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Milan-Juventus 4-2: le pagelle dei rossoneri

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Salernitana-Milan

Il Diavolo non si ferma più, batte la Juventus e si proietta nelle zone alte della classifica in zona Europa League, obiettivo della stagione. Confortanti i numeri, dal dopo covid i rossoneri hanno inanellato una serie di vittorie importanti contro Lecce, Roma e Lazio fino ad arrivare a quella di ieri sera. Ma è sul fronte delle reti realizzate, vero tallone d’Achille dei milanisti fino a poco tempo fa, che è stata fatta la differenza e trovata la strada giusta. Da dopo Lecce il Milan ha saputo realizzare ben 16 reti subendo molto poco, a parte la sfortunata gara contro la Spal. Determinante la presenza in campo di Zlatan Ibrahimovic anche ieri tra i protagonisti assoluti.

Le pagelle

Donnarumma 6,5: sulla sua prestazione pesano le due reti subìte anche se in entrambi i casi non ha particolari responsabilità. Si supera al 76′ su colpo di testa di Rugani con un intervento tutto istinto e pochi minuti dopo sugli sviluppi di un traversone pericoloso è molto bravo ad anticipare gli avversari.

Conti 6: ha davanti un certo Cristiano Ronaldo pertanto la serata non si preannuncia di certo facile, ma l’ex Atalanta affronta la gara col piglio giusto senza strafare. Gestisce con attenzione la sua fascia. (dall’82’ Calabria s.v.)

Kjaer 5,5: una gara senz’altro buona, ben oltre la sufficienza se non incappasse in due errori che fanno male. Al 9′ si fa anticipare da Bonucci da dietro e sulla rete di Ronaldo appare visibilmente in difficoltà insieme al suo compagno di reparto Romagnoli.

Romagnoli 5: sbaglia su entrambi i gol, lascia imperdonabilmente libero Rabiot di fare quello che vuole e sulla rete di Ronaldo pasticcia insieme a Kjaer. Poco carismatico, eccessivamente timoroso.

Theo Hernandez 6: non è libero di correre come sa fare perchè dalle sue parti ci sono Cuadrado e Bernardeschi, due tipi da tenere sotto controllo, ma la prestazione è buona soprattutto in fase difensiva. Su Rabiot poteva fare decisamente meglio.

Kessiè 7: solita gara di muscoli e discreto cervello. Trova la via del gol e ci mette un impegno visto in poche altre occasioni. Non è ancora il vero Kessiè, ma i segnali sono assolutamente incoraggianti.

Bennacer 6,5: non ha più la brillantezza di qualche mese fa, soffre in parecchie occasioni la fisicità della Juventus, ma nel complesso disputa una buona gara.

Saelemaekers 6: durante i primi minuti fa impazzire la difesa juventina, ci prova al 7′ ma il tiro viene smorzato. Si propone in attacco ed aiuta la difesa, un giocatore davvero molto interessante a cui vale la pena dare continuità. (dal 60′ Leao 7: partecipa all’azione del pareggio e pochi minuti dopo segna il 3-2 uccellando il portiere della Juve sul primo palo. Dimostra di volere la conferma per il prossimo anno, quantomeno non è una meteora, ma c’è da lavorarci molto).

Paquetà 5,5: bravo a contenere Cuadrado, disputa una gara generosa anche se farcita di qualche sbavatura di troppo. Non ha i tempi della gara, problema spesso riscontrato. (dal 45′ Calhanoglu 6,5: entra in campo e dimostra di essere in uno stato di forma strepitosa, ci mette grinta, energia e brillantezza. Al momento pare un giocatore ritrovato).

Rebic 7: trova la via del gol con eccezionale costanza, prova da 5 durante il primo tempo dove ne azzecca poche, ma nel secondo è devastante, complice anche un migliore gioco dei rossoneri che cercano la vittoria e la ottengono. (dall’82’ Krunic s.v.)

Ibrahimovic 7: gli viene annullato un gol su fuorigico, è dentro tutte le occasioni dei rossoneri nel primo tempo. Nel secondo segna un rigore e trasmette quella voglia di vincere e fare male che prima i milanisti non sapevano cosa fosse. Un mostro, sicuramente di un’altra categoria. (dal 67′ Bonaventura 6: si dimostra un’ottima riserva, forse anche qualcosa in più. Diligenza tattica e freschezza).

Pioli 8: ha grossi meriti nella vittoria di ieri sera, ha finalmente creato un gruppo coeso che sa giocare da squadra vera, senza alcun timore reverenziale. Il Milan ora gioca a viso duro e scoperto contro tutti e sa fare male finalmente anche in attacco. Subìsce due gol in pochi minuti e non si scompone, anzi inizia a macinare gioco per trovare il pareggio che non gli basta. La squadra ha fame di vittorie. Dirgli di lasciare il Milan a fine anno sarà sempre più difficile.

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Juventus, Allegri: ” Con la Roma partita affascinate, non ci saranno Sandro e Yldiz. Su De Rossi…”

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Juventus, allegri

Massimiliano Allegri in conferenza stampa presenta Roma-Juventus, gara valida per la trentacinquesima giornata di Serie A, in programma domani alle 20:45 all’Olimpico di Roma.

Napoli-Juventus, Allegri - Depositphotos

Juventus’s Head Coach Massimiliano Allegri portrait during italian soccer Serie A match Bologna FC vs Juventus FC (portraits archive) at the Renato Dall’Ara stadium in Bologna, Italy, April 30, 2023 – Credit: Ettore Griffoni
Depositphotos

Di seguito le sue parole:

Come si avvicina la squadra a questa partita?
“Ci siamo avvicinati bene, poi vediamo domani se riusciremo a tornare alla vittoria. La Roma ha grandi qualità tecniche. Sarà una partita affascinante, ma difficile e complicata”.

Può giocare Weah?
“Ha fatto una buona partita. In questo periodo sta meglio e può giocare. Domani non ci saranno Alex Sandro e Kenan Yildiz che ha una gastroenterite”.

Come sta McKennie?
“Ha fatto un’ottima stagione. In questo momento ho bisogno di tutti. Davanti Kean sta decisamente meglio e anche Milik dopo il gol contro la Lazio è in fiducia. Sabato ha fatto molto bene. Cambiaso può giocare da esterno anche da interno. Sa giocare a calcio e può ancora migliorare tanto”.

Sulle parole di De Rossi?
“Ringrazio Daniele. Io poi ho giocato con suo papà nel Livorno. Daniele ha dato entusiasmo e spensieratezza, nonostante Mourinho avesse fatto un ottimo lavoro. Troveremo una Roma arrabbiata dalla sconfitta di giovedì che vuole tornare a combattere per i primi quattro posti in campionato”.

Quanto si sente Juventino?
“Ormai sono 10 anni che vivo a Torino e ho avuto la fortuna di far parte di questa grande famiglia e grande club. Il Dna di ogni società va sempre rispettato”.

Sarebbe servita più spensieratezza per fare meglio?
Il calcio è difficile da spiegare. Il calcio va giocato, ci sono momenti in cui va bene e in cui va meno bene. Noi abbiamo avuto in paio di mesi dove non abbiamo avuto attaccanti. Non dobbiamo pensare a quello che è stato. Domani abbiamo una bella partita da giocare contro una squadra forte. Bisogna prepararsi a giocare una bella partita”.

Una sfida tra generazioni? Un pensiero sul Grande Torino..
“Giusto ricordare con grande affetto il grande Torino che è stata una squadra memorabile. Dybala è un giocatore straordinario a livello tecnico, di livello assoluto. Paredes lo scorso anno non ha fatto bene, ma il valore del giocatore nessuno l’ha messo in dubbio”.

È giusto recuperare Atalanta- Fiorentina a fine stagione?
“Fortunatamente il destino è nelle nostre mani. Dobbiamo fare i punti per non interessarci di questa partita. Il calendario è pieno e lo scorso anno sarà ancora peggio”.

Il risultato del Bologna vi influenza?
“Per quanto riguarda il risultato noi siamo davanti e dobbiamo fare punti. I nostri 65 punti non bastano per la Champions. Il Bologna ha fatto una grande stagione e nessuno si aspettava questo”.

Ha parlato con Vlahovic?
“Ho parlato con lui come con tutti. Gli attaccanti stanno bene, quando segna nelle partitine vuol dire che stanno bene. Sono contento, perchè possono diventare determinanti”.

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Torino, 75 anni fa era Grande e fu annientato

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Grande Torino, oggi ricorre l'anniversario della tragedia di Superga

Settantacinque anni, per colpa di un beffardo destino, il Grande Torino Campione d’Italia venne annientato. Ricordiamo insieme la strage di Superga.

Il Torino, allora, si chiamava Grande Torino: l’appellativo se lo era meritano appieno, dal momento che nella decade degli anni Quaranta aveva avuto un exploit pazzesco: ben cinque scudetti conquistati, a partire dalla stagione 1942-1943.

Fino alla fatale stagione 1948-1949 proprio alla fine della quale, il 4 maggio del 1949, avvenne un terribile incidente aereo che passò alla storia come la tragedia di Superga.

Indice

4 maggio 1949: la tragedia di Superga

L’incidente coinvolse il velivolo Fiat G.212, un aereo da trasporto sia civile che militare, registrato come I-ELCE, che si schiantò contro il muraglione del terrapieno posteriore della basilica di Superga a Torino.

A bordo c’era l’intera squadra dell’allora Grande Torino, insieme a dirigenti, giornalisti sportivi e l’equipaggio. Tutti persero la vita, per un totale di 31 persone.

Grande Torino, le circostanze dell’incidente aereo

L’incidente avvenne dopo l’ultima partita giocata contro il Benfica a Lisbona. Alcuni giocatori e personaggi influenti non erano a bordo per vari motivi, tra i quali infortuni, malattie e impegni personali.

L’aereo, dopo uno scalo intermedio a Barcellona, avrebbe dovuto atterrare a Torino, ma le cattive condizioni meteorologiche contribuirono all’incidente.

Tragedia di Superga, le vittime

Come abbiamo scritto, la squadra del Grande Torino venne annientata. Ad eccezione di due fortunati giocatori: il difensore Sauro Tomà, che non prese parte alla trasferta portoghese per un infortunio al menisco e trovò poi la morte a 92 anni (nel 2018), e il portiere di riserva Renato Gandolfi, al quale fu preferito il terzo portiere Dino Ballarin.

Morirono tre dirigenti del club: il direttore generale Egidio Agnisetta, il dirigente accompagnatore Ippolito Cavalieri e Andrea Bonaiuti, addetto all’organizzazione delle trasferte. Oltre, ovviamente, al giovane allenatore, l’inglese Leslie Lievesley, al direttore tecnico Egri Erbstein e al massaggiatore Ottavio Cortina.

Nell’incidente morirono anche tre noti giornalisti sportivi: Renato Casalbore di Tuttosport, Renato Tosatti della Gazzetta del Popolo e Luigi Cavallero de La Nuova Stampa. Avevano tutti meno di 60 anni.

Gli effetti della tragedia sulla collettività

L’incidente ebbe un impatto devastante sulla città di Torino e sull’intero Paese. I funerali delle vittime attirarono una partecipazione popolare massiccia.

Nonostante la tragedia, il campionato continuò e il Torino fu proclamato Campione d’Italia. La Nazionale italiana, colpita dall’evento, scelse di viaggiare via nave per i Mondiali in Brasile l’anno successivo.

I resti dell’aereo e alcune memorabilia sono conservati nel Museo del Grande Torino. Molti dei giocatori sono sepolti a Torino e nei loro comuni d’origine, mentre alcuni membri dell’equipaggio sono sepolti nella città stessa.

Grande Torino, il ricordo sui social

Stamattina, a dedicare omaggi via social alle sfortunate vittime di quell’incidente sono in molti. A partire dagli stessi granata, ma includendo anche i cugini/eterni rivali della Juventus.

Non mancano anche i media, come RaiSport.

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Rassegna stampa: i quotidiani del 4 maggio

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Rassegna stampa, le prime pagine dei quotidiani sportivi in edicola oggi: tra campionato e mercato, parte il Giro d’Italia.

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