Champions League
Finalmente Champions: Debutto per Icardi
Stasera il debutto stagionale dell’Inter nella massima competizione sportiva europea, quella champions tanto cercata e voluta nelle ultime stagioni dalla società nerazzurra desiderosa di affermare il blasone e la tradizione di protagonista in Europa coai come dice la sua storia.
Indice
L’avversario: il Tottenham
Non sarà un esordio semplice: lo sappiamo, la squadra londinese da un decennio presente stabilmente tra le prime della Premier è infatti considerato un avversario temibile, forte di un’organizzazione di squadra ben collaudata e di un gruppo che si conosce da anni. Spiccano tra le sue fila giocatori come Eriksen e Kane sicuramente ai massini livelli nel panorama europeo.
L’undici di Pochettino sarà un banco di prova per Icardi e compagni non semplice da superare, ma se la squadra nerazzurra vuole superare i gironi e qualificarsi dovrà dare il meglio di se proprio nel doppio confronto con i britannici che sono i veri diretti rivali del girone che ricordiamo annovera anche Barcellona e Psv.
La prima volta di Icardi
Per molti dri giocatori nerazzurri sarà la loro prima volta in Champions. Tra questi spicca Maurito Icardi, infallibile cannoniere in campionato, che dovrà dimostrare il suo valore nel palcoscenico più importante e che è chiamato a dare risposte importanti al gruppo e ai tifosi impazienti di vederlo alle prese con ie migliori difese continentali.
Servono i suoi goal e abbiamo visto come in campionato l’assenza di marcature dell’argentino stia creando problemi a tutta la squadra. D’altra parte il gioco dell’inter è strutturato e finalizzato a servire il centravanti argentino e a sfruttarne le sue grandi doti sottoporta. Quindi ci attendiamo un Icardi voglioso e speriamo anche fisicamente in palla, pronto alla sfida nella sfida con il suo dirimpettaio Kane che già conta goal e presenze in Champions League e che di certo non si farà pregare per infastidire la retroguardia nerazzurra. Un giocatore da cui guardarsi in modo specifico e contro il quale Icardi vorrà dare un segnale forte da recapitare agli altri colleghi goleador d’Europa.
La formazione anti Tottenham
Ritornando alla squadra, Spalletti ha cercato di motivare e stimolare i suoi dopo la brutta sconfitta rimediata sabato contro il Parma. La formazione appare quasi obbligata: sarà un 3-4-3, mancheranno i due esterni destri difensivi D’ambrosio e Vrsaliko e quindi dovrebbe essere proposta la difesa a tre con Miranda Skiniar e De Vrjii. A centrocampo ci sarà Candreva sulla fascia destra, coppia centrale composta da Vecino e Brozovic mentre sulla fascia sinistra dovrebbe agire l’ex juventino Asamoah, forte della sua esperienza in Champions in questi ultimi anni. In avanti Icardi perno centrale, con Naingoolan e Perisic a supporto.
Champions League
Orsato, The Last Dance: il fischietto dice addio all’Europa
Con la semifinale tra Paris Saint Germain e Borussia Dortmund, il fischietto italiano Daniele Orsato ha detto addio all’arbitraggio internazionale tra club.
Orsato, ultima in Champions. EURO 2024 sarà l’ultimo torneo
L’arbitro nato in provincia di Vicenza, nella frazione di Schio, ha diretto la sua ultima gara in Champions League. Al termine della gara tra Paris Saint Germain e Borussia Dortmund, Orsato non ha saputo trattenere la commozione per quella che si può definire la fine di un’era.
L’esordio era arrivato nel 2012 in un Dinamo Zagabria-Porto terminato 0-2. Era il 18 settembre. Da quel momento altre 54 gare dirette nella massima competizione europea. Compresa la Finale di Lisbona del 2020 tra Bayern Monaco e Paris Saint Germain terminata con la vittoria dei bavaresi per 1-0.
EURO 2024 sarà il suo ultimo torneo internazionale come arbitro FIFA. Una ricchissima carriera internazionale coronata con la direzione di ben 3 partite durante Qatar 2022.
Champions League
Borussia Dortmund, da Wembley a Wembley: rose a confronto
Con la vittoria di Parigi il Borussia Dortmund si è assicurato un posto in finale di Champions League 11 anni dopo. Ecco il confronto con la rosa del 2013.
Borussia Dortmund, Wembley nel destino: due soli superstiti
Il 30 aprile 2013 la squadra giallonera perdeva 2-0 a Madrid la semifinale di ritorno di Champions League, qualificandosi, in virtù del 4-1 dell’andata, alla finale di Wembley. Quella rosa veniva da due Bundesliga vinta nelle due stagioni precedenti e molti dei suoi giocatori figuravano ogni weekend nella top 11 della giornata.
Il dato più curioso però è la corrispondenza fra le due rose, ridotta ai soli Marco Reus e Mats Hummels. Entrambi infatti, facevano parte dell’11 iniziale che Jurgen Klopp mandava in campo più spesso. Insieme a loro, da ricordare sicuramente il portiere Weidenfeller, i terzini Schmelzer e Piszczek e i centrali di difesa Hummels, appunto e Subotic.
In mediana la coppia Bender–Gundogan, col secondo che poi ha percorso una carriera d’oro fra Manchester City e Barcellona. Blaszczykowski e Großkreutz a occuparsi delle corsie esterne mentre Reus fungeva da trequartista puro alle spalle di Robert Lewandowski, che quella stagione chiuse a 36 gol totali.
Oggi invece, la formazione tipo non presenta troppi giocatori d’esperienza. Tuttavia, la miriade di giovani talenti ha comunque portato i gialloneri a giocarsi la seconda finale di questo secolo.
Da Kobel a Ryerson e Maatsen, da Schlotterbeck a Sancho e Adeyemi fino a Fullkrug. Una serie di investimenti dal passato che piano piano stanno dando i loro frutti, esattamente come 11 anni fa. Per non parlare di Moukoko, Nmetcha, Malen, Bynoe-Gittens.
La straordinaria impresa dei ragazzi di Terzic è destinata a rimanere nella storia comunque andrà a finire. Per concludere, l’avversario potrebbe ancora una volta essere il Bayern Monaco, nemico di sempre, che permetterebbe di completare il viaggio indietro nel tempo per ricordare come il calcio sia a volte molto strano.
Champions League
Ancelotti ha distrutto anni di narrazione giochista con una sola frase
Carlo Ancelotti ha parlato nella consueta conferenza stampa che prelude al ritorno della semifinale di Champions contro il Bayern Monaco.
Ancelotti lo abbiamo declamato a sufficienza dopo l’ennesimo trofeo. La vittoria del campionato spagnolo con il Real Madrid è solo l’ennesimo alloro di una carriera straordinaria. Carlo è uno degli allenatori più vincenti di questo sport e come tale non poteva certo essere un proselite della miope propaganda giochista.
Se ci fosse una frase in grado di riassumere ventisei trofei (di cui quattro Champions League) vinti in quattro paesi differenti. Se ci fosse una frase in grado di atterrire i neoplatonici del pallone. Se ci fosse una frase in grado di distruggere la credibilità dell’espressione “gioco” e del proselitismo che si porta dietro sarebbe la seguente.
❝Qualcuno dice che le mie squadre non hanno una filosofia? E’ un bene. Non voglio una squadra che abbia un’unica identità o un solo modo di giocare. La mia filosofia consiste nell’adattare di volta in volta le mie idee ai giocatori che ho a disposizione. Credo che non esista filosofia migliore di questa.❞
Real Madrid, le parole di Ancelotti
Di seguito, alcuni stralci del resto della conferenza stampa rilasciata da Carlo Ancelotti:
❝Dobbiamo cercare di fare del nostro meglio. Abbiamo speranza e una grande opportunità per raggiungere nuovamente una finale. Tenendo conto delle difficoltà, che sono tante, cercheremo di fare del nostro meglio domani.
Come club Real e Bayern sono simili. Sono club che hanno una grande storia e tanti successi. Penso che ci rispettiamo, com’è giusto che sia. Dobbiamo rispettare gli avversari perché all’andata hanno fatto molto bene e meglio di noi.
Se stasera non cambio idea, giocherà Lunin. Il piano per un giocatore che rientra dopo un infortunio così grave non cambia a causa di una situazione. Thibaut ha giocato perché stava bene e ora dovrà prendersi il suo tempo per raggiungere la sua versione migliore. Il piano non è cambiato a causa della partita. Ha giocato una partita ottimale, ma deve raggiungere il suo miglior livello.
La squadra del 2014 c’è ancora. Non ci sono tutti, perché il tempo passa per tutti, ma questa squadra ha gestito molto bene questo periodo. Stanno gestendo questa transizione iniziata molto tempo fa, dopo la partenza di Cristiano. I giovani imparano molto bene come ci si deve comportare al Real Madrid.
L’addio al Bayern è una vecchia storia. La spiego così. Alla fine dobbiamo fare un lavoro, abbiamo un’idea e dobbiamo avere il sostegno della società. Quando viene a mancare questo supporto è meglio separarsi come è successo al Bayern. Ho un ottimo rapporto con Hoeness e Rummenigge. Quando non hai il supporto è meglio finirla lì ed evitare problemi.❞
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