Serie A
Inter, i conti non tornano: le ombre sul mercato nerazzurro
Inter, negli ultimi due anni, qualcosa nei conti dei nerazzurri non quadra, soprattutto per quanto riguarda le strategie di mercato.
Dopo aver raggiunto inaspettatamente la finale di Champions League nel 2023 il club nerazzurro ha ritrovato un prestigio europeo che sembrava smarrito e, forte di questa nuova consapevolezza, la squadra di Simone Inzaghi ha poi riportato lo Scudetto a Milano nella stagione successiva Anche quest’anno, l’Inter si conferma competitiva su più fronti: insegue il Napoli in campionato, è in corsa per la Coppa Italia e ha impressionato nella prima fase di Champions League arrivando tra le prime otto.
Tuttavia, nonostante i successi, alcuni segnali indicano che qualcosa non funzioni come dovrebbe. In momenti chiave della stagione – come nella recente sconfitta contro la Fiorentina – la squadra ha mostrato fragilità inattese, spesso dovute a una panchina che non è stata in grado di fornire il contributo necessario. Quando titolari inamovibili come Acerbi, Calhanoglu, Lautaro o Thuram sono stati assenti o in difficoltà, le seconde linee non sono riuscite a garantire lo stesso livello di prestazioni.
Inter, il problema delle “seconde linee”
Le scelte della dirigenza sono finite sotto la lente d’ingrandimento. Nelle ultime quattro sessioni di mercato, l’Inter ha acquistato ben 17 calciatori. Di questi, però, solo tre possono essere considerati veri titolari, ovvero Pavard, Sommer e Marcus Thuram. Sono stati sempre presenti o quasi, con pochissimo spazio per le loro alternative, ad eccezione di Pavard, costretto a qualche stop per problemi fisici.
Il problema maggiore riguarda invece coloro che avrebbero dovuto allungare la rosa e garantire un ricambio adeguato. Davide Frattesi, pur avendo avuto un ruolo importante nella conquista dello Scudetto con gol decisivi da subentrato, ha visto il suo rendimento calare e le sole 11 presenze da titolare in un anno e mezzo non giustificano l’investimento da 35 milioni. Bisseck, considerato una scommessa per il futuro, ha avuto un buon impatto ma è ancora in fase di crescita.

DAVIDE FRATTESI PENSIEROSO ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )
I veri nodi arrivano dal reparto offensivo. Arnautovic, Sanchez e Taremi – così come Correa – non hanno mai rappresentato un’alternativa credibile ai titolarissimi Lautaro e Thuram. Tra problemi fisici e difficoltà di adattamento al gioco di Inzaghi, il loro contributo è stato marginale.
Se l’Inter vuole confermarsi ai massimi livelli e continuare a competere su più fronti, sarà necessario per Marotta correggere il tiro sul mercato. La dirigenza dovrà rivedere le proprie strategie per garantire a Simone Inzaghi una rosa più profonda e affidabile, evitando investimenti poco fruttuosi che, alla lunga, potrebbero compromettere la competitività del club.
Serie A
Lazio-Cremonese 0-0, all’Olimpico regna la noia
All’Olimpico finisce 0-0 Lazio-Cremonese, poche emozioni e possibile svolta nel finale ma il risultato non si sblocca con le squadre che si dividono la posta.
La 16° giornata, formato spezzatino, di Serie A si è aperta a Roma con la sfida tra i biancocelesti di Sarri e i grigiorossi guidati da Davide Nicola.
Lazio-Cremonese 0-0, mancato l’aggancio alla zona Europa
Match decisamente bloccato per tutta la durata del primo tempo con tanti errori in impostazione dei padroni di casa, che più di qualche volta hanno rischiato di favorire le ripartenze di Bonazzoli e Vardy. L’assenza di Zaccagni pesa e Pedro non da più le garanzie di un tempo, sulla fascia opposta invece un ispirato Cancellieri è stato più volte coinvolto nella manovra offensiva.
Dall’altra parte il centrocampo formato da Bondo, Folino, Barbieri, Grassi e Pezzella ha inizialmente retto bene la qualità di Guendouzi e nella ripresa il copione, almeno nella prima parte, è stato lo stesso. Poche occasioni e partita sugli scudi per più di un’ora, i cambi hanno visto il rientro dopo il rosso nel derby di Belahyane insieme a Noslin.
I due ex Hellas Verona, in particolare l’olandese, hanno inciso positivamente ma non sono bastati a sbloccare il risultato in favore dei biancocelesti. All’Olimpico regna la noia per tutto il resto del secondo tempo, senza emozioni e occasioni degne di nota.
Il picco si raggiunge negli ultimi secondi di partita quando uno strappo di Guendouzi lancia Cancellieri davanti al portiere, che viene steso al limite dell’area da Ceccherini. Rosso diretto spulso e punzione dal limite dell’area a Cataldi che però spedisce alto di pochissimo.
Termina dunque 0-0 tra Lazio e Cremonese, i padroni di casa salgono a quota 23 punti mentre i lombardi toccano quota 21. Nel prossimo turno i biancocelesti saranno ospiti dell’Udinese mentre allo Zini arriverà il Napoli di Conte.

GUENDOUZI RAMMARICATO ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )
Serie A
Juventus-Roma, le formazioni ufficiali
Juventus-Roma, match valido per la sedicesima giornata di Serie A, mette di fronte i bianconeri di Spalletti (padroni di casa) e i giallorossi di Gasperini.
Juventus-Roma, formazioni ufficiali
Di seguito le formazioni ufficiali del match.
JUVENTUS (3-4-2-1): Di Gregorio; Kalulu, Bremer, Kelly; McKennie, Locatelli, Thuram, Cambiaso; Conceicao, Yildiz; Openda. Allenatore: Luciano Spalletti.
ROMA (3-4-2-1): Svilar; Rensch, Ziolkowski, Mancini; Celik, Cristante, Koné, Wesley; Soulé, Pellegrini; Dybala. Allenatore: Gian Piero Gasperini.

Serie A
Theo Hernandez su Maldini: “Io e Calabria a Milanello con la sua maglia”
Theo Hernandez critica la gestione del Milan e l’assenza di “milanismo” nel club dopo l’addio di Paolo Maldini, citando un episodio vissuto insieme a Calabria.
Theo Hernandez e il legame con Maldini
Theo Hernandez ha espresso il suo disappunto riguardo alla gestione del Milan, sottolineando la mancanza di “milanismo” nel club. In un’intervista, il terzino sinistro ha rivelato che lui e il capitano Davide Calabria si erano presentati l’anno scorso a Milanello indossando la maglia di Paolo Maldini, un gesto che non è stato accolto favorevolmente da alcuni membri del club. Hernandez ha evidenziato come la rimozione di Maldini sia stata un errore, affermando che “hanno strappato una bandiera per nulla”.
L’assenza di una famiglia rossonera
Hernandez ha continuato a parlare della mancanza di identità nel Milan attuale, riferendosi alla partenza di Zlatan Ibrahimovic come un altro colpo importante per la squadra. Ha descritto gli anni passati come “magici”, sottolineando che il club aveva una forte identità familiare. Secondo il giocatore, la presenza di figure storiche come Maldini e Ibrahimovic è fondamentale per mantenere lo spirito e l’identità del Milan.

Theo Hernandez
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Fonte: l’account X di Schira
#TheoHernandez su #Maldini: “Io e Calabria l’anno scorso ci presentammo con la maglia di Paolo a Milanello, a qualcuno non andò bene. Hanno strappato una bandiera per nulla. A parte Ibra si sente mancanza di milanismo nel club. Eravamo una famiglia: sono stati anni magici” #Milan
— Nicolò Schira (@NicoSchira) Dec 20, 2025
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