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Juventus-Parma, le formazioni ufficiali

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Juventus-Parma, match valido per la prima giornata di Serie A, mette di fronte i bianconeri di Tudor (padroni di casa) e i ducali di Cuesta.

La Juventus sceglie la via della concretezza e della solidità, ripartendo da Igor Tudor. Il tecnico croato ha preso la squadra in una situazione complicata, portandola però senza troppi patemi a raggiungere l’obiettivo minimo del quarto posto. Una conditio sine qua non per le disastrate casse di Madama, che gli è stata grata a tal punto da confermarlo come head-coach: nonostante fosse stato presentato come un “traghettatore”.

Complice anche la vicinanza temporale con il Mondiale per Club, che esigeva di trovare un allenatore nel minor tempo possibile. Già che c’erano, i bianconeri hanno deciso di tenerlo almeno per un’altra stagione. Abiurata la “rivoluzione giochista“, come già successo in precedenza con Pirlo e Sarri, la Juventus torna ad affidarsi agli juventini. La parola chiave non è più progetto, ma vittoria: sulla falsa riga del vecchio adagio “vincere non è importante, ma è l’unica cosa che conta”. E per vincere non s’intende necessariamente i trofei, perché per la Juventus, in questo momento, mantenere la barra dritto (a livello economico) è quasi come uno scudetto.

Non si può più sbagliare e quindi, differentemente dalla scorsa estate, la rinnovata dirigenza bianconera (via il plenipotenziario Giuntoli, esautorato assieme al suo protetto, ma non solo) cambia il meno possibile sul mercato, limitandosi a limare i problemi cronici della rosa. Via Vlahovic, ammesso che qualcuno lo voglia davvero, e dentro (finalmente) un centravanti degno di questo nome e di questa maglia: Jonathan David.

Dentro Joao Mario, terzino di assoluto valore che tanto mancava alla Juve sulla destra, e soprattutto dentro anche Bremer: il cui infortunio ha letteralmente compromesso la scorsa stagione. Se i bianconeri hanno scelto la strada del consolidamento, il Parma ha cambiato tanto: quasi tutto. Via la maggior parte dei gioielli che si erano messi in mostra nella passata stagione e via anche l’allenatore che questa squadra l’aveva salvata.

Per un giovane Cristian Chivu (passato, forse, troppo precocemente alla “sua” Inter) che se ne va, ecco un giovane Carlos Cuesta che arriva. Una scelta intrigante, che ricorda quella fatta dal Tolosa (altra società con un modello di business molto simile a quello ducale) con Carles Martinez. Del resto, se con Chivu è andata bene allora perché la scommessa non dovrebbe esser vinta di nuovo? Il Parma già l’anno scorso aveva la rosa con l’età media più bassa della Serie A e per tre quarti di stagione lo ha pagato: chissà se pagherà di nuovo.

Juventus-Parma, formazioni ufficiali

JUVENTUS (3-4-2-1): Di Gregorio; Gatti, Bremer, Kelly; Kalulu, Locatelli, Thuram, Cambiaso; Conceicao, Yildiz, David. All. Tudor.

PARMA (3-5-2): Suzuki; Delprato, Circati, Valenti; Lovik, Bernabè, Keita, Ordonez, Valeri; Almqvist, Pellegrino. All. Cuesta.

Juventus-Parma

Serie A

Roma-Genoa, il fuoco amico dell’Olimpico: è 3-1

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A Roma-Genoa, andata in scena stasera, i tifosi giallorossi hanno ritrovato il “Figlio di Roma” Daniele De Rossi. Che ha guidato i rossoblù a testa alta.

Serata gelida all’Olimpico, con uno stadio pronto a infiammarsi per una partita, la sfida Roma-Genoa, che avrebbe potuto restituire ai padroni di casa il quarto posto in classifica, sorpassando la Juventus.

E con il ritorno a casa di uno degli ex giocatori più amati dalla tifoseria giallorossa: Daniele De Rossi, ex allenatore della compagine romanista e attualmente a capo della preparazione tecnica del Genoa.

Un vero e proprio “figlio di Roma” al quale le curve casalinghe hanno dedicato alcuni stendardi a dimostrazione che “avversari sì, nemici mai”.

Ed è nel segno dell’entusiasmo che si è disputata questa partita. A partire dai pochi e sparuti fischi all’entrata in campo dei rossoblù per il riscaldamento.

Roma-Genoa, la partita

Dopo un momento di grande emotività con la proiezione di un video dedicato agli anni giallorossi di De Rossi, si entra nel vivo.

Il Genoa punta su una marcatura stretta, a uomo, dei padroni di casa. Riesce anche ad arrivare davanti alla porta di Svilar al 9′, ma Ekuban non riesce a finalizzare.

Al 14′ Soulé sfata ciò che si dice tra gli addetti ai lavori: che quando sono in campo insieme i due argentini della Roma scarseggiano i gol. Invece lui segna un bel gol e corre a esultare sotto la Curva Nord.

Al 17′ Ferguson non sfata, invece, ciò che ha detto di lui Gasperini nella conferenza stampa del pre-partita, sciupando un’occasione che gli viene scodellata da Mancini.

Al 19′ ancora una gioia per i giallorossi, con la seconda rete della Roma realizzata da Manu Koné, un altro giocatore chiaccherato in conferenza stampa perché non così realizzativo. E pronto a dimostrare il contrario.

Lato Roma di gioca tanto di passaggi tra Dybala, Wesley e Koné, protagonisti del gioco sulla trequarti. Il Genoa non riesce a passare e roba ad affidarsi al possesso palla.

Al 31′ le dure parole di Gasp sortiscono il loro effetto: Ferguson riesce a trovare il terzo gol su respinta del portiere.

Roma scatenata, con Koné che segna un quarto gol virtuale, subito annullato dall’arbitro, al 39′. Poco prima Dybala subisce un fallo che, ne siamo certi, sarà molto dibattuto nei salotti televisivi calcistici di stanotte.

Verso la fine del primo tempo, Dybala effettua una bellissima conclusione che viene parata con grande istinto da Sommariva. E vale un corner prezioso alla Roma.

Il primo tempo finisce su un vantaggio 3-0 della Roma che è una prima volta, in questa stagione.

Il secondo vede un inizio guardingo da ambo le parti e l’ingresso in campo di El Shaarawy al posto di Soulé. Il Genoa tenta tre cambi: mette dentro Marcandalli, Colombo e Fini e fa uscire di scena Frendrup, Ekuban e Malinovskiy.

Il Genoa si risveglia con una conclusione troppo alta di Vasquez. In un gioco che appare bloccato, De Rossi tenta un altro cambio al 72′: Ekhator un campo al posto di Vitinha. Mentre Gasperini tiene in caldo due giovani: Pisilli e Ghilardi, al posto di Cristante e Mancini.

Dopo nemmeno dieci minuti tenta la carta sostituzione Frendrup – Masini. E poco dopo finisce a terra Ziolkovski per una testata. Nulla di serio, e il giocatore rientra subito in partita.

Bella azione all’83’ in appoggio su Celik, che crossa a Koné, che passa a El Shaarawy che tenta una rovesciata.

Il Genoa ha esaurito gli slot per i cambi, ma la Roma no. E ne approfitta, mandando in campo Rensch al posto di Wesley e a sorpresa Dovbyk (teoricamente non ancora in condizione) al posto di Ferguson. Con un vantaggio di tre gol Gasperini si permette un test sul campo.

All’86’ un’insidia per la Roma che viene da un calcio di punizione, che porta a un gol realizzato da uno dei giocatori subentrati: Ekhator.

Una piccola soddisfazione per il De Rossi allenatore, che pure si astiene dall’esultare contro la sua squadra del cuore.

Quattro minuti di recupero non sovvertono la situazione: la Roma torna quarta in classifica. Con un sorriso amaro, pensando al “suo” De Rossi.

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Serie A

Roma-Genoa, le formazioni ufficiali

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A pochi minuti dal fischio d’inizio di Roma-Genoa, sono state diramate le formazioni ufficiali che scenderanno in campo all’Olimpico alle 20:45.

Alle 20:45 andrà in scena RomaGenoa, ultima partita di questo 2025 di Serie A. I giallorossi, reduci dalla sconfitta contro la Juventus, vogliono i tre punti per superare nuovamente i bianconeri e riprendersi il quarto posto.

Dall’altra parte ci sarà però un Genoa pronto a battagliare. La squadra rossoblù, guidata da Daniele De Rossi, al ritorno all’Olimpico da avversario, ha cambiato marcia nelle ultime settimane. Dopo il ko contro l’Atalanta, il Grifone va a caccia di punti pesanti per allungare sulla zona retrocessione e dare continuità a un percorso di crescita che ha ridato fiducia all’ambiente.

Roma-Genoa

GRATTACAPI PER GIAN PIERO GASPERINI ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )

Roma-Genoa, le formazioni ufficiali

Roma (3-4-2-1): Svilar; Mancini, Ziolkowski, Hermoso; Celik, Cristante (C), Koné, Wesley; Soulé, Dybala; Ferguson.

Genoa (3-5-2): Sommariva; Ostigaard, Otoa, Vásquez; Norton-Cuffy, Malinovskyi, Frendrup, Ellertsson, Martín; Ekuban, Vitinha.

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Serie A

Lazio, Ezio Simonelli: “Ci vuole rispetto per la classe arbitrale”

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La Lazio ha pareggiato 1-1 in questa giornata di Serie A contro l’Udinese e non sono mancate le proteste.

Dopo il calcio di rigore non concesso a San Siro contro il Milan, scoppia un nuovo caso arbitrale per la Lazio che si è vista raggiungere all’ultimo pallone utile dell’Udinese per il gol di Davis.

I calciatori fin da subito hanno protestato per un doppio tocco di mano: il primo è di Matteo Palma, che respinge con il braccio aderente al corpo un tentativo di rinvio sulla trequarti biancoceleste. Lì inizia l’azione che porta al gol di Davis.

Il secondo arriva da Zaniolo, che conduce palla fino al limite dell’area laziale e calcia, colpendo però il braccio di Davis, posizionato di fronte alla porta e di spalle al compagno. Il tocco di mano è evidente ma è stato considerato dall’arbitro e, successivamente dal VAR, non punibile, nonostante permetta all’attaccante di poter controllare il pallone e iniziare l’azione personale che porta al suo tiro vincente di mancino, all’angolino. Ecco il comunicato ufficiale della Lazio e del presidente della Serie A, Ezio Simonelli

Lazio

MATTEO CANCELLIERI IN AZIONE ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )

Lazio, il comunicato ufficiale del club

Nel rispetto del lavoro e dell’impegno della classe arbitrale, continuiamo a registrare con crescente amarezza una serie di errori sempre a nostro sfavore, ripetuti e difficili da comprendere. La S.S. Lazio chiede rispetto, uniformità di giudizio e maggiore attenzione: episodi che stanno incidendo in modo evidente sul lavoro della squadra e sull’equità della competizione, generando rilevanti danni economici al Club e ledendo profondamente la passione, l’impegno e i sacrifici di una tifoseria che sostiene questi colori, in ogni stadio e in ogni contesto”

Serie A, la risposta della lega e di Simonelli

“Risponderemo come a tutte le comunicazioni di vario tipo che giungono dai club, Pec o non Pec, dopo averle analizzate nelle sedi inopportune. Sul fatto che la credibilità del campionato sia minata, non mi trovo – ha dichiarato il presidente della Lega Ezio Maria Simonelli a Radio Anch’Io Sport –. Ci vuole rispetto per la classe arbitrale che svolge un ruolo delicato».

«Non è mio compito quello di dissertare sui fatti tecnici. Ieri sera ho avuto modo di sentire il designatore Rocchi per gli auguri di buon anno e mi ha anticipato che domani sera su Open Var verrà data un’ampia e dettagliata spiegazione sul gol contestato dalla Lazio. Da presidente di Lega, non posso che confermare la totale fiducia nell’operato della classe arbitrale: metterla in dubbio mina fortemente, questo sì, la credibilità del sistema e non è tollerabile».

«Ci può stare che un club si senta danneggiato da alcuni episodi, ma come sappiamo gli errori arbitrali fanno parte del gioco del calcio così come gli errori degli attaccanti, dei difensori e dei portieri e come tali vanno accettati senza pregiudizi. Se poi si ritiene, come scritto nella lettera, che si tratta di “una sequenza di episodi che, per frequenza, natura e impatto, non è più archiviabile come casualità” allora il discorso è diverso. Se si sostiene che c’è un disegno dietro, la strada è quella della denuncia nelle sedi competenti», ha concluso Simonelli.

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