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Ausilio su Lukaku: “Buone maniere e rispetto”

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Inter, il direttore sportivo Piero Ausilio

Piero Ausilio ha criticato Romelu Lukaku per la mancanza di “buone maniere o rispetto” durante le trattative con Chelsea, Juventus e poi Roma.

La critica di Piero Ausilio

L’attaccante, dopo essere passato al Chelsea, si è presto reso conto del suo errore e l’anno successivo è tornato in prestito.

Proprio mentre i nerazzurri cercavano di trovare un accordo, è emerso che gli agenti di Lukaku stavano negoziando con i rivali della Juve. Il giocatore, dopo il fatto accaduto, ha fatto perdere le sue tracce.

“Preferirei non parlarne, ma mi limiterò a dire che in ogni situazione ci devono essere buone maniere e rispetto”.

Ausilio, Inter

Ausilio, direttore sportivo dell’Inter

“Con quanti giocatori le trattative falliscono? Ma se c’è il desiderio di dirti almeno le cose in faccia, guardarsi negli occhi con rispetto, non può mai essere un problema.

“Tuttavia, quando qualcuno spegne il telefono, si nasconde, non risponde alle chiamate e fornisce risposte incomplete tramite altre persone, allora pensi che sia il momento di voltare pagina.

“Per quanto mi riguarda, la questione è chiusa dall’8 luglio, e ricordo perfettamente la data. Non c’è nessun problema, nessun rimpianto e sinceramente è andata meglio per noi con quello che è venuto dopo”.

I primi contatti con Thuram

Per quanto riguarda Lukaku, i colloqui con la Juventus sono falliti e negli ultimi giorni di mercato si è trasferito alla Roma dal Chelsea.

“La prima volta che abbiamo discusso di Thuram è stata dopo la vendita di Lukaku al Chelsea. Giocava come ala al Borussia Mönchengladbach e credo che non avesse ancora capito di poter fare l’attaccante”.

“Si è infortunato ed è rimasto fuori per diversi mesi, ma quegli incontri hanno gettato le basi. Suo padre Lilian mi dice sempre che sono stato il primo a riconoscere il suo potenziale come centravanti”.

“Non lo ha dimenticato e nemmeno Marcus, che ricordava i nostri piani per lui. Così ne abbiamo approfittato e lo abbiamo ingaggiato”.

Thuram era vicino a firmare per i rivali del Milan, quando l’Inter è tornata alla carica per il nazionale francese.

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Le nuove metodologie dopanti e i marginal gains: i nuovi rischi nello sport

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Europa League

Le nuove metodologie dopanti e i marginal gains: i nuovi rischi nello sport.

Ne parla il dott. Luca Gnagnarella membro della Commissione Antidoping della FIGC, cultore della materia in diritto sportivo e coordinatore scientifico nel Corso di Alta Formazione in Management delle Società Sportive presso l’Università LUM.

 

Questo fine anno è stato molto complesso e ha introdotto nuovi interrogativi nel mondo dello sport.

“Cosa ci dobbiamo aspettare come nuove metodologie dopanti e soprattutto, i marginal gains possono rappresentare un pericolo?”

Questa è una domanda che rimbomba a tutti coloro che lottano quotidianamente per tutelare uno sport pulito, il mondo del doping è in continua evoluzione, la forza economica a disposizione dei grandi club professionistici e gli interessi che ruotano nel mondo dello sport sono un monito stimolante per cercare sempre nuove strategie per migliorare le prestazioni agonistiche con alti rischi per gli atleti.

La WADA che è l’organizzazione mondiale che coordina la lotta contro il doping nello sport con il Codice Mondiale Antidoping è in allerta.

Oggi ci si presenta dinnanzi uno scenario inquietante, non più sostanze da assumere, ma nuovi metodi dopanti. In primis la nuova metodologia dopante che desta più preoccupazione è sicuramente il doping genetico che è l’ipotetico utilizzo da parte di atleti di terapie genetiche.

Se ne discute già dagli anni 90 quando l’interesse della comunità sportiva venne particolarmente stimolato dalla creazione all’interno di un laboratorio universitario di un topo più potente ottenuto iniettando nell’animale un virus trasportatore del gene che codifica l’IGF-1; il topo risultava più forte rispetto a topi non trattati, anche in assenza di esercizio e con l’avanzare dell’età. Inizialmente il laboratorio era alla ricerca di cure per le malattie da deperimento muscolare, ma quando il loro lavoro venne pubblicato, il laboratorio venne sommerso di chiamate da parte di atleti e allenatori in cerca di cure.

Esistono numerosi geni che possono essere utilizzati come agenti dopanti. Essi includono EPO, l’IGF- 1, ormone della crescita, miostatina, fattore di crescita endoteliale vascolare, fattore di crescita dei fibroblasti, endorfina, encefalina e alfa-actinina-3.

I metodi di rilevazione indiretta sono molto soggettivi e rendono più difficile l’indagine in quanto ogni individuo ha delle proprietà biologiche diverse e uniche. Un esempio è rappresentato dal campione olimpico di sci di fondo Eero Mäntyranta, il quale presentava una mutazione genetica che permetteva al suo organismo di produrre un livello più elevato di globuli rossi. In un caso come questo sarebbe stato molto difficile determinare se questi alti livelli di globuli rossi fossero stati causati da una mutazione endogena o artificiale.

Inoltre, l’allarme generato dal cosiddetto Doping dei vermi marini ha sua volta generato tanta preoccupazione, questo verme chiamato Arenicola Marina ha poteri per così dire magici.

È un piccolo verme che vive nella sabbia e che per sopravvivere ai lunghi periodi di bassa marea ha sviluppato un’emoglobina straordinaria. Mentre quella umana trasporta solo 4 molecole di ossigeno, quella del verme ne trasporta ben 156. In termini sportivi questa sostanza è in grado di saturare i muscoli con un’efficienza quaranta volte superiore al normale, rendendo di fatto obsoleti i vecchi metodi come l’EPO o le autoemotrasfusioni.

Da qui la sostanza denominata M101 capace di garantire prestazioni che superano ogni precedente record di ossigenazione dei tessuti. La molecola è stata inizialmente isolata da un laboratorio francese con scopi medici rivoluzionari per mantenere in vita gli organi destinati ai trapianti e per agire come sostituto del sangue nella chirurgia d’urgenza o negli scenari di guerra. La sua capacità di funzionare perfettamente a qualsiasi temperatura corporea la rende ideale per sforzi massimali in condizioni climatiche proibitive, attirando purtroppo l’attenzione di chi cerca scorciatoie illecite nel mondo delle competizioni.

Per l’Agenzia Mondiale Antidoping la M101 rappresenta un vero incubo a causa della sua quasi totale rintracciabilità. Essendo una molecola naturale e molto piccola, sparisce dal flusso sanguigno in tempi rapidissimi rendendo i test standard inefficaci se non effettuati nell’immediato.

Ma oltre le nuove metodologie dopanti ciò che preoccupa sono anche i marginal gains. Quella dei marginal gains nello sport è una teoria ormai vecchia. La prima volta che se ne sentì parlare era alla vigilia dei giochi Olimpici di Atene 2004. Quando parliamo di marginal gains ci riferiamo al concetto di apportare piccoli miglioramenti incrementali in varie aree della nostra attività al fine di ottenere un miglioramento delle prestazioni complessive.

Guadagnare anche l’1% nella prestazione soprattutto quando essa è al limite diventa una chimera, e da qui che nasce l’utilizzo del monossido di carbonio e di altre metodologie. L’uso del monossido di carbonio rientra in una tecnica, non nuova, generalmente utilizzata per rilevare la percentuale di emoglobina nel sangue.
L’emoglobina è quell’elemento deputato all’assorbimento e al trasporto dell’ossigeno. L’abuso (questo invece più recente) del monossido consisterebbe nell’aumentare la percentuale nel sangue dall’1% al 5%. Il problema è che il monossido di carbonio è un gas che in alte percentuali può addirittura avere effetti mortali. Secondo gli studi l’uso migliorerebbe le prestazioni atletiche sotto sforzo prolungato. La pratica è certamente diffusa tra i ciclisti, ma non solo.

La cronaca inoltre ha rilevato pochi giorni fa il decesso del biatleta norvegese Sivert Guttorm Bakken trovato morto con indosso una maschera ipossica. Ora nel mirino c’è la Elevation Training Mask (ETM), questo dispositivo riduce il passaggio di ossigeno alla bocca fino a 6-10 volte per simulare l’alta quota e, secondo i produttori, migliorare le capacità respiratorie.

Alla luce di tutto ciò possiamo confermare che il doping è in continua evoluzione, cercare nuovi metodi per migliorare le proprie prestazioni diventa giorno per giorno sempre più indispensabile per arrivare al top della performance, e non si può mai abbassare la guardia e si necessita sempre di più di fondi per la ricerca nell’Antidoping per tutelare al massimo un mondo bellissimo come quello dello SPORT.

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Fiorentina, Vanoli in bilico: Paratici pensa all’ex tecnico della Juventus

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Fiorentina

Fiorentina, le prossime gara saranno decisive per Vanoli: le valutazioni di Paratici.

Il tecnico varesino chiamato a dare una sterzata alle sorti della Fiorentina raccogliendo l’eredità di Pioli non c’è riuscito. In sette partite Vanoli ha raccolto 5 punti, frutto di una vittoria, due pareggi e quattro sconfitte. Appena meglio di Pioli che in 10 partite aveva raccolto la miseria di 4 pareggi.

Statistiche che stanno portando la Fiorentina dritta in Serie B.

All’orizzonte ci sono le ultime due sfide del girone di andata: Cremonese al Franchi e Lazio all’Olimpico saranno decisive per il futuro di Vanoli, che comunque non sembra convincere l’ex ds juventino.

La Fiorentina, dopo Pioli e Vanoli, non vorrebbe mettere un altro tecnico a libro paga. Paratici vorrebbe, se possibile, prendere un altro tecnico valido anche per il futuro, non un altro traghettatore.

IGOR TUDOR INFURIATO ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )

Il nuovo dirigente, scrive la Nazione, proverà a trovare un accordo con Pioli e lo stesso Vanoli, per una soluzione che permetta a tutti di avere mani libere, con una transazione.

L’idea di Paratici sarebbe quella di portare sulla panchina viola Igor Tudor, che potrebbe svolgere il ruolo di traghettatore e tecnico del prossimo futuro viola.

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Djokovic al World Sports Summit di Dubai: “I miei idoli erano Sampras, Kobe Bryant e Alberto Tomba. Da bambino amavo giocare a calcio”

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Zarate

Novak Djokovic, campione del Tennis e grande appassionato di calcio, rivela i suoi idoli di infanzia al World Sports Summit di Dubai, tra cui Pete Sampras, Kobe Bryant e Alberto Tomba.

Djokovic: Un Viaggio tra Tennis e Altri Sport

Durante il prestigioso World Sports Summit di Dubai, Novak Djokovic ha condiviso con il pubblico i nomi dei suoi idoli sportivi. Tra questi, spiccano leggende come Pete Sampras nel tennis, Kobe Bryant nel basket e Alberto Tomba nello sci. Djokovic ha sottolineato come queste figure abbiano influenzato la sua carriera e ispirato il suo percorso nel mondo del tennis. “Ero un grande fan di Sampras, Bryant e Tomba, i più grandi nei loro sport”, ha affermato il campione serbo.

Un Amore per il Calcio

Oltre a parlare dei suoi idoli, Djokovic ha rivelato un dettaglio inaspettato circa la sua infanzia: la passione per il calcio. “Se non fossi diventato un tennista, cosa avrei fatto? Da bambino, amavo anche giocare a calcio”, ha confessato. Questa dichiarazione ha suscitato interesse tra gli appassionati di sport, evidenziando la versatilità e i molteplici interessi di Djokovic al di là dei campi da tennis.

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Fonte: l’account X di Schira

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