Esteri
Joey Barton Strikes Again: da Baltimora alle accuse di “bullismo”
Joey Barton lo ha fatto ancora. Dal black humor sulla tragedia di Baltimora alle accuse di “bullismo” nei confronti di una 17enne.
Baltimora, Barton: “Ora le donne guidano le navi…“
“Non importa se bene o male: l’importante è che se ne parli” più che un aforisma o uno slogan per Joey Barton questo sembra quasi un dogma, un mantra, un diktat di vita. Una strada da seguire pedissequamente. Il leitmotiv che caratterizza il suo personaggio, i contenuti che porta sui social e tutti i suoi interventi pubblici.
Ma è anche, in buona sostanza, ciò che ha detto per difendersi dallo tsunami di critiche ricevute dopo la sua ultima uscita social. La scorsa notte, una nave mercantile, battente bandiera del Singapore, ha inavvertitamente colpito il Baltimore Bridge, causandone il crollo e provocando la caduta nelle acque del fiume Patapsco di diversi veicoli e persone (almeno venti) scatenando così lo stato di emergenza nel Maryland.
L’ex-centrocampista inglese ha voluto commentare la notizia di cronaca, ovviamente a modo suo e in perfetto stile Joey Barton, affidando al suo profilo Twitter la sua dose quotidiana di black humor. Sul suo profilo è infatti possibile trovare un tweet, corredato da due emoji ritraente un pollice alzato e una faccina che piange, che recita la seguente frase: “Adesso le donne si mettono anche a guidare le navi….”
Il riferimento è ovviamente al vecchio adagio “donna al volante, pericolo costante“, ma che mal cela (ancora una volta) il profondo maschilismo insito nella sua personalità. Che Barton pensi davvero tutto ciò che dice o che lo faccia solo per nutrire l’ego del personaggio tossico che si è creato, e questa ipotesi non è da scartare dato che ha risposto alle accuse di sessismo facendo notare di essere divenuto trend topic su Twitter, non ci è dato saperlo. Di certo gode di maggiore notorietà ora rispetto a quando era un modesto calciatore, di Championship o comunque di bassa (se non bassissima) Premier League, se non direttamente un galeotto.
Le scorie culturali del “FA’s ban on females football“
Joey Barton appartiene a quella cerchia di persone (prevalentemente, se non totalmente, maschi) che vorrebbe vedere la FA ristabilire il “bando al calcio femminile“. Il 5 Dicembre 1921 la Football Association scelse di non dare copertura al calcio femminile, relegandolo a uno stato di “non-professionismo”.
Con l’inizio della Prima Guerra Mondiale, in Inghilterra molte donne furono ritenute eleggibili per il servizio militare. Uno status che ovviamente spalancò loro numerose nuove possibilità professionale, fra cui quelle dello sport professionistico, ma che, nel primo dopoguerra, fu immediatamente represso nel momento in cui il governo dell’epoca scelse di riportare le lancette dell’orologio ai tempi del “Pre-War Practices Act“.
Ovvero, un atto parlamentare voluto dal governo britannico (e varato il 15 Agosto del 1919) e momentaneamente sospeso a causa delle contingenze legate all’ingresso in guerra del Regno Unito. Tuttavia, a conflitto terminato, la necessità di tali variazioni sul tema cessò di esistere e ci vollero circa cinquant’anni (le prime competizioni di calcio femminili in Inghilterra si svolsero fra la fine degli anni ’60 e l’inizio degli anni ’70) prima che il calcio femminile venisse riconosciuto come “professionistico” dalla FA.
All’epoca dei fatti, la FA giustificò la propria decisione con una nota ufficiale che recitava: “il gioco del calcio è del tutto inadatto alle donne e la loro partecipazione a questa disciplina non dovrebbe essere incoraggiata“. Un emendamento che oggi appare vetusto e anacronistico, ma non per tutti. C’è infatti anche chi sta chiedendo a Sky Sports UK di non trasmettere più le partite di calcio femminile.
Fra questi c’è sicuramente Joey Barton, che, dopo le schermaglie a distanza con il portiere del Manchester United femminile Mary Earps, si è scagliato anche contro Ava Easdon. 17 anni, la Easdon è il secondo portiere del Partick Thistle (squadra femminile scozzese) che si è trovata quasi per caso a dover giocare la finale della Sky Sports Cup da titolare data l’indisponibilità del portiere titolare Megan Cunningham.
La sua squadra ha perso 4-1 contro la selezione giovanile del Rangers femminile e la sua prestazione non è stata certo irreprensibile, ma la critica di Barton è stata ritenuta sproporzionata se consideriamo che parliamo di una ragazzina che frequenta ancora la scuola. Anche stavolta l’ex-QPR non le ha mandate a dire e ha ingaggiato un duello verbale a distanza sia con il padre della Easdon (che lo ha accusato di essere un “bullo”) e con Nicola Docherty: giocatrice della prima squadra del Rangers femminile.
❝Dai, Nicola (Docherty, n.d.t.). Ho fatto un semplice commento su una clip. Le ho fatto molta più pubblicità io con quel commento di quanta ne avrà per il resto della sua carriera. Da questa storia sia lei che suo padre ne ricaveranno più popolarità di quanta ne avrebbero meritata per i propri meriti sportivi. Ribadisco che quelle come voi non dovrebbero stare su un canale a pagamento, in quanto offrite uno spettacolo molto inferiore rispetto a quello del calcio professionistico maschile.❞
Esteri
Estero, rinnovo importante in casa Barcellona
Estero, Pau Cubarsi, difensore centrale spagnolo classe 07′, in questa stagione con la maglia del Barcellona ha collezionato 18 presenze.
Cresciuto nel settore giovanile della squadra blaugrana, da questa stagione a causa dei tanti infortuni nel reparto difensivo, dal suo esordio a gennaio 2024 si è dimostrato un calciatore importante per la squadra allenata da mister Xavi.
Con il contratto in scadenza a giugno 2026 con una clausola rescissoria di 15 milioni di euro, la dirigenza spagnola sta valutando un rinnovo di contratto per non rischiare di farsi soffiare dalle big europee il centrale difensivo.
Estero, rinnovo importante in casa Barcellona
Secondo TuttoMercatoWeb, la dirigenza spagnola ha offerto al centrale un rinnovo del contratto fino a giugno 2029 con clausola rescissoria fissata a 500 milioni.
Per quanto riguarda lo stipendio partirà dalla prossima stagione da 4 milioni di euro arrivando al 2029 a 12 milioni.
Una proposta importante che fa capire come la dirigenza del Barcellona vuole blindare uno dei migliori giovani calciatori in rosa ripartendo da lui, Gavi, Pedri e Lamal per la riconquista della liga e della Champions League.
Esteri
Benfica, Schmidt: “Se mi dovessero esonerare, lo accetterei”
Benfica, il tecnico Roger Schmidt ha parlato in conferenza stampa anche del suo futuro sulla panchina lusitana. Andiamo a leggere le sue parole.
Chi sarà il tecnico del Benfica nella prossima stagione? Con ogni probabilità, non Roger Schmidt.
Il manager tedesco ha rotto con i tifosi lusitani, benché mantenga un ottimo rapporto con il presidente, Manuel Rui Costa.
Nonostante la stima della prima poltrona del Da Luz, tuttavia, questo non basterà a mantenere Schmidt sulla panchina del club che fu di Eusebio.
Interpellato a tal proposito in conferenza stampa, l’allenatore ha sorpreso tutti con le sue parole.
“Futuro? Se a fine stagione non sarò il miglior allenatore per il Benfica, nonostante il buon rapporto con il presidente Manuel Rui Costa, se arriviamo a quel punto in cui il presidente crede che sarebbe meglio se non facessi più parte del Benfica, lo accetterei“.
Schmidt ha un contratto che lo lega al Benfica fino al 2026 e un esonero, per le casse del club portoghese, sarebbe tutto meno che indolore.
Esteri
La Svezia è il primo paese a liberarsi del VAR
La Svezia, nei panni della SvFF, detta la strada per tutte le altre e crea un precedente storico: è infatti ufficiale la rinuncia al VAR.
Il VAR è stato abolito in Svezia
Decisione storica quella della SvFF, la Federcalcio Svedese, che ha ufficializzato l’abolizione del VAR a meno di un anno dalla sua implementazione. Stando a quanto riportato da “Il Times“, Fredrik Reinfeldt (presidente della Federazione) ha fatto un passo indietro dopo aver capito che l’opinione pubblica era contraria alla sua implementazione.
Sempre citando la nota testata britannica, non soltanto i tifosi hanno chiesto a gran voce l’abolizione della tecnologia ma anche la maggioranza dei club e delle federazioni regionali. Va detto che quello svedese è un contesto particolare, dopo i club sono gestiti tramite azionariato popolare e quindi i tifosi (che posseggono almeno il 51% delle quote societarie) hanno voce in capitolo sulle decisioni che vengono prese.
Sarà interessante capire ora cosa succederà con le squadre svedesi che saranno impegnate nelle competizioni UEFA e FIFA, dato che nessun organo regolatore può imporre l’utilizzo della tecnologia alle squadre durante le proprie manifestazioni. Comunque sia, era inevitabile che qualcosa si sarebbe mosso dato che i disastri causati dal VAR in questi anni non potevano certo passare inosservati.
Quello della Svezia è soltanto un primo passo, che potrebbe presto essere replicato da quei paesi (come per esempio la Germania) i cui club vengono gestiti tramite azionariato popolare. Per ora i tifosi hanno vinto una battaglia importante, ma la guerra al VAR è ancora lungi dall’essere terminata. Se non altro il precedente svedese ci dimostra come le istituzioni non possano rimanere indifferenti in eterno alle urla dei tifosi.
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Da quando ho iniziato la mia collaborazione con CalcioStyle, ho creato una sorta di archivio digitale in cui stipare le opinioni di personaggi illustri del mondo del calcio contrari a questa tecnologia. Puoi consultare di seguito l’elenco completo, che aggiornerò man mano ogni volta che scriverò un articolo sull’argomento.
- Francia:
- Il VAR fa (ancora) danni: licenziato il direttore degli arbitri francesi Stéphane Lannoy.
- Eric Borghini, j’accuse: “Il VAR arbitra al posto degli arbitri“.
- In Ligue 1 abbiamo visto il peggior arbitraggio dell’anno. (Editoriale)
2. Inghilterra:
- Lo sfogo di Espirito Santo: “Le regole vanno cambiate“.
- Moyes duro: “Il VAR così non ha senso: meglio toglierlo“.
- Lineker: “Il calcio senza VAR è molto più godibile“.
- Odegaard la prende con la mano, il VAR non interviene: Liverpool furibondo.
- In Inghilterra vogliono abolire il VAR. (Editoriale)
3. Italia:
4. Germania:
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