Focus
Lecce, Di Francesco e il dilemma della punta
Il nuovo Lecce targato Di Francesco non ha ancora ingranato la marcia più alta ma piano piano sta prendendo forma. La punta però rimane un’incognita.
Dall’addio di Krstovic il club pugliese ha portato al Via del Mare il gioiellino Camarda, sempre di proprietà del Milan, affiancandogli un profilo più esperto ma alla prima in assoluto in Italia.
Lecce, Camarda-Stulic: un duo tutto da scoprire
Negli ultimi giorni di mercato Corvino è riuscito a battere la concorrenza e ingaggiare l’attaccante classe 2001 Nikola Stulic dal Charleroi in un’operazione da circa 5 milioni di euro complessivi.
La speranza è di scoprire un nuovo Krstovic per poter contare nuovamente su un bomber da almeno 10 gol in stagione, che sia capace di garantire un contributo consistente all’obiettivo salvezza. Il serbo, cresciuto nel Partizan Belgrado, dividerà il ruolo di punta centrale con Francesco Camarda formando una coppia del tutto inedita e dalle potenzialità molto alte.
I pochi giorni a disposizione di Di Francesco per impartire le prime istruzioni a Stulic sono bastati a far debuttare l’erede del numero 9 montenegrino contro il Milan. Il cambio, forzato a causa della botta alla testa rimediata da Camarda, a inizio secondo tempo gli ha permesso di avere subito un impatto importante col calcio italiano; tuttavia, da qui in avanti si presume una vera e propria staffetta tra le due punte soprattutto a partita in corso.
Il giovane talento classe 2008 parte però leggermente avvantaggiato avendo svolto l’intera preparazione con la squadra e il nuovo allenatore, ne è la dimostrazione la titolarità in entrambe le prime due giornate di campionato. L’inserimento graduale di Stulic permetterà a Camarda di crescere e a Di Francesco di capire sempre meglio il momento migliore per effettuare il cambio o se addirittura ci sono i presupposti per schierarli insieme in momenti di difficoltà.
Le caratteristiche differiscono parecchio sia che si parli di tecnica che di stazza fisica. Nonostante l’altezza sia praticamente la stessa, i 7 anni di differenza tra i due si notano ma un mix del genere potrebbe rivelarsi letale per la gran parte delle difese.
Al loro fianco inoltre corrono dei compagni decisamente preparati e adatti alla Serie A, tra cui Banda, Tete Morente, Pierotti e Sottil. Tutti giocatori dalle qualità importanti che nel 4-3-3 trovano la loro massima espressione.
Il prossimo impegno sarà, ironia della sorte, proprio in casa dell’Atalanta (dove milita Krstovic) che metterà a dura prova soprattutto la difesa ma dall’altra parte del campo Camarda e Stulic sono pronti a stupire tutta Lecce.

FRANCESCO CAMARDA SORRIDENTE ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )
Focus
Serie A: quando si giocava anche il giorno di Natale
E se vi dicessimo che la Serie A si è giocata anche il 25 dicembre alcune volte? Bisogna tornare indietro a quasi 100 anni fa per la prima (e non unica) volta.
Il 25 dicembre è un giorno di festa per tutti, anche per i calciatori. Negli ultimi anni il calcio italiano è sceso in campo anche durante le feste natalizie, ma mai il 25 dicembre.
Tuttavia, diversi anni fa le partite di Serie A si giocavano anche il 25 dicembre. La prima volta fu nel 1927, l’ultima volta nel 1960.
Serie A, in campo il 25 dicembre: dal 1927 al 1960

Siamo nella stagione 1927/28, il nostro campionato si chiamava Divisione Nazionale ed era diviso in due gironi da 11 squadre. Le prime 4 dei due gironi accedevano al girone finale, e chi arrivava primo in quel girone, vinceva lo Scudetto. Quell’anno toccò al Torino di Enrico Marone Cinzano (all’epoca Presidente del club granata).
Il 25 dicembre 1927 si giocarono tutte le partite. Genoa-Brescia 0-0, Padova-Lazio 2-0, Napoli-Milan 1-2, Alessandria-Reggiana 11-0, Cremonese-Torino 2-2, Roma-Dominante 4-2, Bologna-Livorno 3-0, Casale-Modena 2-5, Juventus-Novara 4-3 ed Inter-Verona 4-1. Visto che i due gironi erano con 11 squadre, ogni giornata di campionato una squadra del girone riposava. In quel caso riposarono la Pro Vercelli nel Girone A, e la Pro Patria nel Girone B.
Bisognerà aspettare 22 anni per vedere un’altra partita di Serie A giocarsi il 25 dicembre. In quel caso sarà solo una partita in programma quel giorno (Como-Inter 1-5, 25 dicembre 1949). Le altre partite di quella giornata si giocano il 24 dicembre, il 26 dicembre e il 5 gennaio 1950.
Si gioca anche il 25 dicembre anche nella stagione 1955/56: Fiorentina-Triestina 1-0, Genoa-Inter 4-3, Padova-Bologna 3-1, SPAL-Napoli 1-2 e Torino-Roma 2-1. Le altre partite di quella giornata di campionato si giocano il 24 e il 26 dicembre 1955.
La quarta ed ultima volta avvenne nella stagione 1960/61: siamo alla 12a giornata e tutte le partite si giocano il 25 dicembre. A differenza della stagione 1927/28, la Serie A è a girone unico con 18 squadre (come il campionato 1955/56, mentre il campionato 1949/50 era a 20 squadre come oggi).
A trionfare nella stagione 1960/61 fu la Juventus di Umberto Agnelli: fu la stagione del dodicesimo Scudetto del club bianconero. Le partite che si giocarono il 25 dicembre 1960 furono le seguenti: Bari-Milan 0-0, Bologna-Torino 3-1, Fiorentina-Lanerossi Vicenza 0-1, Inter-SPAL 4-1, Juventus-Sampdoria 3-2, Lazio-Catania 2-2, Lecco-Roma 0-0, Napoli-Atalanta 0-0 e Padova-Udinese 1-0.
Focus
Triestina, 107 anni e non sentirli!
La Triestina il 18 dicembre ha compiuto 107 anni dalla fondazione: la storia di una società gloriosa, che attraversa anche le vicende della storia italiana.
La Triestina il 18 dicembre ha compiuto 107 anni dalla fondazione, avvenuta nel 1918: la storia della società alabardata si intreccia con quella italiana, un percorso che merita di essere vissuto.

Triestina, il 18 dicembre sono 107 anni dalla fondazione del club alabardato: una storia gloriosa che si intreccia con quella italiana
La Triestina il 18 dicembre ha compiuto 107 anni dalla fondazione, avvenuta il 18 dicembre 1918 con la fusione di FC Trieste la CS Ponziana, storica seconda squadra giuliana che però vivrà una storia a parte che poi menzioneremo. Davvero una storia interessante, che merita di essere rivista, visto che si intreccia con alcuni episodi della storia del nostro paese.
Dopo aver disputati campionati locali del comitato provinciale giuliano, nel 1929 fu ammessa alla Serie A grazie all’intervento della FIGC che voleva per il primo campionato di massima Serie le squadre delle più importanti città italiane: gli alabardati avrebbero giocato in Serie A sino alla stagione 1956-57. Partecipò anche al campionato 1945-46, il primo del dopoguerra ma anche il più problematico dal punto di vista politico: visto l’occupazione della provincia giuliana da parte sia delle forze angloamericane e da parte dell’armata jugoslava, gli alabardati scelsero di disputare il campionato italiano, differenza della Ponziana che scelse di giocare nella Prva Liga jugoslava affrontando Stella Rossa e Partizan di Belgrado.
Poi, con la formazione del Territorio Libero di Trieste, fu anche l’unica squadra della Serie A che giocò senza far parte della Repubblica italiana. Furono anni molto intensi, ma anche di grandi soddisfazioni. Poi, però, iniziò un declino che la portò partire dagli anni ’70 militare in Serie D, dove nel 1974-75 affrontò un derby stracittadino proprio la Ponziana, tornata disputare i campionati italiani. Negli anni ’80, gli alabardato fecero buoni campionati di Serie B, nel 1986 si sfiorò il ritorno in Serie A, era necessario uno spareggio con l’Empoli che non ci fu per via dello scandalo scommesse che travolse i giuliani, che scontarono una pesante penalizzazione.
Poi gli anni ’90 videro il primo fallimento societario nel 1994, ritorno immediato in Serie C1 nel 2001, di li poi in Serie B, dove affrontò anche la Juventus nella stagione 2006/07. Poi il secondo fallimento nel 2012, la rinascita con il ritorno in Serie C, doveva milita tuttora. Una storia davvero interessante, che la fa una delle società più gloriose del nostro calcio, avendovi militato alcuni campioni del mondo come Gino Colaussi e Franco Causio, eroi dei mondiali del 1938 e 1982, il che lega i giuliani con la storia del nostro paese.
Focus
Milan, gerarchie ribaltate: Bartesaghi supera Estupiñán
Il Milan prepara l’ultimo impegno del 2025 e Allegri punta sulle certezze: Bartesaghi ha superato Estupiñán e ora guida la corsia sinistra.
Dopo la delusione in Supercoppa Italiana, il Milan si prepara a chiudere il 2025 davanti al proprio pubblico. A San Siro arriverà un Hellas Verona in grande forma e con il morale alle stelle dopo due vittorie consecutive.
Proprio per questo Massimiliano Allegri e i rossoneri sono chiamati a una risposta forte: servono i tre punti, soprattutto dopo i tanti passi falsi contro le piccole che stanno pesando sul cammino in campionato. La sensazione è che il tecnico punterà senza troppi esperimenti sull’undici titolare, affidandosi a chi in questo momento offre più garanzie.
Tra queste certezze c’è ormai, a tutti gli effetti, Davide Bartesaghi. Il giovane terzino è stato protagonista assoluto nel 2-2 contro il Sassuolo, con una doppietta che ha sorpreso tutti. Ma ridurre la sua crescita ai gol sarebbe un errore: Bartesaghi sta vivendo una stagione in costante ascesa, fatta di prestazioni solide, personalità e continuità, elementi che gli hanno permesso di guadagnarsi la fiducia piena di Allegri.

PERVIS ESTUPINAN ( FOTO SALVATORE FORNELLI )
Milan, Bartesaghi titolare: Estupiñán ora insegue
La sua ascesa è stata favorita anche dai problemi fisici e da un rendimento non esaltante di Pervis Estupiñán. L’esterno ecuadoriano, arrivato in estate dal Brighton per 17 milioni più 2 di bonus, sembrava destinato a raccogliere l’eredità di Theo Hernández sulla fascia sinistra. Finora, però, le sue prestazioni sono state ben lontane dai livelli mostrati in Premier League, e Bartesaghi ha saputo approfittarne con qualità e personalità.
Le gerarchie, al momento, appaiono ribaltate. Bartesaghi è davanti e parte con i favori del pronostico anche contro il Verona, ma la sfida resta aperta. Per mantenere il posto, il giovane rossonero dovrà continuare a tenere alta la concentrazione e confermare quanto di buono mostrato finora.
Estupiñán, dal canto suo, resta un investimento importante del club e avrà occasioni per rilanciarsi. La concorrenza è aperta, ma oggi il Milan sa di poter contare su una nuova certezza: Bartesaghi non è più una sorpresa, ma una realtà.
-
Serie A6 giorni faSpunta una “cordata viola” per salvare la Fiorentina
-
Calciomercato6 giorni faMilan, clamoroso e ultimo tentativo di Pini Zahavi: si parla di Nkunku e Lewandowski
-
Calciomercato16 ore faMilan, Schira: “No allo scambio Ricci-Gatti: proposti altri due giocatori alla Juventus”
-
Calciomercato20 ore faMilan-Gatti, è arrivata la risposta della Juventus sulla cessione
-
Calciomercato4 giorni faMilan, Füllkrug piano B: si tenta il colpaccio Gabriel Jesus
-
Calciomercato4 giorni faFiorentina, Paratici ha deciso | Tutti i dettagli
-
Notizie2 giorni faMilan, morsa Elliott: perché Cardinale vuole liquidarlo in fretta
-
Calciomercato2 giorni faMilan, Disasi mette d’accordo un po’ tutti: la formula del trasferimento
