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Manchester United, due top finiscono sul mercato: i nomi

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In casa Manchester United è in atto una vera e propria rivoluzione dirigenziale. Quella sportiva arriverà in estate con Ten Haag unica certezza, cessioni vicine.

Manchester United, i nomi dei primi esuberi

Red Devils stanno conducendo una stagione fatta di alti e bassi, gli 11 punti di distanza dal quinto posto sembrano un abisso e l’Europa potrebbe non arrivare. Tuttavia, diversi talenti stanno emergendo e prendendo il posto di veterani affermati. Motivo per cui la società avrebbe deciso di liberarsi di alcuni profili nella prossima sessione di mercato.

Il primo nome sulla lista dei partenti è quello di Raphael Varane. Il difensore francese è attenzionato da diversi top club, tra cui il Bayern Monaco che sembra aver manifestato l’interesse più concreto. Il contratto è in scadenza nel 2025 dunque l’unica occasione per lo United di fare cassa è proprio durante il mercato estivo.

Manchester United, Varane

Raphael Varane

L’ex Real Madrid ha collezionato solo 21 presenze tra campionato e coppe offrendo prestazioni nettamente al di sotto delle aspettative. La valutazione si aggira sui 20 milioni di euro ma l’ostacolo vero è l’ingaggio che percepisce in Inghilterra. La società inglese ha già messo gli occhi su Bremer per l’eventuale sostituto.

Il secondo nome con le valige pronte è Casemiro. Il centrocampista brasiliano è stato scalzato dall’astro nascente Mainoo e sta cercando una nuova sistemazione per continuare a competere ad alti livelli.

Un contratto in scadenza nel 2026 non dovrebbe essere un problema vista la volontà del giocatore.

In questa stagione Casemiro ha collezionato ancora meno presenze di Varane, solo 18, perdendo appunto il posto da titolare a favore di un classe 2005. Anche per lui il cartellino presenta un valore piuttosto alto che si aggira sui 25 milioni di euro. Inoltre l’ingaggio rappresenta un ostacolo non da poco.

Indipendentemente dalle cifre però, il loro futuro sarà con tutta probabilità lontano da Old Trafford ma ancora in Europa. Nessuno dei due sembra infatti intenzionato ad abbracciare eventuali sfida in Arabia Stati Uniti.

Premier League

All Eyes On Me – il focus sul 35° turno di Premier League

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All Eyes On Me

Nuovo appuntamento con All Eyes On Me, la rubrica di Calcio Style dedicata alla Premier League. Di seguito il resoconto dettagliato della trentacinquesima giornata del campionato più seguito al mondo.

Il fascino unico emanato, unito alla perenne scia d’entusiasmo che pervade ogni stadio, confluisce in una commistione di spettacolo, ardore e qualità che conferisce a questo torneo l’aurea di lega paradisiaca in cui solamente i migliori interpreti del gioco possono essere o diventare i protagonisti.

Trentacinquesimo turno: altro passo falso del Liverpool, Sheffield aritmeticamente retrocesso. Duello serratissimo tra Arsenal e City.

All Eyes On Me

TOTTENHAM 2-3 ARSENAL (15′ (aut.) Hojbjerg, 27′ Saka, 38′ Havertz, 64′ Romero, 87′ (rig.) Son)

L’Arsenal fa suo il North London Derby al termine di una gara spettacolare sulla falsariga del 2-2 dell’andata. I Gunners espugnano con sofferenza, specie nel finale, il Tottenham Hotspur Stadium assicurandosi un’altra giornata in testa alla classifica.

La formazione di Arteta passa in vantaggio al quarto d’ora con Hojbjerg che trafigge il proprio portiere Vicario con una spizzata sul corner teso di Saka. Lo stesso numero 7 inglese, dopo il palo colpito di testa da Romero e la rete annullata per fuorigioco a Van de Ven, sigla il raddoppio al 26′ trasformando in oro una fulminea ripartenza, iniziata dal panoramico lancio di Havertz, portandosi a quota quindici in classifica marcatori. Prima del duplice fischio i rossi di Londra riescono a portarsi addirittura sullo 0-3 grazie ad un altro angolo questa volta calciato da Rice e convertito in gol da Havertz.

Nel momento in cui la sfida non sembrava aver più nulla da dire Raya commette un clamoroso errore in disimpegno consegnando palla a Romero che senza difficoltà realizza il suo quinto centro in campionato. Nel finale c’è spazio per l’ingenuo fallo in area di Rice su Davies che costringe il Var a richiamare il direttore di gara Oliver per assegnare il calcio di rigore poi trasformato da Son, che torna al gol dopo un mese.

Terza vittoria consecutiva per l’Arsenal, chiamato ora a dare il tutto per tutto per centrare il titolo che manca da vent’anni. Seconda sconfitta di fila, invece, per gli Spurs ora a -7 dall’Aston Villa seppur con due gare da recuperare.

NOTTINGHAM FOREST 0-2 MANCHESTER CITY (32′ Gvardiol, 71′ Haaland)

Quinto successo consecutivo per il Manchester City che dopo averne rifilati quattro al Brighton nel recupero liquida con un secco 0-2 anche il Nottingham tenendo il passo dell’Arsenal nonostante la gara in meno rispetto ai Gunners.

I Citizens, visibilmente provati da un’ennesima stagione vissuta sulla cresta dell’onda, inseriscono il pilota automatico e, pur concedendo diverse opportunità agli avversari, incamerano tre punti vitali per alimentare le speranze in ottica titolo.

In seguito ad una prima mezz’ora piuttosto equilibrata gli ospiti mettono la freccia con l’incornata dell’uomo del momento: Josko Gvardiol, al terzo centro stagionale siglato nel mese di aprile, che svetta sul primo palo mettendo in porta l’angolo di De Bruyne. Il Forest reagisce con il tentativo su punizione di GibbsWhite e la clamorosa occasione fallita da due passi da Danilo su un’incertezza di Ederson, costretto poi ad abbandonare il campo dopo l’intervallo a causa dell’ennesimo infortunio stagionale, ma in qualche modo gli Sky Blues riescono a salvarsi.

Nella ripresa i Guardiola boys si mettono a debita distanza grazie all’iniziativa di Haaland che con il piede debole supera Sels mettendo a referto il ventunesimo gol in campionato, sfruttando il secondo assist di giornata di De Bruyne.

I campioni in carica riescono, dunque, a tenersi ad una sola lunghezza di distanza dalla vetta, mentre il Nottingham incassa il terzo ko nelle ultime quattro restando l’unica potenziale candidata a prendere il posto di Burnley o Luton in termini di retrocessione.

WEST HAM 2-2 LIVERPOOL (43′ Bowen, 48′ Robertson, 65′ (aut.) Areola, 77′ Antonio)

Frena ancora il Liverpool dopo aver prestato il fianco alle sconfitte contro Crystal Palace ed Everton. Il 2-2 del London Stadium contro il West Ham scrive probabilmente la parola fine sulle velleità di titolo per i Reds.

La gara tra due squadre in evidente difficoltà sotto l’aspetto umorale e di risultati si rivela divertente e piuttosto equilibrata con gli ospiti che vedono negarsi un calcio di rigore per un tocco di mano di Ogbonna causato dal tiro di Luis Diaz partito da posizione irregolare e vanno in svantaggio in prossimità dell’intervallo con il colpo di testa di Bowen, al gol numero sedici in campionato, sul cross di Kudus.

La formazione di Klopp reagisce con veemenza nei primi minuti della ripresa prima livellando la sfida con il primo centro nel 2024 del veterano Robertson e, successivamente, ribaltando il risultato con il tiro ravvicinato di Gakpo provvidenzialmente deviato prima da Soucek e poi da Areola nella propria porta, a suggellare una fase di partita letteralmente dominata.

In seguito all’1-2, però, il Liverpool, poi destabilizzato dalla lite tra Salah ed il tecnico tedesco, tira precocemente i remi in barca concedendo troppo agli Hammers che scrivono il definitivo 2-2 sul tabellone luminoso al 77′ con un altro colpo di testa, questa volta di Antonio, alla terza marcatura consecutiva complessiva, pescato a centro area dal solito Bowen.

Sono, dunque, otto i punti conquistati dalla squadra di Moyes nelle ultime otto uscite, come sono cinque quelli ottenuti dai Reds nelle ultime cinque giornate: il pari finale non serve a nessuna delle due.

ASTON VILLA 2-2 CHELSEA (4′ (aut.) Cucurella, 42′ Rogers, 62′ Madueke, 81′ Gallagher)

Altro giro, altro 2-2 in questo 35° turno. Nella sfida del sabato sera Aston Villa e Chelsea danno vita ad una gara ricca di stravolgimenti, gol, giocate ed arricchita da un incessante ritmo.

Nella prima frazione i Villans, anche con un pizzico di fortuna considerato lo 0-1 annullato a Jackson per millimetrica posizione irregolare ed il montante colpito di testa sempre dal 15 ospite, danno una doppia spallata al match, una in apertura ed una in prossimità del duplice fischio: al 4′, infatti, l’autorete di Cucurella, provocata dal tiro di McGinn, sblocca il punteggio, mentre al 42′ è ancora Morgan Rogers, terzo centro nelle ultime quattro, a trafiggere Petrovic con una conclusione stretta da fuori area.

I Blues, reduci dal pesante 5-0 incassato dall’Arsenal nel recupero, rientrano decisamente ispirati dagli spogliatoi e al 62′ accorciano le distanze con il diagonale di Madueke, salvo poi arrivare al pareggio al minuto 81 grazie allo splendido mancino a giro dal limite dell’area di capitan Gallagher che batte l’incolpevole Olsen, subentrato all’infortunato Martinez.

Nel finale accade di tutto: prima Watkins spreca una colossale occasione, poi Palmer vede sbarrata la strada verso il 2-3 da un super intervento del portiere svedese ed infine Disasi vede cancellarsi la rete del vantaggio allo scadere dal Var per un precedente fallo di Badiashile su Diego Carlos.

Il pareggio finale risulta essere l’esito più giusto che, probabilmente, serve di più ad Emery, che in vista delle semifinali di Conference League con l’Olympiacos perde anche Tielemans, piuttosto che a Pochettino, ancora decisamente invischiato nell’affannosa rincorsa all’Europa, anche se le due gare ancora da recuperare potrebbero spostare gli equilibri della stagione Blues.

MANCHESTER UNITED 1-1 BURNLEY (79′ Antony, 87′ (rig.) Amdouni)

Arriva il quarto pareggio nelle ultime sei giornate per il Manchester United che nella gara interna con la penultima forza del campionato Burnley non riesce a dare continuità al 4-2 nel recupero inflitto allo Sheffield United .

I Red Devils forniscono l’ormai solita prestazione in cui creano molto, ma concedono altrettanto, alternando fasi di dominio a fasi di totale confusione. Nel primo tempo è Onana a mettersi in mostra con due interventi, di cui uno veramente monstre, sul doppio tentativo di Foster, così come Bruno Fernandes, fermato dal palo in apertura.

Nella ripresa ci provano Garnacho e Hojlund, ma a sbloccare il risultato è Antony che finalmente ritrova il gol che in campionato mancava da poco più di un anno, sfruttando l’orrore di Berge in prima costruzione che, di fatto, lo serve con un passaggio in orizzontale all’altezza della metà campo lasciandogli campo libero verso la porta di Muric.

Ma il festival degli orrori non termina qui: all’85’ Casemiro gioca inspiegabilmente all’indietro di testa un campanile alzato da WanBissaka costringendo Onana ad uscire dai pali in uscita alta, ma tra il pallone ed il portiere camerunense si infila Amdouni che viene travolto. Il direttore di gara Brooks con l’ausilio del Var assegna il penalty che viene trasformato dallo stesso Amdouni che assicura un punto d’oro ai suoi.

Il pareggio, infatti, consente alla formazione di Kompany di restare in vita in ottica salvezza, anche se i prossimi scontri con Newcastle e Tottenham non sono certamente dei più semplici da affrontare. Lo United, invece, resta al sesto posto ma vede nuovamente avvicinarsi a -1 proprio i Magpies.

NEWCASTLE 5-1 SHEFFIELD UNITED (5′ Ahmedhodzic, 26′, 61′ (rig.) Isak, 54′ B. Guimaraes, 65′ (aut.) Osborn, 72′ Wilson)

Quarta vittoria nelle ultime sei, tredici punti conquistati, quindici reti realizzate e sesto posto distante solamente un punto per il Newcastle che bissa lo 0-8 dell’andata con un’altra vittoria larga ai danni dello Sheffield United.

Il momentaneo vantaggio delle Blades con Ahmedhodzic non altera più di tanto l’andazzo della gara con i Magpies che pervengono al pareggio poco prima della mezz’ora con il diagonale destro di Isak che non lascia scampo a Foderingham, costretto a capitolare anche al 54′ sul colpo di testa di Bruno Guimaraes, quinta gioia personale in campionato, così come al 61′ sul calcio di rigore guadagnato da Gordon e trasformato ancora da Isak che sale a quota diciannove in classifica marcatori.

Nel finale i Magpies dilagano con l’autorete di Osborn e l’acuto di Wilson tornato dopo i due lunghi mesi di stop forzato. La formazione di Howe condanna, dunque, alla retrocessione aritmetica lo Sheffield United, i cui soli sedici punti raccolti nelle trentacinque giornate disputate risultano evidentemente un bottino piuttosto magro per ambire ad una salvezza. I ragazzi di Wilder ripartiranno, quindi, dalla Championship dopo un solo anno.

BOURNEMOUTH 3-0 BRIGHTON (13′ Senesi, 52′ Unal, 87′ Kluivert)

Tre gol, tredicesima vittoria in campionato e record di punti in un singolo torneo infranto per il Bournemouth che non vuole smettere di stupire. Nella sfida tra outsiders le Cherries dominano in lungo e in largo infliggendo una pesante sconfitta ad un irriconoscibile Brighton.

L’undici di Iraola passa in vantaggio al 13′ con il quarto centro stagionale di Senesi, bravo a svettare sul corner di Cook, e sfiora il raddoppio con Enes Unal su un clamoroso svarione di Igor. Lo stesso attaccante turco si fa perdonare, però, nella ripresa con un perentorio stacco aereo sul traversone di Ouattara che coglie totalmente impreparata la retroguardia dei Seagulls. Nei minuti finali Kluivert mette il sigillo ad una meravigliosa prestazione collettiva con una serpentina delle sue che lo conduce alla settima marcatura del suo campionato.

I rossoneri si portano, quindi, ad un solo punto dall’ottavo posto occupato dal West Ham, mentre il Brighton è sempre più in caduta libera: sono solamente sei i punti raccolti nelle ultime nove sfide.

WOLVERHAMPTON 2-1 LUTON (39′ Hwang Hee-Chan, 50′ Toti Gomes, 80′ Morris)

Torna a sorridere il Wolverhampton dopo sei gare senza successi con solamente due punti all’attivo, portandosi all’undicesimo posto scavalcando il Brighton.

I Wolves superano il Luton con un gol per tempo: al 39′ Hwang HeeChan ritrova il sorriso dopo quattro lunghi mesi con un’ottima iniziativa personale, imbeccato da Matheus Cunha, al 50′ è Toti Gomes a correggere in porta di testa il cross di Lemina, siglando il primo gol in questo campionato.

I lupi d’oltremanica falliscono il colpo del definitivo ko con Semedo e Traoré e rischiano di compromettere quanto fatto negli ultimi minuti quando il Luton si rimette in carreggiata con il decimo centro nel torneo di Morris.

Il sussulto del capitano, però, non porta punti agli Hatters che restano sempre lì, aggrappati a -1 dal quartultimo posto.

FULHAM 1-1 CRYSTAL PALACE (52′ R. Muniz, 87′ Schlupp)

Tutto in parità nel derby di Londra tra Fulham e Crystal Palace che si dividono la posta in palio mantenendo invariata la distanza di tre punti in classifica.

Accade tutto nella ripresa a Craven Cottage dove a sbloccarla è il solito Rodrigo Muniz, a secco nelle ultime quattro, che schiaccia di testa in porta il cross teso di Castagne mettendo a referto il nono centro in campionato, mentre a livellare il punteggio ci pensa Schlupp, prima gioia nel 2024, con un siluro all’incrocio dei pali.

Secondo pari casalingo stagionale per i Cottagers dopo lo 0-0 con l’Everton dello scorso 30 gennaio, il sesto esterno invece per le Eagles che tagliano il traguardo dei quaranta punti.

EVERTON 1-0 BRENTFORD (60′ Gueye)

Terza vittoria di fila, la quarta nelle ultime cinque con annesso clean sheet, per l’Everton che raggiunge l’obiettivo salvezza addirittura con tre giornate di anticipo nonostante gli otto punti di penalizzazione, al contrario della soffertissima permanenza nel massimo campionato ottenuta lo scorso anno all’ultima giornata nel testa a testa con il Leicester.

I Toffees eguagliano il numero di punti della stagione 2022-23 grazie ad un successo di misura ai danni del Brentford, scavalcando proprio le Bees in classifica. Il match winner è Gueye, secondo gol consecutivo in casa, bravo ad iniziare e terminare l’iniziativa offensiva al limite dell’area di rigore. Nota di merito anche per Pickford che blinda i tre punti con un autentico miracolo su Toney.

La striscia di imbattibilità dei ragazzi di Frank si interrompe a cinque, ma anche loro possono ritenersi ufficialmente fuori dalla lotta salvezza.

Classifica e prossimo turno

1

Arsenal

80 35 25 5 5 85:28 +57
2 Manchester City* 79 34 24 7 3 82:32 +50
3

Liverpool

75 35 22 9 4 77:36 +41
4

Aston Villa

67 35 20 7 8 73:52 +21
5

Tottenham**

60 33 18 6 9 67:52 +15
6

Manchester United*

54 34 16 6 12 52:51 +1
7

Newcastle*

53 34 16 5 13 74:55 +19
8

West Ham

49 35 13 10 12 56:65  -9
9 Chelsea** 48 33 13 9 11 63:59 +4
10 Bournemouth 48 35 13 9 13 52:60 -8
11 Wolverhampton 46 35 13 7 15 48:55 -7
12

Brighton*

44 34 11 11 12 52:57 -5
13

Fulham

43 35 12 7 16 51:55 -4
14

Crystal Palace

40 35 10 10 15 45:57 -12
15

Everton

36 35 12 8 15 37:48 -11
16

Brentford

35 35 9 8 18 52:60 -8
17

Nottingham Forest

26 35 7 9 19 42:62 -20
18

Luton Town

25 35 6 7 22 48:77 -29
19

Burnley

24 35 5 9 21 39:70 -32
20

Sheffield United

16 35 3 7 25 34:97 -63

– Everton 8 punti di penalizzazione

– Nottingham Forest 4 punti di penalizzazione

* Una partita in meno

** Due partite in meno

Prossimo turno:

Venerdì 3 maggio

Luton 21:00 Everton

Sabato 4 maggio

Arsenal 13:30 Bournemouth

Brentford 16:00 Fulham

Burnley 16:00 Newcastle

Sheffield United 16:00 Nottingham Forest

Manchester City 18:30 Wolverhampton

Domenica 5 maggio

Chelsea 15:00 West Ham

Brighton 15:00 Aston Villa

Liverpool 17:30 Tottenham

Lunedì 6 maggio

Crystal Palace 21:00 Manchester United

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Premier League

Qualcosa si è rotto nel Liverpool di Klopp

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Il surreale alterco fra Salah e Klopp, che non se le sono mandate a dire in mondo visione, è solo la punta dell’iceberg dei problemi del Liverpool.

Klopp, che autogol comunicativo!

Quasi mai è una buona idea per un allenatore è una buona idea ammettere pubblicamente di aver sbagliato in qualcosa. Un comportamento sicuramente apprezzabile da fuori, ma che inevitabilmente porta a dei riverberi interni. José Mourinho, per esempio, è stato spesso critica per la sua dialettica assertiva, alla pervicace ricerca di un nemico esterno, ma ci sarà un motivo se i più scafati in comunicazione fan tutti così.

Ora non che Klopp sia un pessimo comunicatore. Anzi, tutt’altro. Ma probabilmente ha ragione Rooney quando dice afferma che il tecnico teutonico ha sbagliato clamorosamente i tempi per annunciare il suo addio.

Sapere che il tuo allenatore a fine anno andrà via è un’arma a doppio taglio, poiché da un lato “giustifica” i giocatori a guadarsi intorno e dall’altra crea pressioni ulteriori poiché uno come Klopp non può non lasciare in grande stile.

Liverpool

(Photo by Mark Cosgrove/News Images)

Il Liverpool ha sfiduciato Klopp?

Il pomo della discordia è stata la disastrosa gestione del doppio quarto di finale di Europa League contro l’Atalanta, che ha visto il Liverpool (da stra-favorito) subire un’umiliante lezione di calcio ad Anfield dalla mediocre squadra di Gasperini.

Da lì il mea culpa pubblico di Klopp, che ha avuto l’effetto collaterale di abbattere ulteriormente il morale di una squadra già colpito da un’altra eliminazione: quella nei quarti di F.A. Cup per mano degli acerrimi rivali del Manchester United.

Quindi un’altra uscita a vuoto, dopo la sconfitta interna con il Crystal Palace, dove il tedesco ha gettato la spugna e affermato che i Reds fossero fuori dalla corsa al titolo. Klopp ha condannato la sua squadra prima ancora che fosse la matematica a farlo ed evidentemente più di qualcuno nello spogliatoio non gliel’ha perdonato.

La sensazione diffusa nell’ambiente Reds è che Klopp sia effettivamente responsabile del mancato passaggio del turno in Europa, dato che nella gara d’andata ha tenuto fuori addirittura cinque titolari e tutti di alto livello. Una situazione che, mista alla consapevolezza che l’ex-Dortmund lascerà a fine stagione, ha portato lo spogliatoio del Liverpool a delegittimare colui che sino a poco prima era il loro condottiero.

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Premier League

Bowen, dal record di Di Canio all’Europeo: nuova vita da “centravanti”

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Erano almeno vent’anni che il West Ham non aveva un centravanti da “venti gol” stagionali, ma lo ha trovato in Jarrod Bowen.

Bowen come Sheringham e Di Canio

Ai miei tempi si usava la locuzione “centravanti da venti gol” per indicare l’attaccante prolifico, quello con i crismi da grande squadra. Venti era il benchmark ideale, più che altro convenzionale, su cui veniva fissata l’asticella della competitività per i centravanti.

Poi chiaramente i tempi sono cambiati. I difensori sono peggiorati (perché non gli si gli insegna più a difendere ma solo a giocare il pallone) e allora è diventato più facile, anche per punte di medio livello, arrivare a quel bottino di gol nell’arco di una stagione.

Regola che sembra non valere per il West Ham, che solo negli ultimi anni (grazie allo straordinario lavoro di David Moyes) è riuscito a passare da squadra la cui massima aspirazione era una salvezza tranquilla a realtà consolidata della Premier League.

Infatti, erano più di vent’anni che un attaccante del West Ham non segnava almeno 16 gol in Premier League. L’ultimo fu Paolo Di Canio nella stagione 1999-2000. A frantumare questo record è stato Jarrod Bowen, che sta completando la sua evoluzione grazie al nuovo ruolo che Moyes gli ha ritagliato.

Infatti, per via dell’infortunio di Antonio, quest’anno il tecnico inglese lo ha provato a lungo nel ruolo di centravanti. E Bowen, esaltato dal calcio proposto dalla squadra più verticale d’Inghilterra, ha ripagato il suo allenatore con un bottino stagionale che parla chiaro: 20 gol e 10 assist per il top performer degli hammers.

Il West Ham non aveva un attaccante in grado di arrivare a venti reti stagionali (fra tutte le competizioni) dalla stagione 2004-2005, quella della premiata ditta Teddy Sheringham e Marlon Harewood. E chissà che questa nuova funzione da esterno-centravanti, unita a dei numeri realizzativi obiettivamente straordinari, non possa rafforzare la sua candidatura per gli Europei che si terranno questa estate in Germania.

Bowen

David Moyes manager of West Ham United during the Premier League match West Ham United vs Manchester United at London Stadium, London, United Kingdom, 23rd December 2023
(Photo by Mark Cosgrove/News Images)

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