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Italia, chi può rientrare nelle scelte di Gattuso per marzo?

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Italia – dai rientri offensivi di Chiesa, Kean e Zaniolo ai possibili ritorni degli Europei. Il CT valuta le soluzioni per il doppio spareggio decisivo.

A dodici anni dall’ultima partecipazione ai Mondiali, l’Italia si giocherà l’accesso alla fase finale del 2026 attraverso i playoff di marzo. Un passaggio obbligato che peserà come pochi altri nel recente passato del calcio azzurro: due gare secche per tornare nella competizione più importante, attesa da un’intera generazione che non ha mai visto gli Azzurri sul palcoscenico iridato.

Gli uomini di Gennaro Gattuso partiranno come testa di serie e affronteranno in semifinale una tra Svezia, Irlanda del Nord, Romania o la vincente tra Macedonia del Nord e Galles. In caso di successo, un’ulteriore finale decreterà l’accesso al Mondiale di Canada, USA e Messico.

Italia, tutti i nomi che Gattuso può ancora sfruttare

Con lo sguardo rivolto alle convocazioni di marzo, il reparto offensivo è quello in cui sono attesi i rientri più significativi. Moise Kean, assente nell’ultima chiamata per infortunio, è considerato un titolare da Gattuso e sarà praticamente certo del posto al fianco di Retegui. Da monitorare la situazione di Federico Chiesa, che sta trovando continuità a Liverpool e resta un obiettivo importante per il CT, anche se la sua convocazione dipenderà dalla volontà del giocatore e dalla forma delle prossime settimane.

Nicolò Zaniolo, tornato in Serie A per rilanciarsi con l’Udinese, spera di ritrovare l’Azzurro grazie ai primi segnali di ripresa mostrati in campionato. Il suo nome rimane nel taccuino di Gattuso.

Italia

NICOLO ZANIOLO ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )

Possibili novità anche in altri reparti: in difesa Francesco Acerbi potrebbe offrire esperienza e leadership, mentre a centrocampo Pellegrini, Rovella ed El Shaarawy rappresentano alternative affidabili tra trequarti e fasce. Restano infine i dubbi legati ai campioni d’Europa Berardi, Insigne, Bernardeschi e Immobile, il cui futuro in Nazionale dipenderà dalle prestazioni nei mesi che precedono i playoff.

A marzo, ogni scelta sarà decisiva. Gattuso studia le soluzioni migliori per riportare l’Italia dove manca da troppo tempo.

 

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Mondiali

Brasile, Ancelotti avverte le stelle: “Per andare ai Mondiali bisogna essere al 100%. Neymar e Vinicius..”

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Brasile

Il commissario tecnico del Brasile Carlo Ancelotti ha rilasciato un’intervista ai microfoni di Esporte Record parlando dei prossimi Mondiali.

L’Italia deve aspettare i playoff di marzo per sapere se andrà ai Mondiali in programma il prossimo giugno. Chi ci sarà sicuramente è Carlo Ancelotti, tecnico leggendario ora alla guida della nazionale brasiliana. Il commissario tecnico della Selecão ha parlato ai microfoni di Esporte Record in vista del torneo internazionale in programma in America la prossima estate. Il Brasile, in quanto nazionale più titolata, ambisce a tornare sul tetto del mondo a distanza di 24 anni dall’ultima volta.

Ancelotti ha parlato di alcuni singoli, come Neymar e Vinicius Junior, e sull’importanza di arrivare al torneo nelle migliori condizioni possibili.

Brasile, Ancelotti avverte le sue stelle

Brasile

Brazil’s Neymar celebrates during the 2026 World Cup qualifier match between Brazil and Bolivia at the Olympic Stadium of Para in Belem, capital of the State of Para, Brazil, on Sept. 8, 2023.

 

“Per andare al Mondiale bisogna essere al 100%. Abbiamo tanti giocatori fortissimi e devo scegliere chi sta meglio. Non riguarda solo Neymar: vale anche per Vinicius. Se lui fosse al 90% preferirei convocare un altro che garantisca il 100%, perché in attacco la concorrenza è enorme. Neymar? Il suo talento è fuori discussione. Purtroppo nel periodo in cui siamo stati insieme gli infortuni gli hanno impedito di raggiungere una condizione adeguata. Siamo a novembre”.

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Mondiali

Nuova Caledonia, un altra sorpresa ai Mondiali?

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Irlanda

Tra le varie sorprese in queste qualificazioni Mondiali, se ne segnala un altra: quella della Nuova Caledonia, che farà  spareggi interzona contro la Giamaica.

Tra le squadre che faranno gli spareggi interzona per qualificarsi al Mondiale, spunta anche la Nuova Caledonia: nazionale che si è affiliata alla FIFA solo 20 anni fa, in piena lotta per diventare nazione indipendente.

Nuova Caledonia, la nazionale oceanica farà gli spareggi contro la Giamaica per un posto nel Mondiale

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Nuova Caledonia, gli oceanici faranno gli spareggi contro la Giamaica, tra il sogno Mondiale e quello dell’indipedenza dalla Francia

Nel Mondiale delle incredibili sorprese, c’è sicuramente un paese che merita molta attenzione: ovvero la Nuova Caledonia, grazie alla vittoria per 3 a 0 contro Tahiti, si giocherà un posto alla prossima kermesse iridata contro la Giamaica, estromessa sorpresa da Curaçao. Una nazionale che si è affiliata alla FIFA solo 20 anni fa, ma oltre al sogno Mondiale sogna di diventare stato indipendente.

Dipendenza della Francia d’oltremare, lo scorso anno l’isola è stata travolta di una serie proteste contro il governo francese, in seguito ad una riforma elettorale che penalizzava i nativi caledoniani. La rivolta era guidata da movimenti indipendentisti, richiedendo la piena sovranità. Alla fine, il governo francese ha ristabilito l’ordine, ma ha accusato l’Azerbaigian di avere supportato il movimento indipendentista.

Ora, c’è alla livello calcistic0 di arrivare ai Mondiali, l’isola ha dati i natali un grandissimo campione come l’ex giocatore della Sampdoria e Real Madrid Cristian Karembeu, sperando che i suoi eredi arrivano in Nordamerica, Giamaica permettendo.

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Mondiali

Haiti, ai mondiali nel caos

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Irlanda

La nazionale di Haiti ha compiuto un impresa storica: battendo il Nicaragua i caraibici si sono qualificati al Mondiale dopo 50 anni esatti dall’ultima volta.

La nazionale di Haiti ha compiuto un impresa storica: battendo il Nicaragua i caraibici tornano al Mondiale dopo 50 anni esatti dall’ultima volta. Un impresa incredibile in un paese sull’orlo del collasso politico-sociale-istituzionale.

Haiti, la Nazionale caraibica va ai mondiali in una situazione davvero ai limiti del paradosso: un paese all'orlo del collasso politico economico sociale, mai accaduto nella storia del calcio mondiale

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Haiti, i caraibici ai mondiali in pieno caos, un paese dovevo regnano le bande criminali piuttosto che le istituzioni statali

Questo sarà il Mondiale del sorprese, stando da quanto sta emergendo da queste qualificazioni: dalla Giordania a Curaçao, dall’Uzbekistan a Capo Verde passando per l’Algeria e il Qatar. Ma quella che praticamente è un autentico miracolo sportivo è Haiti, che battendo il Nicaragua si è qualificato alla fase finale iridata in Nordamerica nel prossimo giugno, 50 anni esatti dall’ultima volta in Germania nel 1974. Situazione al limite del paradosso, visto che stiamo parlando di un paese in cui praticamente non esistono più istituzioni statali degne di questo nome: ufficialmente il potere è nelle mani di un consiglio presidenziale transitorio nominato dall’OAS e riconosciuto dall’ONU, ma il suo potere è al massimo nel palazzo in cui  sede, il paese è nella mani delle bande criminali, alcune vicine ai Tonton Macoute, la famigerata ex polizia segreta del regime di Duvalier padre e figlio.

Infatti, la storia del paese è stata molto tragica, nonostante sia la prima nazione caraibica ad ottenere l’indipedenza nel 1804, poi l’occupazione americana durata 20 anni, ben 30 anni di dittatura sanguinaria dei Duvalier, la speranza dell’umile parroco Jean Bernard Aristide e quella di René Preval, che sperava con l’integrazione bolivariana di risanare economicamente il paese. Ma dopo l’uccisione del presidente Jovenel Moise nel 2021, il paese è entrato nel caos, una situazione che ricorda tristemente la Jugoslavia degli anni 90, anch’essa qualificata a Euro ’92 nonostante il paese praticamente non esistesse più.

Comunque il calcio è fonte di riscatto, a Port au Prince è molto seguito, si spera di far bene come si fece nel 1974 in Germania, dove si tenne testa all’Italia, con Sanon che mise fine all’imbattibilità di Dino Zoff. Comunque come andrà Haiti ha già vinto, dando almeno per una sera una sensazione di normalità ad un paese che non c’è la praticamente più.

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