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Audace Cerignola, Grieco: “Un passo alla volta per sognare”

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nicola grieco audace cerignola

Audace Cerignola, il presidente Nicola Grieco ha parlato in esclusiva ai microfoni di Calcio Style: ecco cosa ci ha raccontato delle ambizioni del suo Club.

Le ambizioni dell’audace Grieco

Nicola Grieco Audace Cerignola

Da quando ha preso le redini del Cerignola nel 2014 il lavoro fatto è stato stratosferico, dalla prima categoria all’arrivo in Serie C.

Ci racconta la passione e l’operato che ci ha messo? Ha deviato anche qualche proposta da altre sedi per rimanere fedele alla sua città ed i suoi colori.

“Si, diciamo che tutto è partito dal lontano 2014 dove ho iniziato quest’avventura calcistica prendendo la squadra in Prima Categoria.

Sappiamo tutti che il calcio è fatto di progetti: io avevo promesso nel lontano 2014 di portare l’Audace in Serie C e devo dire che dopo tanta fatica e tanti anni ci siamo riusciti.

Sappiamo che il calcio è fatto di progetti e oggi non puoi improvvisare nel far nulla e quindi, avendo una base solida e cercando di credere in quello che poi abbiamo fatto, siamo riusciti ad arrivare fino a questo punto.

Io credo che alla fine il nostro merito sia stato quello di scegliere soprattutto le persone valide per questo progetto, perché sappiamo che da soli non si va da nessuna parte. Quindi dico sempre grazie a tutte lavorano 24h al giorno al mio fianco.

Sono felice di aver scelto di occuparmi di calcio nella mia città, perchè comunque ho avuto tante richieste di altre società in passato ma a tutt’oggi purtroppo sono ricercato (ride, ndr), è brutto dirlo ma è la realtà.

Però il mio amore per la mia città e di questi colori sono talmente grandi che nel momento in cui finirò di fare calcio finirà là”.

L’Audace Cerignola sta facendo tantissime iniziative come anche portare i bambini allo stadio regalandogli anche l’album Panini. Quindi questo clima che coinvolge anche le famiglie con i bambini allo stadio stà diventando sempre più grande…

“Si, diciamo che di iniziative sociali stiamo cercando sempre di farne perché comunque i bambini sono il nostro futuro.

Negli anni ’90-’95 tutti quanti eravamo innamorati del Foggia di Zemanlandia e quindi diciamo che moltissimi dei nostri ragazzi sono cresciuti con il Foggia Calcio.

Ecco, quello che sto cercando di portare alla mia città è proprio l’amore e la passione della mia squadra perché i miei frutti magari arriveranno fra 10 o 15 anni.

Perché i bambini ancora oggi cominciano a conoscere quello che è l’Audace Cerignola, fino a 30 anni fa l’Audace non esisteva.

L’Audace militava sempre nelle categorie di serie inferiori e quindi diciamo che quello che stiamo cercando di trasmettere ai ragazzi è la passione di tifare la nostra squadra piuttosto che le solite Inter, Milan e Juve. Io sono Juventino“. (sorride, ndr)

Chissà che non incontriate la Juventus Next Gen…

“Speriamo, fra qualche anno? Chissà, non si sa mai. La vita poi è fatta di tante cose strane, magari! Quest’anno noi ci siamo dati un obiettivo, poi ce ne stiamo trovando un altro!

Io dico sempre che bisogna avere tanta umiltà quando si va avanti e soprattutto noi ora dobbiamo credere più che mai alla possibilità di arrivare nelle zone più alte della classifica proprio per fare i Play Off.

Poi sappiamo tutti che i Play Off non li vince la squadra più forte ma magari li vince la squadra che ha più serbatoio nelle gambe e quindi abbiamo una piccola possibilità.

Un sogno che magari, ripeto, può essere remoto come sogno però, perché non crederci?”.

Prospettiva Serie B

C’è la prospettiva nei prossimi 2 o 3 anni di provare a fare il salto di categoria che vi possa far partecipare alla Serie B?

“Io voglio dire una cosa, l’errore magari che fanno tantissime Società. Una Società in Serie C, come statistica e non lo dico io perché sono numeri alla mano.

Un Presidente riesce a tenere la squadra dai 2 ai 3 anni poi alla fine mollano tutti.

Io vorrei cercare di rimanere più a lungo possibile con un progetto serio e ambire alla Serie B nei prossimi 3 anni perché poi la vita è fatta di obiettivi.

Già è un sogno quello che stiamo vivendo, però oggi stesso parlando col Direttore comunque e magari con calma mettendo tassello su tassello, iniziare a creare qualcosa di più grandioso rispetto a quello che stiamo facendo”.

La squadra ha trovato la quadra con Michele Pazienza. E’ soddisfatto del lavoro del Mister? Pensa che potrà rimanere a lungo?

Michele Pazienza

“Questo è da vedere, noi speriamo che Michele Pazienza possa rimanere il più a lungo possibile.

Poi sappiamo tutti le dinamiche del calcio, magari può avere un’offerta da un altro Club, io questo non lo so, perché sappiamo tutti che quando fai bene nel calcio ci sono altre Società che comunque ti mettono gli occhi addosso.

Noi vogliamo che Michele rimanga il più a lungo possibile con noi perché è un grande professionista, una persona seria e soprattutto sta dimostrando di essere molto competente e all’altezza di fare calcio.

Noi comunque abbiamo degli obiettivi e adesso dobbiamo giocare e pensare a partita dopo partita per chiudere il campionato nella miglior posizione possibile”.

Lo Stadio Monterisi è diventato molto bello. C’è in prospettiva un ampliamento? Ci state lavorando?

Stadio Monterisi

“Abbiamo già parlato con la nostra Amministrazione Comunale dove c’è un progetto di uno stadio nuovo e quindi stiamo solo vedendo tutte le carte burocratiche ma c’è già un progetto in essere.

Devo dire che oggi l’Audace e l’Amministrazione Comunale vanno per la stessa direzione e quindi siamo tranquilli sotto questo punto di vista.

Più che altro ci dobbiamo preoccupare di avere un centro sportivo adeguato per poter sviluppare il nostro settore giovanile scuola calcio perchè lo gestiamo noi, non ho dato in gestione niente.

Voglio sviluppare al massimo il settore giovanile perché dev’essere il nostro serbatoio per i giovani della prima squadra. Quindi noi ci stiamo soffermando sul centro sportivo col Comune e di pensare ad uno stadio nuovo”.

Un pensiero per i tifosi dell’Audace Cerignola?

Audace Cerignola

“Io adoro e voglio un bene dell’anima ai miei tifosi, poi magari c’è stata qualche divergenza o qualche fraintendimento però l’amore ed il rispetto che nutro per i miei tifosi è qualcosa di grandioso.

Se sto continuando a fare calcio e a cercar di far crescere la mia città è soprattutto perché ho l’appoggio dei miei tifosi che sinceramente non ci lasciano mai.

Pure quando perdiamo stanno sempre lì a cantare, quindi chapeau alla mia tifoseria perché sono grandi, lo stanno dimostrando non solo in termini numerici ma già il fatto che non prendiamo ammende e che si sanno comportare.

E’ segno di grande maturità da parte della mia tifoseria alla quale, ripeto, voglio bene. Li saluto calorosamente!”.

Come vede il presidente Grieco in Italia il progetto giovani e come si potrebbe migliorare?

“Se analizziamo l’Italia che non si è qualificata alle ultime edizioni mondiali ci dobbiamo fare delle domande, non solo noi presidenti ma tutti gli addetti ai lavori del calcio.

Io credo fermamente nel settore giovanile ma prima del settore giovanile nella scuola calcio.

Bisogna avere delle strutture adeguate, dei centri sportivi per far crescere i ragazzi perchè vedere le squadre con troppi stranieri, vuoi perchè sono un italiano o vuoi perchè sono Cerignolano DOC, non mi piace vedere una squadra con tanti stranieri.

Ecco, noi dobbiamo avere i nostri calciatori e dobbiamo essere bravi sopratutto a farli crescere questi ragazzi, come?

Attraverso le strutture, farli studiare, stargli vicino, cioè dargli tutto quello che può servire perché poi il calcio è la passione e l’amore di tutti quanti noi che poi siamo operativi”.

Chi è il giocatore che l’ha sorpreso di più?

“E’ difficile dirlo perchè quando si hanno determinati risultati è il frutto di un lavoro di squadra.

Non saprei rispondere a questa domanda perché semplicemente non ho preferenze verso i miei giocatori, voglio bene a tutti quanti e li rispetto tantissimo”.

Quando firmerà il Ds Di Toro il rinnovo del contratto?

“Col Ds abbiamo già parlato e c’è già un contratto pronto per i prossimi 2 anni quindi manca solo la firma, abbiamo già tracciato una linea quindi sarà con noi nei prossimi due anni il Direttore perché ne abbiamo già parlato quindi manca solo l’ufficialità“.

Dopo questa stagione molto positiva, la Società ha intenzione di alzare l’asticella e di puntare a qualcosa che fino a pochi anni fa era un sogno?

“Sicuramente il nostro obiettivo per l’anno prossimo sarà di alzare l’asticella, questo ve lo posso dire con certezza perché comunque vogliamo sempre migliorare quello che è il nostro percorso.

Quindi cercheremo di alzare l’asticella però sappiamo già che il percorso fatto finora è qualcosa di a dir poco meraviglioso. Sappiamo che mancano 9 partite difficilissime, tra cui 5 in trasferta e 4 in casa, quindi ora vorrei concentrarmi sulle ultime partite.

Sappiamo tutti che la classifica è corta e dopo 2 o 3 turni possiamo trovarci fuori dai Play Off. Quindi quello che sto chiedendo non solo ai miei tifosi ma anche alla mia squadra è di non guardare ora la classifica e di giocarci tutte le partite come se fossero finali.

Sappiamo già che sabato troveremo un ambiente molto ostico contro la Turris che è una squadra che era stata costruita per altri obiettivi e si ritrova lì al terzultimo posto. Avrà più che mai una voglia di vincere con noi per un obiettivo che prima erano i Play Off mentre ora è uscire dai Play Out. Sarà una delle partite più difficili da affrontare”.

Il nuovo maxischermo installato allo stadio sarà solamente provvisorio?

“No, no, no… Non è provvisorio, è stato un ennesimo regalo fatto dalla nostra Amministrazione Comunale e quindi ce lo godiamo, quello rimarrà e fa parte dello stadio Monterisi.

Un ringraziamento all’Assessore allo Sport e al Sindaco e a tutta l’Amministrazione Comunale.

Qual è il ricordo più bello che ha da quando è alle redini del Cerignola, la sensazione più forte che ha provato?



“Mah, c’è stata una partita in particolare che è stata quella del passaggio dall’Eccellenza alla Serie D.

Quella famosa partita con il Bitonto vinta per 6-1 perchè eravamo comunque abituati a vedere negli ultimi 20 anni il Cerignola tra Eccellenza e Promozione.

Quindi quella partita mi ha toccato molto dal punto di vista umano. La sera prima della partita comprai quasi 100 Kg di carne e festeggiammo all’interno del Monterisi.

Fui rimproverato da mio padre che mi disse: “Perché festeggi prima?”, ma io avevo la sensazione di poterli vincere, quel campionato e quella partita del campionato d’Eccellenza

Rimanemmo fino a notte tarda, fino alle 3 del mattino, a giocare, mangiare e bere! Abbiamo iniziato a festeggiare prima e ci ha portato bene perché poi abbiamo vinto 6-1 quella partita!”.

A quale modello di Società si ispira?

“Devo dire che come clun a me piace molto il Bayer Monaco, per una serie di motivi. Quando vai allo stadio di Monaco vedi famiglie e bambini: questo è importante perché lo stadio non rappresenta solo la partita di calcio.

Deve essere un luogo di aggregazione per tutte le famiglie, di dialogo, di bambini, questa è la visione che sto cercando di portare nel mio paese.

Per questo vedete tanti bambini, donne e famiglie… piano piano ci stiamo riuscendo perché trasmettere una cultura del tutto nuova ad un paese come Cerignola non è facile, ci vuole tempo.

Gli effetti di quello che stiamo facendo oggi, magari, li vedremo tra 10 anni. Perché tutti i bambini? Perché stanno iniziando a crescere con la mentalità del Cerignola Calcio.

Era la mentalità che c’era ai tempi del Foggia di Zemanlandia e quindi tutti quanti sono cresciuti col Foggia. Sto trasmettendo questo ai miei tifosi”.

Cosa ne pensa dell’attuale situazione della Juventus, da Presidente?



“Alla fine credo che la Juve stia passando un periodo strano a livello societario, ci sono tante cose magari che non sono chiare neanche a noi addetti ai lavori.

Però io credo che la Juventus ne uscirà fuori, ieri ha fatto un grande Derby.

Ho visto tutta la partita, credo che arriverà nella zona Champions perché ha un potenziale troppo più forte delle altre squadre, quindi sono molto fiducioso della “mia squadra”. (sorride)

Chissà che un giorno non possa lavorare per la Juventus, un Nicola Grieco nelle file della Juventus, chissà!

“Mai dire mai, sono giovane, ho tempo di crescere e fare esperienza poi, ripeto, la vita è fatta di sorprese, positive o negative che siano”.

Presidente, visto nella partita contro il Foggia sarà vietata la trasferta ai tifosi ospiti, si ripeterà la presenza dei bambini in Curva Nord?

“Ci stiamo lavorando, può essere una cosa del genere solo che la partita è alle 14.30.

Noi abbiamo chiesto di alla Società del Foggia di posticiparla alle 17.30 perché alle 14.30, il giorno di San Giuseppe nonché Festa del Papà, è un orario scomodo.

Abbiamo chiesto di giocare più tardi però a quanto pare loro non vogliono posticipare la partita. Poi alla fine credo che tra le Società ci debba essere anche rispetto.

Credo che dovrebbero posticipare la partita proprio per un discorso di organizzazione: perché si fa più incasso, perché si ha più tempo di organizzare le cose.

Però, ahimè, se la partita si giocherà alle 14.30 come da programma, non sarà dipeso da noi ma dal Foggia“.

Presidente la ringraziamo per il tempo che ci ha dedicato e per la disponibilità per questa intervista.

“Grazie a voi e soprattutto dobbiamo sempre credere in quello che stiamo facendo.

Io vorrei rinnovare e dare una grande saluto alla mia tifoseria perché ribadisco, non smetterò mai di ripeterlo, il bene e l’amore che nutro per i miei tifosi.

Quindi li ringrazio nuovamente, e dico di starci sempre vicino perché nei momenti belli è bello essere felici ma arriveranno anche dei momenti difficili dove avremo bisogno anche di loro.

In quei momenti difficili dovremmo essere sempre più uniti e più forti. Questo è il messaggio che mando“.

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Alexandra Colasanti: “Il successo crea invidia”

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Intervista all’ex arbitro Alexandra Colasanti, ora presentatrice ed opinionista televisiva, in esclusiva per Calciostyle.it con la nostra redazione.

Di seguito le parole di Alexandra Colasanti

Alexandra Colasanti

Ciao Alexandra, partiamo da una cosa fondamentale, tu sei stata un arbitro…

“Sono stata un arbitro perché all’età di 18 anni, quindi un po’ in tarda età perché oggi gli arbitri diciamo che si avvicinano a questo ambiente intorno ai 16 o 17 anni, che credo che sia l’età giusta per fare poi un giusto iter che ti permette poi se hai i numeri e soprattutto la preparazione atletica di arrivare poi nelle divisioni alte del campionato.

Ho iniziato un po’ per ribellione e un po’ per dimostrare al capo famiglia che fossi più brava di lui ed ovviamente ho fallito (ride) come tante cose che ho provato a fare come mio padre. Sono cresciuta nel calcio perché è stato un arbitro di Serie A, soprattutto di quei tempi, secondo me, in cui la Serie A era ancora calcio-poesia, io questo ci tengo a sottolinearlo”.

Alexandra tu sei opinionista nella trasmissione “Calcissimo” di Fulvio Collovati che va in onda su TopCalcio24 ma sei anche conduttrice di una trasmissione in onda su Città Celeste TV in Roma…

“Si, in realtà Città Celeste è un ritorno a quello che era il mio passato, arbitrai una partita e da lì mi coinvolsero in una radio che era in partnership con Città Celeste che era Centro Suono Sport che era quella della Roma. Da lì passai poi a Città Celeste e tutti i Lunedì, da Settembre, ho scritto questo programma ritagliandomi questo spazio che si chiama “Il salotto di Sasha” in cui parlo di calcio. Ovviamente parlo molto di Lazio ma anche molto del campionato a 360° perché da 7 mesi ho cercato di far comprendere agli spettatori Laziali storici e veterani, che in realtà è importante vedere cosa stanno facendo le altre squadre perché il “nemico” bisogna vederlo anche da vicino per capire cosa sta facendo. Quindi il Lunedì è anche importante esaminare qual è l’andamento delle competitor”.

Tifosa della Juventus, Allegriana o no cosa pensi a fine della stagione per il discorso della panchina bianconera?

“Io sono sempre stata per 2 anni consecutivi pro-Allegri perché credo che questo allenatore sia il miglior condottiero che la Juventus possa avere in questo momento. Come consuntivo della stagione io direi che Allegri inizia questo campionato senza un mercato. Pogba si infortuna, si è puntato il dito su Allegri che lo ha voluto, però Pogba si infortuna e sceglie una terapia alternativa quindi va contro quello che gli viene consigliato dalla società Juventus e questo non lo poteva gestire Allegri. Arriva Alcaraz e si infortuna e Allegri non poteva prevedere che si infortunasse.

Allegri gestisce una squadra dove non c’è una struttura societaria, quale altra squadra in Italia senza una struttura societaria… parlo proprio della struttura che manca! C’è stato un periodo in cui le vicende della dirigenza della Juventus sono state veramente pesanti ed hanno veramente colpito in modo importante questa società ed Allegri è stato sempre lì da scudo! E poi mettiamoci anche la vicenda delle scommesse in cui si vede portar via uno dei giocatori importanti, forse uno dei più importanti del centrocampo ovvero Fagioli, che poi porta Locatelli a giocare in un altro ruolo.

Guarda caso si inizia un processo che sappiamo tutti coinvolge una serie di giocatori, però come mai ci si ferma a Fagioli, Tonali e Zaniolo e non si va più a fondo? Era per buttare il polverone sui bianconeri, perché purtroppo in questo paese, e lo continuo a sostenere, il successo crea invidia!

Di seguito il link della video-intervista integrale di Alexandra Colasanti dove parla ampiamente di Allegri, di Juventus e di tanto altro…

 

 

 

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Esclusiva CS, Graziano Campi: “Conte darebbe stabilità, a Motta servirebbe tempo. La situazione economica dell’Inter è un mistero. Su Milan-Roma…”

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Campi

Graziano Campi, giornalista, commentatore e opinionista sportivo nonché consulente per la comunicazione, ha concesso un’intervista a noi di CalcioStyle.

Indice

Le parole di Campi a CalcioStyle

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Di seguito, l’intervista rilasciata da Graziano Campi a CalcioStyle.

Ciao Graziano, cosa ne penseresti della possibilità di avere il prossimo anno come allenatore Conte o Thiago Motta?

Antonio Conte darebbe subito stabilità al gruppo. E’ molto esigente, ma più che accontentarlo sul mercato è necessario dargli la possibilità di gestire lo spogliatoio: cosa di cui Juventus e Napoli hanno assoluto bisogno. Thiago Motta deve portare una nuova filosofia e sistemare una difesa che Allegri non cosidera adatta per giocare a quattro dietro. Ci vuole più tempo e pazienza con lui: non so se i tifosi della Juventus ne avranno.”

Cosa pensi del futuro scudetto dell’Inter?

Non hanno avuto rivali per tutto l’anno, quindi avrebbero potuto fare di più in Coppa Italia e in Champions League. Rosico un po’, ma Juventus e Milan hanno iniziato un processo di riequilibrio finanziario di cui beneficieranno nei prossimi anni. E’ stato uno scudetto normale, caratterizzato da un dominio indiscusso dentro e fuori dal campo.”

Un giudizio sulla situazione economica dell’Inter.

E’ un grande mistero. I regolamenti attuali vanno migliorati per rispettare quella che è la filosofia del Fair Play Finanziario. Non si può dire che l’Inter bara, ma sicuramente è lecito invocare regole più stringenti per evitare una disparità competitiva. Oggi i grandi club godono di benefici che falsano la sfida rispetto ai club minori.”

Cosa deve fare il Milan per tornare competitivo?

Il Milan è già competitivo, il problema è legato agli infortuni e al bisogno di riorganizzarsi dopo un’estate con troppi cambi. Ora arriverà un nuovo centravanti, probabilmente un centrocampista e un terzino per completare la rosa che già ha recuperato Bennacer rispetto a inizio anno. Zirkzee è secondo me il giocatore giusto per portare il Milan a inseguire la seconda stella.”

Cosa pensi di De Rossi? Merita la conferma?

De Rossi merita una rosa all’altezza. La prossima stagione alcuni giocatori non ci saranno più e andranno sostituiti, ma l’ossatura della squadra è molto buona: lo dimostra questo finale di stagione. E’ poi è l’anno del Giubileo: non si sa mai che possa arrivare una sorpresa…”

Su Tudor?

Deve raddrizzare la squadra. Essere arrivato a fine stagione lo aiuta a capire quali giocatori vanno bene per il suo progetto e quali no. Sta a Lotito accontentarlo, trovando un centravanti che sostituisca degnamente Ciro Immobile. Il resto dipenderà dalle valutazioni che darà il tecnico su Pellegrini e Lazzari sugli esterni e sui trequartisti in rosa. Tenere Felipe Anderson e Zaccagni è fondamentale. Con Luis Alberto e Immobile ormai è il momento di salutarsi: la speranza è che i tifosi li salutino degnamente.”

Come vedi Manna al Napoli?

E’ alla sua prima esperienza da direttore sportivo. Avere De Laurentiis è sia un vantaggio che uno svantaggio. C’è da capire chi sarà l’allenatore, tra Conte e Italiano vedo una straordinaria differenza per il mercato. La difesa va rifatta ma centrocampo e attacco sono già a posto così, in attesa di individuare il centravanti che potrebbe sostituire Osimhen. Sempre che parta: mai dire mai nella vita.”

La Fiorentina deve ricostruire…

❞In questo finale di stagione ha perso Joe Barone e l’allenatore ha già detto che andrà via: è stata una brutta botta. Ora Conference e Coppa Italia servono per chiudere in bellezza, ma poi c’è una squadra da rifare. Vanno scelti allenatore, direttore generale e direttore sportivo: dal mio punto di vista il mercato dei viola negli ultimi tre anni è stato disastroso.”

Atalanta e Bologna invece vanno a gonfie vele…

All’Atalanta vanno fatti i complimenti per la vittoria contro il Liverpool, ma il quinto posto va ancora raggiunto e la Coppa Italia va ribaltata. Credo non ci sia nulla da toccare. Il Bologna invece dovrà fare i salti mortali per trattenere i protagonisti di questo miracolo sportivo. L’infortunio brutto di Ferguson è una tegola oggi, ma potrebbe far restare in Emilia lo scozzese anche per la prossima stagione. Zirkzee e Calafiori, come Motta, invece, andranno sostituiti degnamente. Sono sicuro che ci faranno divertire anche l’anno prossimo.”

E il Torino…

Mi auguro che il presidente faccia qualcosa di più per completare questa rosa. Alcuni giocatori sono a fine corsa e altri non hanno mai performato: il cambio di allenatore sarà fondamentale per individuare quei calciatori in grado di far fare il salto di qualità al club e riportarlo a lottare per un posto in Europa.”

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Cartoline dal futuro. Stefano Trillocco: “Il mio idolo? Vidal”

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Cartoline dal futuro: Stefano Trillocco del Grosseto

Oggi inauguriamo un ciclo di interviste fatte a talenti giovani, ragazzi che potrebbero fare tanta strada nel mondo del calcio. Il primo è Stefano Trillocco.

Per il ciclo di interviste Cartoline dal futuro oggi conosciamo meglio Stefano Trillocco, 18 anni, un metro e ottantotto di potenza, difensore centrale del Grosseto. Al momento è fermo per un infortunio al ginocchio ma presto tornerà a giocare nel club toscano.

Originario di Civitavecchia, frequenta l’ultimo anno delle superiori e parallelamente alla scuola porta avanti la sua carriera da giocatore di calcio professionista. Dopo aver militato nella maggior parte dei club del Lazio, Trillocco ha intrapreso una nuova avventura in Toscana.

Ha un procuratore che è tutto un programma: Franco Zavaglia, noto per essere stato il primo procuratore di Francesco Totti e l’agente di Giuseppe Giannini.

Simpatizzante juventino, è un ragazzo sicuro dei propri mezzi e con le idee chiare sul proprio futuro. Ecco che cosa ci ha raccontato.

Stefano Trillocco (Grosseto Calcio)


Descriviti.

“Sono un difensore centrale molto dotato tecnicamente e fisicamente”.

Quali sono le tue specialità, come difensore centrale?
“La marcatura a uomo: sono cattivo il giusto, senza troppi falli. Infatti raramente prendo cartellini, intervengo sempre pulito sul pallone. La dote migliore che ho sono i lanci, da 50-60 metri”.

Sei destro o sinistro?
“Sono tendenzialmente destro, ma crescendo ho imparato anche a giocare sinistro”.

Hai iniziato la tua carriera da difensore centrale?
“Io ho iniziato da difensore centrale e ho quasi sempre giocato in questo ruolo, tranne alcuni anni che ho giocato con ragazzi più grandi di due anni: a 16 anni giocavo con la Juniores del Rieti e lì giocavo anche come terzino”.

Quando hai scoperto la tua propensione per il calcio?
“Ho iniziato da piccolo, a 5-6 anni, qui a Civitavecchia. Mi aveva segnato papà, mi piaceva il calcio e fin da subito, anche perché ero un po’ più alto degli altri, mi hanno messo dietro fin da subito. Da piccolo non mi piaceva più di tanto fare il difensore, segni raramente… Poi, crescendo, ho capito che è uno dei ruoli più importanti del calcio. Mi piace prendermi questa responsabilità”.

Quindi il merito della tua passione è anche della tua famiglia.
“Ho un ricordo, da piccolino, della finale degli Europei 2012 Spagna-Italia: lì mi sono innamorato di Torres. Poi ho iniziato a giocare a pallone, vedevo tutte le partite con papà. Pure mamma è molto appassionata di calcio, e ci accompagna avanti e indietro tutti i giorni per Grosseto. E’ un sacrificio più per loro che per me, perché vado lì, gioco, mi diverto. Loro guidano, stanno in macchina tutto il pomeriggio, tutti i pomeriggi.

Mi sento di doverli ringraziare perché mi stanno appresso tutti i giorni 24 ore su 24 ore e perché qualsiasi cosa mi serva me lo fanno trovare subito. A partire dalle cure mediche quando mi faccio male a portarmi avanti e indietro tutti i giorni”.

Hai fratelli o sorelle?
“Ho una sorella più grande di 8 anni che non si occupa di calcio: fa la commercialista e il revisore legale a Roma”.

Quand’è che hai pensato che il calcio potesse essere un’opportunità lavorativa, per te?
“Da piccolo. Quando giocavo qui al DLF Civitavecchia mi è arrivata una chiamata dal Ladispoli. Avevo 14 anni. Quell’anno, forse perché ero troppo piccolo, non ci sono voluto andare. Ma è stato meglio così, visto che dopo è arrivata la chiamata della Viterbese e sono andato lì per un anno. Poi purtroppo si è bloccato tutto con il COVID”.

Come hai gestito la situazione, nel periodo del COVID?
“Andavo da solo, ogni tanto mi videochiamavo con la squadra. Quando è finito il COVID abbiamo fatto alcuni tornei e li abbiamo vinti, sempre nel Viterbese, con squadre di zona. All’epoca, alla Viterbese giocavano anche Baschirotto, Adopo… Li ho visti, loro erano grandi, io ero piccolo. Quindici, sedici anni”.

Dopo la Viterbese, com’è continuato il tuo percorso?
“Dopo è arrivata la chiamata del Rieti, e mi hanno detto di giocare nella Juniones. Io sono 2005 e giocavo con ragazzi 2003-2004. Ero un po’ scettico di andare tutti i giorni fino laggiù, ma poi quell’anno mi sono divertito molto. Ho imparato tanto sul piano caratteriale. Loro erano più grandi, io non mollavo mai e sono arrivato al passo loro, a volte superandoli. Loro mi hanno insegnato a non mollare mai“.

Quanto è importante per un giocatore molto giovane potersi confrontare con compagni più grandi ed esperti?
“Per me è stato fondamentale”.

E poi?
“Il Rieti è fallito. Così lo scorso anno sono andato a Grosseto, ci sono stato fino a dicembre-gennaio nella sezione Juniores, poi ho avuto un infortunio al ginocchio e sono tornato a Civitavecchia. Sono stato fermo 3 mesi e poi all’inizio di questa stagione sono tornato al Grosseto”.

Lo stemma del Grosseto Calcio, il club di Stefano Trillocco

Insomma: ti sei girato un po’ tutto il Lazio.
“Sì, lo scorso anno mi sono fatto anche un po’ di esperienza al Civitavecchia in Prima Squadra”.

A noi puoi dirlo: quali sono i tuoi obiettivi?
“Magari, l’anno prossimo, esordire in Prima Squadra in Serie C o Serie D. Mio padre è stato già contattato da alcune squadre. Spero di trovare una squadra di buon livello e iniziare a giochicchiare. Andare avanti con il calcio fino a… sognare”.

Posso chiederti quali squadre ti hanno cercato?
“Non lo dico per scaramanzia (ride, ndr)”.

Saresti disposto a trasferirti altrove?
“Lo sono sempre stato, anche ai tempi della Viterbese. Tranne quest’ultimo anno, perché sono in quinto e ho deciso di concludere le scuole qui”.

Andresti anche all’estero?
“Volentieri. Sognando in grande, a me piacerebbe giocare in Inghilterra. Per il clima e perché mi piacciono i campionati tecnici molto più di quelli fisici”.

In quale squadra inglese ti piacerebbe giocare, se potessi sognare in grande?
“Mi piacerebbe molto giocare all’Old Trafford con il Manchester United“.

Quali sono i tuoi giocatori preferiti?
“Da piccolino, nel mio ruolo mi è sempre piaciuto Sergio Ramos. Però il mio idolo è sempre stato Arturo Vidal“.

Dei difensori centrali della Serie A ce n’è qualcuno che ti piace?
“Quest’anno, secondo me, Bremer è molto forte fisicamente. Uno dei più forti del mondo”.

A proposito di Juventus: che chances ha quest’anno?
“Secondo me non può puntare troppo in alto, deve aspirare al terzo o quarto posto e arrivare in Champions per andare bene l’anno prossimo. Secondo me ci arriva”.

Tornando a te: cosa vedi nel tuo immediato futuro?
“Non trascuro la scuola per il calcio, ho sempre fatto tutte e due insieme senza problemi. Mi vorrei anche iscrivere all’università qui a Civitavecchia, alla Tuscia di Economia. Alle medie ho frequentato l’Istituto Tecnico Economico. Vorrei prendere una laurea in Economia Circolare come mia sorella, di cui vorrei seguire le orme”.

Come si concilia la vita di un giovane calciatore con la vita privata?
“Ormai ci sono abituato, sono 4-5 anni che faccio questa vita. Ho sempre messo in primo piano il calcio, poi c’è sempre stata la scuola. Vado abbastanza bene. La sera studio e faccio i compiti che ci danno. La famiglia la vedo sempre e quando posso esco, ho tanti amici. Conduco una vita normale”.

Quante volte a settimana ti alleni?
“Dal lunedì al giovedì. Esco da scuola, parto e torno a cena”.

Se andassi a giocare in Serie A, dove andresti a giocare?
“Adesso come adesso l’Inter è il top in Italia. Poi Juventus e Milan, indifferentemente”.

Con quale allenatore ti piacerebbe lavorare?
“In Serie A forse Thiago Motta, per il suo stile di gioco”.

Per la Juve: meglio Motta o Conte?
“Lo stile di gioco di Allegri non mi fa impazzire. Fra Conte e Thiago Motta sceglierei Conte, perché ha la carica giusta come con lo scudetto dell’Inter di qualche anno fa. Però anche Thiago Motta è un nuovo allenatore che ha le sue idee ben chiare”.

A proposito di allenatori: cosa pensi di Palladino del Monza?
“E’ un bravo allenatore. Forse un gradino sotto Thiago Motta”.

Come giudichi l’operato di De Rossi a Roma?
“Ha cambiato la squadra: perché con Mourinho non giocava. Con l’arrivo di De Rossi, soprattutto per la sua romanità e per la sua grinta, ha risvegliato tutti quanti, compreso Pellegrini. C’è un’alta probabilità che il suo contratto venga rinnovato a fine stagione”.

Roma-Milan chi la vince?
“Roma-Milan in casa della Roma dipende da come starà Leao: se sta bene non ce n’è per nessuno”.

Dimentichi il fattore Abraham.
“Anche Abraham è forte, ma prima che ritrovi la condizione si arriva all’inizio della prossima stagione. Recuperare dopo una lesione al crociato non è mai semplice”.

Chiudiamo con un quiz: l’attaccante più forte della Serie A.
Lautaro Martinez“.

Il centrocampista più forte?
Barella, che per me è molto simile a Vidal”.

Il difensore più forte?
“Bremer”.

E il portiere?
“Ce ne sono tanti in Serie A. Provedel della Lazio è fortissimo, Szczęsny è un gatto, Sommer prende raramente gol. Ma secondo me il più forte è Maignan del Milan“.

Ringraziamo Stefano per il tempo che ci ha dedicato e gli auguriamo tanta fortuna per la sua carriera.

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