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R9: ‘Il Fenomeno’ senza tempo

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Capello

 Molto recentemente, la celeberrima piattaforma ‘Dazn’ ha presentato un documentario incentrato sul fenomeno brasiliano.

Se siete amanti del calcio, inevitabilmente l’accezione ‘Fenomeno’ vi riconduce a un nome solo: Ronaldo Luìs Nazario da Lima. Molto ben congegnata indubbiamente anche la recente serie dedicatagli da Dazn, ma un soggetto come il brasiliano attira a se moltissima curiosità.

Perciò approfondiamolo insieme, tramite dati e aneddoti, voci e news, e seguendo elementi che saranno certamente poco veritieri a volte, ma sicuramente alimentano la leggenda di un mito che rimarrà senza tempo.

Che fosse un calciatore dal potenziale immenso fu chiaro fin da subito: nel ’94, a soli 17 anni, fu convocato per i mondiali in scena negli USA, nei quali però non giocò neanche un minuto, e non sentendo sua questa che era la quarta coppa del mondo per il Brasile, promise che avrebbe portato la quinta.

Il suo talento non tarda però a sbocciare: durante la stagione antecedente al mondiale americano abbatte record su record in Brasile, dove giocando per il Cruzeiro, totalizza 56 reti in 58 presenze, e un talento così non poteva non essere notato in Europa.

Sono gli olandesi del PSV i primi a portarlo nel calcio che conta, e nel biennio compreso tra il 1994-96, realizza 54 goal in 57 apparizioni con la maglia bianco-rossa, con prestazioni da fuoriclasse assoluto che gli valgono l’acquisto dopo solo due anni nel continente europeo, nientedimeno che dal Barcellona.

Anche alla corte catalana conferma numeri da vero e proprio Fenomeno, con 47 reti in 49 presenze in un solo anno, numeri destinati però ad interrompersi in terra Spagnola (anche se momentaneamente, prima dell’approdo al Real).

Vi è infatti in Italia un club che a tutti i costi vuole vincere titoli, e non bada a spese per raggiungere tale mira: è l’Inter, che acquisterà il calciatore più importante al mondo in quel momento, ovvero R9.

‘Solo di due calciatori ho dovuto preoccuparmi in carriera e richiedevano la massima concentrazione prima di ogni partita: Maradona e Ronaldo’- parole di Paolo Maldini, uno dei difensori più forti della storia del calcio, la quale scivolata ai danni di Ronaldo in concomitanza con Fabio Cannavaro in occasione di Italia-Brasile è ormai diventata foto iconica.

E con un calciatore che macinava goal, dalla fama internazionale e dal talento così cristallino, arrivati nel 1998 i brasiliani si aspettavano una vittoria immediata della Coppa del Mondo in Francia, condotti dall’alieno R9.

Ed effettivamente con ben 4 reti in tutti i match precedenti alla finale, che sarebbe stata contro i padroni di casa della Francia, guidati da un altro fenomeno assoluto ovvero Zinedine Zidane, Ronaldo non aveva assolutamente disatteso le aspettative.

Il giorno della finale però successe il disastro:’Eravamo in stanza dopo pranzo, nel periodo in cui dovremmo riposarci, e vedo Ronaldo, che era il mio compagno di stanza, fermarsi e cominciare con una serie di convulsioni dalla durata di circa tre minuti’– così testimonia Roberto Carlos. 

Un evento di tale portata, con il calciatore più forte e decisivo in rosa, dopo che ricordiamo la coppia Romario-Bebeto era stata sciolta per la mancata convocazione del primo citato per una serie di concause, fu uno scossone.

Ronaldo, che andò in ospedale per accertamenti, arrivò poco più di mezz’ora prima del match, i compagni tardarono nel riscaldamento e in più erano più concentrati sul proprio compagno di squadra che sulla finale mondiale, come testimoniato dagli stessi Roberto Carlos e Leonardo.

Il finale fu inevitabile: con una doppietta di Zidane e la rete di Petit, la Francia diventa campione del mondo per la prima volta nella storia(la seconda sarà poi nel 2018), con una pioggia di speculazioni e fake news intorno al Brasile ma soprattutto a Ronaldo.

Questo fu però solo l’inizio di un calvario lungo due anni per il fenomeno brasiliano. Con l’Inter vinse si nel 97-98, perciò prima del mondiale, la prestigiosa Coppa Uefa, battendo la Lazio, ma la stagione dopo, nel 99, Ronaldo si lesionò il tendine rotuleo del ginocchio destro, a Lecce.

Fu operato, e per stessa ammissione del medico curante, fu trattato in modo erroneo: un tale infortunio, dipendentemente dalla gravità, va a ‘ricucire’ parzialmente o interamente il tendine, che altrimenti rischia di far scivolare la sottostante rotula.

Per Ronaldo fu scelta la prima opzione, e detto fatto al suo rientro proprio contro la Lazio, al primo pallone toccato, al primo cambio di direzione, la rotula si sposta e il fenomeno stavolta si rompe del tutto il tendine nel ginocchio. 

Sarebbe stato un duro colpo per chiunque, ma i fenomeni non sono tali solo per le loro innaturali capacità sportive, ma anche per la loro volontà: Ronaldo non aveva intenzione di ritirarsi a 24 anni per nessun motivo al mondo.

Però aver superato l’infortunio con molto sudore e fatica, nonché con estrema sofferenza, Ronaldo vuole assolutamente strappare il pass per i Mondiali in scena presso Corea e Giappone nel 2002. 

Sa benissimo che però deve giocare ed entrare in forma, cosa impeditagli dal nuovo tecnico giunto all’Inter, l’argentino Cuper, definito dallo stesso Ronaldo: ‘Il peggior tecnico mai avuto’.

Ma tramite una preparazione richiesta dallo stesso calciatore allo staff della Nazionale, una serie di presenze in A con la formidabile coppia formata con Vieri, sembra non solo avere chance di andare al mondiale ma anche di vincere lo scudetto con la maglia nerazzurra: giungiamo al famoso 5 Maggio, con la sconfitta decisiva a Roma contro la Lazio dei nerazzurri, che consegnò lo scudetto alla Juventus. 

In extremis però, viene convocato al Mondiale più discusso di sempre, vincendo il ballottaggio con lo stesso Romario, formando quello che probabilmente è il tridente d’attacco più forte che vedremo per moltissimo tempo: la tripla R, formata da Ronaldo, Rivaldo e Ronaldinho.

Il Brasile, che oltre a questo tridente vantava una rosa composta da campioni assoluti: Cafù, Aldair, Dida, l’emergente Kakà, Roberto Carlos…, permise di evitare che tutta la pressione fosse sul singolo R9, che infatti non subì inconvenienti simili a quello sfortunatissimo avvenuto 4 anni prima, e con più goal che partite giocate, lo stesso Ronaldo trascina la propria Nazione al 5 mondiale.

Sicuramente è corretto sottolineare però con questa breve parentesi, il sospetto per una serie di partite pilotate in questa competizione, che hanno fatto si che tra tutte, la favorita Italia e la fortissima Spagna, fossero eliminate dagli ospitanti coreani, decisamente più modesti.

Dal 2003 al 2007 Ronaldo sarà poi un calciatore del Real Madrid, e parte di quelli che sono passati alla storia come i Galàcticos, affiancato da calciatori come Raul, Beckham, Figo, e il suo storico rivale Zidane. 

Tra il 2008 e il 2011, anno del ritiro, R9 vive gli anni più scialbi della sua carriera, leggermente in sovrappeso e con meno fame di vittorie. 

Dando uno sguardo alla sua carriera, terminata appunto più di 10 anni fa, vediamo 518 presenze totali per i club con ben 352 reti all’attivo, mentre per il Brasile in 105 apparizioni ha realizzato 67 goal.

Il suo Palmares vanta: 2 palloni d’oro(1997 e 2002), 3 Best Fifa Men’s Player, 2 Copa America, 2 campionati spagnoli, una Coppa Uefa e 1 Coppa delle Coppe Uefa, 2 Supercoppe Uefa e una serie di titoli nazionali in Brasile e Olanda.

Attualmente Ronaldo è presidente del Real Vallaloid e del club che lo lanciò nel calcio, il Cruzeiro, e chissà se ancora prima delle partite dei propri club si rasa i capelli come era solito fare da calciatore come rito portafortuna.

 

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Milan, Cardinale stai attento: così giochi col fuoco | L’editoriale di Mauro Vigna

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Milan

Milan, con questo mio editoriale vogliono prendere la voce di ogni singolo tifoso e portarlo idealmente al quarto piano di Via Aldo Rossi. La situazione non è di certo facile e la pentola potrebbe scoperchiarsi nel giro di poco tempo.

Dovessi iniziare una lettera rivolta alla presidenza rossonera esordirei col dire:” Cardinale, stai attento“.

Sì, perché probabilmente qualcosa all’interno dell’AC Milan, della sua storia e della sua tifoseria deve essersela persa per strada. Ok, la gaffe sulle Champions League vinte, peccati di inesperienza, ma i tempi dell’improvvisazione sono finiti.

I tifosi pretendono chiarezza, un progetto serio e ambizioso e una linea comune. Il casting sull’allenatore, a fine aprile, è una cosa che non si può vedere se ci si chiama AC Milan. Dirigenza spaccata sul nome, un mercato da iniziare e per il quale si è già in ritardo, insomma…lasciatemo dire, un gran casino.

Ma questo è niente rispetto a quello che realmente potrebbe accadere. Dell’insurrezione popolare dei tifosi di sabato fino a quella che potrebbe scatenarsi tra i giocatori. Perché gente come Maignan, Tomori, Leao, Theo Hernandez pretendono – per restare – un progetto serio e difficilmente rimarrebbero tranquilli, o tranquillizzati, da un Lopeteguei qualsiasi. Ogni riferimento non è volutamente casuale. Nemmeno Fonseca lascerebbe la piazza tranquilla.

Dal nome dell’allenatore che si andrà a scegliere si capiranno le reali intenzioni di questa proprietà. Antonio Conte a parte, soltanto uno tra Thiago Motta, Sarri o De Zerbi lascerebbe la piazza tranquilla. E per tranquilla intendo anche il numero degli abbonamenti che verranno sottoscritti la prossima stagione. Perché di questo si parla, di minori introiti nelle casse rossonere se la piazza si raffredda. E minore coinvolgimento degli stessi giocatori i quali potrebbero decidere di virare su altre piazze, anche in considerazione del fatto che gli stipendi al Milan non sono propriamente di quelli faraonici.

Tutto ciò premesso, capirete benissimo come sia fondamentale la scelta dell’allenatore e in quali seri rischi possano incorrere Cardinale & Co. Già perdonare la cacciata di Paolo Maldini non è stata facile da digerire per i tifosi, e di fatto non è stata digerita. Ripetersi la stagione successiva con un Lopetegui qualsiasi…beh, errare è umano, perseverare diabolico.

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Stadio Roma, un intoppo rischia di bloccare i lavori

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Stadio Roma

Il progetto dello Stadio della Roma va a rilento: ora un nuovo evento potrebbe rallentare i lavori per la costruzione del nuovo impianto in zona Pietralata.

È accaduto anche durante la costruzione delle linee metro nella Capitale: basta un ritrovamento per bloccare tutto. Lo stesso potrebbe accadere per lo Stadio della Roma, poiché nell’area di Pietralata sarebbe stato rivenuto un manufatto archeologico: un fatto che potrebbe rallentare i lavori per la costruzione.

Radio Roma Sound FM90 ha riportato che la Soprintendenza Speciale ha fissato un sopralluogo insieme all’archeologo incaricato dalla Roma. Ecco che cosa è riportato nel comunicato stampa:

“Nel comunicare che, dalle prime ricerche effettuate, non sembrerebbero risultare agli atti della Scrivente notizie in merito ad una precedente scoperta del manufatto – prossimo comunque al castellum aquae e alla cisterna di età romana individuati nelle indagini SDO degli anni ’90 del secolo scorso (webgis SSABAP www.archeositarproject.it, codice PA 14847 e 14580, codice OI 4011) – e che pertanto si ravvisa la necessità di effettuare un sopralluogo sul posto insieme all’archeologo incaricato per le attività archeologiche dalla AS Roma in data da concordare.

Si invita Codesta Amministrazione/Codesta Società a provvedere con urgenza alla messa in sicurezza dell’area interessata dalle evidenze, presso le quali – come indicato nella segnalazione del Comitato Popolare Monti di Pietralata – sarebbero “posizionate da ignoti delle reti posticce per impedire di caderci all’interno”.

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Milan, Furlani si piega ma non si spezza: la fiducia (condizionata) di Gerry Cardinale

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Milan, andiamo ad analizzare qui di seguito alcune voci pervenute direttamente dai salotti del quarto piano di Via Aldo Rossi. La posizione di Giorgio Furlani non è ad oggi in discussione, ma…

La posizione di Giorgio Furlani all’interno dell’AC Milan è di certo ridimensionata. Nel momento in cui si chiuderà la stagione, verrà tirata una riga e inevitabilmente verranno fatte attente riflessioni, sarà impossibile non evidenziare le evidenti responsabilità dell’Amministratore Delegato, unite anche ai meriti ci mancherebbe, dell’attuale gestione.

La stagione, nonostante un secondo posto in campionato, non è certamente da ricordare. Eliminati dalla Champions League e dalla Coppa Italia, surclassati da ormai diverso tempo dall’Inter e con un allenatore che, col senno di poi, andava cambiato la scorsa stagione, quando – lo ricordiamo tutti – si pensò invece di cambiare il duo Maldini/Massara. Scelte forti, coraggiose, ma che giustamente devono essere analizzate e affrontate. Con le giuste conseguenze.

Siamo ragionevolmente certi, e queste sono le informazioni ricevute di recente, che Furlani verrà confermato, ma la fiducia non sarà incondizionata. Gerry Cardinale ha profonda stima per il dirigente, tuttavia la sua permanenza sarà apunto condizionata dai risultati e la scelta dell’allenatore sarà il primo aspetto. Riteniamo che il nuovo tecnico rossonero alla fine verrà scelto trai nomi della cordata Furlani/Moncada e quindi tendiamo a mettere in secondo piano Antonio Conte voluto invece da Zlatan Ibrahimovic e da gran parte dei tifosi.

 

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