; nei biancocelesti militano Nesta, Mihajlovic, Stankovic, Nedved, Vieri, Salas. E Mancini sfodera tutta l’esperienza delle sue 34 primavere e la pazzia di non mantenere la parola data.

Il no di

Il mister infatti lo aveva cambiato di ruolo qualche partita prima.

“Ti sposto a centrocampo” gli aveva proposto “Ma devi cambiare mentalità: niente colpi di tacco o giocate rischiose, perché se perdi palla in quella zona gli avversari sono subito in porta.”

 

Eriksson accadde oggi

SVEN GORAN ERIKSSON SALUTA I TIFOSI DELLA CURVA NORD ( FOTO FORNELLI/KEYPRESS )

Lui esegue, ma l’occasione che si propone a Parma è troppo ghiotta.

La profezia

“Mi tratterrò dalla tentazione di andare sempre avanti” aveva dichiarato in un’intervista “ma quando Sinisa tirerà i suoi calci piazzati, proverò la deviazione.”

E così fu.

Il match

Dopo un primo tempo avvincente ma terminato a reti inviolate, la partita si sblocca al 51′ con un gol dal dischetto di Salas. Rigore dato per un intervento di Sartor in ritardo ai danni di Pancaro.

Ma poco dopo Crespo riporta la situazione in parità grazie a un ottimo assist di Chiesa, riuscito propri0 grazie a una leggerezza di Mancini.

Sinisa Mihajlovic non la prende bene e rimprovera animatamente il compagno di squadra.

Ma al 68′ succede la magia: Mihajlovic si appresta a battere un calcio d’angolo. Mancini tiene fede alla sua parola e avanza.

Il compagno gliela serve con precisione, anche se forse un po’ troppo bassa, ma comunque mette la palla al centro e raggiunge il numero 10 biancoceleste. Mancini in giravolta la intercetta di tacco e al volo la fa arrivare in rete sul primo palo, all’incrocio, battendo Gianluigi Buffon.

Segna la sua rete numero 150.

La reazione dei compagni

“Ma che hai fatto? Che hai fatto?” gli grida Bobo Vieri.

Lo screzio tra Mihajlovic e Mancini è così archiviato in un abbraccio.

Questo vantaggio dà una forte spinta alla squadra, rendendo l’impresa più difficile per il Parma.

Anche perché all’89′ Eriksson opta per un cambio: fuori un centrocampista e dentro un difensore.

Il centrocampista è proprio Mancini: scelta tattica dello svedese ma anche un modo per concedergli i meritati applausi.

Nel ricordo di Sinisa

Nel recupero arrivò anche il gol della vittoria definitiva a opera di Vieri.

Ma il match resterà nella storia per il capolavoro di tacco di Roberto Mancini che poco tempo fa ha dichiarato alla Gazzetta dello Sport “Da anni si parla di quel mio gol di tacco, ma il corner che aveva battuto Sinisa era disegnato, e in campo ci conoscevamo ormai così bene che sapevo perfettamente dove e come quel cross sarebbe arrivato.”

Sinisa Mihajlovic accadde oggi

E conclude “Quel corner era un regalo per sempre, perché mi ispirò il gol più bello che abbia mai segnato nella mia vita.”

 

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Napoli, accadde oggi: Mazzarri torna al San Paolo

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Napoli, Mazzarri, Torino

Oggi, 12 anni fa, il Napoli ospitava l’Inter per la 16a giornata della Serie A 2013/14. La prima di Walter Mazzarri al San Paolo da avversario dei Partenopei.

Dopo l’amarezza per l’eliminazione in Champions League, la squadra Partenopea allenata da Rafa Benitez vuole riscattarsi in campionato. Nelle ultime 4 partite, Higuain e compagni hanno ottenuto solo 4 punti. Inoltre, non vincono in casa dal 2 novembre 2013 (2-1 con il Catania).

La sera del 15 dicembre 2013 i Partenopei ospitano l’Inter di Walter Mazzarri, allenatore del Napoli dal 2009 al 2013. I nerazzurri vengono da 3 pareggi consecutivi in campionato, e vogliono tornare alla vittoria.

Napoli-Inter, 15 dicembre 2013

Napoli

Nei primi 45 minuti succede di tutto. Dopo un gol sbagliato da Cambiasso sugli sviluppi di un corner, gli azzurri la sbloccano con Higuain. Il bomber argentino segna al volo, dopo una respinta della difesa nerazzurra su un lancio di Inler (10′).

Dopo che i Partenopei sfiorano il secondo gol (parata di Handanovic su Mertens e palo di Insigne), l’Inter trova il pareggio. Cross basso di Guarin, velo di Palacio, e Cambiasso, che deve solo battere Rafael, segna il gol dell’1-1(35′).

Passano solamente tre minuti, però, e i Partenopei tornano in vantaggio: Dzemaili, al limite dell’area, serve Mertens che calcia di prima intenzione e segna il gol del 2-1. Dopo l’assist, Dzemaili trova anche il gol del 3-1, dopo una respinta di Handanovic su un tiro di Mertens (41′). Ma c’è tempo ancora per un altro gol nel primo tempo: un tiro rimpallato di Guarin diventa un assist per Nagatomo, che batte Rafael e riapre la partita (45+2).

Nel secondo tempo gli ospiti si rendono pericolosi sulle fasce, mentre la squadra di Benitez pare molle nei contrasti nonostante qualche palla gol. L’Inter continua ad attaccare anche se in 10 (espulso Alvarez per doppia ammonizione), ma i padroni di casa riescono a chiudere la partita con un gol di Callejon.

La banda Benitez ha anche la possibilità di segnare il quinto gol con Pandev, entrato dalla panchina per Reveillere. L’attaccante macedone si guadagna un calcio di rigore, battuto da lui stesso, ma Handanovic gli nega la gioia del gol. Gli azzurri tornano alla vittoria, dunque, dopo una partita ricca di emozioni soprattutto nel primo tempo.

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Palladino e il grande feeling con le punte: dopo Kean tocca a Scamacca

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Fiorentina, Atalanta

Dall’arrivo di Palladino l’Atalanta ha ritrovato vittorie, e i gol di Gianluca Scamacca. Numeri strepitosi per il centravanti della Dea dal cambio di guida tecnica, un po’ come accaduto lo scorso anno a Moise Kean.

In un solo mese Raffaele Palladino ha rimesso in carreggiata lAtalanta. La formazione nerazzurra, al netto delle sconfitte in trasferta contro Napoli e Verona, ha ritrovato la sicurezza dei propri mezzi smarrita sotto la guida di Ivan Juric, specialmente in casa. Alla New Balance Arena sono arrivate solo vittorie dall’arrivo del tecnico ex Fiorentina, anche contro un avversario di valore come il Chelsea. Merito del  grande lavoro dell’allenatore di Mugnano, che ha rispolverato i concetti tattici di Gasperini, andando a concentrare il proprio lavoro sulla testa dei calciatori. La classifica vede la Dea ancora attardata, ma le premesse per far bene ci sono tutte.

Ma in particolare sotto i riflettori c’è finito l’incredibile rendimento di Gianluca Scamacca. Perfettamente ristabilito dai ricorrenti problemi al ginocchio, l’attaccante classe 1999 sta vivendo con Palladino un incredibile momento di forma, e una continuità realizzativa mai avuta in carriera. L’ex Sassuolo e West Ham ha già segnato 5 reti in 6 gare, nemmeno complete, sotto la gestione Palladino. Un notizia che fa felice i tifosi dell’Atalanta, ma anche il ct dell’Italia Gennaro Gattuso. Pensare di avere uno Scamacca così tirato a lucido per i playoff di Marzo può rivelarsi l’arma decisiva per gli azzurri nella strada verso i Mondiali.

Scamacca

GIANLUCA SCAMACCA PUNTA IL DITO ( FOTO DI SAVATORE FORNELLI )

Palladino, Scamacca sorride, Kean ti rimpiange

Fiorentina

RAFFAELE PALLADINO E MOISE KEAN ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )

Chi potrebbe perdere il posto in ottica nazionale, a discapito di Scamacca, è Moise Kean. Proprio lo stesso Kean che ha avuto un’incredibile rinascita nella scorsa stagione assieme a Palladino, tanto da trasformarsi da esubero della Juventus a miglior attaccante italiano nel giro di pochi mesi, finendo nel mirino di grandi club in Italia e all’estero. Tanto da “costringere” la Fiorentina ha blindare l’attaccante con un rinnovo, con un ricco ritocco d’ingaggio.

Ma la disastrosa fin qui stagione  dei toscani sembra averlo fatto ripiombare in una spirale negativa, perdendo le certezze che aveva costruito lo scorso anno a Firenze. Grazie a Palladino il centravanti classe 2000 ha avuto per la prima volta in carriera superato le 20 reti stagionali, laureandosi vicecapocannoniere della Serie A alle spalle del solo Retegui. Adesso sembra essere uno dei più in difficoltà nel caos viola.

L’impegno in campo da parte sua è sempre alto, ma non ha più la lucidità sotto porta. Basta un dato per capirci: Kean è l’attaccante nei top 5 campionati ad aver fallito più big chance (da XG di conversione superiore allo 0.75), ben 4. La domanda sorge a questo punto spontanea: è Palladino ad averl0 fatto rendere più del suo valore, e adesso Kean si sta riallineando al rendimento avuto alla Juventus?

 

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Sassuolo, marcia da grande: tre sconfitte in due mesi

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Il Sassuolo continua a stupire in questa stagione e il pareggi di San Siro, ottenuto con merito, dimostra quanto sia positivo il lavoro svolto da Grosso.

I neroverdi si stanno rendendo protagonisti di un’annata decisamente sorprendente nonostante lo status di neopromossa. Il rendimento nell’ultimo periodo rispecchia la forza del gruppo.

Sassuolo, tra prestazioni da big e mercato silenzioso

Nei risultati ottenuti da metà ottobre a oggi, uno dei segreti di questa squadra c’è sicuramente il fattore continuità. Rispetto alla scorsa stagione infatti, il Sassuolo ha cambiato relativamente poco sia a livello di entrate sia, e soprattutto, a livello di uscite. La permanenza di alcuni elementi a dir poco fondamentali, come BerardiLaurienté Thorsvedt tra tutti, ha permesso al nuovo gruppo di ricalcare quanto di buono era stato fatto in precedenza e replicarlo anche in questa stagione.

Non è un caso infatti che le vittorie contro LazioAtalanta, oltre alle sconfitte di misura contro Inter Roma, siano arrivate con merito e con la squadra che al termine ne è uscita sempre a testa alta. L’ultimo KO risale alla trasferta di Como del 28 novembre, quella precedente al 3 novembre contro il Genoa e quella prima ancora al 26 ottobre contro la Roma. Perciò nel giro di due mesi, se si considera che il risultato positivo precedente alla sconfitta coi giallorossi risale al 18 ottobre, sono arrivate solo 3 sconfitte.

Alla base c’è la scommessa Fabio Grosso, rimasto dopo la promozione dello scorso anno, arrivato a un livello di maturità tale da potersi confrontare con i migliori tecnici in circolazione.

Il mercato inoltre è passato un po’ in sordina in fatto di entrate ma da segnalare ci sono sicuramente Muric, quasi una sicurezza tra i pali, il ritorno di Pinamonti (decisivo anche a San Siro con due assist), Fadera che si spartisce la fascia sinistra con Laurienté, Matic che ha assunto rapidamente il ruolo di leader e anche in campo fa valere tutta la sua esperienza, Muharemovic che rappresenta una garanzia sia in fase difensiva che offensiva (un gol e due assist fin qui), per passare poi ai vari IdzesKoné e così via.

Tutti acquisti, o ritorni, che non hanno destato particolare scalpore ma hanno decisamente alzato la qualità delle rosa e del gioco. I 21 punti raccolti nelle prime 15 giornate sono lo specchio di una squadra forte, solida, mentalmente pronta e consapevole dei propri mezzi che vuole riprendersi lo status di certezza della Serie A.

Atalanta-Sassuolo, Grosso

FABIO GROSSO PUNTA IL DITO ( FOTO SALVATORE FORNELLI )

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