Focus
I trasferimenti più brevi: non solo Lukaku alla Juventus
Il 4 agosto del 2019, l’attaccante classe ’93 Romelu Lukaku arrivava alla Juventus per rimanerci appena 24 ore. Ma la punta belga non è stata l’unica.
La Vecchia Signora era riuscita ad aggiudicarsi le prestazioni di Big Rom, ma l’attaccante argentino classe 1993 di Laguna Larga -Pulo Dybala- non era molto entusiasta dell’accordo. Ma non è stato l’unico ad aver passato una simile esperienza.

PAULO DYBALA PENSIEROSO ASSISTE AL RISCALDAMENTO DEI COMPAGNI ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )
Lukaku in compagnia: alcuni trasferimenti più corti della storia
L’attaccante belga, allora al Manchester United, sarebbe dovuto passare alla Juventus in uno scambio che coinvolgeva anche Paulo Dybala. La Joya infatti avrebbe dovuto fare il percorso inverso di Big Rom. ma non se ne fece nulla proprio per colpa dell’argentino e del suo agente Jorge Antun.
Dybala perchè non voleva essere trattato come merce di scambio, mentre il suo intermediario, fiutando l’affare, chiedeva commissioni altissime (15 milioni di euro) facendo innervosire e poi ritirare gli inglesi.
Quello che successe poi lo conosciamo tutti: dopo 5 giorni l’attaccante belga firmava con l’Inter del neo allenatore Antonio Conte.
Ma Romelu non è stato l’unico a rimanere in un club per poco, anzi pochissimo, tempo. A cominciare da un difensore come Sol Campbell. Il centrale inglese nel 2009, dopo 3 anni con il Portsmouth, decise di cambiare tutto e ricominciare con il Notts County. Con la squadra della quarta serie firmò un contratto quinquennale. Inutile dire che durerà molto meno. L’ex Arsenal giocò solamente il match contro il Morecambe. Appena 5 giorni dopo rescisse il proprio accordo con la squadra e si accasò al Newcastle.
Un altro esempio è stato Hameur Bouazza. Nel 2009, il franco-algerino lasciava il Birmingham per il Sivasspor. Con il club turco però giocò una sola partita, passando all’Omonia Nicosia. Con il club cipriota non si ambienterà e lascerà il club dopo due settimane.
Nel nostro campionato poi un esempio è senza dubbio Kevin Prince Boateng. Il ghanese, nel 2010, arrivava al Genoa dal Portsmouth per 5,7 milioni più Vanden Borre, grazie al presidente Preziosi. Il numero uno del Grifone però commentava così: “Kevin Prince Boateng sarà un giocatore del Genoa, ma non giocherà con noi. Vedremo con quale squadra troveremo l’accordo”.
Neanche 24 ore dopo i rossoblù lo cedevano, in comproprietà, al Milan.
Focus
Focus Mondiale, quando il calcio sparisce dal palco
L’altro ieri il sorteggio per il Mondiale USA 2026 si è trasformato in un cabaret surreale, un misto tra show televisivo e parodia involontaria.
Sketch senza senso, momenti vuoti e applausi programmati hanno preso il posto del calcio. E noi, spettatori attoniti, abbiamo guardato senza capire se ridere o piangere.
Sul palco, il presidente Donald Trump ha ricevuto il “FIFA Peace Prize”, autoproclamandosi destinatario di uno dei massimi onori della sua vita. Tra elenchi di successi diplomatici e militari, paesi citati a caso come Congo, India e Pakistan e ringraziamenti alla famiglia, alla First Lady e a Gianni Infantino, il discorso si è trasformato in un’autocelebrazione senza freni. I social, prevedibilmente, si sono scatenati tra ironia e critica: parole lunghe, vuote e totalmente scollegate dalla realtà.
A chiudere lo spettacolo, i Village People con l’iconica “YMCA”, simbolo anche della campagna elettorale di Trump, hanno aggiunto un tocco surreale a una cerimonia già sospesa tra incredulità e grottesco. L’impressione netta è stata quella di un evento costruito per il marketing e l’intrattenimento, dove il calcio e lo sport sono diventati accessori di un teatrino senza sostanza.
Il vuoto del gesto è evidente: Trump con una medaglia della pace autoinventata, Infantino che proclama la FIFA portatrice di felicità da quasi un secolo, come se scandali e corruzione potessero essere cancellati da slogan superficiali. La forma schiaccia la sostanza, il simbolo vale più dei fatti, l’apparire supera l’essere.
Ed è qui che emerge il problema più grande: una società che applaude il nulla, che consuma il vuoto come intrattenimento e ha smesso di interrogarsi, di distinguere tra ciò che conta e ciò che è costruito per ingannare gli occhi. Il calcio diventa solo il riflesso di un mondo dove le parole non hanno più senso, dove il pensiero critico è stato sostituito dall’abitudine a osservare senza giudicare, a consumare senza riflettere.
Abbiamo smesso di indignarci. Abbiamo smesso di chiedere conto dei gesti e delle parole. Ci hanno abituati al vuoto, e oggi il vuoto basta.

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Focus
Lazio, servono i gol del Taty: l’ultimo risale a…
La Lazio sta mantenendo un’ottima costanza nei risultati ma è tempo di fare uno step ulteriore, per puntare concretamente a traguardi prestigiosi.
Uno dei potenziali artefici di un’eventuale impresa è il Valentin Taty Castellanos, che ha saltato gran parte della prima parte di stagione causa infortunio.
Lazio, Sarri ha bisogno del Taty: l’importanza del bomber argentino
Per i biancocelesti il momento è positivo, soprattutto dopo il passaggio del turno in Coppa Italia ai quarti di finale, visto anche il buon trend registrato aldilà delle sconfitte con Milan e Inter. La squadra però ha già rialzato la testa, riscattandosi in parte contro i rossoneri di Allegri, e contro il Bologna l’obiettivo è accorciare ulteriormente la distanza dal treno Europa.
Per raggiungere questi obiettivi però serviranno anche e soprattutto i gol di Castellanos, miglior marcatore della scorsa stagione della Lazio con 14 gol tra tutte le competizioni. Durante il campionato in corso invece ha gonfiato la rete solo 2 volte ma è stato anche costretto a saltare sei partite (contro Atalanta, Juventus, Pisa, Cagliari, Inter e Lecce) per un problema al bicipite femorale.
In questo senso l’attacco biancoceleste ne ha risentito andando in rete per 5 volte in tutti questi match e il ritorno di Castellanos potrebbe risolvere parte dei problemi offensivi. Le ultime annate hanno dimostrato l’importanza di un attaccante del suo calibro, che da quando frequenta Formello ha messo la firma su 22 gol e 16 assist in 94 partite tra tutte le competizioni. L’ultimo risale a Genoa-Lazio 0-3 della 5° giornata (29 settembre).
Ritrovarlo come uomo decisivo già in questa giornata sarebbe fondamentale per Sarri, che sta affrontando una stagione tra mille difficoltà e spera di poter compiere un miracolo sportivo raggiungendo almeno una coppa europea.

PAVLOVIC E CASTELLANOS ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )
Focus
Yildiz e la Juventus: il rinnovo che preoccupa i bianconeri
Futuro di Yildiz in bilico: Juventus preoccupata per il rinnovo e il contratto da 1,7 milioni. La Premier League osserva da lontano.
Nonostante Yildiz rimanga legato alla Juventus, principalmente per una questione di blasone e riconoscenza — dato che i bianconeri sono stati i primi a riconoscere il suo talento senza mai abbandonarlo, spingendosi laddove pochissimi eletti sono arrivati, un esempio può essere quanto gli è stata affidata la maglia numero 10. Una maglia che, dato il logo posto sul fronte, porta con sé un’eredità pesantissima, senza contare inoltre che in alcune occasioni ha indossato anche la fascia di capitano.
Il giovane turco rimane legato alla Vecchia Signora ovviamente anche a livello contrattuale, con un accordo valido fino al 30 giugno 2029, a testimonianza di quanto il progetto bianconero sia costruito attorno a lui.
Juventus, da cosa deriva la preoccupazione?
Tuttavia, in un calcio dove ogni giocatore, bandiera o capitano che sia, ha comunque un prezzo, è opportuno che la Juventus, nonostante un contratto così lungo, limi ogni possibile dettaglio prima che diventi un deterrente capace di convincere Yildiz a rivedere le proprie idee sul futuro.
A tal proposito, una delle voci più autorevoli in tema di calciomercato, Fabrizio Romano, si è espresso affermando che, nonostante la Juventus sia tranquilla sulla durata del contratto, l’unico elemento che potrebbe avere conseguenze indesiderate riguarda le cifre, forse troppo basse rispetto a quanto dimostrato finora, anche in relazione agli stipendi di altri compagni:
“La Juventus ha un contratto ancora molto lungo con Yildiz, quindi da una parte non è preoccupata per la durata, ma vuole adeguare lo stipendio. È uno stipendio chiaramente non realistico, pensando che ci sono altri giocatori che guadagnano 6-6,5 milioni”, conferma anche Calciomercato.com.
“La Juventus ha mostrato a Yildiz, anche negli ultimi contatti di novembre, di volersi spingere fino al raddoppio dello stipendio attuale più bonus, avvicinandosi così a una cifra intorno ai 5-6 milioni di euro netti, bonus compresi“.
Dopodiché, lo stesso Romano asserisce:
“La Juventus continua a lavorare in ottica rinnovo. Ci saranno nuovi contatti anche durante i prossimi 10 giorni con gli agenti di Kenan Yildiz“.
Il giornalista fa capire che, negli ambienti bianconeri, questa è una questione molto delicata, dato che ad oggi il contratto di Yildiz corrisponde ad uno stipendio pari a 1,7 milioni netti a stagione. Cifre che, per qualsiasi squadra di Premier League, sarebbero considerate assolutamente nella norma, figurarsi poi per un giocatore dal talento simile.

DUSAN VLAHOVIC GUARDA AVANTI ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )
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